Nobel per la Letteratura 2009

Sir

New member
La "nomination" di Dylan, peraltro non nuova, solleva un tema molto interessante che meriterebbe forse più spazio di una discussione incentrata sul Nobel di quest'anno. Più che soffermarci sui meriti/demeriti di Dylan in confronto ad altri, mi sembrerebbe interessante riflettere sulla prospettiva storica che ha portato a questa "nomination", ovvero il rapporto tra musica e parola che dall'alba della letteratura nel suo senso più ampio si avvicinano e si allontanano senza mai perdersi del tutto, secondo dinamiche che ci rivelano molto sulla natura dell'uomo e della sua arte.

Restando sul fatto in questione, io non credo che i tempi siano ancora maturi per allargare il campo d'assegnazione di un premio così tradizionale a rappresentati di forme "periferiche" di letteratura. Rischieremmo di causare parecchia confusione. Ma probabilmente verranno il giorno e l'artista adatti a superare tale gradino.

Torniamo in tema, Nobel 2009: a me piacerebbe molto una vittoria di Claudio Magris, un autore che giudico di grandissimo valore. Non mi spiacerebbe affatto una vittoria africana, a Ngugi Wa Thiongo preferisco Achebe che meriterebbe di emulare il collega Soyinka.
No a DeLillo, Murakami, McCarthy. Forse Roth ci può stare.
L'ipotesi del Nobel postumo a Wallace, al di là del giudizio sullo scrittore che devo ancora affrontare, mi sembra prematura.
Discorso simile per Salman Rushdie. Lo merita da anni, ma probabilmente le acque non sono ancora abbastanza calme per premiarlo.

Un NO categorico (e per fortuna vedo che anche i bookmakers mi assecondano) a Eco: temo che prima o poi lo vincerà, ma meglio poi che prima :mrgreen:
 

Dory

Reef Member
UDITE! UDITE!

Il premio Nobel per la letteratura 2009 è... rullo di tamburi... silenzio sospensivo che carica l'aspettativa e... rompe le scatole... :mrgreen:

Sto aspettando l'annuncio in diretta su Nobelprize.org... mancano due minuti... :mrgreen:

...un minuto...

...ci siamo!

...:?... non succede niente...

E.. mah... allora!!...:?
 

Dory

Reef Member
Herta muller!!!

"who, with the concentration of poetry and the frankness of prose, depicts the landscape of the dispossessed"
 

Dory

Reef Member
E ti pareva! Io non la conoscevo, ho guardato stamattina sul sito della feltrinelli e c'è un solo suo libro tradotto in italiano!! :??
 

Mizar

Alfaheimr
Se non erro già anni fa si era parlato di un possibile-futuro-Nobel per questa donna.
La ricordo e riconosco per via della sua non mascherata opposizione a quello che era il regime della sua terra.
Il problema è se questo sia sufficiente per un Nobel.
A quanto pare si.
 

Mizar

Alfaheimr
Restando sul fatto in questione, io non credo che i tempi siano ancora maturi per allargare il campo d'assegnazione di un premio così tradizionale a rappresentati di forme "periferiche" di letteratura. Rischieremmo di causare parecchia confusione. Ma probabilmente verranno il giorno e l'artista adatti a superare tale gradino.
Credo anch'io si rischi di fare confusioni inutili. Come sappiamo, le lettere artistiche sorgono come accompagnate dal canto o da strumenti o da entrambi. Con il tempo e con le modernità, le arti (in senso di mestieri, di artigianati) hanno percorso diverse vie.
Tuttavia la parola non dimenticherà mai di essere musica ed evocazione (direbbero gli scandinavi, evocazione o creazione magica); il suono musicale mai di essere anche parola, in qualche modo.
Il fatto è che Dylan non dice nulla di nuovo da questo punto di vista, nè rappresenta particolare innovatività.
Non vorrei si rischiasse di conferire premi per motivi extraletterari: non so se mi son spiegato...si parla di Nobel per le lettere
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Herta Muller? sono felicissima, ogni volta che ho la possibilità di incontarare un grande personaggio che prima non conoscevo mi sembra che ogni giorno valga ancor più la pena di essere vissuto :YY

bellissima l'intervista, persona affascinante e di grande spessore intellettuale, non mi resta che leggerla :)

