Il suo post apre interessanti canali di navigazione - specie quando accenna al gran Céline
A mio parere il concetto di meritocrazia ha a che fare con l'arte quanto Tu scendi dalle Stelle con la musica dodecafonica.
Tanto per intenderci...
Vero. Infatti alle critiche bisogna dar occhio ... critico. Nno certo accettare stolidamente qualsiasi cosa.
Bisogna sapere dove guardare, insomma.
Perchè ogni critica è superflua, per autori del passato ? :?
Vi è un problema di fondo qui.
La critica - come io intendo - non propone proprio nulla. La critica ragiona, confronta, specula.
In secondo luogo, io non scrivo; ergo, non ho di questi problemi. Suppongo tuttavia che il libro vada pubblicato. Il resto è alea: e non potrebbe essere altrimenti.
Persone che studiano da anni, che sperimentano e teorizzano etc.
La seconda domanda che pone, poi, è retorica e strabordante dialettica (lo ha ammesso lei stesso). Le rispondo che, purtroppo o per fortuna, noi esseri umani siam destinati a 'scegliere'. Così, sarà impossibile leggere ogni libro; cosi ognuno di noi eleggerà modi per restringere il campo delle possibilità.
D'altra parte anche nella lettura ragionata di una citica altrui vi è fiducia in se stessi.
Ma scusi, di chi parla?
Lei chiama "critici" gente che parla bene di Faletti e di Moccia. Oh, bhè! Se è così, trattasi di mettersi d'accordo sui termini.
Diciamo che approcciare criticamente la letteratura non significa, per me, dar credito ad ogni critico. Significa scegliere. E significa scegliere di leggere in virtù finanche di un parere negativo o non convincente.
Non solo non è una buon critica. Non è una critica affatto. Celine era notoriamente antisemita: l'affermarlo non costituisce critica letteraria (ciò di cui parlo) ma critica all'uomo o considerazione di mero fatto.
Se vi è stato qualcuno che ha pensato di sussumere la bassa qualità della letteratura di Celine dalla sua xenofobia (se vuole, può fornirmi il nome del Signore in questione), questi si è dato in un pessimo esercizio di 'critica'.
Per questo motivo io non condivido il suo approccio. Leggere critici e leggere di critica non significa accettare ogni balordaggine come buona, né considerare il mondo saggistico come un tutt'uno-parmenideo, né svilire la propria valutatività. Significa altresì ragionare con, comprendere, condividere, provare e riprovare ancora; significa essere critici in prima persona.
Chissà asiul!
Me lo domando anch'io. Perché uno dei più grandi scrittori che questo mondo abbia mai ospitato è così poco letto e conosciuto? Perché è stato per anni ignorato o comunque non esaltato dalle case editrici? Perché con il volgere di certi eventi storici, Celine è stato improvvisamente riconsiderato?
Perché mi viene in mente che a qualcuno possa interessare che di autori come Celine non si parli troppo ?
Sono troppo cinico a pensarlo ?
P.S.
Perchè, aggiungo, non ci si pone gli stessi problemi con un Bernard Shaw - portatore di oscene teorie eugenetico-classiste su base socialista ?
Perchè mi vien da pensare che sia tutto un problema di opzione ideologica di certa elite post-conflitto mondiale?
Per la cronaca: non ho mai trovato un critico valente che sapesse usare utili e sensati argomenti
contro la geniale e turbinante prosa di Celine.
Lei, asiul, saprebbe ?
Non sono d'accordo.
Non credo che arte sia soltanto
espressione del pensiero
Se ciò fosse vero potremmo definire artistico un rutto offendendi causa
Questo infatti è altro discorso. Né io intendevo dir (contrariamente rispetto a) questo.
CiaU