Individualismo o Accomunismo

MaxCogre

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cmq mi piacciono molto le vostre storie, è bello che ne stiamo qui a parlare. Ci aggiungo la mia: sono un introverso che 'ci sta provando', almeno come primo tesserato glie lo devo al movimento! Ad esempio, nella mia 'carriera' musicale, e fuori tempo massimo, ho fatto un complesso di complessati con i miei colleghi, e ora suoniamo in un garage puzzolente che lo schiferebbero anche i quindicenni (alcuni acari, lì da tempo immemore, hanno persino protestato e detto che dovevamo un affitto anche a loro lol).
 

Pathurnia

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Ah, allora siete voi!
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Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Complimenti per la discussione a cui mi accomuno in ritardo.

Come tutti, faccio un po' di presentazione in stile alcolisti anonimi e poi aggiungo i miei spunti.

Io, devo ammetterlo, sono un pauperista.
Non vado in giro lanciando anatemi in stile penitenziagite! penitenziagite! perchè arriverei con 700 anni di ritardo, ma devo ammetterlo, avrei dovuto nascere in quei tempi lì.
Ogni volta che apro il portafogli sto male, ma non perchè sono tirchio, ma perchè mi domando sempre se non ci sia un modo meno stupido per soddisfare una mia necessità.
Infatti compro pochissimo, solo se non c'è scelta (gasolio, autostrada, sale, riso, pasta, olio, pesce...) o non ho tempo (pane), ma se posso, vado in un prato a per verdura e lumache o tra gli scogli a per frutti di mare.
Siccome compro solo l’essenziale e mi deve durare per sempre, compro nuovo per evitare sorprese.
Curiosamente, la mia principale attività è sviluppare componenti, attrezzi e metodi per riparare e insegnare agli altri a farlo.
Se devo scegliere tra comprare una cosa non essenziale nuova o usata, anche se non ho scelta, non compro e basta.
Anzi, è molta più la roba di cui ci sbarazziamo (bagagliai interi) perché ce la regalano che quella che compriamo.
Mi dispiace solo non poter buttarla via nei negozi dove sono state acquistate.
Su internet faccio solo prenotazioni di aerei e alberghi per il lavoro.
Tornando al concetto di essenzialità, 18° gradi, in casa, d'inverno, vanno benissimo.
Ai miei figli dico di mettersi i calzettoni e una felpa e di volersi bene e abbracciarsi, e di notte li mando a dormire con la borsa dell'acqua calda.
Mia figlia ripete come un mantra che il riscaldamento lo hanno inventato i ricchi per vantarsi del fatto che possono soddisfare i loro capricci, ma che noi siamo più forti e siccome fa il bagno in mare anche a dicembre o a gennaio, è evidente che ci crede (o vuole farlo, che forse è ancora meglio).
Perciò, insomma, il riscaldamento lo tengo spento e punto.
Infatti, quando dormo o esco, mia moglie lo accende e poi i miei figli mi fanno la spia.
Su internet faccio solo prenotazioni di aerei e alberghi per il lavoro.
Non ho altro social al di fuori di questo, perchè qui esponiamo solo il ns ragionamento, non la ns AUDI, la pelliccia o le foto delle vacanze a Gstaad.

Mi piace molto l’idea del consumare insieme, del convivio.
Ho sempre organizzato feste, ma ultimamente mi sono un po' stufato e mi limito a quelle dei compleanni dei miei figli.
Purtroppo l'età non aiuta in certe cose.

Mi piace l'osservazione a proposito del fatto che se tanto ricicliamo ciò che buttiamo va bene così.
Giusto.
Infatti, quando butti via un termosifone di ghisa ancora funzionante, è vero che la ghisa viene riciclata e diventerà l'ancora di una nave, ma tutto il lavoro che c'era stato a monte, quello di fonderla, dargli una forma, ripulirla, filettarla, verniciarla...viene buttato via per sempre e dovrà essere rifatto per il tuo nuovo termosifone.
Perciò, se hai un termosifone che funziona, non buttarlo via perchè tanto poi lo riciclano: usalo e basta.

