Salinger, J.D. - Il giovane Holden

Sibyl_Vane

Fairy Member
E' da diverso tempo che voglio leggere questo libro, perché sono molto curiosa di vedere com'è... ne ho tradotto un passo durante una lezione di inglese all'università e non mi è sembrato male! Vediamo se riesco a farlo entrare in quella lunghissima lista di libri che devo leggere... :roll:
 

Rò.

New member
Bene,letto i classici commenti:
libro da leggere nell'adolescenza,Holden è un ribelle ecc.
Anche,secondo me.
Ma non si tratta di una ribellione correlata all'adolescenza in se,è un libro adatto a lettori di tutte le età.
L'adulto è per me la somma di un adolescente e della rassegnazione ad alcuni aspetti della vita,ovvero quelli che descrive e vive Holden.
Il personaggio è psicologicamente descritto in modo perfetto;"i vattelappesca" sono fantastici,così come alcune citazioni.
Merita tutta la fama che ha. O lo si odia,o lo si ama. Se lo trovi indifferente,non l'hai capito.
 
P

ParallelMind

Guest
Holden il filosofo

sostanzialmente questo personaggio adorabile è un gran filosofo.
Seppur può sembrare un pessimista,in realtà è solo un ragazzo controcorrente e anticonformista. Ma c'è dell'altro. Salinger vuole spingere il lettore,presumibilmente giovane a una riflessione sul proprio mondo interiore. Sui propri stati d'animo,su quanto l'incomunicabilità tra le persone porti gradualmente al disincanto e quindi all'odio,al rancore represso. Sostanzialmente quella dell'epoca e ancor di piu quell'attuale per l'autore è una società repressa,che ha soffocato nel grembo(l'adolescenza) la voce dell'anima: sentimenti,speranze,sogni, in virtù di una più stabile e largamente condivisa ordinarietà. Lo si capisce in particolare nel momento in cui la "vecchia" Sally sceglie il controllo,la consuetudine di una vita socialmente realizzata ai sogni d'amore e avventura di Holden. Così non è tanto lo "schema mentale" del protagonista,quanto lo schema ideale della società a prospettarsi su tutta l'opera come un fantasma che incombe sul protagonista e al quale appunto egli si ribella con tutte le sue forze.
Potrebbe sembrare quindi un personaggio in crisi,messo continuamente in discussione da tutti,ma in realtà c'è una grande forza dirompente in Holden,solo che appunto è ancora troppo giovane per averne consapevolezza,ed ecco perchè il vittimismo che tanta gente critica ad una lettura superficiale del libro. Proprio perchè Salinger spinge fino alla fine alla disvelazione di questa grande ricchezza interiore del protagonista,e delle solide catene con le quali egli rimane fermamente ancorato al mondo e coi piedi bene in terra: l'affetto per i propri cari
In definitiva,è un opera unica e spettacolarmente profonda. Ricca di emozione e sentimento,e con messaggi educativi di grandissimo valore,non solo per i giovanissimi,ma per tutti.
 

Pasifae

New member
Trovo questo libro semplicemente adorabile, E' spiazzante, tenero e irriverente. Lo so. Capisco che possa lasciare perplessi, almeno inizialmente, almeno fino a quando non capirete che ciò che rende questo romanzo diverso da tanti altri che trattano il tema dell'adolescenza o della crescita, è, se ci fate caso, la totale assenza di autocompiacimento dell'autore. Attraverso aneddoti apparentemente superflui e inconsistenti, Salinger vi catapulta lentamente nel mondo di Holden fino a farvelo vedere con i suoi stessi occhi. Allora inizierete a chiedervi dove vanno le anatre d'inverno quando gli stagni si ghiacciano, a condire ogni vostra frase con "e compagnia bella", "e via discorrendo" e a chiamare "vecchio" o "vecchia" tutte le persone che conoscete. Perchè è questo che fa la vera letteratura, per me: vi fa vedere il mondo con gli occhi di un'altra persona (o personaggio) senza che voi ve ne accorgiate e senza che il tutto vi appaia strano o innaturale. Io ho adorato Holden, l'ho adorato sul serio, per il suo disincanto e la sua ingenuità. L'ho letto a 16 anni, a 18, a 20 e lo amo da morire anche adesso che non sono più una ragazzina. Ogni tanto lo vedo in libreria e mi viene voglia di comprarmene una copia, così, è talmente bello, tutto bianco. Purissimo. Lui se ne sta lì, sullo scaffale, sempre pronto per quando mi viene voglia e ho bisogno di tornare a New York, dalle anatre del Central Park, a ridere della vecchia Saly Hayes e a ballare nella sala lilla. Unforgettable.
 

