Sei di bocca buona?

alevale

Well-known member
No, non è una discussione culinaria, mi dispiace per voi! Anche perché non so cucinare (solo mangiare!)
Mi chiedevo quanto siete selettivi come lettori.
Di tutti i libri che leggete,in media date un giudizio più positivo o negativo?
In effetti a me capita , e questa cosa ora molto molto più che in passato, che mi piaccia quello che leggo.
E mi sono interrogata se questo dipenda dal fatto che faccio una buona selezione prima di scegliere cosa leggere, cioè vado a "colpo sicuro insomma) Può darsi.
Oppure sono molto di bocca buona e quindi ho poco spirito critico o lo sto perdendo? 🧐
Mi sto invecchiando e sono diventata indulgente?
Dov'è finita la lettrice severa e anche un po' controcorrente che in passato fu quasi lapidata per aver detto " no,secondo me il Piccolo Principe è un libro sopravvalutato, non mi è piaciuto per niente, né quando avevo 10 anni, né quando l'ho riletto a 20, né quando l'ho letto a mia figlia a 43. (Lei 10)
E fu un coro di " eh ma la fantasia, la poesia, i vari livelli, la sensibilità, come fai a non commuoverti per la rosa etc..."
No! io niente rispondevo fiera : non mi farete cambiare idea, non mi piace, ho capito tutto del libro, perché non sono né scema né insensibile, ma mi ha annoiata.
(Oggi chissà, forse mi piacerebbe pure quello 😅)
E voi siete di bocca buona? Selettivi? Cercate comunque i pregi? Stroncate senza possibilità di replica?
Dite, dite, dite ad Alevale vostra 😊
 
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Pnin

Well-known member
Bella domanda!!!
...a me un po' l'aveva già fatta @MaxCogre ma rispondo più volentieri a te, perché ora lui si è messo a parlarmi in inglese 😆

Non credo di essere di bocca buona (per il cibo sì: mangio poco, ma TUTTO, nel vero senso, non sono allergica a niente e non esiste una cosa che non assaggi) comunque dicevo... io tendenzialmente provo ad andare a colpo sicuro, anche perché a volte capita che se un libro non mi piace per niente, tanto da piantarlo in asso, mi colga il blocco del lettore. Ed è una cosa che detesto.
Cerco comunque di essere obiettiva (cerco eh, non vuol dire che ci riesca) e spesso anche se un libro non mi è piaciuto so valutarne i lati positivi, se ne ho trovati.
Inoltre grazie a questo forum ho visto che è molto interessante ed arricchente confrontarsi con chi ha opinioni diverse dalle mie sul medesimo libro!
 

qweedy

Well-known member
Mi e' stato detto che sono onnivora riguardo alle letture, in effetti mi piacciono molti generi, dalle saghe familiari ai gialli/thriller, dagli storici romanzati alle storie vere, dalle ambientazioni medioevali ai distopici. Non so se sono di bocca buona, un po' sì forse, pero' penso che dipende anche dal momento. Un libro magari non mi piace perche' in quel momento non e' il libro adatto. Letto magari un anno prima o un anno dopo l'effetto su di me sarebbe diverso.

In un anno di letture, ogni dieci libri letti do' un voto alto (8, 9 o 10) ad un solo titolo. La maggior parte sono solo sufficienti.
 
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greenintro

Well-known member
Sì, penso di essere molto selettivo, sia sul mangiare (ci sono cibi che proprio mi disgustano solo al toccarli, anche senza averli mai assaggiati), sia sui libri, nel senso che, essendo io molto lento a leggere, so che in vita mia farò in tempo a leggere un numero limitato di cose, e allora ci tengo a tenere a mente un'idea, seppure vaga e flessibili, di libri che vorrei leggere molto più di altri, e per questo ci sono tantissimi titoli che preferisco non prendere in considerazione, in favore di altri su cui ho più aspettative. Non sono mai stato il tipo da acquisti compulsivi, che esce dalla libreria con le pile di libri in mano, è già molto se ne prendo uno, mentre passo un sacco di tempo a sfogliarli prima di decidere se valga la pensa acquistarli (al punto che penso che i librai se mi vedessero mi odierebbero, vedendo uno che preferisce leggere i libri invece di iniziare a farlo dopo averli comprati, ma a me dà troppo fastidio uscire senza avere delle garanzie su quello che ho preso). Però cerco di non essere troppo rigido, non ho problemi a leggere titoli che non conosco o che in autonomia non avrei mai scelto, ma di solito questo succede nei gruppi di lettura, in cui c'è sempre la motivazione del confrontarmi con altre persone, al di là della lettura in solitaria in se stessa.

