Walpole, Horace - Il castello di Otranto

In sintesi
Ambientato in un medioevo italiano fantasiosamente cupo, tra passaggi segreti e cieli tempestosi, rumori misteriosi e terribili scene notturne, "Il castello di Otranto" accumula delitti e rimorsi, scambi di persone, fanciulle perseguitate, innamorati infelici, un fantasma tanto inquieto da sconquassare tutti i muri del castello e, naturalmente, anche un padre che uccide la figlia riconoscendola solo quando è troppo tardi. Non si può leggere nessun romanzo del terrore a prescindere da questo, perché è da questo che discendono tutti gli altri.

Il romanzo gotico per eccellenza.
Non è proprio il massimo per i lettori smaliziati d'oggi, ma sicuramente da leggere per tutti coloro che volessero conoscere tale genere romanzesco dalle origini.
 

Dorylis

Fantastic Member
Già è proprio il romanzo gotico per eccellenza! Bellissima l'atmosfera cupa e l'aria soprannaturale che si respira!
 

smg2

New member
L'ho snobbato per anni, guardandolo nella libreria ma senza mai nemmeno prenderlo in mano. Ora, dopo averlo letto, mi rammarico di non averlo preso in mano prima!
Lettura molto piacevole.Però io non ho colto quest' atmosfera cupa, si vede che sono un insensibile, hihihih.:D
 

ayla

+Dreamer+ Member
Concordo con i pareri positivi: è una lettura piacevole e scorrevole con castelli infestati, principesse da salvare e valorosi principi innamorati. Per chi ama il genere non può non leggerlo!!
 

Nerst

enjoy member
Davvero il romanzo gotico per eccellenza. Ha tutto quello che occorre per esserlo. Mi sono divertita a leggere il modo di parlare dei personaggi, con le loro espressioni principesche, ma la storia riserva davvero un epilogo interessante.
 

LowleafClod

e invece no
Sinceramente non mi ha fatto impazzire, nel senso che è una lettura piacevole, ma non va troppo oltre. Mi è parso un po' sbrigativo il modo di scrivere, più che un racconto sembra il riassunto di un racconto.
Secondo me poteva spingersi più avanti.
 

Book McBook

New member
Stupendo! Atmosfere cupe, personaggi sconvolti psicologicamente da misteriose manifestazioni, delitti; "Il castello di Otranto" è uno dei migliori romanzi gotici mai scritti.

Ricordo ancora come fosse ieri quando, tanto tempo fa, acquistai il libro nell'edizione "100 pagine 1000 lire" (edizione che a quei tempi era molto popolare e permetteva di acquistare romanzi "integrali" ad un prezzo abbordabilissimo), e lo lessi tutto d'un fiato.
 

velvet

Well-known member
Credo che questo libro sia da leggere per gli amanti del genere proprio perché ne costituisce le origini, ma oltre a questo non ci sono molte altre attrattive per il lettore d'oggi.
Anche la scrittura dell'epoca con tutti quegli "eziandio" non è il massimo... :wink:
 

gamine2612

Together for ever
Letto più per curiosità che per altro; per spingermi nel genere medioevale che non scelgo di proposito.
A mio gusto un pò noioso, ma posso capire che lo stile dell'epoca è quello:boh:.
 

Marzati

Utente stonato
A quanto pare questo è il primo romanzo gotico, quello che apre la pista a tutti gli altri. Spinto da questa consapevolezza, volendo conscere il più possibile questo genere, ho provato a leggerlo. E' un tuffo nel passato, in una mentalità diversa e in atmosfere (a mio avvso) bellissime: a partire dall' elemento soprannaturale, che per gusti personali mi esalta sempre, passando per il cupo deri romanzi gotici, quel non so che di fiabesco, il dramma e molte altre cose. Devo dire, in senso assoluto non mi ha fatto letteralemente impazzire, ma mi è piaciuto molto, quindi non posso che consigliarlo.
 

estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
Scritto nel 1764 ed ambientato presumibilmente nel XII secolo, si tratta di quello che è considerato il padre dei romanzi gotici e noir. L’ambientazione (fittizia) è il castello di Otranto, nel quale un’antica profezia sta per avverarsi e molti sono i segni premonitori della sventura che sta per abbattersi su Manfredo e la sua casata.
Il romanzo si apre con l’attesa delle nozze tra Corrado, figlio di Manfredo, principe di Otranto, ed Isabella, figlia del marchese di Vicenza. Quando il giovane non si presenta, il padre manda un servo a chiamarlo ed è così che si scopre l’inquietante presenza, nel cortile del castello, di un gigantesco elmo ricoperto da piume nere sotto il quale giace il corpo martoriato del giovane Corrado. Nello sconcerto generale, un giovane contadino fa notare al principe Manfredo che l’elmo in questione è estremamente simile (con le dovute differenze di proporzioni) a quello posto sul capo della statua del defunto principe Alfonso, antico principe buono del castello, la cui tomba si trova proprio nella Chiesa adiacente. Manfredo si adira, condanna inspiegabilmente a morte il giovane e lo fa rinchiudere sotto l’elmo perché non possa fuggire. A questo primo misfatto ne segue un altro: il principe Manfredo convoca la giovane promessa sposa Isabella per comunicarle la sua intenzione di ripudiare la devota moglie Ippolita e di sposare lei per assicurare una discendenza al suo popolo. Atterrita, la giovane Isabella fugge nelle segrete del castello e tenta di raggiungere la vicina Chiesa per trovarvi rifugio. Dall’incontro fortuito che Isabella farà durante la sua fuga avrà inizio una serie di vicissitudini familiari, corredate da strani segni premonitori mandati da forze soprannaturali, che condurranno ad un destino sventurato per Manfredo e la sua famiglia che, come si scoprirà, avevano usurpato il castello al legittimo proprietario con l’inganno. In un’atmosfera alquanto apocalittica la profezia a lungo nascosta si avvererà e il principe legittimo potrà tornare in possesso del suo regno, sebbene la sua anima sia troppo provata per gioirne.
Una lettura breve, scorrevole e coinvolgente che fin dalle prime righe ci trasporta in un’altra epoca, tra castelli, intrighi, forze soprannaturali ed oscure perversioni umane. Al di là dell’ambientazione pregevole, dei personaggi ben descritti e della trama coinvolgente ma in sé inverosimile, i messaggi che questo libro vuole trasmettere sono due: il concetto che le colpe dei padri ricadono sui figli e che l’ambizione può condurre alla rovina. Perché? Lo capirete solo leggendo la storia che, peraltro, si legge in un giorno!
Per dovere di onestà vi dirò che questo libro è considerato, come scrivevo all’inizio, il primo romanzo gotico e noir, ma non aspettatevi niente di paragonabile all’horror o ai noir moderni, sebbene si provi più di qualche brivido, specialmente nella parte iniziale del libro.
Un’altra curiosità: leggete la prefazione dell’autore! Io l’ho trovata genialmente arguta perché fa passare il libro per la sua traduzione di un’opera italiana rinvenuta nel 1500 e fa i complimenti al fantomatico autore per lo stile e la trama dell’opera da lui appena tradotta… astuto! Direi, però, che i complimenti sono meritati, quindi gli si potrà perdonare questa vanità!
 
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