Céline, Louis-Ferdinand - Viaggio al termine della notte

Bluedress

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Ho amato molto questo libro.
Riporto qui due righe che scrissi in proposito su un mio blog:

A cinquanta anni dalla sua morte, Louis Ferdinand Céline ancora divide gli animi e le coscienze per quello che fu il suo dichiarato antisemitismo, tanto che in Francia è stato inserito a fatica nell’annuario 2011 del «Recueil des Célébrations nationales» che elenca i vari anniversari che ricorrono in Francia ogni anno, suscitando non poche polemiche.

Cerco di soffermarmi sull’artista e non sull’uomo, le cui scelte e pensieri sono opinabili e non condivisibili. Come ha detto al riguardo Henri Godard, professore della Sorbona, “siamo ormai in grado di riconoscere l' arte anche quando non coincide con i nostri valori morali, o li contraddice”.

La lettura è stata Viaggio al termine della notte, forse la sua opera più importante, di sicuro un grandissimo affresco del ‘900, irriverente, dissacrante, ironico, vero. Perché il merito di Cèline è quello di riuscire a comunicare “di pancia” i pensieri, le amare riflessioni, le contraddizioni di un’epoca. Colpisce il suo scritto diretto dove non fa sconti neppure a se stesso, includendosi e sottoponendosi alla severa critica riservata all’uomo, dove tutte le sfumature più meschine sono messe a nudo, dando voce con coraggio ai pensieri da tutti pensati ma che nessuno ha il coraggio di pensare ad alta voce.

Lo stile è ritmato, mai banale, sembra quasi seguire i tempi di una grande commedia comica.

Consigliato: a chi cerca qualcosa di concreto, senza perdersi in strade fantasiose che rincorrono sogni irraggiungibili. A chi vuole leggere una fotografia autentica della prima metà del secolo passato.
 

Frundsberg

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Come molti ho letto questo libro in francese.
Céline è sempre stato un enigma, almeno per me.
Così come la sua opera, che non reputo geniale ma solo interessante.
Terribile " Bagatelles pour un massacre".
Ma prima che si alzi l'orda dei sostenitori di Céline voglio rassicurarli.
Probabilmente sono io che non lo capisco, non colgo, non recepisco.
Risparmiatemi, sorry.
Sopravvivo da anni.
 

claki

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Mi aspettavo di più....da quel che mi avevano detto e avevo letto, pensavo a qualcosa di più...
senza dubbio un capolavoro...ma io preferisco i tedeschi ai francesi...
 
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Apart

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Non son riuscito a finirlo. Certo, ho trovato molto interessante il modo narrare di Celine, così veloce, una sorta di vomito narrativo, capace di ben rappresentare quello che c'è stato nel '900. Tuttavia non ho apprezzato il suo cinismo onnipresente, anche se comico. Non credo poteva fare altrimenti lo scrittore con quello stile. Il cinismo e questa sorta di vomito narrativo si sposano bene, rendendo il libro coeso, unico, forte e originale. Ma alla lunga tutto questo cinismo, non sorretto da una storia avvincente, o comunque per me interessante, mi stancava. Un po' come all'opposto mi stancano quelli che riempiono i loro libri di solo buonismo. Ribadisco comunque che lo stile narrativo l'ho trovato davvero interessante. Magari un giorno mi ricrederò su questo libro.
 
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claki

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Non son riuscito a finirlo. Certo, ho trovato molto interessante il modo narrare di Celine, così veloce, una sorta di vomito narrativo, capace di ben rappresentare quello che c'è stato nel '900. Tuttavia non ho apprezzato il suo cinismo onnipresente, anche se comico. Non credo poteva fare altrimenti lo scrittore con quello stile. Il cinismo e questa sorta di vomito narrativo si sposano bene, rendendo il libro coeso, unico, forte e originale. Ma alla lunga tutto questo cinismo, non sorretto da una storia avvincente, o comunque per me interessante, mi stancava. Un po' come all'opposto mi stancano quelli che riempiono i loro libri di solo buonismo. Ribadisco comunque che lo stile narrativo l'ho trovato davvero interessante. Magari un giorno mi ricrederò su questo libro.

A me il cinismo è l unica cosa che è piaciuta e divertito allo stesso tempo.
 

