Austen, Jane - Ragione e sentimento

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Ricordo poco della trama, ma non è stato tra i miei preferiti della Austen, forse perché (questo lo ricordo) non avevo amato particolarmente nessuna delle due protagoniste, una eccessivamente scenosa e l'altra troppo controllata.
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Sono rimasta soddisfatta anche dal finale... e dire che mi avevano detto che questo romanzo era meno bello. A me invece è piaciuto :wink:.

Ora mi dispiace solo che della zia Jane non ho più nulla da leggere (in realtà ci sarebbe un libricino che ho scovato su Ibs dal titolo Sir Charles Grandison, ma mi sembra di aver capito che sia scritto sotto forma di brano teatrale, con le parti recitate, e così non mi attira granché :boh: ).

Spoiler: Marianne non ha potuto coronare il suo primo sogno d'amore, ma mi ha fatto piacere per quel brav'uomo del colonnello, anche se l'avrei visto bene pure con Elinor. Lei forse è stata più fortunata della sorella, ma credo che alla fine entrambe siano state soddisfatte di ciò che hanno ottenuto. A quei tempi forse ci si accontentava più facilmente... anche se trovo le opere di questa autrice ancora molto attuali.

Qui trovate il http://www.forumlibri.com/forum/gru...uppo-ragione-e-sentimento-di-jane-austen.html
 

velvet

Well-known member
É sempre piacevole leggere la Austen, con i suoi quadretti rappresentativi della società britannica del primo '800.
Le due sorelle, cosí diverse per indole, non risultano molto simpatiche soprattutto nella prima parte del libro, ma poi con l'avanzare delle vicende si fa il tifo per loro. Si legge con piacere soprattutto grazie all'ironia dell'autrice che accompagna la narrazione e la caratterizzazione dei personaggi secondari.
 

Spilla

Well-known member
Occhio, contiene spoiler:
Racconto delizioso, garbato, divertente. Mi vengono sempre in mente quelle delicate porcellane inglesi, con raffigurazioni di damine e verdi colli, quando cerco un paragone. Qui nulla è di troppo. E pazienza se alla fine si perdona l'imperdonabile Willoughby (o quel che l'è) , se l' "eroino" Edward è più stoccafisso d'un baccalà, se l'eroina Marianne è svenevole alla nausea. Tutto è talmente misurato che si perdona, ci si diverte e si gioisce dell'immancabile lieto fine, anche se il matrimonio mancato tra Lucy ed Edward è del tutto inverosimile e la storia d'amore tra Marianne e Mr. Burton sa, più che di passione, di acquisizione d'un bel vitalizio.
A quei tempi l'unico modo per avere soldi era quello di sposarli, perciò tanto vale che il marito sia almeno un brav'uomo follemente innamorato

Da leggere, di sicuro!!!
 

Valuzza Baguette

New member
Non mi è dispiaciuto,mi piacciono quasi sempre i romanzi ambientati in Inghilterra in questo periodo affascinante,romantico e al tempo stesso spietato(soprattutto con le donne).
Bellissime le ambientazioni,belli i personaggi.
Leggerò sicuramente altre opere della Austen nonostante il ritmo lento l'ho trovata una bella lettura.
Spoiler:
Devo dire che durante la lettura pensavo che queste due sorelle fossero realmente agli antipodi come carattere,ma il finale mi ha fatta ricredere perché effettivamente proprio la saggia e composta Elinor sceglie il matrimonio per amore e la più spontanea e a volte plateale Marianne invece opta per la sistemazione con il colonnello.
 

Nefertari

Active member
Devo dire che Jane Austen per me è una garanzia, quando leggo qualcosa di suo sono completamente rapita dalla sua scrittura. Certo, Orgoglio e Pregiudizio per me rimane la sua opera migliore, ma anche questa non è niente male.
 

Kira990

New member
Letto da poco Ragione e Sentimento e non so bene cosa pensare. In linea di massima direi che l'impressione finale è positiva ma non una promozione a pieni voti.
Ho faticato abbastanza, ho dovuto leggere concentrandomi parecchio per evitare di dover rileggere delle parti. La trama è molto lenta all'inizio e la storia fatica un pò a decollare secondo me. Sui personaggi il mio preferito è Elinor, forse quello che mi somiglia di più, anche se avrei da ridire anche su di lei sul finale. Ho trovato esageratamente frivoli un pò tutti i personaggi, ma credo sia una cosa voluta dall'autrice: ho letto da qualche parte che con questo romanzo la Austen ha voluto prendere un pò in giro la società dell'epoca.
 