Non condivido il concetto sull'individualismo.
Veramente una società dove tutti vogliono assomigliare agli altri è una società individualista?
Una società di gente che imita gli altri e sta da sola, non è una società di individualisti ma di falliti.
Per me l’individualismo è pensare e agire con la propria testa, non voler stare soli.

Purtroppo, i discorsi socialisti (accomunisti, comunisti, anarchici, soreliani ma anche cattolici) finiscono quando uno cresce e va alla prima riunione condominiale della sua vita e scopre che visto che non puoi cambiare il mondo, l'unica è parteciparvi solo per l'essenziale, non rovinarlo e sperare che chi non lo capisce muoia prima di farlo, ma non è così.
 
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MaxCogre

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C9me al solito i commenti di karl-karl (ma saró scemo lol) sono da una parte esilaranti ma contemporaneamente ragionatissimi. Urge adeguato contrappunto ;-)
 

MaxCogre

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È vero, l individualismo ha anche una accezione positiva, ed è quella che tu dici. Tuttavia la moneta corrente, quello che vuole farci digerire questa sozza società, è che individualismo significa che ti importa solo di te stesso, e questo 'importarsi' è giusto e legittimo perchè 'fa il tuo interesse'. Invece, dico io, ciò è alla origine di tutte le omologazioni, perchè l individuo che si allontana socialmente dagli altri è più debole, anche cognitivamente, e solo/inerme di fronte alla grande macchina dell indottrinamento globale. Si diventa così esattamente c9me ci vogliono: individualisti di spirito, ma non nel pensiero, che è subordinato e omologato
 

MaxCogre

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E al viceversa chi individualista nello spirito partecipa al mondo solo per l essenziale fa sì che una idea diversa della vita non si diffonde che non sia quella calata dall alto e a pioggia
 

MaxCogre

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La scommessa, o meglio l'idea qui e anche un'altra: è che l unione -e persino la promiscuità- non faccia solo la forza, ma anche la felicità.
 

