Nietzsche, Friedrich - Così parlò Zarathustra

Anch'io, come Bobbi, ho poco apprezzato la forma letteraria dello Zarathustra, tanto da farmi desistere dal continuarlo.
Il libro di N. che mi ha cambiata è Al di là del bene e del male, una rivelazione.
Ho amato tantissimo anche i passaggi di La gaia scienza e di Umano troppo umano che Sergio mi legge ogni tanto per rabbonirmi.
Prima o poi li leggerò interamente, è ora direi.
 

sergio Rufo

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Anch'io, come Bobbi, ho poco apprezzato la forma letteraria dello Zarathustra, tanto da farmi desistere dal continuarlo.
Il libro di N. che mi ha cambiata è Al di là del bene e del male, una rivelazione.
Ho amato tantissimo anche i passaggi di La gaia scienza e di Umano troppo umano che Sergio mi legge ogni tanto per rabbonirmi.
Prima o poi li leggerò interamente, è ora direi.

Umano troppo umano, La gaia scienza.
Due titoli a caso in Nietzsche, soprattutto il primo gia' bellissimo nel titolo stesso: Umano troppo umano.
Per me sono stati due Libri Fondamentali nel panorama filosofico e non solo-
Due libri che si vivono.
 

Dallolio

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Tranne qualche brano profondissimo (l'annuncio della morte di dio, il serpente, l'assassino di dio) devo dire che considero il finale di questo libro parecchio risibile, con tutti i "superuomini" che cantano e l'asino che intervalla il canto con dei potentissimi I-O
Comunque, l'interpretazione di un Nietzsche cristiano, benchè non giustificata "alla lettera" è comunque valida perchè di gran parte del libro è difficile dire quale fosse l'intento e il significato.

P.s. Lessi dei brani a scuola ed ebbe un grandissimo riscontro, colpisce molto gli studenti (se si scelgono i brani giusti).
 

Yellow

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Il grande filosofo tedesco sviscera nelle sue maggiori opere uno smantellamento deciso e definitivo del cristianesimo , della morale, e di tutto il problema ebraico.
L'assunto principale , dal quale non si puo' trascendere in qualsiasi interpretazione vogliamo dare alla sua filosofia, definisce il cristianesimo come la dipendenza malata della vita ( sia sul piano ontologico che ontico) a valori metafisici e trascendentali. Il Cristianesimo visto - dunque - come una sorta di paralisi progressiva di tutta quella forza vitale che altro non e' che manifestazione di potenza.
Non contento di questo - non poteva bastare la vivisezione del Cristianesimo come valore anti-etico/estetico - Nietzsche disseziona la morale ( da Socrate e Platone in poi ) attraverso la lente d'ingrandimento del suo significato piu' recondito e sibillino: morale come imposizione schiavista sull’individuo, nel suo volere, nella sua liberta', nella sua indipendenza comportamentale.

beh ma Nietzsche condanna il cristianesimo per quello che è diventato, e sappiamo benissimo come era , al tempo e quando lontano dal messaggio di cristo era. (e credo che anche oggi la cosa non sia migliorata!)
non a caso lui non condannò mai gesù, anzi...in fin dei conti se ci pensiamo bene gesù è stato colui che ha rotto gli schemi del passato creando una nuova dottrina: un superuomo che ha fatto si che il mondo si rivoluzionasse. il vero problema è che per 2000anni, si è rimasti a quelle idee, molto ritagliate e riadattate a seconda di come facevano comodo, e si è perso il concetto principale che l'uomo deve sempre andare avanti e si deve sempre superare. credo sia per questo che condanna il cristianesimo: perché oltre a essere diventato del tutto amorale e corrotto, sia un qualcosa che ci lega a un passato immobile e sempre presente; senza contare che impedisce all'uomo di creare qualcosa di nuovo....è ovvio che per un uomo che crede nelle nuove rivoluzioni, in ogni cosa che fa progredire l'uomo da ogni punto di vista; queste dottrine così legate al passato siano qualcosa di totalmente negativo.

beh, ne L'Anticristo Nietzsche si scaglia appunto contro il cristianesimo come è stato recepito e organizzato dagli uomini, mentre in qualche modo salva quello primitivo (anche il discorso è più complesso di così). Il fatto è che le cose buone e giuste non sono appannaggio del solo cristianesimo ma sono condivise da tutte le dottrine illuminate, soprattutto orientali. .