In generale, non mi è mai piaciuta l'idea che "leggere è bello", in generale, senza tener conto che non tutte le letture hanno lo stesso valore. Lo trovo un punto di vista banalizzante e sminuente per la letteratura, qualcosa che appiattisce le differenze di bravura e di stile tra gli scrittori, come se la scrittura fosse qualcosa in cui chiunque possa dilettarsi senza alcun parametro di qualità. Con questo non voglio ignorare la soggettività dei gusti, quando dico che non tutte le letture possono avere lo stesso valore o arricchire l'animo allo stesso modo, intendo sempre, relativamente alle inclinazioni dei singoli individui, non in assoluto. Il tempo speso a leggere libri mediocri o comunque non in linea con lo spirito del lettore, non è affatto meglio speso rispetto a una passeggiata, all'ascolto della musica, a un evento sociale.

Per quanto riguarda i giudizi, bisognerebbe distinguere tra il gusto personale e il riconoscimento di un valore oggettivo storico e culturale, che può essere presente indipendentemente dal gusto, per cui in base alla prima cosa, noto che i giudizi negativi sono molti di più rispetto a quelli che darei in base alla seconda, cioè ci sono molti libri che posso ammettere di aver trovato noiosi, ma al tempo stesso ammettere pure che la "colpa" non stia nel libro in sè, che obiettivamente ha un grande significato, ma solo nella mia disposizione soggettiva, lecita ma non universale. Invece trovo molto più difficile l'inverso, cioè se un libro mi è soggettivamente piaciuto, delle motivazioni inerenti il libro in se stesso nella sua oggettività, ci saranno pure, anche se magari per altri sono meno importanti.
 

malafi

Well-known member
Sono molto selettivo, sia nella scelta che nel giudizio. Forse a volte sfocio nel pregiudizio (per esempio verso la letteratura contemporanea, intesa come di fresca stampa, o nella sezione 'novità' di una biblioteca).
Non sopporto molte cose (potrei farne un elenco lunghissimo).
Non ero così una volta, ma dopo aver letto in lungo ed in largo nell'ultimo decennio autori di grande livello come Remarque, Steinbeck, Malamud, Roth (Joseph) ed altri dalla grande forza nella loro prosa, non riesco più a tornare indietro ad autori che, per un motivo o per l'altro, rientrano tra quelli che non sopporto.
Però sono aperto ai consigli, l'80% dei libri che ho letto negli ultimi 10/15 anni derivano da cose lette sul forum
 

malafi

Well-known member
Il periodare breve.
Una prosa che non sappia essere avvolgente, coccolosa e poetica, anche se il tema sono cose terra terra o crude.
Gli autori che si prendono gioco della tua intelligenza, facendoti credere che loro sono più intelligenti di te visto che non capisci quello che stai leggendo.
Gli autori che sono incapaci di scrivere una storia in cui il protagonista non abbia turbe mentali, o sia psicolabile, depresso, disagiato od incompreso.(tutti, o quasi, i contemporanei)
L'uso eccessivo/ossessivo dei flashback (e dei flashforward).
I radicalismi politico/ideologici da qualunque parte stiano.

Adoro gli scrittori che ti tengono attaccato alla pagina non per il contenuto, ma per il piacere di leggere la loro prosa.
 