 

kikko

free member
STOCCOLMA - Il premio Nobel per la letteratura è stato assegnato alla scrittrice tedesca di origine romena Herta Müller. Nata il 17 agosto 1953 a Nitchidorf, in Romania, figlia di contadini della minoranza tedesca degli svebi, la scrittrice, poetessa e saggista è nota per la descrizione della dura vita sotto il regime comunista di Ceausescu. Nel 1987 fuggì dalla Romania insieme al marito dopo essere stata licenziata nel 1979 (era traduttrice di tedesco) perché si era rifiutata di collaborare con la Securitate, la famigerata polizia segreta del regime. Dopo aver perso il lavoro, per guadagnare qualcosa faceva la maestra d'asilo e dava lezioni private di tedesco. Il suo primo libro stampato in Romania (Niederungen), ma scritto in tedesco, apparve solo in una versione censurata nel 1982. Quando finalmente riuscì a ottenere dalla Securitate il dossier di 914 pagine che la riguardava, Herta Müller scoprì che veniva definita «un pericoloso nemico dello Stato da combattere». Il suo nome in codice non era più Herta, ma «Cristina» alla quale venivano addebitate «distorsioni tendenziose della realtà del Paese».
Attualmente Herta Müller vive a Berlino e dal 1995 è membro dell'Accademia tedesca di letteratura. Il suo ultimo libro tradotto in italiano è Il paese delle prugne verdi (Keller editore 2008). Nella motivazione, l’accademia di Stoccolma dice che il premio è andato alla Müller perché con «con la concentrazione della sua poesia e la franchezza della sua prosa ha saputo descrivere il paesaggio dei diseredati».
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zolla

New member
ho avuto la fortuna casuale a dire il vero di vederla quest'anno a Mantova ed è stato decisamente interessante!
 

Mizar

Alfaheimr
Questa mattina, su un qutidiano a tiratura nazionale, figura un articolo di Alessandro Gnocchi in tema. Egli deve averlo scritto nelle stesse ore in cui io stesso ho commentato quì (post 26#) il thema.
Dopo aver letto questa terza pagina mi sn sentito rincuorato circa la serpeggiante assurdità e solitudine delle mie opinioni a riguardo.
Gnocchi - dopo le retoriche domande circa lo stato della editoria italiana - scrive:

"Nei giorni scorsi, tra i favoriti, c’erano gli americani Philip Roth e Cormac McCarthy. Noti e apprezzati ovunque, capaci di toccare temi universali, defilati e poco disposti (soprattutto il secondo) a buttare tutto in politica. Si vede che un profilo del genere non ha i requisiti giusti per piacere all’Accademia di Svezia che batte sempre lo stesso tasto, quello della sociologia applicata all’arte. Basta dare un’occhiata alle motivazioni degli ultimi tempi: «esploratore di un’umanità dentro e fuori la civiltà imperante» (Le Clézio); «cantrice dell’esperienza femminile che ha messo sotto esame una civiltà divisa» (Lessing); «ha scoperto nuovi simboli per rappresentare scontri e legami fra diverse culture» (Pamuk); «spinge a entrare nelle stanze chiuse dell’oppressione» (Pinter); «rivela l’assurdità dei cliché sociali» (Jelinek). Mentre Dario Fo, definito «ridicolo» da Harold Bloom, «dileggia il potere restituendo la dignità agli oppressi». Vivere sotto il regime di Ceausescu è stato terribile, la Müller lo sa per esperienza diretta, e fa benissimo a tenere viva la memoria delle infamie comuniste. Che senso ha premiarla per questo a vent’anni dalla fine del del tiranno? Forse uno solo: celebrare la caduta del Muro di Berlino. Bello. Però la letteratura non c’entra."
 

Dorylis

Fantastic Member
L'Accademia di Svezia è ancora legata a un'immagine dello scrittore socialmente utile, che possiede un'innata capacità di denuncia e di protesta, ma anche di ricordo e di nostalgia.. Io personalmente non conoscevo questa autrice , ma dalla sua intervista mi è parsa una persona interessantissima!
Penso che la mia ignoranza a riguardo mi abbia portato a una punta di delusione iniziale, ma son sicura che una volta approfondita la sua conoscenza condividerò in pieno le scelte degli esponenti dell'Accademia!
Un solo libro edito in Italia? E' una penalità, bisogna rimediare immediatamente! :mrgreen:
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
mi sembra che l'Accademia negli ultimi anni abbia premiato autori che sono un po' la sintesi di culture e appartenenze diverse, la letteratura che diventa capacità di guardare oltre il proprio confine, lo sforzo di comprendere l'altro e l'altrove; così è stato con Le Clezio l'anno scorso, un autore capace di raccontare l'Africa, l'America, l'Australia oltre all'Europa come se appartenesse ad ognuna di quelle culture; così con la Lessing l'anno precedente, scrittrice di grande sensibilità nel descrivere l'esperienza africana e poi inglese cogliendo l'essenza dell'appartenenza; lo stupendo intellettuale Pamuk, ponte tra Occidente e Vicino Oriente, uomo di grande consapevolezza e lucidità artistica; Coetzee, sudafricano bianco, sofferto e profondo nelle contraddizioni che anche in letteratura è difficile sanare, basta leggere il suo Elizabeth Costello per comprendere lo sforzo che fa di superare quelle che sono le differenze strutturali tra le diverse culture; Kertesz, incredibile nello sforzo di conciliare l'essere umano alle tragedie del nostro secolo; ho amato ognuno di questi autori, di quell'amore che solo chi incontra una parola rivelatrice oltre che a uno stupendo racconto sa cosa voglio dire.
 

mado84

New member
peccato...io facevo il tifo per il grande Bob...
per consolarmi ho ascoltato una ventina dei suoi cd... :D
se devo esser sincero la poetessa che ha vinto proprio non la conosco. vedrò di rimediare
 

Mizar

Alfaheimr
mi sembra che l'Accademia negli ultimi anni abbia premiato autori che sono un po' la sintesi di culture e appartenenze diverse, la letteratura che diventa capacità di guardare oltre il proprio confine, lo sforzo di comprendere l'altro [...]
Vero !

