Pathurnia
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1. Ruth
Ruth è un personaggio della Bibbia, ed è colei che dà il nome all'omonimo libro, breve ma significativo. La stesura del testo è collocata dai diversi studiosi tra il V e il II secolo a.C., probabilmente in Giudea.
(Fonte: Internet).
Nel libro si narrano le vicende di una giovane e di un'anziana, rispettivamente Ruth (la nuora) e Noemi (la suocera), e per la peculiare sensibilità nei confronti dei sentimenti femminili in passato si è ipotizzato che sia stato scritto da una donna.
La più grande delle due, Noemi, si è spostata da Betlemme a Moab con il marito Elimelech e i due figli per sfuggire ad una devastante carestia. I figli hanno entrambi sposato due donne del posto, due Moabite, ma in seguito ad una serie di sventure sia il padre Elimelech che i figli sono deceduti, lasciando le tre donne sole e senza mezzi di sostentamento.
Consideriamo qui la prima trasgressione delle donne: due di loro sono Moabite che hanno sposato degli stranieri, cosa che era considerata disdicevole.
La trasgressione successiva è nella capacità di disporre della propria vita. Infatti per sfuggire alla miseria e all'isolamento Noemi, seguita dalle due nuore, decide di tornare nella propria terra ma, arrivata nel mezzo del deserto, si ferma e ordina alle due giovani nuore di tornare indietro, perché essendo native di Moab possono ancora trovare dei mariti.
Una delle due, pur essendole affezionata, ubbidisce e torna indietro. L'altra, Ruth, da questo momento in poi rivela invece una non comune capacità di prendere in mano la propria esistenza seguendo i dettami del sentimento; infatti decide di rimanere per proteggere la non più giovane parente.
Quello che mi colpisce è, tra l'altro, un particolare. La presa di coscienza di essere una persona in grado di decidere avviene, in Ruth, nel mezzo del deserto, quando cioè gli uomini di entrambi i paesi sono lontani e non possono esercitare la loro autorità.
A nulla valgono le insistenze dell'anziana Noemi: Ruth, fedele a quello che sente il proprio dovere, non vuole e non può abbandonare la sua congiunta a cui è legata da un affetto quasi sacro. Sa che si troverà - vedova, povera, straniera - in grandi difficoltà, ma forse per la prima volta nella sua vita sceglie il proprio destino.
Ciò che ha reso per me indimenticabile Ruth è la fedeltà, certo all'altra donna ma anche e soprattutto al proprio impegno, al proprio cammino insieme alla persona a cui ha scelto di dedicarsi, pur consapevole delle difficoltà a cui andrà incontro.
Il ritorno in patria infatti non è facile né felice, il paese è da poco uscito da una grave carestia e due donne povere non sono bene accette: tanto grande è l'isolamento a cui sono soggette che Noemi decide di cambiarsi il nome in Mara, l'Amara.
Ma inizia la mietitura.
Noemi manda la nuora a spigolare nel campo di un suo lontano parente, Booz.
La tradizione della spigolatura fa parte di un sistema vigente a quell'epoca per la ridistribuzione delle risorse anche nei confronti dei più bisognosi: i mietitori sono tenuti a lasciare che queste persone in condizioni misere possano raccogliere le spighe cadute, una specie di "sospeso", come diremmo oggi.
Alla fine della mietitura, come sempre avviene alla fine di un grande lavoro, il popolo e i possidenti festeggiano anche con abbondanti libagioni. Qui la vicenda ha un'ulteriore svolta: Noemi consiglia alla giovane (e avvenente) Ruth di adornarsi, profumarsi, e introdursi nella tenda di Booz.
Non dobbiamo stupirci del risvolto carnale che la vicenda assume, la Bibbia è un libro dove la corporeità è sempre presente e la sessualità non è affatto espunta.
Ruth ancora una volta si fida di Noemi e segue i suoi consigli. Il resto è facilmente intuibile: il possidente Booz svegliandosi e trovando Ruth accanto a sé comprende che la giovane donna è in un certo qual modo (tramite il legame con Noemi) una sua parente e quindi sotto la sua protezione, si rende conto di avere dei doveri nei suoi confronti, apprezza la sua devozione e loda la sua iniziativa motivata dal desiderio di dare dei nipoti all'anziana suocera (i rapporti parentali all'epoca avevano regole diverse da quelle oggi comunemente in vigore).
In questa ultima parte della storia Ruth secondo me dimostra una grande capacità di resilienza, giovandosi anche della buona fama acquisita fino a quel momento di donna virtuosa e fedele. Il bimbo che nascerà dalla suo unione con Booz sarà per Noemi un nipote e contemporaneamente la fine delle tribolazioni.
*
Ho cercato di riassumere la narrazione del libro di Ruth considerando solo le parti salienti ma quello che mi interessa evidenziare è la novità e originalità di una storia che pone come protagonista una donna e la sua capacità di scegliere, amare, fidarsi, salvarsi dalla miseria avendo come risorsa la propria consapevolezza di essere una persona.
Le virtù di Ruth, la sua devozione, la sua capacità di tenerezza, ma anche la sua spregiudicatezza nel momento di scegliere di farsi scegliere ne fanno secondo me un personaggio attuale e vivo, anzi non un personaggio ma una persona presente nei miei ricordi, certo non una femminista ante litteram ma una donna vera, palpitante e padrona di sé stessa.
*
Illustrazioni: 1) William Blake , "Noemi invita Ruth e Orpa a tornare in terra moabita", 1795.
.......................... 2) Jean-Francois Millet - Le spigolatrici, 1857 .
