Flaubert, Gustave - Madame Bovary

moroelisa

New member
Io non sono proprio riuscita a finirlo, troppo noioso; avrei dovuto leggerlo per scuola ma, per il compito in classe, ho preferito copiare. Probabilmente non era il momento adatto ad una lettura del genere :)
 

white89

InLove Member
Personalmente ho trovato questo libro non molto scorrevole..ma una volta terminato certo non mancano spunti di riflessione.
Ho letto ciò che avete scritto, chi si schiera dalla parte di Emma, chi parteggia per Charles..ma io non riesco a farlo.
Trovo che Flaubert abbia volutamente fotografato un insieme di personaggi che si muovono tutti sullo stesso piano, quello della mediocrità. La stessa Emma nonostante all'apparenza sembri una donna sicura di sè, incapace di accontentarsi e sempre in cerca di emozioni, alla fine ci appare solo come una povera infelice che si intrappola da sola in un continuo susseguirsi di illusioni e disillusioni.
Per non parlare poi del povero e goffo Charles, della pochezza dei due amanti e del borioso farmacista Homais!
E, a parer mio, sta proprio qui la bravura di Flaubert, che da un panorama così desolante riesce a far uscire un discorso universale sull'eterna frattura fra i sogni, le aspirazioni e la loro mancata realizzazione.
E mentre Flaubert ci mostra, in modo molto vero e crudo, come cio' sia frutto di egoismi personali e meschinità varie, lascia poi scivolare sulle labbra di Charles le amare parole "E' colpa della fatalità" a chiudere la vicenda, rimarcando ancora di più la basezza morale dei personaggi capaci solo di nascondersi dietro una bugia.
 

mame

The Fool on the Hill
Personalmente ho trovato questo libro non molto scorrevole..ma una volta terminato certo non mancano spunti di riflessione.
Ho letto ciò che avete scritto, chi si schiera dalla parte di Emma, chi parteggia per Charles..ma io non riesco a farlo.
Trovo che Flaubert abbia volutamente fotografato un insieme di personaggi che si muovono tutti sullo stesso piano, quello della mediocrità. La stessa Emma nonostante all'apparenza sembri una donna sicura di sè, incapace di accontentarsi e sempre in cerca di emozioni, alla fine ci appare solo come una povera infelice che si intrappola da sola in un continuo susseguirsi di illusioni e disillusioni.
Per non parlare poi del povero e goffo Charles, della pochezza dei due amanti e del borioso farmacista Homais!
E, a parer mio, sta proprio qui la bravura di Flaubert, che da un panorama così desolante riesce a far uscire un discorso universale sull'eterna frattura fra i sogni, le aspirazioni e la loro mancata realizzazione.
E mentre Flaubert ci mostra, in modo molto vero e crudo, come cio' sia frutto di egoismi personali e meschinità varie, lascia poi scivolare sulle labbra di Charles le amare parole "E' colpa della fatalità" a chiudere la vicenda, rimarcando ancora di più la basezza morale dei personaggi capaci solo di nascondersi dietro una bugia.

Io non sarei così crudele con Charles. Il suo unico torto era quello di essere un uomo "normale". Un uomo che lavora e sogna una famiglia. E questo è sbagliato solo perché chi lo guarda sogna le grandi passioni del roman feuilleton di cui si ciba, senza vedere la linea di demarcazione tra la realtà e la fantasia romanzesca. Emma Bovary non era una da grandi interessi culturali, quello che leggeva era la "spazzatura" letteraria dell'epoca. Voleva i grandi stati d'animo delle eroine di quei libri, e li cerca in uomini mediocri che, detto terra terra, hanno solo prosaicamente accolto la sua disponibilità a concedersi sessualmente. Eppure si riteneva al di sopra del marito. A me Charles è sembrato la raffigurazione di tutti quegli uomini che pur essendo bravissime persone non vengono apprezzati dalle proprie compagne, laddove fanno l'errore di sposare donne che vogliono tutt'altro.
 