isabel76

New member
La prima sensazione che ho avuto, appena finito di leggerlo, è stata di delusione, come se mi fosse sfuggito il senso del libro (e probabilmente è così!!!).
Forse perchè prima di iniziarlo non sapevo esattamente di cosa parlasse e mi aspettavo una trama differente, più coinvolgente.
In realtà per tutta l'opera non sono i fatti i protagonisti, ma il disagio che affligge il giovane Holden.....non mi sono identificata per niente con lui, ma penso che per chi ha un'età diversa dalla mia e sta vivendo l'adolescenza può rivedersi in alcuni suoi atteggiamenti..
 

skitty

Cat Member
Trama da Ibs:
Sono passati cinquant'anni da quando è stato scritto, ma continuiamo a vederlo, Holden Caufield, con quell'aria scocciata, insofferente alle ipocrisie e al conformismo, lui e la sua "infanzia schifa" e le "cose da matti che gli sono capitate sotto Natale", dal giorno in cui lasciò l'Istituto Pencey con una bocciatura in tasca e nessuna voglia di farlo sapere ai suoi. La trama è tutta qui, narrata da quella voce spiccia e senza fronzoli. Ma sono i suoi pensieri, il suo umore rabbioso, ad andare in scena. Perché è arrabbiato Holden? Poiché non lo si sa con precisione, ciascuno vi ha letto la propria rabbia, ha assunto il protagonista a "exemplum vitae", e ciò ne ha decretato l'immenso successo che dura tuttora.

Commento:

"Che l'addio sia triste o brutto non me ne importa niente, ma quando lascio un posto mi piace saperlo, che lo sto lasciando. Se no, ti senti ancora peggio."
*
"Quelli che mi lasciano proprio senza fiato sono i libri che*quando li hai finiti di leggere e tutto quel che segue vorresti che l'autore fosse un tuo amico per la pelle e poterlo chiamare al telefono tutte le volte che ti gira."
*
"Cosa che mi lascia sempre secco. Non faccio*che dire - piacere d'averla conosciuta - a gente che non ho affatto piacere d'aver conosciuta. Ma se volete sopravvivere, bisogna che diciate queste cose."
*
"Un tempo, nella mia idiozia, credevo che fosse intelligentissima. Tutto perché sapeva un sacco di cose sul teatro e le commedie e la letteratura e compagnia bella. Se uno in quel campo sa un sacco di cose, vi ci vuole*parecchio per capire se è stupido o no."
*
"Ciò che distingue l'uomo immaturo è che vuole morire nobilmente per una causa, mentre ciò che*distingue l'uomo maturo è che vuole umilmente vivere per essa - Wilhelm Stekel - ".
*
Il linguaggio è spesso “parlato” più che scritto, con tantissime frasi ad intercalare, prese dal gergo dei ragazzi... troppo bello, diretto, come se si stesse chiacchierando con questo ragazzino scapestrato, che però ha un sacco di idee profonde, ha rispetto per un sacco di cose, si pone domande... Adorabile nella sua perdizione.
Vi sono molti passi veramente travolgenti e indimenticabili, come la visita al museo... Holden spiega che è tutto identico a tutte le altre volte che lo ha visitato, solo che ogni volta è diverso, perché siamo diversi noi... perché ci è accaduto qualcosa quel giorno, perché siamo più tristi, o più felici, e la diversità in noi ci fa apparire diverse le cose che guardiamo.
Bellissimo il rapporto con la sorellina, che alla fine sarà il pungolo che spingerà Holden a “darsi una calmata” e vivere per le cose per cui vale la pena, in primis gli affetti probabilmente...
Mi è piaciuta la parte che in pratica spiega il titolo in lingua originale (che sarebbe in realtà: The catcher in the rye – ossia “l' acchiappatore nella segale”!).
Ascoltando una filastrocca, Holden pensa che in un ipotetico mondo immaginario, vorrebbe fare questo lavoro immaginario: acchiappare al volo tutti i bimbi che giocano tra la segale, prima che precipitino in un dirupo.
Voto: 5.
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Anche se il protagonista potrebbe risultare "odioso" (come dice lui di quasi tutto e tutti),a me è sembrato abbastanza simpatico per il suo bizzarro modo di descrivere le persone e affibbiargli appellativi (come la vecchia Jane),raccontare gli eventi che gli accadono e le cose che lo circondano.
Lui non può soffrire quasi nulla,ma il suo modo di criticare è alquanto spassoso e particolare,al punto che,seppure non sono stata completamente d'accordo con tutte le sue critiche,le ho accettate ugualmente solo per come le ha proposte.E' arrivato perfino a dire che anche lui è fatto in modo schifo,quindi è capace pure di fare autocritica.
Pensavo fosse la storia di un ragazzo orfano che viveva in collegio e che si svolgesse nell'ottocento,quindi ero pronta a leggere una storia triste...perciò ho apprezzato la vena ironica e divertente delle vicende narrate
(episodi tristi a parte - la morte del fratello e del compagno di college -).
Il suo modo schietto di dire le cose lo fa definire una persona non ipocrita,genuina,anche se a volte forse esagera nell'esprimere ciò che pensa,soprattutto quando lo fa con le ragazze;ma credo che la sua onestà di pensiero sia comunque da premiare.
Il suo apparente "cinismo" potrebbe anche essere una difesa,forse gli serve per mascherare la sua insicurezza...ma poi perchè il cinismo deve essere solo negativo? Potrebbe anche essere visto come la sincera manifestazione del proprio pensiero,non senza sensibilità,ma senza starsi troppo a preoccupare di essere per forza "politicamente corretti".
Il non saper cosa vuole fare da grande e la risposta che dà in seguito alla domanda della sorellina è geniale: lui vuole fare quello che prende i ragazzini che potrebbero buttarsi nel dirupo in un campo di segale,come dice la canzone/poesia (il famoso "acchiappatore nella segale",come il titolo originale del romanzo).