MaxCogre

Well-known member
anche a me capita che mi piacciano mediamente di più i libri adesso (ed ho odiatissimo il piccolo principe, uguale a te! e forse ora lo apprezzerei, ri-uguale a te - nonono, il piccolo principe no dài). Però c'è da dire un però: può essere che siamo diventati più bravi nella scelta, più bravi nel subodorare subito quel che non ci piace dal primo paragrafo, e dall'altra parte più bravi a goderci tutto, come pinocchio che butta la buccia delle pere, ma poi scopre che soddisfano la fame, e che sono pure buone 'a loro modo'. Questo a me consente di continuare ad essere un grandissimo cacaca*** (no, non è il contratto a tempo determinato) da una parte, dall'altra a trovare piccoli tesori (e qualche volta grandissimi) anche nella letteratura non blasonata, persino nella non-letteratura. Credo che c'è una sola cosa davanti alla quale mi fermo: quando trovo una scrittura pretenziosa o moralista (che implica un sacco di altre cose, tra cui la prevedibilità). In quel caso mi odio se non riesco a lanciare il libro fuori dalla finestra lol.
 

Pathurnia

Well-known member
Rispondo prendendo come paradigma un caso singolo.
A volte, quando leggo un libro per curiosità o perché mi è stato suggerito da altri, mi chiedo: queste pagine saranno ricordate tra cento anni?
Certo il presupposto è che tra cento anni l'umanità sia composta di essere senzienti e prima ancora il pre-presupposto è che l'umanità esista ancora.
Ma dati per scontati questi requisiti la domanda rimane.
Allora, perché dovrei leggere "Dio di illusioni" di Donna Tartt se mi parla di un personaggio carismatico che porta con il suo esempio i propri seguaci verso la perversione e la disumanizzazione, quando sullo stesso tema Oscar Wilde ha creato Dorian Gray con immensa maestria e profondità? Dico "Dio di illusioni" per citare un libro che per me è superficiale e insulso, non scende in profondità nei personaggi e soprattutto parla del male come se fosse un insieme di pratiche devianti e non un abisso terribile da scandagliare con audacia e timore.
Con questo non voglio dire che, se un autore classico ha già affrontato una tematica, nessuno debba osare ripercorrerne le orme.
Ma, ecco, nell'ambito di un genere, un argomento, un filone narrativo, mi chiedo a chi sia necessario quel libro. Allo scrittore che deve pagare il college ai propri rampolli affinché diventino a loro volta scrittori noiosi ma di successo? All'editore? Al libraio, o a tutti costoro complessivamente? E a me, che arricchimento ne verrà?
Quindi.. eh, non è facile generalizzare e dire perché non comprerei quel libro.
Potrei dire come ha detto qualcuno prima di me che il criterio è quello di diffidare della letteratura contemporanea, delle novità, delle new entry (scusa @Pnin;)), e questo è già abbastanza valido. Se devo scegliere un Cormac McCarthy o invece l'ultimo Nobel scelgo Cormac McCarthy, anche perché sappiamo bene che ormai anche il Nobel risponde a criteri "follemente corretti" e quindi oggi il premio va ad una donna coreana che mi scrive un trattato sul vomito, domani ad un Denisova che pratica il poliamore con i capretti, dopodomani ad un venusiano che emette gas fetidi, solo perché non dobbiamo discriminare chi emette i suddetti gas fetidi (ma solo se è venusiano ed emergente).
Allora, a questo punto, scusate ma io mi documento sull'Autore, sulle tematiche che affronta, metto radici in libreria per assaggiare quante più pagine posso come fa @greenintro, oppure leggo le poche paginette delle anteprime Google sul web.
E leggo le recensioni, soprattutto quelle negative e poi analizzo i contenuti di queste ultime, non ci vuole un'ora, basta poco a capire dove sono le criticità di un libro e se condivido la prospettiva del recensore.
Dopodiché inizio a leggere, ma a questo punto chi decide è il mio corpo. Se ogni due pagine sento il bisogno di metter su un po' di musica, andare in cucina a prendere una carota spezzafame, mettermi a mordicchiare le orecchie del mio uomo o del mio cane, allora è meglio se quel libro lo lascio nella bacheca del libero scambio che c'è in paese.
Non so se ho risposto alla domanda "quali sono i libri che preferite leggere", ma ho tentato di spiegare come avviene la mia scelta.
E poi, sì, @Pnin, stavo facendo un test per vedere quali lingue conosci ma sei troppo furba.(y)
Cià.
 
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