Atwood, Margaret - Il racconto dell'ancella

elisa

Motherator
Membro dello Staff
In un mondo devastato dalle radiazioni atomiche, gli Stati Uniti sono divenuti uno stato totalitario, basato sul controllo del corpo femminile. Le poche donne in grado di avere figli, le "ancelle", sono costrette alla procreazione coatta, mentre le altre sono ridotte in schiavitù. Della donna che non ha più nome e ora si chiama Difred, cioè "di Fred", il suo padrone, sappiamo che vive nella Repubblica di Gilead, e che può allontanarsi dalla casa del padrone solo una volta al mese, per andare al mercato. Le merci non sono contrassegnate dai nomi, ma solo da figure, perchè alle donne non è più permesso leggere. Apparentemente rassegnata al suo destino, Difred prega di restare incinta, unica speranza di salvezza; ma non ha del tutto perso i ricordi di "prima"...

Oso: la versione femminile di "1984" di George Orwell :shock:
 
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alisa

Amelia Member
L'ho letto in Inglese ai tempi dell'Università, e ne sono rimasta sconvolta!
 
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bouvard

Well-known member
Il racconto dell’Ancella è un romanzo distopico, vale a dire un romanzo che ci rappresenta una realtà negativa, oppressiva, in cui i diritti delle persone sono violati o non riconosciuti. In particolare, in questo caso, a non esser riconosciuti sono i diritti delle donne, ma forse sarebbe più esatto dire che sono le donne stesse, e non solo i loro diritti, a non esser riconosciute, tanto da non esser neppure considerate esseri dotati di sentimenti ed emozioni, ma solo “oggetti”. A ben guardare anche gli uomini non godono di libertà, pur avendo Potere. Infatti questo è il limite dei regimi oppressivi in cui anche chi detiene il Potere vive in un continuo stato di tensione, per la paura di essere spiato, denunciato.
Le donne sono divise in 4 categorie: le Mogli (vestite di celeste) sono per lo più donne anziane, incapaci di procreare; le Ancelle (vestite di rosso) sono le donne ancora in grado di procreare, considerate né più né meno che dei semplici Uteri da “riempire”; le Marte (vestite di verde) donne sterili, adibite a lavori domestici; le Zie (vestite di marrone) donne sterili, mai state sposate che si occupano della “educazione” delle Ancelle. Ci sono poi le Non-donne, vale a dire quelle donne che si oppongono al Regime, che non si è riusciti in alcun modo a “rieducare”, o semplicemente Ancelle che non sono riuscite ad avere figli nonostante le “3 possibilità”.
Le donne (tutte) non possono né leggere, né scrivere. Il loro unico scopo è procreare.
La storia è interessante, per quanto non poche volte ho provato un senso di disgusto per quanto stavo leggendo. Nella vita spesso, come dice la protagonista, diamo molte cose per scontato, la nostra libertà è una delle prime. In effetti basterebbe guardare altre realtà a noi contemporanee per rendersi conto che non sempre, e non dappertutto è così. Devo ammettere di non aver apprezzato molto lo stile della Atwood, le frasi brevi, quasi telegrafiche, capaci di rendere appieno il clima claustrofobico ed ansiogeno del racconto, toglievano però molto al mio piacere di leggere. Avrei preferito inoltre molte più informazioni, ad esempio non ci viene detto in che anno siamo, anche se da una ricostruzione penso di aver capito intorno al 2040, non vengono spiegate bene le ragioni che hanno fatto sì che un tale regime autoritario si potesse instaurare. Da un libro di fantascienza mi sarei aspettata più dettagli, informazioni. Non essendo io un’appassionata del genere non so ben capire il valore del libro, posso dire che a me è piaciuto e consiglierei di leggerlo, ma è appunto il parere di una profana, magari chi è abituato a leggere questo tipo di libri potrebbe giudicare diversamente.
 

c0c0timb0

Pensatore silenzioso 😂
Le donne (tutte) non possono né leggere, né scrivere. Il loro unico scopo è procreare.
La storia è interessante...
Infatti... Ehm :? Sai come ci si arriva in 'sto posto? :mrgreen::mrgreen::mrgreen:
PS: A parte gli scherzi, quando vuoi, se ti va ancora, io sono pronto per James M. Cain con "Serenata". Colgo l'occasione per invitare in un minigruppo chiunque voglia aggiungersi per il romanzo sunnominato...
Ciao!
 