white89

InLove Member
Io non sarei così crudele con Charles. Il suo unico torto era quello di essere un uomo "normale". Un uomo che lavora e sogna una famiglia. E questo è sbagliato solo perché chi lo guarda sogna le grandi passioni del roman feuilleton di cui si ciba, senza vedere la linea di demarcazione tra la realtà e la fantasia romanzesca. Emma Bovary non era una da grandi interessi culturali, quello che leggeva era la "spazzatura" letteraria dell'epoca. Voleva i grandi stati d'animo delle eroine di quei libri, e li cerca in uomini mediocri che, detto terra terra, hanno solo prosaicamente accolto la sua disponibilità a concedersi sessualmente. Eppure si riteneva al di sopra del marito. A me Charles è sembrato la raffigurazione di tutti quegli uomini che pur essendo bravissime persone non vengono apprezzati dalle proprie compagne, laddove fanno l'errore di sposare donne che vogliono tutt'altro.


Io non prendo affatto le difese di Emma, la quale senza dubbio alcuno è una povera sciocca rovinata dalle cattive letture.
Ma, pur riconoscendo che in fondo la vittima sia Charles, non si può negare che egli sia un medico mediocre, un uomo ingenuo che non sa badare ai suoi affari e che non sa comportarsi in società.
Certo, è innamorato profondamente. Ma di chi? Di una Emma che ha costruito nella sua testa, che vede come angelo del focolare, mentre questa gliene fa di tutti i colori davanti al naso!
Senza dubbio è il più buono ed onesto dei personaggi del libro, ma il peccato di ingenuità e cecità davanti ai fatti nessuno glielo può togliere!
 

Zefiro

da sudovest
"Io sto morendo ma quella put..na di Emma Bovary vivrà in eterno"
---------------------
Gustave Flaubert (poco prima di morire)
 

asiul

New member
Bellissimo romanzo, narrato con una scrittura impeccabile.Per certi versi non sembra scritto nel 1856 ma successivamente a Proust.Ha ragione Moravia quando parlando di Emma la definisce "scollata" fatta di tanti pezzi.

Quella di Flaubert è una narrazione oggettiva, come se l'autore conoscesse il soggetto Bovary.

Il libro inizia in modo autobiografico, c'è quel "Eravamo.." come se l'autore s'identificasse con Charles e poi, qualche pagina dopo, più niente, lasciando la scena alla storia stessa.

In merito, di lui, scrisse Pasolini; « Se non conoscessimo Flaubert in altri modi cioè attraverso altri suoi scritti e le testimonianze del tempo non sapremmo assolutamente chi fosse quest'uomo che sa tutto di Charles Bovary e di sua moglie. Non risulterebbe di lui alcun tratto caratteriale e culturale sia pur minimo, sia pur confuso. Di lui sapremmo solo, insomma, la sua « teoria della letteratura ».*

Verissimo quanto di lei , di madame Bovary, scriveva Baudelaire..che lei " se donne ; emportée par les sophismes de son imagination, elle se donne magnifiquement, généreusement, d'une manière toute masculine, à des drôles qui ne sont pas ses égaux, exactement comme les poètes se livrent à des drôlesses."


Quel si dona magnificamente, generosamente, in una maniera tutta maschile tanto vero fa di madame Bovary il capolavoro di Flaubert.



(...)Il panno dell'abito di lei aderì al velluto della sua giacca. Ella arrovesciò il collo candido, che un sospiro faceva palpitare, disfatta, in lacrime, con un lungo fremito, nascondendo il viso, e si abbandonò.
Scendevano le prime ombre della sera. Il sole basso all'orizzonte, penetrando con i suoi raggi orizzontalmente fra i rami l'abbagliava. Qua e là, intorno a lei, fra le foglie e sul terreno, tremolavano chiazze luminose, simili a penne di colibrì che questi uccelletti avessero perduto in volo. Il silenzio avvolgeva tutto, dagli alberi sembrava sprigionarsi una sorta di dolcezza nuova. Emma ascoltava il proprio cuore mentre ricominciava a battere e il sangue, che le scorreva nelle vene come un fiume di latte. In quel momento udì lontanissimo, al di là del bosco, sulle colline, un grido indefinibile e prolungato, un suono strascicato, e l'ascoltò in silenzio mescolarsi come una musica alle ultime vibrazioni dei suoi nervi eccitati,
(...)




