Pirandello, Luigi - Il fu Mattia Pascal

Io voglio essere Adriano Meis...due sono le cose che più hanno colpito nel romanzo dell'uomo di Girgentu sono state la concezione contro il progresso e quello della circolarità che riporta il protagonista al punto di partenza...
 
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Fly

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Semplicemente meraviglioso. Ironico al punto giusto, si allunga un pò troppo nei momenti filosofici, ma va bene, è una storia interessantissima e paurosamente attuale, il Personaggio di Mattia Pascal/Adriano Meis è magistralmente costruito, al punto che mi sento di adorarlo :mrgreen:
 

Bag End

Tolkien Society Member
Mi è piaciuto, ma non è il romanzo preferito tra i suoi. Fino ad ora il migliore è stato L'Esclusa, attualissimo.
Di Pirandello credo di preferire il teatro alla prosa :?.
 

Morgan@

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La prima frase : "Una delle poche cose, anzi forse la sola che io sapessi di certo era questa: che mi chiamavo Mattia Pascal"
L'ultima frase: "Io sono il fu Mattia Pascal".
Nel mezzo la vita di questo personaggio che "affronta", prima di tutto, il tema dell'identità, la sua.
Poi, via via, passa attraverso l'amore, la solitudine, la realtà, le maschere che ogni giorno ci troviamo ad indossare e poi: la morte, quella che a tratti appare liberatoria come nel caso del ragazzo che si suicida dopo avere perso tutto al Casinò di Montecarlo.
Bello, profondo, da leggere.

Il mio preferito resta "Uno, nessuno, centomila"..
 

sun

b
uno dei primi libri che ho letto in vita mia. UN CLASSICO ovviamente da leggere per chi l'ha saltato
 

Sabry0209

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è STUPENDO..:mrgreen:
ho finito di leggere alcuni giorni fa questo splendido romanzo...
Pirandello è un pilastro d'oro della letteratura italiana del '900!
Lo consiglio vivamente a tutti
..:D
 

darkshine

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Sicuramente Pirandello con "il fu Mattia Pascal" rimane nel mio podio personale.
Un libro protagonista che ti entra nel cuore e con una vampata di brividi rimane dentro di te nell'ultima pagina.
Io credo che questo sia il libro che abbia la miglior ultima pagina!

Spoiler ¹ in bianco qui sotto --¬
Nel cimitero di Miragno, su la fossa di quel povero ignoto che s'uccise alla Stia, c'è ancora la lapide dettata da Lodoletta:
COLPITO DA AVVERSI FATI
MATTIA PASCAL
BIBLIOTECARIO
CUOR GENEROSO ANIMA APERTA
QUI VOLONTARIO
RIPOSA
LA PIETÀ DEI CONCITTADINI
QUESTA LAPIDE POSE
Io vi ho portato la corona di fiori promessa e ogni tanto mi reco a vedermi morto sepolto là. Qualche curioso mi segue da lontano; poi, al ritorno, s'accompagna con me, sorride e - considerando la mia condizione - mi domanda:
- Ma voi, insomma, si può sapere chi siete?
Mi stringo nelle spalle, socchiudo gli occhi e rispondo:
- Eh, caro mio.... Io sono il fu Mattia Pascal.


Consigliatissimo
Voto: 9/10

¹ Per visualizzarlo selezionare la parte bianca
 

stern

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è un libro molto bello..letto al secondo anno di uni..x cui di anni ne sono passati 3 ora!! ma ricordo ancora bene come mi aveva appassionato l'analisi introspettiva e psicologica del personaggio, il tema del doppio e quello di un mondo che si avvia al cambiamento.
 
L'ho letto più di 3 anni fa e mi ha coinvolto tantissimo, infatti ancora ricordo un sacco di particolari: il nuovo nome (Adriano Meis), il viaggio a Montecarlo, la vincita, la scoperta sul giornale della "sua" morte, la nuova vita a Roma, l'amore per Concetta, il ritorno a casa a burlarsi della moglie e del suo nuovo marito!
 

~ Briseide

Victorian Lady
Geniale, come sintassi e contenuti. Pirandello scrive in maniera sublime, e la sensazione è stata di coinvolgimento emotivo totale nella storia stessa. La sottile vena malinconica con cui ritrae l'uomo, la vita ed i suoi perchè, e l'empatia che scatena nel lettore tolgono ogni dubbio sulla ragione per cui gli fu conferito il Nobel.
 