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qweedy

Well-known member
La Atwood, nel 1985, ha immaginato un futuro in cui la donna sarebbe diventata mero strumento per la procreazione, sottomessa e ridotta al silenzio, al servizio di un regime totalitario teocratico.
In un mondo devastato dalle radiazioni, gli Stati Uniti sono divenuti uno Stato basato sul controllo del corpo femminile. Difred, la donna che non ha più nome e ora appartiene a Fred, ha solo un compito nella neonata Repubblica di Galaad: garantire una discendenza alla élite dominante.
Ancelle, Marte, Mogli, Zie, Nondonne...ognuna con caratteristiche precise, precisi doveri...e zero diritti. Le Ancelle sono le uniche donne ancora in grado di procreare. Difred può allontanarsi dalla casa del padrone solo una volta al mese, per andare al mercato. Le merci non sono contrassegnate dai nomi, ma solo da figure, perché alle donne non è più permesso leggere. Apparentemente rassegnata al suo destino, Difred prega di restare incinta, unica speranza di salvezza; ma non ha del tutto perso i ricordi di "prima"..."

Questo libro mi ha un po' spiazzato, me l'aspettavo diverso. E' il mio primo incontro con la scrittura di Margaret Atwood, e ho faticato a ingranare. Molti dettagli, molte descrizioni, molte riflessioni introspettive appesantiscono la lettura e spezzano la tensione drammatica. Poca azione in questo racconto, molte digressioni e la protagonista Difred molto rassegnata, suscita non molta empatia.
Ho letto una recensione che diceva:
"Libro dalla dinamica potenzialmente fantastica,
ma di una realizzazione mortalmente noiosa."
Ecco, non sarei così drastica, ma è abbastanza vero!

"Ora camminiamo per la stessa strada, a due a due, vestite di rosso, e nessun uomo ci grida oscenità, ci parla, ci tocca. Nessuno fischia. Esiste più di un genere di libertà, diceva Zia Lydia. La libertà di e la libertà da. Nei tempi dell’anarchia, c’era la libertà di. Adesso ci viene data la libertà da."

"Il mio nome adesso è Difred, ho 33 anni, i capelli castani, molto tempo solo per riflettere, ovaie vitali, sono una profuga del passato.
L’ amore è stato cancellato, tutti quelli che ho amato sono morti, dispersi o forse non esistono più. Anch’ io sono una dispersa, che vive di sogni e speranze, la notte è il mio giorno, il giorno la mia notte, non mi trovo in prigione ma in un luogo privilegiato eppure vorrei riavere tutto com’ era, anche se il solo volere oggi non serve."

"La notte è il mio tempo libero, ma dove potrei andare? Non ho che la mia stanza, la solitudine, l’attesa di un qualcosa, senza forma ne’ nome. Devo essere impenetrabile, avvolta in un senso di vuoto e con il dovere di non provare niente."
 