Insomma, per la serie:
Vecchiacci stoccolmensi, un attimo di attenzione...
Osservate la formula:

9360610f3bf5750ee443ab2651858021.png


laddove la accelerazione è quella gravitazionale. Ergo segno meno; ergo a sarebbe g, ovvero 9,81 m/s2 circa
 

Vladimir

New member
mi sembra che l'Accademia negli ultimi anni abbia premiato autori che sono un po' la sintesi di culture e appartenenze diverse, la letteratura che diventa capacità di guardare oltre il proprio confine, lo sforzo di comprendere l'altro e l'altrove; così è stato con Le Clezio l'anno scorso, un autore capace di raccontare l'Africa, l'America, l'Australia oltre all'Europa come se appartenesse ad ognuna di quelle culture; così con la Lessing l'anno precedente, scrittrice di grande sensibilità nel descrivere l'esperienza africana e poi inglese cogliendo l'essenza dell'appartenenza; lo stupendo intellettuale Pamuk, ponte tra Occidente e Vicino Oriente, uomo di grande consapevolezza e lucidità artistica; Coetzee, sudafricano bianco, sofferto e profondo nelle contraddizioni che anche in letteratura è difficile sanare, basta leggere il suo Elizabeth Costello per comprendere lo sforzo che fa di superare quelle che sono le differenze strutturali tra le diverse culture; Kertesz, incredibile nello sforzo di conciliare l'essere umano alle tragedie del nostro secolo; ho amato ognuno di questi autori, di quell'amore che solo chi incontra una parola rivelatrice oltre che a uno stupendo racconto sa cosa voglio dire.

Non c'è dubbio che il saper essere sintesi di culture e civiltà diverse debba avere il suo peso nell'assegnazione di un Nobel, ma non possiamo chiuderci solo nell'utilitarismo sociale (lasciamo un attimo da parte i gusti personali). Se la mettiamo così, per l'anno prossimo, io propongo Saviano. Anche lui ha raccontato un certo tipo di realtà, impegnandosi molto dal punto di vista sociale, ma la letteratura, l'arte con la A maiuscola, che giovamento ha tratto da un libro come Gomorra? È importante raccontare e avvicinare le varie culture, ma non può essere l'unico metro di giudizio, altrimenti un altro caso come quello di Borges (che dall'aldilà credo che ancora gridi vendetta) ho paura che sarà inevitabile.:W
 
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Mizar

Alfaheimr
Non c'è dubbio che il saper essere sintesi di culture e civiltà diverse debba avere il suo peso nell'assegnazione di un Nobel, ma non possiamo chiuderci solo nell'utilitarismo sociale (lasciamo un attimo da parte i gusti personali). Se la mettiamo così, per l'anno prossimo, io propongo Saviano. Anche lui ha raccontato un certo tipo di realtà, impegnandosi molto dal punto di vista sociale, ma la letteratura, l'arte con la A maiuscola, che giovamento a tratto da un libro come Gomorra? È importante raccontare e avvicinare le varie culture, ma non può essere l'unico metro di giudizio, altrimenti un altro caso come quello di Borges (che dall'aldilà credo che ancora gridi vendetta) ho paura che sarà inevitabile.:W
Ghghgh Povero Borges: certo che quella tessera del Partito Conservaore (leggi: destra) gli è costata proprio cara. Sic transit...

Ecco, infatti.
Secondo me non può essere nemmeno uno dei metri di giudizio. Autori che appartengono ideologicamente alle più efferate dittature novecentesche, sono oggi, giustamente, considerati tra gli scrittori più importanti del secolo ed oltre.
Sintesi di culture, attenzione all'altro, rispetto per le etnie divrse...si certo: tutto questo è molto bello, politically correct, armonioso e melodioso, zuccheroso, disneyoso, fabuloso, portatore di valori positivi e di tanti voti in campagna elettorale...ma con l'arte ha nulla a che fare.
Si fa arte anche da razzisti, da omicidi, da esseri abietti, da sterminatori di popoli, parlando di guerra e provandone gusto, non credendo che l'integrazione sia un valore, chiamando i gay invertiti, stuprando donne, essendo degli spregevoli usurai.
Ritorniamo a parlare di letteratura e non dei modi per ottenere una candidatura elettorale...
 
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