La poesia del giorno....

Shoshin

في الذاكرة
Un certo pastrano abitò lungo tempo in casa
era un pastrano di lana buona
un pettinato leggero
un pastrano di molte fatture
vissuto e rivoltato mille volte
era il disegno del nostro babbo
la sua sagoma ora assorta ed ora felice.
Appeso a un cappio o al portabiti
assumeva un’aria sconfitta:
traverso quell’antico pastrano
ho conosciuto i segreti di mio padre
vivendolo cosi, nell’ombra.

Alda Merini
 

Shoshin

في الذاكرة
Proprio perché i miei giorni sono contati
li chiamo per nome
per cercare di ricordarli
uno a uno
pure quelli crudeli e maleducati.

Li faccio accomodare
così che possano brindare
alla salute del mondo
tirando a sorte
per chi diventerà memorabile
segnato sul calendario.

Così non scordo
i compleanni di chi amo
le date che cambiano la vita
i giorni che si sono portati via le belle persone
quelli infiniti che distruggono
e quelli veloci che manco salutano
dimenticando
che anche loro
passano con me.

Anna Martinenghi


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Opera di Jinli Hétáng
 

Shoshin

في الذاكرة
Essere amata da un bosco
è una lunga strada
per stare al mondo:
fare di sé omaggio
decapitare i pensieri
lasciare i sapienti,
zoppicare e balbettare
rinascere vegetale
un battito un fruscio
il tempo che si fa vento
e nessuna malevolenza
quando la perdita
allaga il petto.

Chandra Candiani da 'Pane del bosco.' Einaudi
 

Shoshin

في الذاكرة
Infanzia

Si dovrebbe riflettere a lungo per parlare
di certe cose che così si persero,
quei lunghi pomeriggi dell’infanzia
che mai tornarono uguali – e perché?



Dura il ricordo -: forse una pioggia,
ma non sappiamo ritrovarne il senso;
mai fu la nostra vita così piena
di incontri, di arrivederci, di transiti



come quando ci accadeva soltanto
ciò che accade a una cosa o a un animale:
vivevamo la loro come una sorte umana
ed eravamo fino all’orlo colmi di figure.



Eravamo come pastori immersi
in tanta solitudine e immense distanze,
e da lontano ci chiamavano e sfiorivano,
e lentamente fummo – un lungo, nuovo filo –
immessi in quella catena di immagini
in cui duriamo e ora durare ci confonde.

Rainer Maria Rilke

Poesie. 1907-1926 (Einaudi, 2014), a cura di Andrea Lavagetto




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qweedy

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Infanzia

Si dovrebbe riflettere a lungo per parlare
di certe cose che così si persero,
quei lunghi pomeriggi dell’infanzia
che mai tornarono uguali – e perché?



Dura il ricordo -: forse una pioggia,
ma non sappiamo ritrovarne il senso;
mai fu la nostra vita così piena
di incontri, di arrivederci, di transiti



come quando ci accadeva soltanto
ciò che accade a una cosa o a un animale:
vivevamo la loro come una sorte umana
ed eravamo fino all’orlo colmi di figure.



Eravamo come pastori immersi
in tanta solitudine e immense distanze,
e da lontano ci chiamavano e sfiorivano,
e lentamente fummo – un lungo, nuovo filo –
immessi in quella catena di immagini
in cui duriamo e ora durare ci confonde.

Rainer Maria Rilke

Poesie. 1907-1926 (Einaudi, 2014), a cura di Andrea Lavagetto




rilke.jpg
Meravigliosa!!!!!
 

qweedy

Well-known member
Non tutto ciò che cresce nasce dalla luce:
anche l’ombra domanda acqua,
anche il silenzio mette radici.
Ogni gesto che compiamo nutre qualcosa:
un pensiero, una paura, una speranza in attesa.
E quando il confine svanisce,
ci scopriamo artefici di ciò che temevamo.
Non serve un rito imparato a memoria:
occorre un linguaggio nuovo,
capace di abbracciare la ferita
e trasformarla in germoglio.
Perché la vita non separa, ma intreccia:
ciò che chiamiamo minaccia
è spesso solo una parte di noi
che attende di essere riconosciuta.

