La poesia del giorno....

qweedy

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Si salveranno solo i flessibili
e i diversamente agili,
quelli con le prospettive
e i pensieri ampi.
Si salveranno
quelli che sbagliano in fretta
e fanno delle cadute
slanci,
i domatori del pessimismo,
i navigatori disancorati
e gli apprendisti stregoni in generale.
Si salverà
chi accorda il respiro e i pensieri
al presente,
chi ascolta fino in fondo
prima di parlare,
chi sa che l’acqua arriva sempre al mare
e non impreca contro il buio,
ma si fida del tunnel,
perché sa che la luce
non va cercata fuori
ma accesa dentro.

Manuela Toto

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Jennifer Yoswa - Tightrope Tango
 

qweedy

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C'è gente che ci passa la vita
che smania di ferire:
dov'è il tallone gridano dov'è il tallone,
quasi con metodo
sordi applicati caparbi.

Sapessero
che disarmato è il cuore
dove più la corazza è alta
tutte borchie e lastre, e come sotto
è tenero l'istrice.

Nelo Risi
 

qweedy

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E per tutto il resto

E per tutto il resto, per quello
che in tutto questo tempo
ho sprecato o frainteso, per l'amore
preso e non dato, avuto e non ridato
nella mia ingloriosa carriera
di marito, di padre e di fratello
ci sarà giustizia, là, un altro appello?
Niente più primavera,
mi viene da pensare, se allo sperpero
non ci fosse rimedio, se morire
fosse dolce soltanto per chi muore.

Giovanni Raboni
 

Shoshin

Goccia di blu
La mia vita non è quest’ora in salita
dove in affanno mi vedi.
Sono un albero davanti al proprio sfondo,
una sola delle mie molte bocche,
quella che per prima tace.

Sono la pausa fra due suoni
che solo a fatica trovano l’accordo,
perché il suono morte è dominante

Ma nel buio intervallo si incontrano
nella stessa vibrazione.
E il canto resta bello.

Rainer Maria Rilke



Dalla misura delle stelle
(Ponte alle grazie, 2019), a cura di G. Drago​
 

qweedy

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È nato nel mio giardino un cespuglio
che fa fiori gialli.
Ogni mattina vado lì per sentire il ronzio
dell’insetteria in festa.
Ci sono ronzii di ogni tipo:
di grossi, di sottili, di apprendisti e di maestri.
È zampa, è ala, è bocca, è becco,
è granello di polvere e polline nel falò del sole.
Sembra che l’alberello chiacchieri.

Adélia Prado

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Shoshin

Goccia di blu
LA LINGUA GRECA


Quando un giorno me ne andrò da questa luce,

vorticherò verso l'alto come

un ruscello mormorante.

E se per caso da qualche parte

tra i corridoi azzurri

incontrerò gli angeli,

parlerò loro in greco, poichè

non sanno le lingue. Parlano

tra loro in musica.


Vrettàkos Nikifòros



(da Doni in sospeso, 1986)
 

Shoshin

Goccia di blu
Sistema in fila
fogli e libri
l’enciclopedia
della vita
il bambino
sugli scaffali
della nave
leggera
e il soffio
la porta.
Il soffio
di parola.

Chandra Candiani da La porta in Vista dalla luna
 

qweedy

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Qualsiasi cosa tocchi,
la carta, il tavolo, il bicchiere,
è te che tocco.

Le mie mani
attaccate ai tuoi seni.
Non le controllo le mani.

Bello il tuo corpo.
Infinito il tuo corpo.
Mi sono perso nell’infinito.

Ghiannis Ritsos.
 

qweedy

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Matrice

Ti guardo, cerco di guardarti dentro,
come se mi sporgessi su un abisso.
Mi affaccio al parapetto e guardo giú
in fondo al tuo silenzio, mentre leggi
in una lontananza irraggiungibile.
Vorrei stare con te lí in basso, invece
resto inchiodato a questo ponticello
atterrito e remoto, separato,
legato alla vertigine che amo,
se amore è la distanza che ci chiama
e insieme la paura di varcarla.