*Descrizioni di descrizioni, Pier Paolo Pasolini
 
Ultima modifica:

mircontenti

New member
magari non l'ho capito, o non sono riuscito a entrare nei tempi e nella cultura espressa nel libro... ma finirlo è stato davvero uno sforzo.
Sconsigliato, credo che sia da considerarsi decisamente fuori tempo e inattuale e quindi poco digeribile per le nuove generazioni.
 

mame

The Fool on the Hill
magari non l'ho capito, o non sono riuscito a entrare nei tempi e nella cultura espressa nel libro... ma finirlo è stato davvero uno sforzo.
Sconsigliato, credo che sia da considerarsi decisamente fuori tempo e inattuale e quindi poco digeribile per le nuove generazioni.

Inattuale non direi. Flaubert intendeva fare una critica feroce dei romans feuilletons che nutrivano le donne dell'epoca con una fantasia che nulla aveva a che vedere con la realtà. Infatti Madame Bovary finisce suicida proprio per l'errore di aver guardato la realtà attraverso il filtro di un'immaginazione che la distaccava totalmente dal reale. I suoi amanti se la volevano molto semplicemente portare a letto mentre lei immaginava grandi passioni e vita mondana, e provava schifo per la balia di sua figlia e la "banale" realtà della sua stessa casa. Le nuove generazioni potrebbero attingere l'esempio di quanto possa essere illusorio pensare che la realtà sia quella dei rotocalchi e delle riviste patinate. Si può scegliere di andare a fare l'escort per diecimila euro a sera, andando a letto con il primo che capita, rifarsi tutto il rifattibile e ritrovarsi "vecchie" a quarant'anni perché ormai il botulino non può più arginare il decadimento oppure capire che la realtà è quella delle donne che vivono andando a lavorare onestamente, fanno la spesa, puliscono la casa, crescono i figli e hanno compagni che le amano anche con un filino di grasso alle chiappe e qualche smagliatura sulla coscia. Direi che Madame Bovary sia stata il primo esempio di escort convinta di essere una gran donna, e se avesse potuto si sarebbe fatta di botulino anche lei per trattenere i suoi amanti ormai in fuga dopo la prima trombatina. Comunque si sarebbe suicidata alla prima ruga proiettata dallo specchio.
 

Pashmina

New member
Io ho iniziato Madame Bovary ieri e sono ancora al primo capiolo, quindi non posso esprimere giudizi, ma, leggendo i vostri commenti, sembra molto bello! Spero che mi piaccia, anche se è una lettura obbligata dalla prof di italiano..
 

Ugly Betty

Scimmia ballerina
"Ci risiamo sempre i doveri. Parole del genere mi escono dalle orecchie. È un'accozzaglia di vecchi cretini dal panciotto di flanella e di bigotte con scaldino e rosario in mano, tutti accaniti a rifischiarci: "Il dovere, il dovere!" Eh, perbacco! Il dovere è sentire ciò che è grande, privilegiare ciò che è bello e non inchinarsi a tutte le convenzioni della società con le ignomie che ci impone."

La parola umana è come una caldaia incrinata su cui battiamo musica per far ballare gli orsi, quando vorremmo commuovere le stelle. (parte seconda, capitolo 12)

Proprio un bel libro. Quasi mai noioso, sempre ricco di spunti per riflettere. I personaggi sono ispezionati psicologicamente fin troppo bene.
Certo, qualche dettaglio funerario in meno non mi sarebbe spiaciuto e anche il finale mi è sembrato eccessivamente tragico. In ogni caso è un libro da leggersi! 4,5/5
 

