Le risposte di Ariano Geta
Mi ero già parzialmente presentato nel post apposito per utenti autori, nonché tramite il mio blog:
Ariano Geta
Rispondo anche alle domande del questionario:
1. Hai scritto il libro con carta e penna oppure al computer?
Come specificato nel post di presentazione, sono ormai quasi venticinque anni che scrivo. Le prime cose le ho scritte a mano perché all'epoca i pc non erano diffusi come oggi, e così sono andato avanti per parecchi anni. Negli ultimi quindici però ho utilizzato solo il computer, riscrivendo in bella copia anche alcuni manoscritti cartacei che avevo accantonato.
2 . Ritieni indifferente scriverlo con carta e penna o usando un computer
A mano è più diretto, più emotivamente coinvolgente. Senti un legame diretto, nervoso, fra il cervello che elabora la frase e la mano che la traccia sul foglio. Però, per praticità, ormai è preferibile usare il pc. Bisogna solo fare attenzione a non lasciarsi ingannare dal testo tipografico incasellato e perfettamente allineato che da sempre l'impressione di essere ben riuscito. Mentre si rilegge e si corregge bisogna immaginare il desktop come un foglio di carta scritto a mano che necessita di infinite correzioni.
3 . Hai mai riletto completamente e senza saltare nessuna pagina una copia stampata e rilegata (come sarà nelle mani dei lettori) del tuo libro?
Sempre. Il lettore merita rispetto e devo essere sicuro che il testo sia privo di refusi ed errori formali e abbia una sua coerenza interna perfetta.
4 . Un giudizio negativo e pesante sul tuo libro lo vedi come una martellata che ti ferisce o come una spinta che ti stimola?
Entrambe le cose. Non fa mai piacere essere criticato, però bisogna saper cogliere il lato costruttivo e utile: se la stroncatura è motivata ed elenca dati oggettivi per illustrare le imperfezioni nel testo, allora bisogna farne tesoro ed iniziare una nuova stesura del romanzo / racconto in cui tali imperfezioni siano superate.
5. Quali sono gli autori e i romanzi che pensi ti abbiano dato ispirazione?
Ho scritto racconti e romanzi brevi di vario argomento e tenore, quindi le fonti di ispirazione sono numerose. Posso dire che i miei autori preferiti tra i classici sono: Pirandello, Borges, Poe e Chesterton.
6. A chi fai leggere le bozze del tuo romanzo, man mano che lo scrivi?
In passato a un mio amico che mi ha sempre gentilmente aiutato a correggere ed editare il testo. Da qualche mese purtroppo non posso più contare sul suo sostegno perché è preso da numerosi impegni e non dispone del tempo materiale per aiutarmi. Se qualcuno di voi fosse disposto a darmi una mano in tal senso...
7 . Qual è stata la molla che ti ha spinto a scrivere questo libro?
Più che questo, "questi".
In genere sento qualcosa dentro: un'immagine che mi appare davanti agli occhi, una sequenza, una scena, delle emozioni profonde che mi camminano sotto pelle... Ogni volta che ho questo genere di sensazioni so già che se provo a inventare una storia qualcosa uscirà fuori. O meglio: vuole uscire fuori.
7 . Leggi ad alta voce quello che scrivi per sentire se suona bene quando viene letto?
No, sono abituato a leggere a mente. Anche le dissonanze riesco a percepirle senza la necessità di leggere a voce alta.
8 . Prendi ispirazione da fatti della vita quotidiana?
Sì, talvolta da situazioni personali, altre volte da esperienze occorse a gente che conosco. Ma in alcuni casi mi affido esclusivamente alla fantasia.
9. L'ispirazione si basa su fatti successi a te o magari su qualcosa vista per caso camminando per strada?
Entrambe le cose. Deve però trattarsi di eventi che abbiano una loro particolare significatività, senza essere necessariamente appariscenti o traumatici.
10. Quando inizi a scrivere, immagini mai il tuo libro già con copertina, foto di copertina..insomma, già bell'e pronto da comprare?
Una volta, ora non più. Adesso la creo io stesso la copertina. Creare il proprio libro da solo, copertina compresa, è un'attività che da soddisfazione. Pubblicarlo sarebbe un ulteriore passo avanti, ma provo piacere anche con una gestione "artigianale" dei miei ebook.
11. Pensi mai alle reazioni dei lettori vedendo il tuo libro sullo scaffale?
Sullo scaffale virtuale di amazon, per ora
Beh, spero solo che piaccia e venga considerato positivamente.
12. Quando hai iniziato a scrivere le pagine del tuo libro, avevi già un'idea di dove volevi arrivare o la storia si è costruita con il tempo?
Talvolta parto con un progetto di base già pronto che va solo sviluppato, altre volte la storia si modifica man mano che la scrivo. Anche con una trama già delineata in testa sin dal principio, può capitare che procedendo decida di apportare delle modifiche.
13. Il tuo libro parla di un argomento ben definito. Perchè scegli questo piuttosto che un altro?
Scelgo un argomento rispetto al quale posso dire qualcosa di autentico, di vissuto, e con cognizione di causa. Non so raccontare qualcosa che non conosco affatto.
14. Qual è la la molla che spinge una persona a passare da fruitore delle opere altrui (presumo che ogni scrittore prima di diventare tale e anche dopo sia un grande lettore) a creatore di opere?
Sin da bambino ho sempre amato raccontare storie, scriverle è stato un passaggio quasi inevitabile. Ovviamente sono anche un lettore e leggo parecchi libri, e questa dimestichezza coi libri è stata un'ulteriore spinta a crearne di miei. Ma alla base c'è il desiderio profondo di raccontare, o, usando la metafora coniata da un mio collega: di rilasciare una dichiarazione senza che nessuno me la abbia chiesta.
15. Perchè hai scritto il tuo primo libro?
Dovevo dare voce a una necessità che mi spingeva da dentro. Non potevo più farla tacere, dovevo permetterle di esprimersi. La mano tracciava parole sul foglio quasi come una liberazione. Ancora oggi provo una sensazione simile mentre trasformo in parola scritta la storia che si crea lentamente nella mia testa.