Valerio Magrelli
da «Il sangue amaro»

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Didier Lourenço
 

qweedy

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Dedicata a tutti i Forumlibrosi (io mi sono riconosciuta in questa descrizione!):

IL PREMIO NOBEL

Il Premio Nobel per la Lettura
lo dovrebbero dare a me
che sono il lettore ideale
e leggo tutto ciò che trovo:

leggo i nomi delle strade
e le insegne luminose
e le pareti dei bagni
e i nuovi elenchi dei prezzi

e la cronaca nera
e i pronostici del Derby
e le targhe delle auto

per un tipo come me
la parola è una cosa sacra

signori membri della giuria
che ci guadagno a mentirvi
sono un lettore incallito
leggo tutto – non salto
neppure gli annunci economici

certo che ora leggo poco
non dispongo di molto tempo
ma cavolo se ho letto
per questo chiedo che mi diate
il Premio Nobel per la Lettura
al più presto impossibile

NICANOR PARRA


EL PREMIO NOBEL
El Premio Nóbel de Lectura
me lo debieran dar a mí
que soy el lector ideal
y leo todo lo que pillo:

leo los nombres de las calles
y los letreros luminosos
y las murallas de los baños
y las nuevas listas de precios

y las noticias policiales
y los pronósticos del Derby
y las patentes de los autos

para un sujeto como yo
la palabra es algo sagrado

señores miembros del jurado
qué ganaría con mentirles
soy un lector empedernido
me leo todo - no me salto
ni los avisos económicos

claro que ahora leo poco
no dispongo de mucho tiempo
pero caramba que he leído

por eso pido que me den
el Premio Nóbel de Lectura
a la brevedad imposible.

NICANOR PARRA
("L’ultimo spegne la luce", a cura di Matteo Lefèvre, Bompiani, 2019)
 

Shoshin

Goccia di blu
Tempo verrà
in cui, con esultanza,
saluterai te stesso arrivato
alla tua porta, nel tuo proprio specchio,
e ognuno sorriderà al benvenuto dell’altro,
e dirà: Siedi qui. Mangia.
Amerai di nuovo lo straniero che era il tuo Io.
Offri vino. Offri pane. Rendi il cuore
a se stesso, allo straniero che ti ha amato
per tutta la vita, che hai ignorato
per un altro e che ti sa a memoria.
Dallo scaffale tira giù le lettere d’amore,
le fotografie, le note disperate,
sbuccia via dallo specchio la tua immagine.
Siediti. È festa: la tua vita è in tavola.

Derek Walcott
 

Alek84

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Deh non insuperbir per tuo' bellezza,
donna, ch'un breve tempo te la fura:
canuta tornerà la bionda trezza
che del bel viso adorna la figura.
Mentre che il fiore è nella sua vaghezza
coglilo, che bellezza poco dura.
Fresca è la rosa da mattino, e a sera
ell'ha perduto suo' bellezza altera

(Poliziano)
 

Shoshin

Goccia di blu
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"Non occorre che io mi sieda sul letto a rivedere i sogni perduti,
basta guardare gli occhi di Milva e vedo la mia felicità.
Coloro che pensano che la poesia sia disperazione
non sanno che la poesia è una donna superba
e ha la chioma rossa.
Io ho ucciso tutti i miei amanti
perché volevano vedermi piangere
ed ero soltanto felice."

Alda Merini

Si erano incontrate e si erano subito riconosciute...
Due anime libere.
 

qweedy

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Ti piaceva il colore viola
e ora che ho quasi la tua età
di allora, anche a me, purché
tenue chiaro scolorito non come
quei tramonti viola infuocati
esagerati, meglio quel poco
che ne resta dopo, prima di
finire, insomma un quasi
viola sia, quasi madre mia

da Madre d’inverno
Vivian Lamarque

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qweedy

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Addio,
dimentica
e perdona.
E brucia le lettere,
come un ponte.
E che sia il tuo viaggio
coraggioso,
che sia dritto
e semplice.
E che ci sia nell’oscurità
a brillare per te
un filo di stelle argentato,
che ci sia la speranza
di scaldare le mani
vicino al tuo fuoco.
Che ci siano tormente,
nevi, piogge
e lo scoppiettio furioso della fiamma,
e che tu abbia in futuro
più fortuna di me.
E che possa esserci una possente e splendida
battaglia
che risuona nel tuo petto.
Sono felice
per quelli che forse
sono
in viaggio con te.

Iosif Brodskij
 

qweedy

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Io sono io.
Sono personale,
soggettiva, intima, singolare,
confessionale.
Tutto quel che mi accade e si ripete
accade a me.
Il paesaggio che descrivo
sono io stessa.
Se vi interessano
gli uccelli, gli alberi, i fiumi,
consultate i libri degli esperti.
Io non sono un dato uccello,
un dato albero,
un dato fiume.
Io sono registrata solo
come un Sé,
Io, ovvero Io.