velvet

Well-known member
Quella di Emma Bovary è una storia incredibilmente moderna. Superficiale ed ingiusto è definire la protagonista frivola o capricciosa. Dietro di lei vi è molto di più: il desiderio di poter vivere una vita vera, in cui i sentimenti la facciano da padrone prendendo a calci le convenzioni ed il buon costume. La voglia di incontrare un vero amore, la spinge a gettarsi tra le braccia di uomini che non potranno mai soddisfarla, perchè privi di spessore, di virilità, di maturità, partoriti da una realtà provinciale in cui la mediocrità serpeggia. Ma più di tutto, Emma è semplicemente un'infelice: e se sbaglia e spende la sua vita in stravaganze che denunciano un certo essere viziata, non è perchè ella sia realmente così, ma è la sua aspirazione a trovare qualcosa di reale in quella vita in cui ella è imprigionata a smuoverla. Tenta invano di ribellarsi alla condizione di inferiorità cui la donna è relegata, cercando di infrangere a suo modo le consuetudini, smettendo ad un certo punto di preoccuparsi della moralità, senza mai abbandonare tuttavia il proprio orgoglio e la propria dignità. Ma l'impostazione rigida del mondo, i suoi continui fallimenti, la sua afflizione, finiscono per consumarla come un cancro che da dentro le ha succhiato via ogni briciolo di linfa vitale: Emma se ne va, così come ha vissuto l'intera sua vita, con un'illusione dentro agli occhi ma il cuore troppo stanco per tornare a battere ancora.
Voto: 4/5

Lette un po' delle recensioni su questo bellissimo libro, mi trovo d'accordo con quanto scritto da Briseide.
Emma è una donna infelice, sposata ad un uomo che non ama, che si accontenta di una vita semplice e non si chiede mai se anche Emma é felice, dà per scontato che quello chè fa felice lui basti anche alla moglie.
Per cercare la felicità che le manca si butta in amori idealizzati, nella ricerca del lusso, nella demolizione delle convenzioni che la imprigionano. Sbaglia strada certamente, ma non è che la sua vita, l'ambiente e la società in cui viveva le dessero molte possibilità di riscatto, e per i suoi errori paga un prezzo molto alto.
Libro molto attuale che insegna molto piú oggi che allora, oggi infatti altre possibilità una donna ce le ha.
 

Holly Golightly

New member
L'ho letto un po' di anni fa, ero al liceo... mi ricordo che mi ci volle tanta tanta fatica per finirlo, però è uno di quei libri di cui mi è rimasto molto. Avrei quasi voglia di rileggerlo.
 

velmez

Active member
ho trovato questo libro scorrevole e ben scritto, ma ho abbastanza odiato il personaggio di Emma... tutto sommato non è vittima di un uomo crudele, sposato controvoglia, che la tratti male o le faccia mancare alcunchè...
cioè... poteva anche accontentarsi... soprattutto non vedo perchè un'amante donna debba svenarsi economicamente... insomma non ha capito proprio nulla: farsi mantenere!!
poi trovo molto irritante il rapporto che ha con la figlia... poverina...
comunque piacevole lettura!
 

isola74

Lonely member
Un libro triste. Triste come la condizione di una donna imprigionata in un matrimonio senza amore, e senza possiiblità di uscirne (spesso capita anche oggi:W)
Per tre quarti del romanzo ho compatito Emma, ma confesso che alla fine cominciava ad innervorsirmi con tutte le sue decisioni menefreghiste....
Si è illusa per ben due volte di aver trovato il vero amore, e tutte e due le volte è rimasta solo con la polvere d'oro tra le mani...
Non bisogna toccare gli idoli: la polvere d'oro che li ricopre potrebbe restarci attaccata alle dita.perchè la povere d'oro resta sulle mani :ad:

Scontato il paragone finale con Anna Karenina, che però vince la gara di antipatia...
Promosso, anche se non a pieni voti.
 

Valuzza Baguette

New member
Io l'ho apprezzato molto,è il primo romanzo di Flaubert che leggo e mi sono innamorata del suo stile,che tra l'altro non ho trovato noioso,anzi,le atmosfere sono evocative,la capacità descrittiva dell'autore ti catapulta letteralmente nel mondo di Emma.
Madame Bovary innamorata dell'amore ma incapace di amare veramente,non è riuscita mai davvero ad amare neppure se stessa.
Molto bello.
 