Mario Dusi
 

Pnin

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Non tutto ciò che cresce nasce dalla luce:
anche l’ombra domanda acqua,
anche il silenzio mette radici.
Ogni gesto che compiamo nutre qualcosa:
un pensiero, una paura, una speranza in attesa.
E quando il confine svanisce,
ci scopriamo artefici di ciò che temevamo.
Non serve un rito imparato a memoria:
occorre un linguaggio nuovo,
capace di abbracciare la ferita
e trasformarla in germoglio.
Perché la vita non separa, ma intreccia:
ciò che chiamiamo minaccia
è spesso solo una parte di noi
che attende di essere riconosciuta.

Mario Dusi
Non conoscevo la poesia né l'autore, ma la dedicherei - anche se inutilmente - a Israele
 

qweedy

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La collina

Dove sono Elmer, Herman, Bert, Tom e Charley,
l’abulico, l’atletico, il buffone, l’ubriacone, il rissoso?
Tutti, tutti, dormono sulla collina.

Uno trapassò in una febbre,
uno fu arso nella miniera,
uno fu ucciso in rissa,
uno morì in prigione,
uno cadde da un ponte lavorando per i suoi cari –
tutti, tutti dormono, dormono, dormono sulla collina.

Dove sono Ella, Kate, Mag, Edith e Lizzie,
la tenera, la semplice, la vociona, l’orgogliosa, la felice?
Tutte, tutte, dormono sulla collina.

Una morì di un parto illecito,
una di amore contrastato,
una sotto le mani di un bruto in un bordello,
una di orgoglio spezzato, mentre anelava al suo ideale,
una inseguendo la vita, lontano, in Londra e Parigi,
ma fu riportata nel suo piccolo spazio con Ella, con Kate, con Mag –
tutte, tutte dormono, dormono, dormono sulla collina.

Dove sono zio Isaac e la zia Emily,
e il vecchio Towny Kincaid e Sevigne Houghton,
e il maggiore Walker che aveva conosciuto
uomini venerabili della Rivoluzione?
Tutti, tutti, dormono sulla collina.

Li riportarono, figlioli morti, dalla guerra,
e figlie infrante dalla vita,
e i loro bimbi orfani, piangenti –
tutti, tutti dormono, dormono, dormono sulla collina.

Dov’è quel vecchio suonatore Jones
che giocò con la vita per tutti i novant’anni,
fronteggiando il nevischio a petto nudo,
bevendo, facendo chiasso, non pensando né a moglie né a parenti,
né al denaro, né all'amore, né al cielo?
Eccolo! Ciancia delle fritture di tanti anni fa,
delle corse di tanti anni fa nel Boschetto di Clary,
di ciò che Abe Lincoln
disse una volta a Springfield.

[Edgar Lee Masters, Antologia di Spoon River, trad. Fernanda Pivano, Einaudi, 1993]

The hill

Where are Elmer, Herman, Bert, Tom and Charley,
The weak of will, the strong of arm, the clown, the boozer, the fighter?
All, all, are sleeping on the hill.
One passed in a fever,
One was burned in a mine,
One was killed in a brawl,
One died in a jail,
One fell from a bridge toiling for children and wife –
All, all are sleeping, sleeping, sleeping on the hill.
Where are Ella, Kate, Mag, Lizzie and Edith,
The tender heart, the simple soul, the loud, the proud, the happy one? –
All, all, are sleeping on the hill.
One died in shameful child-birth,
One of a thwarted love,
One at the hands of a brute in a brothel,
One of a broken pride, in the search for heart’s desire,
One after life in far-away London and Paris
Was brought to her little space by Ella and Kate and Mag –
All, all are sleeping, sleeping, sleeping on the hill.
Where are Uncle Isaac and Aunt Emily,
And old Towny Kincaid and Sevigne Houghton,
And Major Walker who had talked
With venerable men of the revolution? –
All, all, are sleeping on the hill.
They brought them dead sons from the war,
And daughters whom life had crushed,
And their children fatherless, crying –
All, all are sleeping, sleeping, sleeping on the bill.
Where is Old Fiddler Jones
Who played with life all his ninety years,
Braving the sleet with bared breast,
Drinking, rioting, thinking neither of wife nor kin,
Nor gold, nor love, nor heaven?
Lo! he babbles of the fish-frys of long ago,
Of the horse-races of long ago at Clary’s Grove,
Of what Abe Lincoln said
One time at Springfield.
[Edgar Lee Masters, Spoon River Anthology]
 

