David Copperfield è stato uno dei primi libri della mia vita e ora, dopo averlo riletto, capisco che se fin da piccola ho amato tanto la lettura è perché sono cascata bene dal principio. Rileggerlo dopo quarant'anni è stato come tornare a casa dopo una lunga assenza. Una casa più ricca di dettagli, più curata (versione integrale vs versione ridotta per ragazzi, che credo fosse quella che avevo letto da piccola, ma col senno di poi devo dire che era fatta molto bene, non sminuiva la scrittura né il senso della storia e dei personaggi) ma una casa MIA, familiare, una casa che dopo tanto tempo mi ri-accoglie tra le sue braccia, le stesse di allora. Con una scrittura che descrive persone, luoghi, fatti e stati d'animo in modo dolcemente perfetto, privo di forzature o pesantezze, Dickens ci permette di calarci sin dalla prima pagina all'interno di quello che è - pare - il suo romanzo preferito tra quelli da lui scritti, stabilendo un'empatia immediata tra lettore e narratore. Si tratta di un romanzo classico in cui, in genere, i buoni sono buoni davvero e i cattivi pure; e non fa eccezione David, che non giudica nessuno e aiuta chi e quando può: un ottimo figlio, amico, nipote, marito, forse impossibile da trovare. Ma, grazie alla penna sapiente dell'autore, David diventa vero, credibile, cresce sotto i nostri occhi (elaborando anche inconsapevolmente le percezioni a seconda dell'età e del vissuto) e allo stesso tempo David siamo noi.
Tutti i personaggi sono caratterizzati con grande efficacia.
(SPOILER da qui) La fragile madre, presente solo nelle prime pagine ma indimenticabile; Peggotty, la governante che ama David come un figlio; la straordinaria zia Betsey, finta burbera dal gran cuore, intraprendente come una donna di oggi. E poi i perfidi Mr e Mrs Murdstone e la loro "fermezza"; il viscido e "umile" arrampicatore Uriah Heep, così ben descritto anche fisicamente che sembra di vederlo contorcersi di fronte a noi; l'estroso Micawber, il candido Dick. Tante storie e tante vite si intrecciano in questo lungo romanzo, tra cui quella della casa-battello di Yarmouth e dei suoi abitanti: semplice gente di mare, la cui vita verrà stravolta da un susseguirsi di avvenimenti causati involontariamente proprio da David. A questo proposito Il personaggio più sfaccettato del libro è forse proprio Steerforth, carismatico amico del protagonista che, accecato dall'affetto e dall'ammirazione, sceglie di non vedere l'altra faccia della sua vitalità; controversa è secondo me anche Emily, combattuta tra semplicità e ambizione. Formidabile è Rosa Dartle con la sua cicatrice, simbolo fisico di uno smisurato sentimento di amore-odio ricambiato con l'indifferenza; quasi palpabile, tra le pagine, il fuoco che la distrugge.
Molto bella la contrapposizione tra la tenera e inadeguata moglie-bambina Dora e la saggia e matura Agnes, figura quasi ultraterrena incapace di egoismo e di gelosia.
E mi ha colpito il fatto che un uomo dell'800 sia stato capace di descrivere vari tipi di donna, così diversi tra loro.
Non so perché ho commentato questo romanzo in questo modo, non l'ho fatto apposta, la carrellata è venuta spontanea, si tratta più di una riflessione personale che di una "recensione". Un capolavoro.