Nina Cassian
 

qweedy

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Ragazza ignota in reparto maternità

Bimbo, la corrente del respiro ha sei giorni.
Piccola nocca t'accoccoli sul letto bianco,
piccolo e forte, come una chiocciola rattratto
ti rannicchi al seno.
Le labbra sono animali, sei nutrito con amore.

All'inizio la fame non è errore.
Tentennano le cuffiette le infermiere,
su ceste a rotelle sei pascolato
con la nidiata dei senza nido,
lungo corridoi inamidati.
La tua testa al mio tocco s'inclina,
vacilla piano come una tazzina.
Senti l'appartenenza.
Ma questo è un letto istituzionale.
Non farai per molto la mia conoscenza.

I dottori sono smaltati.
Vogliono sapere i fatti.
Si chiedono dell'uomo che mi ha lasciato,
un'anima pendolo che viene e che va
e come sempre ti lascia piena di bambino.
Ma la nostra cartella clinica rimane vuota.
Ti ho lasciato crescere, non ho fatto altro.
Ora siamo qui, guardati da tutto il reparto.
Hanno pensato che fossi strana
Anche se non ho detto una parola.
Sono esplosa e svuotandomi di te
ti ho lasciato imparare cos'è l'aria.
I dottori fanno grafici d'indovinelli.
Volgo la testa altrove. Io non lo so.

È tua la sola faccia che riconosco.
Ossa da ossa mi bevi le risposte.
Sei volte al giorno soddisfo il tuo bisogno,
le tue labbra animali,
il tepore della pelle che si fa paffuta.
Vedo schiudersi le tendine degli occhi.
Sono pietre blu, il muschio va sparendo.
Sbatti le palpebre stupito,
e mi chiedo cosa vedi
strano parente che turbi il mio silenzio.
Sono un riparo di menzogne.
Dovrei di nuovo imparare a parlare,
o senza speranza di salute mentale
potrò toccare un viso che riconosco?

Nel corridoio ritornano le ceste.
Le mie braccia ti calzano a pennello,
avvolgono le lanose infiorescenze
dei tuoi salici piangenti,
l'arnia ronzante d'api dei tuoi nervi,
i muscoli e le grinze dei primi giorni.
La tua faccia da vecchino
disarma le infermiere.
I dottori mi rimproverano ancora.
Parlo allora. È a te che il mio silenzio nuoce.
Dovevo saperlo. Devo far scrivere qualcosa.
La voce s'allarma nella gola:
''Nome del padre: nessuno''.
Ti tengo fra le braccia e ti nomino bastardo.

E anche questa è fatta. Non ho più
niente da dire, niente da perdere.
Altre hanno già trafficato vita
e non potevano parlare.
Mi rattrappisco per evitare
i tuoi occhi gufigni, mio fragile ospite.
Sfioro le tue guance come fiori. Al contatto
illividisci. Ci disconosciamo. Sono
l'insenatura che t'accoglie, lo scoglio
contro cui ti frangi. Ti stacchi. Scelgo
l'unica via per te, piccolo erede,
e ti do via, squassando i noi stessi che perdiamo.
Va' bimbo che non sei nulla più d'un mio peccato.

Anne Sexton (1928 - 1974)
Premio Pulitzer per la poesia 1967

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Anne Geddes
 

Shoshin

Goccia di blu
Disse: Credo nella poesia, nell’amore, nella morte,
perciò credo nell’immortalità. Scrivo un verso,
scrivo il mondo; esisto; esiste il mondo.
Dall’estremità del mio mignolo scorre un fiume.
Il cielo è sette volte azzurro. Questa purezza
è di nuovo la prima verità, il mio ultimo desiderio.

Traduzione di Nicola Crocetti

Ghiannis Ritsos, Pietre Ripetizioni Sbarre, Milano, Crocetti Editore, 2004
 

Shoshin

Goccia di blu
Dunque c’è la luce
e ogni foglia è attaccata al ramo
con esatto amore
e ogni foglia in orario
lascia il ramo
con audace resa
e ogni uscire dalla soglia
del corpo è ricevuto
con unanime benvenuto
da quella scienza della gioia
che proprio ora proprio qui
riempie il foglio di ghirigori
per dirti che dunque
la luce c’è.

Chandra Candiani da 'Io con vestito leggero'
 
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