Svevo, Italo - La coscienza di Zeno

EgidioN

New member
ormai quando scrivo una nota su un libro ripenso a quel capitolo di Svevo sull'ultima sigaretta...fantastico. Un libro sull'uomo moderno!
 

lavy

New member
pesante pesante e ancora pesante... ma a essere sincera rispetto agli altri libri che mi avevano dato da leggere per le vacanze estive dello scorso anno era in più leggero.. immaginatevi gli altri..
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
trovo questo romanzo semplicemente geniale:

"Che io forse abbia amato tanto la sigaretta per poter riversare su di essa la colpa della mia incapacità? Chissà se cessando di fumare io sarei divenuto l'uomo ideale e forte che m'aspettavo? Forse fu tale dubbio che mi legò al mio vizio perché è un modo comodo di vivere quello di credersi grande di una grandezza latente."
 

kathrin

kathrin
che peccato che capolavori come La coscienza di Zeno vengano rovinati dall'obbligatorietà scolastica! Che almeno gli insegnanti che affliggono gli studenti con codeste punizioni letterarie siano costretti a leggere i libri che odiano di più! :W

probabilmente anche l'obbligo scolastico non ha influito positivamente, ma io francamente l'ho odiato! premetto che ho un pregiudizio abominevole nei confronti di qualunque tipo di psicoanalisi, è evidente che non possa essere il mio romanzo preferito, però il protagonista ha qualcosa in più che mi urta i nervi! sebbene rappresenti esattamente il prototipo opposto, andrea sperelli, pur nella sua convinzione, nel suo autodefinirsi superuomo, almeno ha le palle di mantenersi coerente a quel modello; invece zeno non solo non prende mai una decisione netta, e fin qui, come diciamo noi toscani, " t'ho nel cuore", ma si giustifica di ogni ca**ata con una nonchalance disarmante! in effetti sono io quella puntigliosa, perché è proprio così, almeno credo, che svevo voleva il suo protagonista, ma ( nel caso non si fosse capito :D ) non sono riuscita a digerirlo, chissà, magari quando lo rileggerò tra qualche anno capirò un po' di più...
 

ValeG

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Povero Zeno-Svevo bistrattato da tutti... :D

Io questo libro non l'ho letto causa obbligo scolastico, ma alcune letture fatte tra i banchi di scuola hanno suscitato in me la curiosità di leggerlo nella sua totalità. E' un romanzo che reputo unico. Ci può suscitare simpatia o antipatia perchè, fondamentalmente, parla di noi, al di là delle spicciole dinamiche psicanalitiche, utilizzate da Svevo proprio per scimmiottare Freud e compagni.
Parla di noi in quanto analizza un tipo umano. Svevo presenta "l'inetto", l'escluso dalla vita, che pulsa intorno a lui e a cui egli non sa partecipare per una "malattia" che corrode la sua volontà. Può solo rifugiarsi nelle sue fantasie, compensatrici di una realtà frustrante, vagheggiando in sterminati sogni, l'azione da cui è escluso.
...Forse è per questo che "La coscienza di Zeno" sa farmi ridere e piangere, perchè anch'io ( e chissà quanti di voi), anche se in forme, logicamente, meno accentuate, mi vedo un po' vivere; spesso mi rifugio nella mia fantasia in cui tutto, seppur non sempre rose e fiori, è meglio, è più semplice e meno indolore della vita reale, con cui ogni giorno, bisogna fare i conti.

trovo questo romanzo semplicemente geniale:

"Che io forse abbia amato tanto la sigaretta per poter riversare su di essa la colpa della mia incapacità? Chissà se cessando di fumare io sarei divenuto l'uomo ideale e forte che m'aspettavo? Forse fu tale dubbio che mi legò al mio vizio perché è un modo comodo di vivere quello di credersi grande di una grandezza latente."

Ognuno ha la sua ultima sigaretta, in fondo... :wink:
 

giorgia!