alessandra

Lunatic Mod
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Questo libro è l'agghiacciante racconto di una società distopica in cui vige un regime totalitario di ispirazione teocratica, nella quale le donne sono divise in varie categorie. Ci sono le Ancelle, che danno il titolo al romanzo, donne a totale disposizione dei Comandanti - uomini che detengono il massimo potere - al puro scopo di procreare; ovviamente è loro vietato innamorarsi e fare sesso con chiunque altro, a scopo procreativo o meno, e alla "cerimonia" sessuale presenziano anche le anziane - e, per ovvie ragioni, invidiose - mogli dei comandanti. Al parto, invece, partecipano tutte le donne del circondario. La protagonista è Difred, che non è il suo nome di battesimo ma significa Di-fred, ossia "appartiene a Fred". Difred non vede l'ora di avere un figlio, per evitare il penoso rito procreativo ma soprattutto per non essere mandata nelle Colonie dove le Non-donne, le donne sterili, si occupano dello smaltimento di rifiuti pericolosi. Ci sono poi le Marte, donne non più in età di procreare addette ai lavori domestici, e le Zie, che devono insegnare alle ragazze le regole della nuova società "libera". E le economogli, mogli degli uomini di bassa estrazione sociale. E così via. E' vietato leggere libri, riviste, vestirsi se non con le divise imposte dal regime. Cinema, divertimenti, cosa sono? Le amiche?
In questo libro sembra non succeda quasi niente, eppure l'ho letto con gli occhi incollati alla pagina senza riuscire a staccarmene. La fantasia e la penna sensibile dell'autrice trasportano il lettore nella mente e nell'animo di Difred facendo sì che partecipi trepidamente alla sua vita e ai suoi pensieri: ai ricordi della vita familiare pre-dittatura, alle sue speranze, terrori, amori, desideri più o meno legittimi dettati dall'istinto di sopravvivenza. Si prova ansia quando lei prova ansia, nostalgia quando prova nostalgia, sollievo nei rari momenti in cui prova sollievo. Anche gli altri personaggi hanno le loro sfaccettature, non tutti subiscono passivamente le regole - bellissimo il personaggio dell'amica ribelle - e a volte a non farlo sono proprio le persone più impensate...
Per me è un capolavoro, una sorta di 1984 al femminile oggi più che mai attuale anche se (forse) non in senso stretto: basta che un pazzo si svegli un giorno con un'idea strana e una manciata di altri pazzi gli diano ascolto, e ci vuole poco per arrivare a certi estremi...
Bravissima Margaret Atwood, è il mio primo approccio con lei e leggerò altro.
 

estersable88

dreamer member
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"Il racconto dell'ancella" è quello che si definisce un romanzo distopico, ambientato in una realtà possibile, in un futuro non troppo lontano, che richiama e ricorda fortemente il nostro presente e il passato.
Il libro è ambientato negli Stati Uniti, soggiogati da un regime totalitario, fondato sulla fede, il rigore, il controllo, la sottomissione femminile. Le donne sono divise in Nondonne, ossia coloro che non sono in grado di procreare o hanno condotto comportamenti immorali, perciò vengono abbandonate nelle colonie ad invecchiare rapidamente lavorando; economogli, categoria non ben definita; Marte, ossia donne che non possono procreare, relegate ai lavori di casa; Mogli, le effettive compagne degli uomini, quindi la casta privilegiata; e ancelle, ossia coloro che hanno l'unico compito di fare da contenitore al figlio degli uomini, dei comandanti, che non cresceranno perché srà affidato immediatamente alle mogli. Colei che ci racconta questa storia è proprio una di loro, Difred, ossia l'ancella appartenente a Fred. Difred ripercorre il suo passato insieme a Luke e alla bambina, ricorda la madre, il momento preciso in cui tutto è cambiato, il giorno in cui è stata prelevata e condotta al Centro Rosso per assumere il suo nuovo ruolo di ancella. Qui ha conosciuto altre donne, tra cui l'intrepida Moira, e le zie, sorta di guardiane/insegnanti acide e spietate. Tutto, dei loro insegnamenti, rivela la volontà di ridurre la donna ad un mero contenitore per la procreazione, nulla più di questo, compito che peraltro viene ammantato di un'aura di sacralità poiché serve ad assicurare la discendenza. Le conseguenze per chi si ribella o per chi non riesce a partorire sono atroci. Tutto è sotto controllo, persino i sentimenti. Eppure, anche in una situazione così complicata, le donne riescono, in qualche modo, a coalizzarsi…
"Il racconto dell'ancella" è certamente un libro da leggere, poiché accende una riflessione oculata e profonda sulla nostra società da più punti di vista; è un libro che parla di donne, di uomini, di amore, sessualità, amicizia, coraggio. Tuttavia, personalmente sono perplessa: il libro non mi è dispiaciuto, però confermo l'opinione non proprio positiva che ho della scrittura della Atwood, troppo cinica, fredda e asettica per i miei gusti, anche in una storia come questa che non può non trasmettere empatia. Mi sarebbe piaciuto, poi, che il punto di vista degli uomini – sia quello di Nick che del comandante – fossero stati approfonditi di più… per non parlare del finale che ho trovato mozzato, quasi sfuggente. Pur con tutte le mie perplessità, comunque, consiglio questo libro che, sia come sia, fa riflettere.
 

