Stai usando un browser molto obsoleto. Puoi incorrere in problemi di visualizzazione di questo e altri siti oltre che in problemi di sicurezza. . Dovresti aggiornarlo oppure usarne uno alternativo, moderno e sicuro.
Ecco. Questa è una esecuzione veramente coi §§§§§. Solti è quasi sempre una garanzia con Wagner.
Ma ora basta: io stesso ho postato troppo di questo antisemita schif*** e [#°+èçé+éçl e ]çòà*^è'£4%& [imprecazioni varie].
Io vado sul Novecento dorato dell'altro Riccardone (quello bono...aò!).
[Nun]1 der Tag mich [müd]2 gemacht,
soll mein sehnliches Verlangen
freundlich die gestirnte Nacht
wie ein müdes Kind empfangen.
Hände, laßt von allem Tun,
Stirn, vergiß du alles Denken,
alle meine Sinne nun
wollen sich in Schlummer senken.
Und die Seele unbewacht
will in freien Flügen schweben,
um im Zauberkreis der Nacht
tief und tausendfach zu leben.
ovvero
Ora che il giorno mi ha estenuato,
il mio ardente desiderio
accoglierà in amicizia la notte stellata
come un bambino stanco.
Mani, lasciate ogni cura,
fronte, dimentica ogni pensiero;
tutti i miei sensi
vogliono ora sprofondare nel sonno.
Così l'anima, incustodita,
volerà con libere ali,
per vivere profondamente e per migliaia di volte
nel cerchio magico della notte.
Infine, Im Abendrot
Il testo, stavolta, è di Peppino von Eichendorff
Wir sind durch Not und Freude
Gegangen Hand in Hand:
Vom Wandern ruhen wir beide
Nun überm stillen Land.
Rings sich die Täler neigen,
Es dunkelt schon die Luft,
Zwei Lerchen nur noch steigen
Nachträumend in den Duft.
Tritt her und laß sie schwirren,
Bald ist es Schlafenszeit,
Daß wir uns nicht verirren
In dieser Einsamkeit.
O weiter, stiller Friede!
So tief im Abendrot,
Wie sind wir wandermüde -
Ist dies etwa der Tod?
ovvero
Attraverso affanni e gioie
abbiamo camminato mano nella mano;
da questo viaggio riposiamo
ora sulla silente terra.
Le valli discendono attorno noi,
già l'aria si abbruna;
solo due allodole ancora salgono,
e sognano nell'aria profumata.
Avvicinati e lasciale frullare;
è tempo di dormire;
non perdiamoci
in questa solitudine!
O vasta e silenziosa pace!
Così profonda al tramonto!
Come siamo stanchi di vagare -
sarà forse questa la morte?
Ogni cosa - dall'andamento testuale alle sonorità, dall'orchestrazione alla tonalità, dai timbri al 'carattere' compassato, dalla malinconia alla sicurezza, dalladomanda finale, da quella sospensione - da tutto ciò risorge il carattere di grande, forse collettivo, testamento che questa opera è.
O dolore ! Tu che penetri ogni cosa !
A te mi sono strappato !
O morte ! Tu che vinci ogni cosa !
Ora sei tu ad essere vinta !
Con le ali che mi son conquistate,
in fervente anelito d'amore
potrò librarmi
vrso la luce che nessuno sguardo ha mai raggiunto
Con le ali che mi son conquistate,
potrò librarmi
Morirò per vivere !
Risorgerai, sì tu risorgerai,
cuore mio, in un istante !
Quello che tu hai vinto
ti porterà a Dio !
O dolore ! Tu che penetri ogni cosa !
A te mi sono strappato !
O morte ! Tu che vinci ogni cosa !
Ora sei tu ad essere vinta !
Con le ali che mi son conquistate,
in fervente anelito d'amore
potrò librarmi
vrso la luce che nessuno sguardo ha mai raggiunto
Con le ali che mi son conquistate,
potrò librarmi
Morirò per vivere !
Risorgerai, sì tu risorgerai,
cuore mio, in un istante !
Quello che tu hai vinto
ti porterà a Dio !
Ottimo fabiog con la Seconda Mahleriana.
Lo stralcio finale indicato è l'ascesa finale di una colossale sinfonia costruita su monti elevatissimi e vertiginose discese.
Bellissimo il tellurico primo movimento; movimento in cui la musica conduce sottoterra il grande lottatore della Prima Sinfonia. Un lottatore morto ma pronto a rivivere. A rivivere sotto nuove forme: questa la funzione ed il senso di tale Seconda. L'osservare questo trapasso.
Geniale l'acquoso In ruhig fliessender Bewegung
[ http://www.youtube.com/watch?v=6Gz3R4AK2eQ&feature=related ]
e molto bello il canto della luce primordiale
[ http://www.youtube.com/watch?v=y_0ELaQG_x4 ]
Ma il momento che preferisco della Seconda è quello presso la fioca luce dalle macerie innumerevoli - con la sottile modulazione del flauto ed i corni lontani, invisibili.
Grande il fabio con il Klagende Lied dalle innumeri implicazioni.
Questo è un canto di accusa e di lamento; canto in cui il nostro Mahler mette per la prima volta seriamente allo scoperto i ferri del mestiere ed il suo stile inconfondibile. Già dall'attacco (rispecchiante quello della Seconda) pare di essere calati nel fondo di una foresta di ricordi e di simboli tutti mitteleuropei. E' un passato, qualcosa che non tornerà, qualcosa di seppellito come l'osso cantante e clamante giustizia. C'è qualcosa di vagamente e magicamente archetipico in questo Lied. Archetipicha la struttura, archetipiche le tematiche, archetipici i contorni e i risvolti, archetipico il tema demoniaco della Waldmaerchen, archetipica la reiterazione desolata di questo stesso alla caduta finale del palazzo.