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Sono d'accordo con molti di voi..se letto per obbligaritetà scolastica il testo viene di molto svilito. é un libro che non si può capire se non si sa qlcsa del contesto storico-geografico in cui è situato e del suo autore. Risulta pesante se mancano delle conoscenze a priori (come successe a me, dovendolo leggere durante le vacanze estive al liceo :OO)..poi durante l'anno studiammo il suo autore e cambiai nettamente opinione su qst libro. Lo rileggerò....

condivido! a me è piaciuto solo qnd me ne è stato spiegato il significato...e dopo aver capito la profondità del libro avevo quasi il timore di perdere ogni sua sfumatura...! infatti...la prova di italiano è andata alla grande (maturità 2009) :D
 

Dory

Reef Member
Anch'io come tutti l'ho studiato a scuola, ma non l'avevo mai letto tutto dall'inizio alla fine. L'ho fatto ora e l'ho trovato a tratti interessante e a tratti noioso. Non si discute ovviamente la qualità letteraria del romanzo, ma ha trovato in me un lettore passivo, forse l'ho letto nel momento sbagliato, non so.
 

Sir

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Romanzo a mio parere straordinario, con una profondità ben nascosta dall'umiltà del "dilettantismo" di Svevo, e proprio per questo ancora più preziosa.
Ovviamente è un libro da leggere con pazienza, spirito di fine ricerca e, magari, con una certa maturità.
Quindi, non come testo scolastico.

(Questo tema meriterebbe un discorso a parte; c'è tutta una lista di libri che, obiettivamente, proposti o ancora peggio imposti in periodi non appropriati rischiano di annoiare senza essere poi "riscoperti" dal lettore occasionale:W).
 

luxi

New member
A me è piaciuto, ho solo trovato un po' stancante l'ironia che caratterizza il romanzo. Il registro ironico, a mio parere, è divertente se utilizzato a piccole dosi, quando invece l'intera narrazione si fonda su una tale scelta di stile, la lettura ritorna appesantita.
Vedo che molti di voi lamentano il carattere obbligatorio col quale a scuola proponevano un certo tipo di letture; a me alle superiori non hanno mai imposto qualcosa del genere, e quando chiedo a qualche amico se abbia letto un classico che in quel momento io sto leggendo e mi sento rispondere che costituisce un suo ricordo degli anni scolastici, beh io non posso fare a meno di provare una certa invidia. Però chissà, se avessero imposto anche a me alcune letture magari condividerei con voi le stesse passate sofferenze.

Un saluto
 

SALLY

New member
Anche a me è piaciuto,sarà perchè,non mi è stato imposto a scuola,ma l'ho scelto da adulta.E' un libro psicologico,i sensi di colpa e le contraddizioni di un uomo piuttosco pigro,che si accontenta,si fà andare bene le cose,"tira a campare",anche se ci prova (ma non riesce) ad essere diverso.Bello.
 

Sir

New member
Sottolineo un aspetto, tra i tanti "sotterranei" di questo libro, che dai vostri commenti mi pare non sia ancora emerso: il tema della menzogna, costantemente associato all'atteggiamento ironico.
In sostanza, durante la lettura non siamo portati a maturare la benché minima fiducia nel narratore Zeno, ed arrivati alla fine non abbiamo alcuna certezza che ciò che ha raccontato al dottor S. sia vero; anzi, abbiamo grossi sospetti.
Questa è, a mio parere, una soluzione finissima.
 

Mizar

Alfaheimr
Anch'io come tutti l'ho studiato a scuola, ma non l'avevo mai letto tutto dall'inizio alla fine. L'ho fatto ora e l'ho trovato a tratti interessante e a tratti noioso. Non si discute ovviamente la qualità letteraria del romanzo, ma ha trovato in me un lettore passivo,

In generale, concordo
 

Nikki

New member
Ho letto la coscienza innumerevolissimi anni fa. Ne avevo 16 e , appartenendo ad un'altra generazione, a differenza dei sedicenni di oggi non sapevo nulla della vita. [sì, sono ironica :mrgreen:, nel senso che pure gli attuali sedicenni sono bimbi, checché ne dicano].
in sincerità, della trama ricordo pochissimo, nulla più che l'ossatura dell'opera. ricordo però distintamente l'effetto che mi fece. ero scioccata, allibita, scandalizzata dalla meschinità, inconcludenza, debolezza del protagonista (Zeno, giusto? :W ). col senno di poi, posso dire che sia stata la prima figura maschile che ho conosciuto fin nell'intimità..una vera e propria iniziazione. un genere di umana debolezza con cui non ho ancora imparato a relazionarmi serenamente, purtroppo, credo..
sicuramente, una lettura tutt'altro che passiva.
mi piacerebbe rileggerlo ora, sperimentarne l'effetto, capire cosa sono diventata.. :paura:
 