Jeng Li

New member
Ho letto quasi tutto della Austen e devo riconoscere che mi piacciono molto i suoi libri.
Ho particolarmente apprezzato Ragione e Sentimento perche' mi ha spinto ad entrare nei caratteri dei personaggi che, ad una prima approssimativa osservazione sembrano in un modo e poi se si affrontano profondamente, sono in realta' molto interessanti.

Marianne: anche io come molti di voi l'avevo presa in antipatia .. mi dava l'impressione di una ragazzina dominata dagli ormoni e sorretta da una madre similissima a lei, la qual cosa andava a peggiorare ulteriormente la situazione, l'avrei letteralmente presa a schiaffi.. :mrgreen:

Elinor: fin troppo misurata, saggia, ma ovviamente la Austen, che secondo me non ha simpatia per le madri in generale, le fa ricoprire il ruolo di madre surrogata di tutte quante le protagoniste, madre in questione compresa. Per questo deve contenersi, per questo diventa noiosa e a tratti piatta.

Nella realta' l'autrice col trascorrere della storia ci rivela che i sentimenti in generale hanno radici profonde e che si possono gestire in modo molto diverso a prescindere da ogni cosa. Marianne secondo me non sposa il Colonnello Brandon solo per convenienza, ma perche' finalmente "lo vede", le era sempre piaciuto ma lo riteneva vecchio per lei, la costanza dei suoi sentimenti pero' le ha fatto capire quello che provava veramente e che Willoughby era stato un fuoco arso in un attimo.
Elinor ha atteso in silenzio seppur soffrendo, ma la vera perfidia si vede in Lucy Steele, che fino alla fine vuole farla soffrire anche se ha gia' raggiunto il scopo.

Ecco questo e' il mio pensiero a grandi linee.. scusate la lungaggine.
 

estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
Un classico della letteratura inglese, un romanzo ottocentesco in pieno stile romantico, o meglio, in pieno stile Austen. Non mi è dispiaciuto – soprattutto verso il finale – ma non è la mia opera prediletta della Austen. Mi hanno colpito maggiormente altri suoi romanzi, sia in positivo (Mansfield park, Persuasione, lo stesso Orgoglio e pregiudizio) che in negativo (Emma). Inevitabilmente mi sono ritrovata di più nell'indole razionale della pacata ed assennata Elinor, ma l'impeto ed il trasporto di Marianne non mi sono risultati affatto sgraditi, eccessivi o caricaturali. Nel complesso, una lettura in linea con le aspettative, anche se avrei preferito che mi catturasse di più.
 

Roberto89

MODerato
Membro dello Staff
Nota: quanto segue contiene spoiler e svela alcune parti della trama e dei personaggi, scegliete voi se leggere o no. È più simile a un tentativo di analisi (spero utile e non noiosa) che una recensione.

Premesso che di Jane Austen ho letto solo tre romanzi, questo finora è il meno preferito (al primo e secondo posto ci sono Orgoglio e pregiudizio e Persuasione), ma non significa che non mi sia piaciuto, anzi. La storia si basa, come dice il titolo, sul rapporto (o contrasto) fra ragione e sentimento, quindi fra l'uso della ragione per controllare le nostre scelte e le nostre parole, e il sentimento, inteso come libero sfogo delle proprie reazioni emotive, l'agire d'impulso, specie quando presi da una forte emozione.