Yamanaka

Space's Skeleton
Uno dei più grandi capolavori del 900 e uno dei pochissimi libri davvero vissuti. Ridurre il tutto a una questione di cinismo o meno è molto riduttivo, così come a ragionare in termini di "trama". La trama altro non è che un grande viaggio attraverso il 900 e le sue storture e crudeltà: l'orrore della guerra e della fabbrica, la ricerca continua di un'oasi di pace in un mondo sempre più spiritualmente desertificato, eccetera. Stasera sono stanco e non ho molta voglia di scrivere, magari ci torno su domani :D
 

Apart

New member
Uno dei più grandi capolavori del 900 e uno dei pochissimi libri davvero vissuti. Ridurre il tutto a una questione di cinismo o meno è molto riduttivo, così come a ragionare in termini di "trama". La trama altro non è che un grande viaggio attraverso il 900 e le sue storture e crudeltà: l'orrore della guerra e della fabbrica, la ricerca continua di un'oasi di pace in un mondo sempre più spiritualmente desertificato, eccetera. Stasera sono stanco e non ho molta voglia di scrivere, magari ci torno su domani :D

La trama prende il lettore, per me una buona trama è fondamentale in un libro. E qui più che una trama vi ho trovato un resoconto cronachistico di quanto accaduto allo scrittore, tutto permeato di un cinismo riduttivo anche se comico. Mi è proprio parso uno sbrodolare continuo, un'esagerazione, e se era questo l'intento di Celine ci è perfettamente riuscito! Ma a me non basta per farmi apprezzare tanto un libro. il più delle volte mi è sembrato che lo scrittore volesse tener fede alla causa cinica (con venature comiche) più che dedicarsi alla narrazione. Non deve essere stato un secolo facile, non lo metto in dubbio, ma il romanzo in questione non mi è piaciuto. Interessantissimo sotto alcuni punti di vista, non lo metto in dubbio, ma criticabile sotto altri punti di vista. Per me sono altri i capolavori del '900. Magari un giorno mi ricrederò, ma ora sono di questa opinione e mi fa piacere trovare in questa sezione altri lettori che la pensano come me, capaci per una buona volta di andare controcorrente quando non hanno timore a criticare un libro che è considerato dai più un capolavoro del '900.
:)
 

ayuthaya

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Membro dello Staff
Lo devo ammettere: l’idea di scrivere un commento su questo libro mi terrorizza. È per questo che, pur avendolo finito da più di un mese, ancora non ho buttato giù una riga. Un’impresa titanica. Descrivere l’indescrivibile. Peggio, fare l’elogio di chi ha buttato nel mio piatto di lettrice degli “avanzi masticati”, come fossero un bocconcino prelibato... E il bello è che ha ragione lui.

Céline in questo romanzo è stato capace di elevare il “putrido” a “sublime”, di scoprire, da buon medico, non tanto l’interiorità, ma oserei dire le interiora dell’uomo, e portarle alla luce.
"Ci sono le budella. Avete visto mai in compagna dalle nostre parti fare quello scherzo ai mendicanti? Si riempie un vecchio portamonete con delle budella di pollo andate amale. Eh bè, un uomo, ve lo dico io, è la stessa cosa, più grosso e mobile, e vorace, e dentro, un sogno."
L’uomo: carne putrida, e dentro un sogno. Un sogno che non riesce a essere soffocato dalla meschinità dell’uomo stesso, dalla sua follia, dalla sua vigliaccheria. La cosa straordinaria di Céline è che lui si scopre meschino, folle, vigliacco, e con questa miseria decide di sposarsi. In questo modo provoca una frattura e allo stesso tempo la sana... è difficile da spiegare, è difficile per me stessa afferrare quello che sento.

