La frase più bella del libro è “E' uno strano dolore, morire di nostalgia per qualcosa che non vivrai mai”.
Il protagonista sente la mancanza di un amore che non ha potuto vivere e che non avrebbe mai potuto realizzarsi per ostacoli tanto insormontabili quanto figli del pregiudizio, eppure il dolore che gli provoca ha la stessa forza lacerante che avrebbe se lo avesse vissuto e poi fosse improvvisamente finito.
Questo racconto lungo mi ha fatto venire i brividi per la profonda delicatezza di cui è intriso. E’ una storia d’amore eterea, impalpabile eppure struggente perché non si può rimanere indifferenti di fronte a un personaggio che macina migliaia di chilometri solo per vedere la ragazza di cui si è innamorato. Il suo anelito, il turbamento interiore, combattuto com’è tra questo sentimento e l’amore per la moglie, lo rendono profondamente umano, e sarebbe semplicistico liquidarlo come un volgare fedifrago. Sembrerà banale, ma bisogna leggere il libro per capire come Baricco, mago della parola, riesca ad affrancare questa storia dalla banalità. Mi è piaciuto davvero tanto, e credo che il gesto della moglie sia quanto di più nobile ci possa essere come atto d’amore e abnegazione per la persona che si ama.