Nefertari

Active member
E' il primo libro che leggo di Flaubert e devo dire che l'ho molto apprezzato. Ben scritto, molto scorrevole e mi ha trasmesso le sensazioni provate dalla protagonista.
 

estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
La quasi totalità dei classici suscita in me il desiderio di conoscere, di leggere di prima mano le opere tanto osannate e tanto alacremente studiate a scuola. Ovviamente “Madame Bovary” non fa eccezione, perciò ho deciso, finalmente, di colmare questa lacuna. Cos’ho trovato? Un classico della letteratura francese destinato a non tramontare col tempo, una protagonista e dei personaggi memorabili, un intreccio reso magistralmente semplice, nonostante il minuzioso e particolareggiato racconto delle vicende di Emma Bovary.
La storia è arcinota: il medico di provincia Charles Bovary, vedovo giovane di indole pacata, sposa la bella e vivace Emma Rouaut che ben presto si dimostra moglie attenta, graziosa, delicata ed elegante. Sin dall’infanzia, tuttavia, Emma ha sempre dimostrato una certa insofferenza intrinseca: sin da bambina si appassionava con tutta se stessa a qualcosa per poi stancarsene subito e passare ad altro. Quest’attitudine pericolosa è cresciuta nel tempo, fino a riguardare gli oggetti (tra l’altro la signora ha gusto e non vuol privarsi di nulla) e le persone. Questo la condurrà irrimediabilmente all’adulterio, alla dissolutezza e alla rovina morale ed economica. Man mano che si prosegue nella lettura, Emma appare sempre più volubile, insoddisfatta, piena di manie compulsive e vanità, irrimediabilmente persa verso un destino nefasto. Intorno a lei, poi, troviamo la varietà degli abitanti di un villaggio, dallo speziale eccentrico al curato, all’esattore, ai domestici e, ultimo ma non per importanza, al marito. Charles Bovary è l’altro grande protagonista, o meglio vittima, di questo racconto: la sua pacatezza, il suo farsi scivolare le cose di dosso, il suo non voler vedere e giustificare sempre e comunque i capricci della moglie, saranno la concausa dell’epilogo tragico di questa storia.
Un classico della letteratura, questo, che non può mancare fra le letture di ogni lettore che si rispetti. Una trama che oggi non considereremmo originale, ma che all’epoca in cui fu scritta provocò non pochi scandali, è resa scorrevole dalla prosa fluida dell’autore. Lo stile, l’intreccio narrativo, fa di “Madame Bovary” un libro attuale e perfettamente leggibile da chiunque. Lettura altamente consigliata, dunque!
 

ornellagiau

New member
Madame Bovary sono io?

Ho letto da poco e per la prima volta questo romanzo.
Erano diversi mesi che questo libro mi chiamava, ma per un motivo o per l'altro non mi decidevo a iniziare. Finalmente, a gennaio, ho scaricato l'app del Kindle sul telefono nuovo e ho comprato la versione elettronica a pochi centesimi.

Che dire; sono rimasta folgorata. L'ho letto andando al lavoro, in fila alle poste, persino al bagno quando proprio si era nei momenti clou della storia. Come solo i veri capolavori sanno fare, questo classico ha influenzato il mio modo di pensare durante tutto il periodo di lettura, e mi ha lasciato con una voglia immensa di parlarne, di porre domande e di discuterne per ore. ^^

Personaggi
Iniziamo dai personaggi e dal mio rapporto con loro. Charles per esempio, secondo me è l'unico che, alla fine dei conti, si salva e per cui si può pronunciare un sincero "poverino, non te lo meritavi". Nel senso che facendo un bilancio delle virtù e dei mostri di ogni personaggio, Charles mi è sembrato l'unico veramente "buono". E' un uomo semplice, forse mediocre, ma alla fine ha veramente sempre agito per amore e mai per vendetta o avidità. Non ha mai agito per portare acqua al suo mulino. Quindi vorrei spezzare una lancia per questo povero disgraziato, la cui unica colpa è stata essere un semplice dottore di campagna.
Lo stesso non vale per Rodolphe, che io ho profondamente odiato. Tipico narcisista donnaiolo, stranamente simile a un sacco di gente che si può incontrare oggi, negli anni duemila, sulle spiagge o sulle piste da sci, la sua esistenza e il suo successo nel sedurre come una pera Emma sono un insulto all'intelligenza femminile.
Leon invece, con i suoi difetti, mi è risultato più simpatico come personaggio. Sono stata contenta che piano piano si sia reso conto della situazione disastrosa in cui si era cacciato, e che sia riuscito ad uscirne e a salvare se stesso almeno.