Se in un primo momento il contrasto sembra quello fra il fratello John, che si è ben sistemato, e le sue due sorellastre che invece non hanno quasi nulla, questa in realtà è solo la base della storia. Perché sì, il punto è che le due sorelle, non avendo una propria rendita, sono costrette a trovare un buon marito (anche se per questo non c'è troppa fretta, ma questo pone un limite anche all'amore: innamorarsi di un uomo senza mezzi sarebbe una "pessima scelta", una senza futuro), ma il vero punto a cui l'autrice vuole arrivare è la differenza fra le due sorelle.
Se inizialmente Marianne sembrava molto immatura, in realtà entrambe hanno molte buone doti, e certo Marianne è scusabile perché più giovane e ancora un po' immatura. Ma la vera cosa che le manca (e che manca anche alla madre, che però non è protagonista della storia) è la capacità di dominare le sue emozioni. Al contrario Elinor, che non è fredda e calcolatrice come all'inizio potrebbe sembrare, ha la capacità di fermarsi, dopo la sua prima reazione, pensare ancora, e poi agire, invece che seguire ciò che l'istinto le suggerisce. Questo le permette, in vari punti della trama, di far sì che le cose vadano nel modo giusto e permettere che alla fine vada tutto bene (per quanto lei, come personaggio della storia, non sa se andranno bene o no, sa solo che la sua le sembra la scelta più saggia).

Senza dilungarmi sulla trama, l'unica pecca di questo romanzo, non troppo grande però, è che sembra costruito apposta per dimostrare la tesi che una persona capace di controllare le sue emozioni e pensare prima di agire/parlare (Elinor) se la cava meglio, a lungo andare, di una che invece si lascia trasportare dalle emozioni (Marianne). Non che il romanzo sia brutto o la trama carente, però i due personaggi sono un po' troppo irrealistici, o forse il contrasto tra loro è troppo forte. All'inizio ho faticato un po' a vederle come "persone reali", ma questo non ha pregiudicato assolutamente la lettura. Da quanto ho letto l'autrice ha preso spunto dal rapporto fra lei e la sorella Cassandra (in cui Jane è simile a Marianne mentre Cassandra assomiglia ad Elinor).

I personaggi sono vari e ognuno ha qualche caratteristica che lo rende diverso dagli altri. Alcuni personaggi sono più positivi, altri negativi, ma comunque nessuno di loro mi è sembrato stereotipato al punto da sembrare banale. Certo, i personaggi secondari sono meno approfonditi, ma questo è vero per quasi ogni romanzo.
Di tutti però l'unica che segue un percorso di maturazione, a mio parere, è Marianne. Mentre lei, alla fine del romanzo, capisce che la sua visione della vita era troppo idealizzata e irrealistica, e impara dalla sorella ad essere più razionale nelle sue scelte (mentre per gran parte del romanzo era stata Elinor a dover "rimediare" all'impulsività della madre e della sorella), tutti gli altri personaggi non cambiano in alcun modo. Cambiano le loro circostanze, ma non il loro carattere. Perciò l'accento torna sul titolo del romanzo: ragione e sentimento, e forse un nuovo modo di leggerlo può essere questo: nella vita, come Marianne impara alla fine del romanzo, ci vogliono entrambi.

Oltre a questo, la visione dell'amore non mi sembra per niente stereotipata. Dei quattro personaggi principali (Elinor, Marianne, il colonnello Brandon, Edward), ognuno vede l'amore in modo diverso, anche se in fondo tutti loro pensano che sia indispensabile per una buona vita di coppia. Diversamente da loro invece vari personaggi di contorno tendono ad avere una visione troppo stereotipata, puntando troppo su "un buon matrimonio" (soldi a spese dell'amore) o sull'amore prima di tutto (con la convinzione che tanto alla fine le cose si sistemeranno). Alla fine però, a dispetto di tanti pettegolezzi e consigli irragionevoli, i nostri protagonisti troveranno la loro felicità.
Dei personaggi "cattivi", invece, non è detto che finiscano male, anzi. Willoughby ad esempio finisce in un matrimonio infelice ma fa la bella vita avendo risolto i suoi problemi economici. Lucy invece, che si rivela molto calcolatrice e disposta a tutto, trova la felicità (a modo suo) nel matrimonio economicamente conveniente con Robert Ferrars, e non paga per le sue cattive azioni, anzi ci guadagna.

Insomma, Ragione e sentimento è un romanzo che, oltre l'ovvia trama romantica, presenta molte sfaccettature e una visione complessa della vita, e tocca tanti temi interessanti, con uno stile scorrevole, una buona dose di ironia, personaggi non banali e un pizzico di femminismo contro un sistema esageratamente patriarcale.
 
Alto