quoto!!!
 

kiachan

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Salve a tutti.
Nietzsche descrive il cristiano come un'individuo sottomesso alla morale tanto da anteporla alla sua individualità. La religione rappresenta un'ostacolo per la realizzazione dei desideri e del vivere un'esistenza piena. Eppure quando Zarathustra entra, verso la fine del libro, nella capanna dove ospita i superuomini, e li vede adorare l'asino, prova per loro, si rabbia e commiserazione per la mancanza di coerenza nel vivere secondo le proprie convinzioni, ma anche invidia verso quell'impulso dettato da una fede più forte della ragione. Anche il superuomo stesso ispira sentimenti di repulsione a causa di quelle caratteristiche che sono proprie della dottrina di Zarathustra. L'apertura mentale che la nuova dottrina richiede pone in realtà più ristretti limiti, in quanto vieta quasi completamente l'abbandonarsi alla spiritualità e alla vitalità, alle piccole passioni che rendono le giornate degne di essere vissute.
La figura dell'asino ha molteplici significati, ma quello più semplice è la sua rappresentazione come icona della stupidità, stupidità adulata senza neppure una buona ragione, ma solo in quanto appoggio morale e sostegno psicologico nel sostenere il proprio fardello.
:? uomo complicato Nietzsche
vista l'ora notte a tutti :mrgreen:
 

magialibri

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Cosi' parlo' zarathustra

Zarathustra è stato una scoperta, in un'epoca della mia vita dove conoscevo (cioè "credevo" di conoscere) solo marx e lenin. L'ho letto in un lampo, poi sono passato a umano troppo umano, la nascita della tragedia, ecc.
E sono guarito da tante certezze un po' troppo monolitiche.

E' incredibile, sono pienamente d'accordo con tutto quello che hai scritto.
Rispecchia totalmente il mio pensiero.
Anche io l'ho letto in età giovanile quando ho amato Marx e Lenin e mi nutrivo del "CAPITALE".

LETTORE ENZO
 

maurizio mos

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Nietzsche con la sua filosofia, Lillo, e' da considerarsi certamente come l'attacco più spietato al Cristianesimo nella storia del del pensiero Occidentale.
Il grande filosofo tedesco sviscera nelle sue maggiori opere uno smantellamento deciso e definitivo del cristianesimo , della morale, e di tutto il problema ebraico.
L'assunto principale , dal quale non si puo' trascendere in qualsiasi interpretazione vogliamo dare alla sua filosofia, definisce il cristianesimo come la dipendenza malata della vita ( sia sul piano ontologico che ontico) a valori metafisici e trascendentali. Il Cristianesimo visto - dunque - come una sorta di paralisi progressiva di tutta quella forza vitale che altro non e' che manifestazione di potenza.
Non contento di questo - non poteva bastare la vivisezione del Cristianesimo come valore anti-etico/estetico - Nietzsche disseziona la morale ( da Socrate e Platone in poi ) attraverso la lente d'ingrandimento del suo significato piu' recondito e sibillino: morale come imposizione schiavista sull’individuo, nel suo volere, nella sua liberta', nella sua indipendenza comportamentale.

