*Attenzione di seguito anticipazione della trama*
Me l'avevano detto,ma non volevo crederci,invece è davvero più bello de Il cacciatore di aquiloni.
Sarà che qui il punto di vista è al femminile,quindi per una donna è più facile identificarsi.Anche se la storia in fondo è triste,permette di ripercorrere,tappa dopo tappa,la vita delle due protagoniste,Laila e Mariam e lo splendido legame che si istaura tra di loro,dopo la diffidenza iniziale.E poi c'è la storia d'amore tra Laila e Tariq,che non conosce impedimenti e li farà ritrovare anni dopo,cambiati,ma ancora innamorati.
Aspettavo il momento in cui avrebbero ucciso Rashid,sapevo che prima o poi una delle due l'avrebbe fatto.Subire sempre non è possibile,bisogna provare a ribellarsi,anche a costo della propra vita per salvarne però un'altra (anzi tre in questo caso) a noi cara e permetterle di stare meglio.
La condizione delle donne in Afghanistan è davvero tremenda e leggere ciò che viene riservato loro,lo ammetto,spesso è stato difficile.Ci sono state pagine in cui la mia rabbia e il mio disprezzo verso chi non rispettava Mariam e Laila sono aumentati ed avrei voluto fare qualcosa per cambiare la situazione.
Avrei molto apprezzato un glossario a fine libro per conoscere il significato delle parole in afghano,che,causa la mia pigrizia,non andrò mai a trovare da sola.
Aspetto con ansia la trasposizione cinematografica,per rivivere tutte le emozioni che questo romanzo ha saputo donarmi