E' molto sospetto chi cerca di denigrare questo libro.
Io vivo nella provincia di Napoli, anche se non propriamanete nel casertano, ma in zone con le stessissime problematicha.
Questo libro è un manuale per chi si occupa di socialità e criminalità nel meridione.
Saviano ha fatto un'analisi. Mi sono chiesto perchè ha chiuso il libro con un grido di ribellione, rassegnata. E poi ci ho riflettuto.
L'attualità della cronaca è solo aneddotica ricorrente, come aneddotica sterile sono gli interventi delle forze dello Stato.
La criminalità organizzata è il problema del meridione; senza la sua eliminazione il sud non si risolleverà mai.
Il "sistema è più forte della mafia che è "solo" un anti-stato. Solo grazie alla morte degli eroi come Falcone e Borsellino, lo Stato si è dotato, forse, di risorse adeguate per contrastarla (procure antimafia, DIA, legislatura adeguata, etc). Adeguate per contrastarla ma sicuramente non per vincerla.
Saviano descrive (ed io sottoscrivo pienamente vivendo nel napoletano) la camorra come un sistema, una rete imprenditoriale intelligente ed autorigenerante: una sorta di cancro in continua espansione, che si è infiltrato e si sta espandendo nella società civile ed imprenditoriale.
Un nemico molto più perfido e pericoloso della mafia, che non ha mai indotto un ragazzo a scrivere "Tutti quelli che conosco o sono morti o sono in galera. Io voglio diventare un boss. Voglio avere supermercati. E poi voglio morire. Ma come muore uno vero, uno che comanda veramente. Voglio morire ammazzato. E' una sorta di terrorismo integralista che sta permeando un sempre maggior numero di ragazzi e di persone sfiancate dalle difficoltà della legalità.
Oltre la reiterata indignazione episodica e le false rassegnate dichiarazioni sul malessere napoletano, la società civile e lo Stato non hanno minimamente percepito la gravità della situazione.
Nel gioco del Risiko, della lotta dello Stato alla criminalità non si riesce mai a capire chi sta vincendo, se lo Stato o la mafia, perchè non c'è nessuno che segna i punti (paesi ed i carri armati conquistati). Non bastano gli arresti una tantum della DIA, i palliativi delle forze sociali allo Scampia di turno, i progetti parassiti sulla legalità, i demagogici laboratori e funerali eccellenti e non.
E' necessario che lo Stato (e forse anche l'Europa) prendano coscienza del tipo di nemico che li contrasta e reagiscano alla subdola guerra in atto con un'azione coordinata, decisa, vincente, definitiva, ma sopratutto chiara nelle azioni e conseguente nei risultati.
Saviano l'ha scritto , ma è chiaro ormai a tutti i magistrati antimafia, la criminalità si vince soprattutto stroncandola sul piano economico.
Devono essere evidenti e pubblicizzati non solo gli interventi delle personalità e gli arresti eccellenti, ma le proprietà, i paesi, le città e magari le regioni conquistate alla criminalità.
Altrimenti, il sistema, dopo la droga, prostituzione, grande distribuzione, e cosi via , assalirà tutti gli altri settori imprenditoriali: presto ci troveremo qualche boss ripulito al posto di Montenzemolo. E non sarà solo l'80 % dei commerciati napoletani a pagare il pizzo.
E non si pensi che è una esagerazione: cento anni di fallimenti mi danno ragione e finora lo Stato, almeno ai punti, sta perdendo.
E poi il sistema ha capito; escluso qualche incidente di percorso subito zittito come l'assassino di Don Diana, non fornirà nessuna forte spinta emotiva che generi un'azione vincente e definitiva dello Stato. Al massimo un'ammazzatina tra di loro con un centinaio di morti all'anno.
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Oppure è il sud ed in particolare il napoletano, la Las Vegas che lo Stato ha deciso di cedere alla malavita per non aver fastidi nella nordica East Coast?
La criminalità organizzata è il problema del meridione e lo Stato non è capace o non vuole sconfiggerla in modo definitivo, quindi la questione meridionale è irrisolvibile.
Lo hanno capito le migliaia di emigranti, famiglie intere ed aziende che stanno abbandonando il sud: ma è solo una proroga perchè il sistema, come è possibile leggere nel libro di Saviano, si sta espandendo.
E' amaro sperare che anche gli altri abbiano a soffrire del tuo dolore affinchè si accorgano del tuo.