Orwell, George - 1984

Zingaro di Macondo

The black sheep member
Vedo che sono passati ben 6 anni da quando ho letto l'ultima volta questo romanzo.

FL ha anche il merito di memorizzare il nostro vissuto letterario; è bello rileggersi e non essere toppo d'accordo con se stessi.

L'ho finito ieri sera; formalmente, secondo il mio punto di vista, non è un libro eccelso, ma dobbiamo dire che è stato scritto negli anni '40; anni di forte ripensamento sulla concezione di romanzo in generale, inseriti tra futurismo e beat generation.

Ed è come se Orwell se ne stesse lì, in mezzo a tutte quelle novità, e non sapesse che pesci pigliare. Ha un modo semplice che ogni tanto si fa noiosamente artefatto.

Il pregio è senz'altro quello di farci immedesimare con le perplessità di Winston, il difetto quello di farlo forse troppo semplicisticamente.

Leggo che il me stesso di 6 anni fa dice del libro "che ci aveva visto lungo"; "oggi dico "sì e no".

Corea del Nord (forse) a parte, credo non esistano società come quelle descritte nel libro anche se, leggendo del famoso maxischermo, vengono in mente "Alexa" e i metodi "googleiani" di carpire i nostri desideri .

Non vorrei soffermarmi troppo sul tema attuale della privacy, tema secondo il mio punto di vista, ampiamente sopravvalutato.

Questo libro si porta dietro la maledizione di essere giudicato sulla base di quanto sia stato profetico, quando dovrebbe invece anzitutto essere valutato per il piacere che ci ha dato nel leggerlo.

Per me 3/5
 

MonicaSo

Well-known member
Non lo avevo mai letto, senza motivo. Direi che ho fatto male, è un libro sicuramente da leggere... apprezzabilissimo e fa molto riflettere.
 

Roberto89

MODerato
Membro dello Staff
Premetto che sarà una recensione difficile, penso anche controcorrente. Ma nonostante si tratti di un classico, mi pare giusto scrivere onestamente le mie impressioni. Per farlo so già che dovrò inserire diversi spoiler ma cercherò di farlo in modo che anche senza leggerli la recensione resti comprensibile.

Tutto sommato la storia mi è piaciuta, il genere distopico è uno dei miei preferiti e comunque l'idea alla base del romanzo è davvero intrigante. Come molti romanzi classici l'inizio è lento, perché anche se veniamo subito catapultati in un mondo distopico, comunque gli eventi si svolgono con una calma che sarebbe inaccettabile in un romanzo di oggi (a meno che non sia un capolavoro). Ma questo non è un difetto, va visto nel suo contesto.
Comunque l'inizio del romanzo l'ho trovato poco coinvolgente. Sì, ci si immedesima in Winston, ma è solo all'inizio della Parte seconda,
quando inizia la storia con Julia
che la storia si fa interessante, almeno per me. Qui Orwell riesce a farci immedesimare tanto nel mondo distopico che tutto l'insieme di piccoli gesti, a volte anche banali,
la vita di coppia vissuta furtivamente da Winston e Julia,
diventa per il lettore qualcosa di eccezionale, un'utopia, un sogno ad occhi aperti. Purtroppo però poco dopo il romanzo peggiora di nuovo, prima del gran finale. Dalla fine della Parte seconda e per buona parte della Parte terza ho smesso di sentirmi coinvolto nella storia. Gli estratti dal libro (chi conosce la storia saprà a cosa mi riferisco) sono davvero troppo lunghi, è uno spiegone noioso e a tratti anche fastidioso, che distoglie troppo l'attenzione dai personaggi per catapultarci in riflessioni politiche, economiche, filosofiche. Sono di per sé utili ma forse bisognava ridurle e intervallarle con spezzoni di dialogo o qualche avvenimento. Forse però il lettore del periodo in cui il romanzo è uscito avrà apprezzato quelle parti (anche perché più vicino agli avvenimenti delle guerre mondiali), non potrei dirlo.
Riguardo alla parte finale la trovo un po' troppo fuori trama, nel senso che anche se la si legge col desiderio di sapere come va a finire, si perde la sospensione dell'incredulità (cioè il fatto che il lettore legge accettando di non farsi troppe domande su quanto possa essere vero quello che legge, fino a che lo scrittore lo rende credibile noi accettiamo di crederlo vero fino alla fine).

La storia nell'insieme ha troppo poco il sapore del romanzo e troppo sapore di critica. Non che sia una cosa necessariamente negativa, ma in diverse parti del romanzo è evidente che per lo scrittore l'obiettivo di trasmettere un messaggio prevale su quello di raccontare una storia.