Emma, la protagonista che compare a libro già iniziato, con lei ho sviluppato un rapporto abbastanza conflittuale. All'inizio mi sembrava stupida ed esagerata nelle sue paturnie. Il suo scontento e la sua incapacità di apprezzare la realtà che aveva davanti mi hanno esasperata al punto che quando è arrivato Rodolphe sono stata contenta che si beccasse un pò di cattiveria. Ho odiato il modo in cui ha trattato Charles, come l'ha spinto a fare qualcosa che sapeva non sarebbe stato in grado di fare (vedi operazione al piede) per poi non confortarlo nemmeno quando le cose sono andate come sono andate. Poi però è incominciato il finale, la parte in cui lei raccoglie effettivamente quello che ha seminato e li ho cominciato a perdonarle ogni cosa. Sono stata triste quando sono finiti i soldi per le cambiali e sono venuti gli ispettori a pignorare i mobili, ho avuto pietà di lei quando è andata a chiedere aiuto a chiunque e nessuno gliel'ha dato. Perchè Mr. Lheureux perchè? Concedetegli almeno un'altro giorno!
Mi ha fatto tenerezza quando, dopo aver mangiato l'arsenico, ha creduto che sarebbe morta senza dolore. Insomma, Emma Bovary, come tutti i grandi esponenti del lato oscuro, si salva all'ultimo giro e lascia al lettore un senso di mancanza come se ti fosse morto il gatto o qualcosa del genere.

Stile
Ho capito che stavo leggendo qualcosa di grandioso quando, guardando il contatore del kindle, mi sono accorta di aver letto un quarto del libro in pochi giorni. Nonostante non ci siano granchè di dialoghi o grandi eventi in generale, non ci si riesce a staccare dalla prosa di Flaubert. E' come bere.
Non so se sia una questione di metrica o di lessico, ma uno stile del genere è veramente un miracolo del cielo secondo me. C'è da dire che ho avuto probabilmente molta fortuna con la traduzione e che di certo era il momento giusto per me per leggere questo libro, ma mi piace pensare che in assoluto sia un capolavoro per tutta l'umanità. Perchè la trama può piacere o non piacere, i personaggi possono attirare o meno, ma lo stile è universale. Un buon scrittore ingabbia il lettore parlando di qualsiasi argomento, anche solo di un panetto di burro dimenticato nel frigo. Che ne pensate? Mi sbaglio?

Ora c'è un problema: appena finito di leggere ovviamente volevo ributtarmi in quella scrittura per un altro giro, ma non volevo leggere direttamente un altro libro dello stesso autore, temevo che non reggesse il confronto o che mi annoiasse. Così mi sono decisa a comprare l'edizione kindle de il rosso e il nero. Ho pensato "sempre francese, circa stesso periodo, sarà altrettanto bello". Come potete immaginare non è andata così. Sono fossilizzata al primo quarto dei libro e mi fa fatica smuovermi. Errore da principiante? Cosa non sto cogliendo nella scrittura di Stendhal?

Domanda aperte
I libri che ci cambiano la vita non lo fanno dandoci risposte ma aprendoci delle domande. Ho detto prima che con Emma ho avuto un rapporto non sempre amichevole. L'ho trovata subdola, superficiale e vendicativa e non mi sono andati giù i suoi comportamenti ingiusti con Charles (lasciando perdere il tradimento, lo tratta da schifo in generale). Però alla fine, tutta questa storia e questo pensarci e ripensarci mi ha lasciato con un dubbio: sono anche io forse un pò come Emma? Disprezzo anche io una realtà buona e cara andando appresso a sogni di grandezza inutili? Tratto anche io le persone che mi vogliono veramente bene con la stessa crudeltà con cui Emma tratta Charles? E dall'altra parte, non ha forse Emma ragione a trattarlo così come l'uomo "mediocre" che veramente è? Qualcun altro sta attraversando questa stessa catarsi?

