Sono un po’ sorpresa di così pochi commenti positivi su questo libro, che mi è stato consigliato da una persona di cui mi fido e che ero convinta non mi avrebbe deluso (nè il libro, nè la persona!!!)...
Sicuramente non è un romanzo “facile”, nel senso che presenta delle caratteristiche particolari, che lo rendono ostico in alcuni punti ma che, a ben vedere, sono lo stesse a decretarlo quale capolavoro.
Ho provato anch’io una certa difficoltà (soprattutto all’inizio) per questa tendenza dell’autore a sfiorare la superficie degli eventi senza scendere troppo in profondità (cosa che è stata notata un po’ da tutti); anzi mi dispiaceva non riuscire a cogliere tanti riferimenti, tanti dettagli, e non capivo se la “colpa” fosse di Flaubert, che se non si è “degnato” di spiegarceli adeguatamente, cambiando spesso scena e personaggi in voli pindarici fra un capoverso e l’altro, o mia, che non conosco abbastanza il contesto storico-politico in cui il romanzo è ambientato...
Andando avanti, però, ho capito che proprio quello che mi era sembrato un grosso limite è in realtà la vera forza di questo romanzo, e allora ho iniziato a “fidarmi” dell’autore e a farmi trasportare attraverso la storia nel modo in cui lui ha voluto che facessimo: sfiorando appena gli eventi, avendo dei personaggi secondari solo una conoscenza parziale e non “onnisciente”, perchè questo è ciò che succede realmente! Non conosciamo di una persona - per quanto a noi vicina- tutto il suo essere, ma solo ciò che entra in contatto con noi, l'immagine che di questa ci facciamo e con cui interagiamo. E così vale anche con i fatti storici-politici della società in cui ci troviamo a vivere...
Mi sono resa conto che a rendere così “difficile” quest’opera è proprio il suo estremo realismo: ci sembra di non riuscire a immedesimarci perchè non succede niente di così “tragico” o “sublime” che ci rapisca, che faccia da “climax” a tutta la vicenda, ma -ripeto- la vita è proprio questa! La vita -ed è così che ce la mostra Flaubert- è un fluire ininterrotto, che visto a una certa distanza sembra immobilità e invece è una corrente continua all’interno della quale il personaggio principale si lascia trascinare, mostrando un’assoluta incapacità non solo di dominare ma perfino di gestire gli eventi. Anche la pseudo-storia d’amore con Madame Arnoux non solo non riesce a decollare, ma si perde (pur non esaurendosi mai) in una serie di “occasioni fallite”.
Con Frèdèric Moreau siamo di fronte a uno dei primi “inetti” della letteratura, un personaggio che non riusciamo ad amare perchè forse troppo bene ci rappresenta: tutte le volte che ci facciamo mille propositi e non ne realizziamo nessuno, tutte le volte che (soprattutto in gioventù, perchè è la rappresentazione di questa gioventù fallita il vero proposito di Flaubert), avendo davanti a noi la possibilità di scegliere qualsiasi cosa, qualsiasi strada -e credendo che questa possibiità sia eterna- non ne scegliamo nessuna. E intanto il tempo passa... e le possibilità diventano scelte che la vita ha fatto al posto nostro.
Quanto realismo c’è nel descrivere Frèdèric che ogni volta si “inventa” una carriera diversa (e tutte di altissimo livello: scrivere opere monumentali, diventare un grande pittore, candidarsi in politica), spinto di volta in volta dalla contigenza delle situazioni esterne, per poi fallire ogni volta! E quanto sono belle, autentiche, le pagine che descrivono Frèdèric in preda all’insoddisfazione, all’inizio dei corsi, o quando -disperato- attraversa la città in lungo e in largo alla ricerca del nuovo indirizzo di Madame Arnoux! L’incalzare del tempo si assomiglia, nonostante l’apparente diversità degli stati d’animo: in entrambi i casi le azioni si accavallano, inconcludenti, e nelle parole accuratamente scelte da Flaubert, si sente tutto il “vuoto” che c’è dietro a questo rincorrersi di gesti... Ho trovato questo modo di presentarci la vita nel suo scorrere davvero sublime e incredibilmente moderno, precursore di tanta letteratura novecentesca.
Da leggere. E rileggere, perchè è uno di quei libri che non si riesce ad assorbire del tutto a una sola lettura e che merita di essere capito.