SALLY

New member
ero scioccata, allibita, scandalizzata dalla meschinità, inconcludenza, debolezza del protagonista (Zeno, giusto? :W ). col senno di poi, posso dire che sia stata la prima figura maschile che ho conosciuto fin nell'intimità..una vera e propria iniziazione. un genere di umana debolezza con cui non ho ancora imparato a relazionarmi serenamente, purtroppo, credo..
sicuramente, una lettura tutt'altro che passiva.
mi piacerebbe rileggerlo ora, sperimentarne l'effetto, capire cosa sono diventata.. :paura:

Mi ricordo che anchio l'ho giudicato un invertebrato,però col passare degli anni ho capito che la nostra società pullula di elementi del genere...forse li capisco di più,ma penso ugualmente che non hanno spina dorsale.
 

Nikki

New member
Mi ricordo che anchio l'ho giudicato un invertebrato,però col passare degli anni ho capito che la nostra società pullula di elementi del genere...forse li capisco di più,ma penso ugualmente che non hanno spina dorsale.

eh..pure io ho maturato questa consapevolezza ormai. ma le stessa letteratura pullula di personaggi simili, a veder bene.
ora, delle due l'una, o mi inzitellisco fino al midollo, o è bene che su certe cose inizi ad ammorbidirmi (si dice.... l'ho letto sul detersivo!). nell'indecisione, per ora..tiro a campare! esattamente come Zeno, a pensarci ora... :paura:
forse è il caso che lo riprenda quanto prima, per chiarirmi un po' le idee!
 

sergio Rufo

New member
l'indolenza di Zeno e' facilmente scambiabile per altro: basta ricordarsi la sua sufficienza col padre nel colloquio a tavola.
Non e' indolenza o debolezza, e' qualcosa di piu'. Laddove manca la tenerezza la', e non altrove, si annida un animo deciso.Zeno e' deciso nel capire che la mallattia e' la vita stessa in quanto mortale.
 

sergio Rufo

New member
la cosa schifosa della psicanalisi e' l'incertezza che interpone tra intenzione e azione. La psicologia, in fondo, e' inutile. Discipline cosi'.
Uno studio stabilisce che un calabrone non potrebbe volare perche' la misura delle sue ali non e' in proporzione alla massa del suo corpo.
Ma il calabrone non lo sa e continua a VOLARE.

Ah! Nietzsche! come hai visto giusto sull'intenzionalita' irrazionale.
 

stellonzola

foolish member
L'obbligo scolastico non è riuscito a togliermi il piacere di questo libro!
Mi è piaciuto tanto da rileggerlo più volte. Lo trovavo scorrevole, ma elegante.
Zeno non riusciva a darmi fastidio come avrebbe dovuto, l'ho sempre trovato simpatico nonostante tutto! (forse mi faceva pena...o peggio mi sono resa conto che c'è un po' di tutti noi in Zeno!)


aneddoto divertente: una mia amica alla matura ha dichiarato che Italo Svevo era uno pseudonimo: Italo da Italia e Svevo da Svezia! :mrgreen: ...e l'hanno pure promossa!!!:??
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Ho letto questo libro al Liceo,credo in 4° o 5°,ma non perchè mi sia stato imposto dai prof,è stata una mia libera scelta (avevo già deciso che all'Università avrei fatto Psicologia);sarà per questo motivo che mi è piaciuto davvero tanto.
L'ho trovato particolare come racconto e anche se non ho avuto il problema di smettere di fumare,mi sono lo stesso immedesimata in lui e nel suo vizio.Ho capito che alla fine il senso di inettitudine e inadeguatezza di Zeno lo può provare chiunque e spesso è legato anche ad un malessere sociale oltre che personale.
Poi anche il mio nome inizia con la A,come le protagoniste femminili :mrgreen:,anche se non è nessuno dei 4.
 
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