Per Nietzsche i fantomatici valori di bene e male della morale sono una rappresentazione " politica" del consesso umano nei quali si manifestano le paure, e le ansie degli uomini nate dal bisogno di protezione dal loro stesso istinto: la lotta e l'aggressione.
La morale, questo pensiero nefasto, ha svilito ed indebolito la buona costituzione di tutti gli istinti primordiali che definivano l'uomo in quanto uomo, sostituendoli con una filosofia depravata di valori ( tavola di dis-valori a dire il vero) contro la vita: negazione di se'; sacrificio di sé; pentimento di se'; senso di colpa per ogni nostro singolo agire.
Lo sviluppo del Cristianesimo, dunque, percorre quella strada che ha portato il pensiero Occidentale alla concezione della vita come momento transitorio di autocastigo personale in attesa della redenzione celeste, ultraterrena, in un eterna vita senza fine.
L'al di la' cattolico e cristiano e' il regno nichilista piu' profondo dove l'eterna promessa mai sara' compiuta.
La cristianizzazione ebraica dell'uomo pone il mondo come una possibilita' ad infinitum ad oltranza: l' immortalita' dell'anima intesa come una vita in senso lineare.
Il Cristianesimo ha persino storpiato i concetti di tempo e di spazio e storpiandoli in questo modo ne ha fatto un modello perfetto di "non essere", ovvero, l'essere infinito come mancanza di identita', il nulla. ( Dio e' il nulla)
Il Cristianesimo e' l'apoteosi del nulla in se' e per se'.
Come vedi, Lillo, tutto il contrario di un altro mondo, quello presocratico: quel mondo chiuso e FINITO , nel quale l'insieme delle possibilita' "a ritorno", sempre uguali a se medesime, lascia al "caso" il gioco della vita ma soprattutto lascia all'individuo giocato la sua piu' libera manifestazione di se' medesimo come particella di potenza partecipante al tutto perche' lui stesso anello tra gli anelli del DIVENIRE: sorge e tramonta. Il si ed amen! Io sono quello che divengo.
Il Dio cristiano nasce dalla pretesa, invece, di conservare in vita ( e che vita!) ciò che è stato condannato dalla sua miserabilita', ciò che è venuto male, malato, fallito, derelitto, paralitico nella sua manifestazione, pronto per la morte e in nome di questo vangelo oppiaceo di ogni forza rigogliosa si e' coniato quella definizione cristiana quanto mai: "DOVERE ESSERE COSI'"
L'uomo cristiano e' un'idea, l'uomo di Zaratustra e' carne e mondo.

Mi pare un'ineccepibile sunto del pensiero di Nietzche: tuttavia mi pare opportuno sottolineare cone il filosofo colpisca è vero la religione cristiana (o forse, visto l'inevitabile influenza della sua estrazione, si dovrebbe dire "cattolica") ma mi pare che il suo pensiero possa essere esteso alla religione in genere poiché tutte, sempre in genere, mirano alla giustificazione ed al mantenimento della vita ein vita "...ciò che è stato condannato dalla sua miserabilità..." Ed è forse per queste sue posizioni che Nietzche è stato sfruttato, travisato, manipolato, reinterpretato in tutti i modi, tirato per la giacchetta, come si dice oggi, per farlo rientrare nei canoni di pensieri assolutististici base di regimi dittatoriali che trovavano nel suo pensiero, vulgato come la teoria del superuomo, giustificazione e sprone.

(PS: io tifo per Eraclito)
 

MadLuke

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Oltremodo profetico e impegnativo

Premetto che il giudizio che mi sono fatto su quest'opera non si riferisce che a un quarto dei suoi contenuti, quelle piccola parte che mi sento di poter dire ho compreso, dacché il testo è oltremodo impegnativo per me.

Per quanto concerne questa parte appunto, grazie anche ai saggi di Galimberti e Ventorino, credo di poter dire l'autore è un autentico profeta. Aveva fiutato con largo anticipo lo smarrimento di valori che caratterizza l'epoca contemporanea e ha auspicato l'arrivo di una nuova generazione di "superuomini", l'anello di congiunzione tra l'uomo comune e dio. Diversamente da quello che insegnano a scuola, unicamente in chiave politica anti-fascista e anti-nazista, il superuomo non è banalmente un essere umano dotato di intelletto o forza superiori, dietro il quale tutti gli altri non possono che appecorarsi. Il superuomo invece è tale perché in grado di generare nuovi significati che diano valore ai gesti che si compiono, e personalmente trovo sia quanto di più avremmo bisogno oggi, giacché tutto si valuta unicamente in funzione di quanta spesa implica e quanto ritorno economico è in grado di generare. E' appunto il dio denaro che Nietzsche ancora non aveva ancora la possibilità di identificare, ma in virtù di cui oggi, ad esempio, ogni professione, dall'ostetrica al soldato di professione, dal panettiere al mercante, all'artista, fatta salva qualche generico apprezzamento di circostanza, tutto si riduce poi a "ma quanto si guadagna?", sarebbe indispensabile cercare di contrastare, o almeno avviare una riflessione seria in proposito.
 
Ho trovato una citazione di questo libro in quello di jung , e mi sono ripromessa di leggerlo appena ho un buco-libro !
Al liceo forse qualche passo mi era anche arrivato , ma non ricordo ...
E i vostri commenti sono tutti invitanti
 
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