Quelli che mi lasciano proprio senza fiato sono i libri che quando li hai finiti di leggere e tutto quel che segue vorresti che l'autore fosse un tuo amico per la pelle e poterlo chiamare al telefono tutte le volte che ti gira.

Succede quasi sempre che quando qualcuno mi fa un regalo finisce che io divento triste.
Succede anche a me quando le persone care non ci azzeccano,perchè penso che allora non mi conoscono bene :(.

Anche se a me il cinema piace mi ha colpita questa frase:prendete la gente che si consuma gli stramaledetti occhi a forza di piangere per le cretinate balorde dei film,e nove volte su dieci in fondo in fondo sono degli schifosi bastardi.Senza scherzi.

Spero con tutta l'anima che quando morirò qualcuno avrà tanto buonsenso di scaraventarmi nel fiume o qualcosa del genere.Qualunque cosa,piuttosto che ficcarmi in un dannato cimitero.La gente che la domenenica viene a mettervi un mazzo di fiori sulla pancia e tutte quelle cretinate.Chi li vuole i fiori,quando sei morto?Nessuno.

Aggiungo:io non li voglio manco da viva :mrgreen: !

Basta che diciate qualcosa che nessuno capisce e fate fare agli altri tutto quello che volete.

Un sacco di volte uno non sa che cosa lo interessa di più finchè non comincia a parlare di una cosa che non lo interessa di più
 
Ultima modifica:

Ugly Betty

Scimmia ballerina
Divorato in meno di 3 giorni.
L'inizio l'ho trovato straordinario.

Se davvero avete voglia di sentire questa storia, magari vorrete sapere prima di tutto dove sono nato e com'è stata la mia infanzia schifa e che cosa facevano i miei genitori e compagnia bella prima che arrivassi io, e tutte quelle baggianate alla David Copperfield, ma a me non mi va proprio di parlarne. Primo, quella roba mi secca, e secondo, ai miei genitori gli verrebbero un paio di infarti per uno se dicessi qualcosa di troppo personale sul loro conto.