Ci sono molti modi per rivelare il “marcio” che è nell’uomo: vi è un modo scientifico, analitico, quello dello studioso che osserva senza giudicare; vi è un modo di mostrare il marcio per prenderne le distanze, per denunciarlo, per rinnegarlo; vi è anche un modo di affrontarlo coraggiosamente perché sia esorcizzato, sublimato dall’arte. Céline non fa niente di tutto questo. Céline uomo, Céline scrittore − io, in questo romanzo, non ho davvero capito dove finisce uno e inizia l’altro... − guarda se stesso, si riconosce nudo e vicinissimo a morire, morire nel corpo (durante la guerra, nelle colonie africane) e morire nell’anima (in America, nei sobborghi di Parigi), e capisce che l’unico modo per sopravvivere è accettare la verità: la mediocrità dentro, la menzogna fuori. Non in modo passivo, no, ma sporcandosi le mani... Se le sporcherà, eccome: (spoiler) non diventando un assassino come il suo alter ego Robinson, non uniformandosi all'indifferenza generale, ma scrivendo. In Céline è evidente che lo scrivere è insieme una vocazione, una condanna e un riscatto, che non potrebbe farlo altro che così − con quel suo stile delirante e grottesco, un susseguirsi di pennellate violente −, che scrivere è l'unico modo che ha per restare a galla, per andare avanti. Scrivere è quel "sogno dentro" che lo mantiene vivo, è il suo goffo abbraccio a ciò che resta dell'uomo.

Il suo disincanto, tante volte superficialmente condannato come una specie di resa incondizionata al nichilismo, è la classica reazione dell’innamorato deluso, di quanti hanno una così alta concezione dell’uomo da non sopportare lo spettacolo della sua reale miseria morale.” (dalla bellissima postfazione di Ernesto Ferrero)
Sarà questa la ragione per cui alla fine, in mezzo a tutta questa miseria, riusciamo comunque a scorgere e a fare nostro un “avanzo” di umanità. Perché in fin dei conti le viscere potranno anche suscitare ribrezzo, ma racchiudono pur sempre la vita, e Céline è uno che brama la vita.
E dove andar fuori, ve lo chiedo, quando uno non ha più dentro una quantità sufficiente di delirio? La verità, è un’agonia che non finisce mai. La verità di questo mondo è la morte. Bisogna scegliere, morire o mentire. Non ho mai potuto uccidermi io."
 
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Zingaro di Macondo

The black sheep member
capolavoro

Qualcuno dice una cosa su un libro e quella cosa, chissà perché, diventa come una gigantesca etichetta che finisce con il coprire totalmente il nervo stesso dell’opera.

E’ capitato con Celine, con questo libro, definito il “romanzo scandalo” del ‘900, benché di concretamente scandaloso , secondo il mio punto di vista, ci sia ben poco.

C’è, invece, l’uomo, l’uomo e basta. E c’è un uomo che descrive l’uomo. Perché Celine non è scrittore, non parla dal pulpito dell’artista, non vuole dare insegnamenti, non vuole scandalizzare, e nemmeno aprirci gli occhi. Ma vuole “parlare”, questo si, parlare solamente. E il suo modo di parlare è scrivere (grazie a Dio).

Celine non vuole essere un moderno Virgilio che ci riconduce fuori, all’aria aperta. Non ci vuole prendere per mano, molto semplicemente perché non gli interessiamo. C’è chi ci ha visto nichilismo, per me non c’è nemmeno questo. Il disinteresse è molto peggio, come sappiamo.

Scriveva ossessivamente perché l’ossessione era in lui. Punto e basta. E, alcune pagine, sono scritte persino male. Ma non volutamente male, sono scritte così e non facciamoci domande.

Lo scrittore è semplicemente stupefatto di fronte ad una società che si sta perdendo in forme anonime, ripetute, volgari, senza tono e senza possibilità di riscatto. Lo stesso stupore che potrebbe avere un bambino vedendo un adulto che ammazza un gatto. Il bambino non può provare, non ancora per lo meno, sdegno o disgusto, ma si limiterà a dire ciò che ha visto, senza contorni di nessun tipo. Nessuna morale, nessuno schifo.

E’ un romanzo in cui la forma si fa contenuto. Concordo in pieno con chi ha scritto che è limitativo circoscrivere il Viaggio alla sola trama. Questo libro non parla della guerra, non parla dell’America, non dell’Africa, non di Bardamu, non di ciò che significava esercitare la professione del medico all’inizio del secolo.

In sostanza è un romanzo che parla del nulla.

Voto: 5/5
 
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Brandy Alexander

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"Celine was a brave French soldier in the First World War – until his skull was cracked. After that he couldn’t sleep, and there were noises in his head. He became a doctor, and he treated poor people in the daytime, and he wrote grotesque novels all night. No art is possible without a dance with death, he wrote."