Pathurnia

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Non condivido il concetto sull'individualismo.
Veramente una società dove tutti vogliono assomigliare agli altri è una società individualista?
Una società di gente che imita gli altri e sta da sola, non è una società di individualisti ma di falliti.
Per me l’individualismo è pensare e agire con la propria testa, non voler stare soli.
Sono del tutto d'accordo con questa attribuzione di significato alla parola "individualismo".
Uno dei grossi problemi di questo periodo storico è invece il ruolo di primo piano dato all'essere accettati, essere "popolari", per evitare assolutamente di essere considerati "strani", parola che è diventata una bestemmia e una condanna.
Essere capaci di stare lontano dagli altri non è segno di isolamento, anzi, per stare da soli è necessario sia sentirsi interi, completi, autonomi, sia portare dentro di sé il senso di appartenenza alla società e all'umanità con un atteggiamento di cura e di speranza.
La vicinanza fisica o la full immersion in un social non sono stare insieme. Sono alienarsi insieme, instupidirsi, svuotarsi completamente di ogni aspettativa personale, di ogni idea originale, di ogni emozione autentica.
E questa è la dimensione personale. (A questo proposito credo che @greenintro si si espresso in maniera estremamente chiara e convincente).
Il discorso sul consumo è la diretta conseguenza: se io non so chi sono allora cercherò di definirmi attraverso ciò che mangio, ciò che bevo, ciò che indosso. Potrò invece sentirmi OK indipendentemente da ciò che consumo se potrò contare su di una consapevolezza di essere persona unica, con il pieno diritto di essere come sono (a patto naturalmente di non delinquere o far del male agli altri).
Se riuscissimo a superare questi due problemi, l'appiattimento annichilente che ci fa essere gli uni specchio del vuoto degli altri, e la falsa sicurezza data dalla quantità di consumi come surrogato di una identità personale, potremmo fare un salto ulteriore e creare quella socialità libera e spontanea dei piccoli gruppi centrati su interessi comuni. Il gruppo di teatro amatoriale, il gruppo di poesia o di lettura, e perché no quello conviviale.
O il gruppo di baratto e libero scambio di beni o servizi.
Per un certo periodo della mia vita ho scambiato un'ora di ripetizione di latino fatta (da me) ad un ragazzo del liceo, con un'ora di aiuto domestico che sua madre svolgeva a casa mia. La cosa ha funzionato benissimo, il ragazzo ha recuperato il debito scolastico e i miei lampadari non sono mai (più :confused:) stati così lucenti. Né ci siamo mai chieste se valesse di più la mia "scienza" o la forza fisica della giovane madre.
Va bene, sono ricascata nell'autobiografico.
Ma volevo dire che la creatività non è solo scrivere poesie o dipingere, è trovare soluzioni originali ai problemi.
Soluzioni originali che nascono solo quando le persone non hanno interiorizzato il bisogno di essere tutti uguali.
E' un discorso circolare: da una umanità fatta di persone autentiche può nascere una socialità spontanea con soluzioni nuove. E le soluzioni nuove rinforzano la capacità degli individui di essere creativi.
E comunque, non sono una hippie. O almeno non più, o non soltanto. Se dovessi dare un nome a tutto ciò che ho accumulato in fatto di esperienze, di passioni e di traguardi raggiunti in questi pochi ;) decenni di vita, le etichette non basterebbero.
Bella discussione, bravo @MaxCogre che ogni tanto lancia un chiancone :p nello stagno.
🌹
 

MaxCogre

Well-known member
Non sono daccordo path: secondo me è da una socialità spontanea (e non pilotata) che possiamo dissotterrare la nostra originaria, e ancora ardente sotto la cenere, autenticità.
 

MaxCogre

Well-known member
Quante volte l'abbiamo visto succedere nei film: due personaggi che si conoscono solo tramite i rispettivi ruoli o maschere sono separati da una distanza siderale o addirittura nemici, quando poi succede una cosa che, puff, li fa incontrare 'davvero', e scoprono che dietro il ruolo, dietro la organizzazione della loro interazione, dietro tutto quello che tutti dicono dell altro, c è anche una persona, e che questa è degna di curiosità e di amicizia e del tuo tempo, e c è più che li accomuna di quanto il 'gioco di ruolo' non li separi.
 
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MaxCogre

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Nella mia visione mistica, il "quando succede una cosa che li fa incontrare davvero" è propriamente ed esattamente l' accomunismo lol
 

Pnin

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Non sono daccordo path: secondo me è da una socialità spontanea (e non pilotata) che possiamo dissotterrare la nostra originaria, e ancora ardente sotto la cenere, autenticità.
Secondo me non state sostenendo tesi contrapposte. Nel senso che la socialità spontanea può avvenire quando si è anche capaci di solitudine. Socialità costruttiva quindi, in cui ognuno mette la propria originalità ad interagire con quella altrui. La socialità pilotata si ha quando non si conosce o non si vede la propria originalità e si cerca un'identità omologandosi a modelli precostituiti.
🤔 mi sto spiegando malissimo...
 

Pathurnia

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Secondo me non state sostenendo tesi contrapposte. Nel senso che la socialità spontanea può avvenire quando si è anche capaci di solitudine. Socialità costruttiva quindi, in cui ognuno mette la propria originalità ad interagire con quella altrui. La socialità pilotata si ha quando non si conosce o non si vede la propria originalità e si cerca un'identità omologandosi a modelli precostituiti.
🤔 mi sto spiegando malissimo...
Ti spieghi benissimo! E hai fatto una buona mediazione culturale, era solo questione di linguaggi diversi.:)
 
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