gamine2612

Together for ever
Autunno
Stormi d' uccelli in cielo
uniti in uno schema di volo migratorio
creano disegni dinamici in movimenti
sempre diversi e tuttavia similari.
Gioiosi volano in gruppo compatto,
assieme è bello partire, viaggiare e
ritornare.
Foglie turbinanti nel vento ancora un po' tiepido
si mostrano nei loro diversi colori e forse
non vorrebbero ancora staccarsi e cadere.
Giornate di sole o di pioggia che lasciano
con fatica andare l'estate.
Pensieri amorevoli e nostalgici assieme
sorgono lievi negli animi sensibili.
Il tempo scorre, felicità perdute,
gioie ritrovate si rivelano.
Stagione d'autunno che si snoda con
i suoi consueti rituali.

(Anonimo)
 

Shoshin

في الذاكرة
Tu sei l’erba e la terra, il senso
quando uno cammina a piedi scalzi
per un campo arato.
Per te annodavo il mio grembiule rosso
e ora piego a questa fontana
muta immersa in un grembo di monti:
so che a un tratto
– il mezzogiorno sciamerà coi gridi
dei suoi fringuelli –
sgorgherà il tuo volto
nello specchio sereno, accanto al mio.

Antonia Pozzi

9 gennaio 1938

🌹
 

Shoshin

في الذاكرة
Nella poesia
iniziano
vite imperiture
di paesaggi
ove
sogno e realtà si fondono.

A folate di versi
s’impara a non morire.

Tomaso Kemeny



Il critico Giulio Ferroni ha scritto sul poeta ungherese Kemeny, naturalizzato italiano

"Kemeny trae lampi e colori inquietanti dall'intreccio di oscure trame linguistiche"
 

qweedy

Well-known member
Grazie @Shoshin, molto bella la poesia. Non conoscevo Tomaso Kemeny.

Le parole

Annodammo la nostra infanzia ai capelli delle nuvole
e non fu la pioggia, fummo la pioggia;
la mano dell’uomo ci sradicò dall’aria
e lungo i canyon della nostra pelle
attecchì il pensiero;
le nuvole furono scrittura,
la nostra voce un nodo sciolto,
noi da una parte, da un’altra parte il cielo.

Pierluigi Cappello
 

qweedy

Well-known member
Dov'è finito ciò che accadde
e che fine ha fatto tanta gente?
Via via che passa il tempo
ci facciamo più sconosciuti.
Degli amori non è rimasto
nemmeno un segno tra gli alberi.
E gli amici se ne vanno sempre.
Sono viaggiatori sui binari.
Anche se uno esiste per gli altri
conta soltanto la solitudine
per dirle tutto e fare i conti.

José Emilio Pacheco
 

qweedy

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Silenzi

Ora non era giorno di parole,
con mire di poesie o di discorsi,
né c'era strada che fosse nostra.
A definirci bastava solo un atto.
e visto che a parole non mi salvo,
parla per me, silenzio, che io non posso.

José Saramago
 

qweedy

Well-known member
STELLE POCHE

Chiamarti rosa, aurora, acqua fluente,
cos'è se non parole raccattate
tra i rifiuti d'altre lingue, d'altre bocche?
I misteri non sono quello che sembrano,
o non riescono a dirli le parole:
nello spazio profondo, stelle poche.

José Saramago
 

Shoshin

في الذاكرة
E poi mi colpisce la mancanza di vuoto,
non c’è spazio vuoto nella maggior parte delle vite, nessuno guarda più per aria, o fissa un punto.
Riempiono tutto di comunicazione istantanea.
Dove finiranno le sfumature dei sentimenti?
Nostalgia, malinconia, tenerezza, timidezza, tristezza?

Chandra Livia Candiani
 
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