Forse una cosa sola si può imparare da Madame Bovary: non fare mai debiti. Alla fine infatti lei muore non d'amore, ma di vergogna.
 

Grantenca

Well-known member
La signora Bovary
E’ questo il titolo del romanzo nella traduzione di Natalia Ginzburg che ho letto recentemente, a distanza di circa 50 anni dalla prima lettura! Naturalmente mi ricordavo il tema , ma la trama solamente a grandi linee. Cosa dire?. Certo lo stile non è essenziale e stringato come io preferisco, ci sono anche momenti e descrizioni che, al giorno d’oggi, possono apparire come lungaggini che appesantiscono il racconto, ma questo non va a discapito della qualità della scrittura che resta, per tutto il libro, elevatissima. C’è poi il tema trattato che, almeno per me e forse per la mia generazione , resta attualissimo. Bovary è un medico di campagna che si è costruito una carriera dignitosa per la sua abnegazione, volontà e spirito di sacrificio, pur non avendo capacità particolari. E’ stato programmato dalla madre, per sottrarlo alla miseria cui sarebbe inevitabilmente destinato dal momento che il padre dedicava tutta la sua vita alla distruzione del piccolo patrimonio di famiglia. Bovary, con grandi sacrifici è riuscito nel suo intento, e la madre gli programma anche il matrimonio con una ricca vedova, che tanto ricca poi non è . Una donna che lo assiste nella vita quotidiana, lo guida, lo ama a modo suo ed anch’egli la rispetta, ma a letto ha sempre i piedi freddi. Poi il caso lo fa incontrare con la protagonista, Emma, la giovane figlia di un piccolo possidente di campagna che è stata allevata ed educata signorilmente in un collegio di suore, ha perso la madre prematuramente, e vive in campagna con il padre. Emma non ama la campagna, come anche si era stancata del collegio, e la morte della moglie del dottore accelera la richiesta di Bovary di chiederla in moglie al padre, che acconsente molto volentieri dal momento che quella figlia, in campagna, non gli era di molto aiuto. E qui mi fermo per non raccontare il seguito che è un racconto in cui l’angoscia cresce pagina per pagina fino all’epilogo. Magari molti si potranno chiedere se può esistere un uomo come Bovary che non si rende conto della insoddisfazione della moglie. Io dico di sì. Questo matrimonio è la prima decisione che egli ha preso senza il preventivo consenso della madre, è innamoratissimo, la moglie è molto giovane e bella, abilissima dissimulatrice, a lui sembra di vivere in paradiso. Emma è una donna, che leggendo qualche romanzo romantico dell’epoca, sogna una vita fatta di eterni momenti di felicità a cui si sente destinata. Tale convinzione è rafforzato dalla serata di ballo nel castello del marchese, dove viene invitata a ballare il valzer addirittura dal “Visconte”, il ballerino più ambito della serata. Man mano che si rafforzano i suoi sogni ella disprezza sempre di più il mediocre marito e poi, di conseguenza, arriva tutto il resto. C’è poi molto altro nel libro, il mercante che, come un serpente boa avvolge nelle sue spire la malcapitata fino a soffocarla, il garzone di bottega innamoratissimo della signora e molto altro. Alla fine quasi tutti traggono qualche vantaggio, piccolo o grande, dalla tragedia, che è tale forse solo per il marito, il padre (che forse sente qualche senso di colpa) e proprio per il garzone che sembra non rassegnarsi alla fine dei suoi sogni forse sentendosi anche un po’ corresponsabile. Che dire poi di Emma? Può sembrare un mostro, ma con difetti molto umani che si incontrano nella vita di tutti i giorni. Di queste situazioni, nella mia vita, avendo anche vissuto molto, ne ho incontrate più di una. Per questo non posso che concordare con chi ritiene questo libro un pietra miliare nella storia della letteratura.
 
Alto