Poi ha un po' perso.
Diciamo che è un libro che si lascia leggere, non è un mattone, è scritto con un linguaggio molto colloquiale, forse un po' troppo. Ci sono troppi intercalari secondo me.
Nonostante ciò qualche spunto per riflettere te lo da anche se avrei preferito che ci fosse un po' più di analisi psicologica...in certi tratti mi è sembrato solo il racconto 'vuoto' di un avvenimento, senza nessuna considerazione che vada al di la della banale successione dei fatti.
Non è uno di quei libri 'da leggere necessariamente'. Non lo consiglierei come 'un grande libro che merita di essere letto'.
Nel complesso un 7 se lo merita.


“La vita è una partita che si gioca seguendo le regole.”

“Non raccontate mai niente a nessuno. Se lo fate, finisce che sentite la mancanza di tutti”

“Un sacco di gente, soprattutto questo psicanalista che c’è qui, continuano a domandarmi se quando tornerò a scuola a settembre mi metterò a studiare. È una domanda così stupida, secondo me. Voglio dire, come fate a sapere quello che farete, finchè non lo fate? La risposta è che non lo sapete. Credo di sì, ma come faccio a saperlo? Giuro che è una domanda stupida.”

« Se una persona incontra una persona
Che viene attraverso le segale;
Se una persona bacia una persona
Deve una persona piangere? »
 
Stupendo e profondamente nostalgico. Io lessi a 19 anni e mi piacque. Magari triste, sicuramente vero, perché il disagio di vivere di Holden può riguardare tutti, in ogni momento e in ogni dove. Lettura che, per essere intesa nella sua dimensione più profonda secondo me è forse adatta solo ad un pubblico maturo.
 

nitina

New member
credo che sia un libro da leggere...
però è uno di quei testi che viene apprezzato maggiormente da adolescenti.
io l'ho letto solo un paio d'anni fa e non mi ha fatto una bellissima impressione.
di certo mi ha lasciato qualcosa e sono convinta che questo sia l'importante!
 
P

ParallelMind

Guest
Minerva6 ha scritto:
Il suo apparente "cinismo" potrebbe anche essere una difesa,forse gli serve per mascherare la sua insicurezza...ma poi perchè il cinismo deve essere solo negativo? Potrebbe anche essere visto comel a sincera manifestazione del proprio pensiero,non senza sensibilità,ma senza starsi troppo a preoccupare di essere per forza "politicamente corretti".
Il non saper cosa vuole fare da grande e la risposta che dà in seguito alla domanda della sorellina è geniale: lui vuole fare quello che prende i ragazzini che potrebbero buttarsi nel dirupo in un campo di segale,come dice la canzone/poesia (il famoso "acchiappatore nella segale",come il titolo originale del romanzo).

Il cinismo è il mondo dei grandi proiettato dentro di lui e ne esce quindi ancora più deturpato questo mondo,che proprio non accetta Holden ma che riconosce sia quello e tutti ci si adeguino per scelta,per mancanza di alternativa crescendo. Il baratro è proprio questo cinismo,questa chiusura,questa assenza di tutto ciò che vive dentro Holden,qualcosa che lentamente sa si spegnerà nel tempo. Quindi Holden è un piccolo uomo che guarda oltre il comune,l'ovvio e coglie quello che noi vorremmo vedere ancora.
 

Jessamine

Well-known member
Prima di cominciare questo libro, non sapevo cosa aspettarmi, sinceramente. Così l'ho cominciato senza pregiudizi, ascoltando solo le mie sensazioni, senza pensare ai pareri letti in precedenza.
Mi sono bastate poche pagine per immergermi completamente nello stile, colloquiale, sì, ma a mio avviso molto coinvolgente, e per lasciarmi affascinare del tutto dal bizzarro protagonista.
Forse la trama non è niente di straordinario, ma è la prima volta che mi capita di leggere di un adolescente trattato come tale, con pensieri da adolescente. Ho adorato il suo modo di fare, il suo disagio, le sue difficoltà di accettare un mondo forse troppo grande, il tutto con una grande semplicità.
Non saprei che altro dire, credo sia un romanzo unico nel suo genere, qualcosa forse di molto controverso, ma che a me è piaciuto moltissimo.
 
P

ParallelMind

Guest
Ho trovato questa presentazione del romanzo che non mi dispiace.