LettriceBlu

Non rinunciare mai
Questo libro nel complesso mi è piaciuto e mi ha preso fin da subito, la distopia è agghiacciante e ci sono state parecchie scene davvero dure da sopportare. La scelta di narrare la storia in un misto di documentario e flusso di coscienza tuttavia non ha, a mio parere, giovato a renderla totalmente comprensibile: sicuramente l'autrice ha lasciato volutamente importanti lacune nella trama, soprattutto nel finale, però ciò ha fatto sì che chi legge sia ostacolato da parecchie perplessità e domande a cui non viene data mai risposta.
 

Fram52

New member
Grazie a chi ha scritto su questo libro, soprattutto a alessandra e estersable88. Ho finito di leggerlo un paio di giorni fa, e l'ho trovato inquietante come mi aspettavo. Preciso che seguo, dal 2017, la serie TV tratta dal romanzo. Non entro in dettagli, nel caso qualcuno volesse vederla: diciamo che rispetto alla trama del romanzo gli sceneggiatori si sono prese parecchie libertà. Il prossimo anno la serie dovrebbe concludersi con la sesta ed ultima stagione. Tornando al romanzo, ho deciso di leggerlo per due ragioni: da una parte mi attirava la storia originale, dall'altra ero stufo della serie tv, che stava andando troppo per le lunghe. Che devo dire, il libro mi è piaciuto, più della sua trasposizione televisiva: ho apprezzato i pensieri di Difred, le sue emozioni. Non ho trovato sgradevole la scrittura della Atwood, secondo me "ci sta bene" con gli argomenti trattati. Ora mi riprometto due cose: cercare il film del 1990 tratto dal libro, e leggere il seguito del libro, "I testamenti", pubblicato dalla Atwood nel 2019, quindi quando la serie tv - che ha avuto un buon successo - era già iniziata.
 

MonicaSo

Well-known member
Un bel distopico e ho apprezzato la scrittura della Atwood che invece non mi aveva entusiasmato in altri libri.
Presa dall'entusiasmo ho iniziato a vedere la serie TV ma ne sono un po' delusa.
 

gamine2612

Together for ever
Ho voluto leggerlo sebbene avessi prima letto qui tutte le vostre recensioni.
Premetto che l'Atwood mi piace nonostante il suo stile "distopico" in questo come ne l'Assassino cieco che avevo trovato molto interessante e che è stato il primo suo che io abbia letto.
Non mi dilungo a raccontarne la trama, dato che lo avete già ampiamente fatto voi.

La mia riflessione è stata: è certamente un libro da leggere, che ti fa riflettere su società , sentimenti, sessualità, amicizia, coraggio. Su come l'evolversi della società possa portare ad una disfatta del mondo e delle personalità dei suoi abitanti. Affiorano comunque i temi più importanti della vita che neppure un regime totalitario possono distruggere. La storia del mondo è un ciclo che si ripete di distruzione e rinascita all'infinito.
La conclusione mi ha dato una sensazione di vago, ma immagino sia stata volutamente lasciata cosi.
PS: sono molto concorde con i commenti di Alessandra.:)
 
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