Ruth è un personaggio della Bibbia, ed è colei che dà il nome all'omonimo libro, breve ma significativo. La stesura del testo è collocata dai diversi studiosi tra il V e il II secolo a.C., probabilmente in Giudea.
(Fonte: Internet).
Nel libro si narrano le vicende di una giovane e di un'anziana, rispettivamente Ruth (la nuora) e Noemi (la suocera), e per la peculiare sensibilità nei confronti dei sentimenti femminili in passato si è ipotizzato che sia stato scritto da una donna.
La più grande delle due, Noemi, si è spostata da Betlemme a Moab con il marito Elimelech e i due figli per sfuggire ad una devastante carestia. I figli hanno entrambi sposato due donne del posto, due Moabite, ma in seguito ad una serie di sventure sia il padre Elimelech che i figli sono deceduti, lasciando le tre donne sole e senza mezzi di sostentamento.
Consideriamo qui la prima trasgressione delle donne: due di loro sono Moabite che hanno sposato degli stranieri, cosa che era considerata disdicevole.
La trasgressione successiva è nella capacità di disporre della propria vita. Infatti per sfuggire alla miseria e all'isolamento Noemi, seguita dalle due nuore, decide di tornare nella propria terra ma, arrivata nel mezzo del deserto, si ferma e ordina alle due giovani nuore di tornare indietro, perché essendo native di Moab possono ancora trovare dei mariti.
Una delle due, pur essendole affezionata, ubbidisce e torna indietro. L'altra, Ruth, da questo momento in poi rivela invece una non comune capacità di prendere in mano la propria esistenza seguendo i dettami del sentimento; infatti decide di rimanere per proteggere la non più giovane parente.
Quello che mi colpisce è, tra l'altro, un particolare. La presa di coscienza di essere una persona in grado di decidere avviene, in Ruth, nel mezzo del deserto, quando cioè gli uomini di entrambi i paesi sono lontani e non possono esercitare la loro autorità.
A nulla valgono le insistenze dell'anziana Noemi: Ruth, fedele a quello che sente il proprio dovere, non vuole e non può abbandonare la sua congiunta a cui è legata da un affetto quasi sacro. Sa che si troverà - vedova, povera, straniera - in grandi difficoltà, ma forse per la prima volta nella sua vita sceglie il proprio destino.
Ciò che ha reso per me indimenticabile Ruth è la fedeltà, certo all'altra donna ma anche e soprattutto al proprio impegno, al proprio cammino insieme alla persona a cui ha scelto di dedicarsi, pur consapevole delle difficoltà a cui andrà incontro.
Il ritorno in patria infatti non è facile né felice, il paese è da poco uscito da una grave carestia e due donne povere non sono bene accette: tanto grande è l'isolamento a cui sono soggette che Noemi decide di cambiarsi il nome in Mara, l'Amara.
Ma inizia la mietitura.
Noemi manda la nuora a spigolare nel campo di un suo lontano parente, Booz.
La tradizione della spigolatura fa parte di un sistema vigente a quell'epoca per la ridistribuzione delle risorse anche nei confronti dei più bisognosi: i mietitori sono tenuti a lasciare che queste persone in condizioni misere possano raccogliere le spighe cadute, una specie di "sospeso", come diremmo oggi.
Alla fine della mietitura, come sempre avviene alla fine di un grande lavoro, il popolo e i possidenti festeggiano anche con abbondanti libagioni. Qui la vicenda ha un'ulteriore svolta: Noemi consiglia alla giovane (e avvenente) Ruth di adornarsi, profumarsi, e introdursi nella tenda di Booz.
Non dobbiamo stupirci del risvolto carnale che la vicenda assume, la Bibbia è un libro dove la corporeità è sempre presente e la sessualità non è affatto espunta.
Ruth ancora una volta si fida di Noemi e segue i suoi consigli. Il resto è facilmente intuibile: il possidente Booz svegliandosi e trovando Ruth accanto a sé comprende che la giovane donna è in un certo qual modo (tramite il legame con Noemi) una sua parente e quindi sotto la sua protezione, si rende conto di avere dei doveri nei suoi confronti, apprezza la sua devozione e loda la sua iniziativa motivata dal desiderio di dare dei nipoti all'anziana suocera (i rapporti parentali all'epoca avevano regole diverse da quelle oggi comunemente in vigore).
In questa ultima parte della storia Ruth secondo me dimostra una grande capacità di resilienza, giovandosi anche della buona fama acquisita fino a quel momento di donna virtuosa e fedele. Il bimbo che nascerà dalla suo unione con Booz sarà per Noemi un nipote e contemporaneamente la fine delle tribolazioni.
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Ho cercato di riassumere la narrazione del libro di Ruth considerando solo le parti salienti ma quello che mi interessa evidenziare è la novità e originalità di una storia che pone come protagonista una donna e la sua capacità di scegliere, amare, fidarsi, salvarsi dalla miseria avendo come risorsa la propria consapevolezza di essere una persona.
Le virtù di Ruth, la sua devozione, la sua capacità di tenerezza, ma anche la sua spregiudicatezza nel momento di scegliere di farsi scegliere ne fanno secondo me un personaggio attuale e vivo, anzi non un personaggio ma una persona presente nei miei ricordi, certo non una femminista ante litteram ma una donna vera, palpitante e padrona di sé stessa.
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Illustrazioni: 1) William Blake , "Noemi invita Ruth e Orpa a tornare in terra moabita", 1795.
.......................... 2) Jean-Francois Millet - Le spigolatrici, 1857 .
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