*Generica:**Sono passati sessant'anni da quando è stato scritto, ma continuiamo a vederlo, Holden Caufield, con quell'aria scocciata, insofferente alle ipocrisie e al conformismo, lui e la sua "infanzia schifa" e le "cose da matti che gli sono capitate sotto Natale", dal giorno in cui lasciò l'Istituto Pencey con una bocciatura in tasca e nessuna voglia di farlo sapere ai suoi. La trama è tutta qui, narrata da quella voce spiccia e senza fronzoli. Ma sono i suoi pensieri, il suo umore rabbioso, ad andare in scena.*
Holden è un ragazzo di diciassette anni che, qualche giorno prima di un Natale degli anni ’50, viene espluso dal college che frequenta in Pennsylvania. Invece di rimurginare sui suoi errori, decide di partire alla scoperta di un nuovo mondo. Senza neanche avvertire i genitori va nella Grande Mela. E’ qui che inizia la sua avventura alla ricerca della libertà e di emozioni che lo catapultino nel mondo adulto. Holden è un ragazzo sfrontato, ribelle, appare come una sorta di rivoluzionario, ma in fondo è un giovane come tanti altri, che vuole realizzare i suoi sogni e che teme il mondo dei grandi. E’ un ragazzo che rimpiange la sua infanzia, quella che gli sfugge di mano facendogli perdere la bellezza delle cose ed è molto critico verso la società americana distante dal suo ideale di sincerità e purezza…

*Dettagliata:**L'ambiente del romanzo è quello medio-alto borghese, con i suoi codici di comportamento, il suo conformismo, l'assenza di valori. Protagonista è il giovane Holden Caulfield, figlio di ricchi ebrei newyorkesi, che sta per essere espulso dalla scuola Pencey. Decide così di fuggire: si presenterà a casa dopo alcuni giorni, con l'inizio ufficiale delle vacanze di natale. Giunto a New York finisce in uno squallido albergo dove Maurice, un cameriere, gli procura una ragazza. Umiliato per la sua timidezza e derubato dal ruffiano, si sente defraudato e ingannato. Deluso dal sesso ma anche dagli altri miti: il jazz, il teatro, e soprattutto il cinema: è tutto un'odiosa e inutile finzione. Neppure le amiche capiscono l'angoscia di Holden, affannato osservatore dell'esistenza umana che vanamente aspira a essere un adulto responsabile, un "salvatore". Nella mente di Holden le immagini di Allie, il fratello morto di leucemia, continuano a sovrapporsi alla realtà. Dopo un incontro segreto con la sorellina Phoebe, Holden va dal suo vecchio professore Antolini, ma temendo che egli voglia sedurlo, fugge. Alla fine Phoebe convince il fratello a tornare dai genitori che lo affideranno alle cure di uno psicoanalista. Se la coppia borghese tende a riprodursi a propria immagine e somiglianza, sarà l'adolescente a tentare di distaccarsi per una propria ricerca di identità, rifiutando, proprio come lo Huck Finn di Mark Twain, di "lasciarsi educare".
 

Martymiky

New member
Questo libro non mi è piaciuto per niente! Mi ha lasciato un sapore stranissimo in bocca..
La cosa che non mi è piaciuta in assoluto è la scrittura: tutti i vattelapesca, gli eccetera, e ogni tanto qualche imprecazione.
Qualcuno dirà che mi sono fermata solo alla forma, ma il contenuto non mi ha prorpio catturato!
 
P

ParallelMind

Guest
Questo libro non mi è piaciuto per niente! Mi ha lasciato un sapore stranissimo in bocca..
La cosa che non mi è piaciuta in assoluto è la scrittura: tutti i vattelapesca, gli eccetera, e ogni tanto qualche imprecazione.
Qualcuno dirà che mi sono fermata solo alla forma, ma il contenuto non mi ha prorpio catturato!

Forse non ci sei arrivata.Devi scavare di piu`.Ricordo che i primi tempi lo trovavo stupido perche`ero troppo immaturo io all'epoca.
 

Athana Lindia

Πάντα ρει
Finito ieri sera. Non so perchè, quando l'ho iniziato pensavo di trovarmi di fronte a un pippone assurdo tipo "I turbamenti del giovane Torless" o qualcosa di simile... e invece no, sono rimasta stupita dal linguaggio scorrevole e semplice, forse fin troppo. Molte ripetizioni, un modo di parlare che a volte, nella sua semplicità, mi risultava difficile da seguire. A parte Holden e la sorella, gli altri personaggi mi sono sembrati sciatti e poco caratterizzati.
 
Alto