Kurt Vonnegut, Slaughterhouse five
 

Grantenca

Well-known member
La trama prende il lettore, per me una buona trama è fondamentale in un libro. E qui più che una trama vi ho trovato un resoconto cronachistico di quanto accaduto allo scrittore, tutto permeato di un cinismo riduttivo anche se comico. Mi è proprio parso uno sbrodolare continuo, un'esagerazione, e se era questo l'intento di Celine ci è perfettamente riuscito! Ma a me non basta per farmi apprezzare tanto un libro. il più delle volte mi è sembrato che lo scrittore volesse tener fede alla causa cinica (con venature comiche) più che dedicarsi alla narrazione. Non deve essere stato un secolo facile, non lo metto in dubbio, ma il romanzo in questione non mi è piaciuto. Interessantissimo sotto alcuni punti di vista, non lo metto in dubbio, ma criticabile sotto altri punti di vista. Per me sono altri i capolavori del '900. Magari un giorno mi ricrederò, ma ora sono di questa opinione e mi fa piacere trovare in questa sezione altri lettori che la pensano come me, capaci per una buona volta di andare controcorrente quando non hanno timore a criticare un libro che è considerato dai più un capolavoro del '900.
:)

Io il libro l'ho finito, ma le mie considerazioni finali sono molto simili alle tue. Senza dubbio, tenuto conto che questo libro è considerato, da molte parti, uno dei grandi capolavori della letteratura del novecento, qualcosa mi è sfuggito, perché non sono riuscito a considerarlo tale. Probabilmente è solo una questione di predisposizioni personali, poiché ho considerato grandissime opere libri che certo non hanno ricevuto così tanta considerazione dalla critica specializzata.
Il bello di questo "forum" è però proprio il fatto che ciascuno può dire la sua.
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Celine incarna la modernità, è un uomo che ama i suoi difetti, li esibisce, è un uomo che pur collocandosi nella borghesia, la ripudia, è un uomo che sta diventando "liquido", capace di una vita tirata al massimo come di un'oscura esistenza da mediocre. Questo romanzo ne è lo specchio, grande nella sua arroganza come è grande nella sua umiltà. E' un romanzo incompleto, indefinito e nello stesso tempo duro, sanguigno, sporco. E' il romanzo dell'angelo caduto che non può che scrivere queste cose, ai limiti della consapevolezza e della protervia.
 

Woland96

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Viaggio al termine della notte

Un libro che mi è piaciuto molto, significativo di un secolo di cambiamenti.
Assolutamente cosigliato.
 
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estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
Finora avevo letto parole più che positive su questo romanzo e, per carità, lungi da me parlarne male. Non saprei spiegare cosa mi aspettassi di preciso, ma posso di certo dire che ho concluso la lettura con fatica, quasi certamente non per colpa del libro. Intendiamoci: "Viaggio al temine della notte" non è affatto un libro brutto; è, però, un libro singolare, difficile da inquadrare e da seguire, è la storia di un viaggio nell'abbrutimento dell'umanità, di quell'umanità che, qualunque cosa accada, sopravviverà anche a se stessa. Céline ripercorre, in queste pagine, la sua stessa vita, fra la guerra, la laurea in medicina, il lavoro nelle borgate di Parigi, passando per l'esperienza in Africa e in America. Racconta, Céline, nei panni di un uomo forse più sventurato di quanto fu lui, un Ferdinand sboccato, delirante, fornicatore impunito, un maestro nell'arte di arrangiarsi e di fuggire, uno che nella sua vita ha concluso poco, nel lavoro, nelle relazioni e in amore. Racconta tutto questo, Céline, con un linguaggio e uno stile disturbanti, sfrontati, scritti per vomitar fuori tutto l'amaro e il marcio, scritti con lucida meticolosità, non allo scopo di piacere, ma forse, questo sì, per stupire e tramortire. E, stando al numero di ammiratori e detrattori di quest'opera, ci riesce.
Io, personalmente, mi aspettavo qualcosa di più lineare – epico ed eroico sì, singolare sì, ma lineare – perciò non mi sento di annoverare questo libro tra i capolavori che rileggerei domani. Però… chi sono io per sconsigliare uno che è considerato da (quasi) tutti un genio indiscusso? Come al solito dico questo: provate a leggerlo, vi farete un'idea vostra che, in fin dei conti, è la cosa più importante.
 
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