Avevo tante aspettative riguardo questo libro, e non vedevo l'ora di leggerlo, ma poi mi ha deluso parecchio...
L'idea e il tema del romanzo sono molto originali, promettevano una delizia...e poi crolla già verso metà del romanzo. L'ho trovato troppo lento di ritmo, troppo esagerato nel sottolineare le riflessioni (pesanti) del protagonista, troppo introspettivo, troppo polemico... Se non avesse forzato le sue riflessioni, e se avesse dato un ritmo più veloce, sarebbe diventato un classico di tutti tempi. Secondo me, doveva essere in base del suo concetto un'altro Candido, però qualche cosa è andato storto è ha perso ogni leggerezza, brio, che ci doveva stare...
Gli do voto 3, ma solo perchè è un Pirandello, e per la sua idea in base... :boh:
 
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Classica

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due sono le cose che più hanno colpito nel romanzo dell'uomo di Girgentu sono state la concezione contro il progresso e quello della circolarità che riporta il protagonista al punto di partenza...

Cioè? A che ti riferisci con la parte in grassetto? Buon libro. Mi dispiace molto per Adriana, la ragazza bionda romana di cui s'innamora. Ma non poteva fare dei documenti falsi il Meis?


L'ho letto più di 3 anni fa e mi ha coinvolto tantissimo, infatti ancora ricordo un sacco di particolari: il nuovo nome (Adriano Meis), il viaggio a Montecarlo, la vincita, la scoperta sul giornale della "sua" morte, la nuova vita a Roma, l'amore per Concetta, il ritorno a casa a burlarsi della moglie e del suo nuovo marito!
ADRIANA!!!!!!!!!!!! XDXDXD ;-);-)
 

Martymiky

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L'ho appena finito! Mamma mia quanto mi è piaciuto! La storia di Mattia Pascal mi ha così coinvolto che non vedevo l'ora di terminarlo per conoscere la fine.
Pirandello ha scritto, a parer mio, uno dei migliori romanzi italiani di tutti i tempi.
 

Dayan'el

Σκιᾶς ὄν&#945
E' stato detto di tutto sul Pascal, ma non credo nessuno abbia centrato il problema di una opera così raffinata e preziosa. Le vicende del personaggio non sono più 'originali' di quanto possa esserlo la vita, e questo Luigi lo sa molto meglio di tutti gli apprendisti lettori giunti alle sue pagine, tanto da avvertire l'esigenza di accludere al volume, in appendice, la incredibile verosimiglianza, riportata casualmente dalle stampe del tempo, del suo romanzo verso la realtà. Il caso limite di un signor nessuno è una trovata al più immaginosa, come anche le sue trafile, ma questo, volendo, potrebbe valere anche per Leopold Bloom: del resto a Pirandello non interessa affatto essere 'originale', ché non gli difetta certo la scienza delle lettere, ad essere assennati. Il romanzo si consuma in una austera ammonizione dei fantasiosi anarcoidi, apolidi degli stati, delle esistenze. Non si dà libertà al di fuori delle regole stabili della comunità, né è sufficiente eluderle alla superficie, per potere infine stabilire le proprie: questa è solo, eufemisticamente, ingenuità. Tanto che presto la libertà scaturita da una momentanea inosservanza, una bambinesca furboneria si traduce in spietata prigionia, atrofia dell'essere qualcuno al di là della mera fenomenologia, uomo per sé, ma anche per gli altri: perché se sono l'inferno, ebbene sono anche il paradiso. E per cortesia basta con i misticismi individualistici di tutte le marche. Non servirà essere Adriano Meis e non serviranno ottantaduemila lire a creare ex novo un passato ed una storia, quindi una personalità (a Lui piacevano gli psicologismi), non serviranno menzogne e persuasioni degli della migliore PNL (O_O) a mutarlo in un estraneo e redimerlo della sua abiura alla Legge. Come una garzone d'altri tempi Mattia Pascal è lieto della sua improvvisa e inattesa libertà, persuaso di aver sopraffatto il sistema cui sempre si riaggrega con l'inganno, ma alla fine (e a sue spese), per dirla con Pasolini, non saprà cosa farsene: dacché non solo non sarà riconosciuta (sarebbe poca cosa), addirittura - e qui si insinua la disfatta - non verrà nemmeno mai negata.

Rimane sempre una visione parziale, relativa ad un ambito. Merita molto di più.
 
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