Ciao Nick Deb,
benvenuto.
bella discussione, complimenti!
Scusa se rispondo in maniera schematica, me mi riesce più semplice, soprattutto adesso che sono in viaggio e non ho nemmeno un mouse.
Nel 1945 è morto il regime fascista.
Il fascismo invece, che è un'altra cosa, è rimasto vivo e lo rimarrà finchè ci saranno persone che
se ne fregano (come diceva qualcuno) dei doveri richiesti dallo Stato di diritto, che appunto per garantire quest'ultimo, esige che tutti rispettino la Legge e non si sentano superiori al Parlamento o alla Magistratura.
L'abolizione del reato dell'abuso d'ufficio (dopo 40 anni di Tangentopoli e tutto quello che ne è conseguito) ne è un piccolo e non ultimo esempio.
Altri, se uno ne sentisse il bisogno, sono stati, per esempio, il golpe borghese, gladio, la loggia massonica deviata P2, eccetera...e, lasciamelo dire, dire che il fascismo è morto nel 45, non mi sembra proprio corretto verso tutte le vittime di questo che ci sono stati dal 45 in poi, come quelli della Strage di Bologna o dell'Italicus.
Se tra 100 anni qualcuno leggesse la tua o la mia autobiografia, capirebbe come noi abbiamo vissuto il nostro tempo (magari senza capirci nulla!

) e di conseguenza la memoria storica che abbiamo tramandato ai nostri figli.
Ma un conto è la memoria storica e un'altra è la Storia.
Tra 100 anni, per capire la nostra storia, per capire cosa è successo tra berlusconi e renzi o tra trump e musk, non bisognerà leggere le nostre autobiografie (magari interessantissime) ma andare a leggersi i giornali e rovistare tra le tonnellate di carta prodotti dalla nostra burocrazia dove resta traccia indelebile delle leggi che si promettevano, delle leggi che si sono fatte e chi ci ha guadagnato.
Che non è capire chi ha ragione o chi ha torto (perche a leggere le autobiografie avevano ragione tutti), ma forse è capire cosa è successo e perchè, che è già tanto.
Perciò, se vuoi capire - per esempio - se quando c'era lui:
1. l'Italia veniva rispettata da tutti nel mondo, puoi andare a leggerti i diari di galeazzo ciano, genero di mussolini e ministro degli affari esteri (perchè lui non raccomandava mica nessuno!) che si metteva le mani nei capelli ogni volta che suo suocero credeva di parlare in inglese o tedesco con ministri, ambasciatori stranieri e hitler stesso senza rendersene conto trascinava il Paese in guerra;
2. avevamo un grande esercito, puoi andare a scartabellare negli archivi dell'Esercito e scoprire che dopo 20 anni di buffonate, all'inizio della II Guerra Mondiale, l'Esercito Italiano contava meno militari che all'inizio della prima, e questo perchè nessuno aveva comprato stivali e divise;
3. i treni arrivavano tutti sempre in orario, dovresti cercare negli archivi delle Ferrovie, che le troverai vuoti perchè era vietato divulgare o registrare notizie (come appunto i ritardi dei treni) lesive dell'onore del paese (pena il carcere, l'esilio o la morte);
4. e così via...
Visto che non credo tu abbia il tempo di fare quanto sopra, ti consiglio di leggere i libri degli storici che lo hanno fatto al posto nostro e possono raccontarti i fatti basandosi su fonti attendibili e citate a ogni paragrafo come, per esempio:
1.
Marcia su Roma e dintorni di Emilio Lussu, che (guarda che favore che ti faccio!) è proprio un autobiografia di quel periodo, scritta da un tenenente del Regio Eserrcito Italiano che di certo comunista non era, che narra di quello che lui e quelli come lui subirono per essere ligi alle Leggi, non per motivi politici.
2.
Mussolini di Denis Mack Smith, uno dei maggiori storici di mussolini e del fascismo, e siccome è straniero, magari è un po' più imparziale di me;
3.
Le origini del fascismo in Italia che raccoglie le lezioni che tenne Gaetano Salvemini ad Harvard (che, lasciamelo dire, era uno un po' più spesso di un maurizio belpietro o un vittorio feltri di oggi)
Ritorno al tuo post.
Parli di
chi aveva ragione.
Se leggi le autobiografie, troverai le ragioni di ognuno, con la differenza che da una parte troverai solo le ragioni di coloro che credevano in uno che se ne fregava e finì scappando travestito da soldato tedesco in Svizzera, dall'altra invece, troverai un ampissimo ventaglio di ragioni, che spaziano da coloro che privi di ideologie politiche combattevano perchè semplicemente volevano scacciare i tedeschi e la repubblica di salò e rimettere l'Italia in mano al Re a cui avevano prestato un giuramento (i Militari), a coloro che appartenendo a una qualsiasi ideologia o corrente di pensiero (monarchici, popolari (che poi diventeranno democristiani), liberali, repubblicani, membri del Partito d'Azione o di Giustizia e Libertà, socialisti, comunisti, anarchici...) oltre a voler scacciare i tedeschi, volevano la democrazia e, infine, a coloro che oltre a voler scacciare i tedeschi, volevano fare la guerra civile e instaurare la dittatura del proletariato.
Ecco, riassumendo, la differenza tra le memorie di quelli di un lato e l'altro, è che da una parte c'è solo il seguire uno che dopo che ha mandato in guerra tutti scappa proprio come un vigliacco, dall'altra invece, c'è il mondo di idee (quasi tutte sbagliate per carità!) che scaturisce tra coloro che sognano e pensano.
Per me, alla fine, col senno di poi, avevano torto quasi tutti, solo che alcuni avevano un torto fatto di desideri e sogni, gli altri di disprezzo verso ogni desiderio e sogno altrui.
E non è la stessa cosa, soprattutto dopo 80 anni di Democrazia e Libertà.
Spero tanto che questa discussione vada avanti.
Magari quando torno proseguiamo.
Saluti