E qui arriviamo alle forzature della trama, forse il difetto peggiore di questo romanzo. E sì, sto parlando di difetti in un classico, ma non voglio con questo provare a demolirlo (cosa comunque impossibile). In diversi punti (riassumo quelli che ho notato alla fine del paragrafo in uno spoiler) si nota che la storia è appunto un po' forzata, e ci si chiede: ma perché? Alcune scelte della trama sono forzate dall'intento "educativo" o di critica/denuncia dello scrittore, impoverendo così il romanzo. Purtroppo è un difetto perché alla fine il libro finisce nelle nostre mani come romanzo, lo apriamo per sentirci raccontare una storia, per essere stupiti, intrattenuti, e solo come ultima cosa, quando succede, "istruiti".
Parti della trama che non mi convincono:
Il telescreen dietro al quadro - se era già lì sin dall'inizio, perché non andare a prenderli dopo pochi giorni, sapendo già che avevano commesso dei crimini?
Il libro che Winston riceve da O'Brien - stessa cosa, perché fargli avere quel libro, aspettare che lo leggesse, ecc., quando già presentandosi all'appuntamento aveva confermato di essere contro il Partito?
Stessa riflessione quando si scopre che sapevano già di lui da mesi. Per me non ha senso che gli stiano dietro così se ciò che puniscono è il pensiero, avrebbe avuto senso se avessero dovuto aspettare che facesse qualcosa, che commettesse un crimine vero e proprio
Infine tutta la parte della tortura: non ha senso che O'Brien si prenda tutto quel tempo (con tutte le conseguenze che questo comporta) per torturarlo, ridurlo a un non-uomo, se poi dovrà essere ucciso e cancellato. Avrebbe più senso cancellarlo subito, dopo una tortura volta a scoprire cosa sa, se ci sono altri coinvolti, ecc.

Per riassumere, letto principalmente come romanzo perde di valore per via dei difetti di cui ho parlato, ma visto nel suo insieme ha sicuramente il suo perché. Orwell vuole trasmettere un pensiero col suo romanzo, purtroppo lo fa in modo un po' troppo evidente e "pedante". Per questo non riesco a considerarlo un capolavoro, ma comunque va sicuramente letto almeno una volta nella vita.

Voto: 3,5 stelle su 5 (mi spiace, ma non lo rileggerei)
 
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Pathurnia

if you have to ask what jazz is you'll never know
Non sono del tutto d'accordo ma apprezzo le tue argomentazioni.
Perché non c'è un'emoticon per dirlo?

🐺
 

Pathurnia

if you have to ask what jazz is you'll never know
Rob, avevo scritto così proprio per mancanza di tempo per argomentare, ma vedo di essere veloce.
Non credo che le parti pesanti (e oggettivamente lo sono) siano solo lungaggini dovute solo all'intento educativo. E' un comportamento letterario molto diffuso, da Melville, con le sue digressioni sulla pratica marinaresca e sull'olio di balena ecc...., a Victor Hugo con le sue 50 e più pagine sulla battaglia di Waterloo (ne "I Miserabili") solo per citarne due.
Onestamente confesso che le pagine sulla battaglia di Waterloo le ho lette tutte, le descrizioni sullo spermaceti e altre parti troppo tecniche di Moby Dick invece le ho saltate, e non per questo adoro di meno quel capolavoro.
In 1984 secondo me tutto concorre alla creazione di un'atmosfera plumbea e opprimente, falsificata, coercitiva, devitalizzante. Anche quelle parti che sono indigeste.
Non credo di averti risposto in maniera esauriente ma non posso rimanere ancora al PC. :cry:
Ciao

🐺
 

Roberto89

MODerato
Membro dello Staff
Rob, avevo scritto così proprio per mancanza di tempo per argomentare, ma vedo di essere veloce.
Non credo che le parti pesanti (e oggettivamente lo sono) siano solo lungaggini dovute solo all'intento educativo. E' un comportamento letterario molto diffuso, da Melville, con le sue digressioni sulla pratica marinaresca e sull'olio di balena ecc...., a Victor Hugo con le sue 50 e più pagine sulla battaglia di Waterloo (ne "I Miserabili") solo per citarne due.
Onestamente confesso che le pagine sulla battaglia di Waterloo le ho lette tutte, le descrizioni sullo spermaceti e altre parti troppo tecniche di Moby Dick invece le ho saltate, e non per questo adoro di meno quel capolavoro.
In 1984 secondo me tutto concorre alla creazione di un'atmosfera plumbea e opprimente, falsificata, coercitiva, devitalizzante. Anche quelle parti che sono indigeste.
Non credo di averti risposto in maniera esauriente ma non posso rimanere ancora al PC. :cry:
Ciao

🐺
Ok, se ne hai voglia puoi approfondire dopo ma ho capito il punto. Sai che non avevo notato questa cosa? Ho notato per descrizioni di luoghi e altro, per esempio ne I promessi sposi. Comunque di classici del 900 ne ho letti troppo pochi per avere un confronto.
 
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