Lawrence, David H. - L'amante di Lady Chatterley

mame

The Fool on the Hill
Questo romanzo è un inno alla liberazione sessuale, e considerando appunto la società bigotta e morigeratissima cui si rivolgeva, la cosa non è da poco. Questo è il contenuto principale, che dunque non è "nullo". E non è neanche l'unico, perché c'è pure una critica al materialismo della società industriale (il capitolo dove la protagonista attraversa il villaggio operaio soprattutto).
Chiaro che nella società d'oggi, enormemente più libera nelle cose di sesso, quell' "inno" appare vecchio, ma i libri vanno giudicati tenendo conto anche del loro contesto, di com'era la situazione quando sono usciti.


Stilisticamente non è un'opera eccezionale. Ma non è neanche illeggibile a parer mio: i personaggi, benché abbastanza semplici, mi sembrano convincenti, e nelle scene di sesso Lawrence si concentra assai più sulle emozioni dei due che non sulla pura fisicità (al punto che io nemmeno lo definirei un libro erotico). A lui interessa come i personaggi vivono il sesso, come questo si integra nelle loro vite, più in generale quale parte esso ha nella costituzione dell'individuo. Per esempio la tristezza di Lady Chatterley prima del suo incontro col guardiacaccia non è semplicemente quella di una ninfomane insoddisfatta, ma quella di una donna poco amata, cui in particolare nessuno riconosce una sessualità forte e indipendente, fino al desiderio di maternità, o anche più semplicemente il piacere di godere della sua bellezza.

Se questo è fra i più brutti libri che hai mai letto, lasciami dire che sei fortunata: io mi sono imbattuto in cose enormemente peggiori :)

Tutto quello che hai scritto lo avevo già letto nei testi di critica ai tempi dell'università. Ma a prescindere dal valore "rivoluzionario" che il libro ha avuto ai suoi tempi, letterariamente non è niente più di tanti altri. Tolto dal suo contesto non ha secondo me valore letterario. Ogni tanto bisognerebbe essere onesti e valutare obiettivamente quelli che ci sono stati tramandati come classici. E' ovvio che se tutta l'Inghilterra si è ribellata perché lo considerava indecente il testo ci è stato tramandato come un classico che non può non essere letto, ma francamente non gli trovo niente di universale, niente che lo renda attuale oggi nell'intimità dei personaggi come potrebbe essere Shakespeare. Da un "classico" mi aspetto qualcosa di più che essere citato in una storia della letteratura.

Quanto alla critica della società industriale, era cominciata già ai tempi di Wordsworth e Coleridge. A me fa un po' ridere la ricca signora che contempla l'arida società del profitto. Mi sembra tanto Madame Bovary che va a casa della nutrice con la puzza sotto il naso e si pulisce i piedi prima di _uscire_. E Madame Bovary Lady Chatterley non la vede nemmeno.....
 

Masetto

New member
Ogni tanto bisognerebbe essere onesti e valutare obiettivamente quelli che ci sono stati tramandati come classici.
Togli pure l’ogni tanto. Se c’è una cosa che io cerco sempre di fare è proprio questa :)


letterariamente non è niente più di tanti altri.
non gli trovo niente di universale, niente che lo renda attuale oggi nell’intimità dei personaggi come potrebbe essere Shakespeare. Da un “classico” mi aspetto qualcosa di più
Io invece ricordo qualche passaggio dove il sentimento dei protagonisti viene fuori con notevole verità e naturalezza, pur trattandosi sempre, lo ammetto, di sentimenti piuttosto semplici.
Per esempio quando Connie, sconfortata dalla sua solitudine e dall’incapacità d’amare del marito (che non si limita all’impotenza: mai che lui le faccia una carezza), piange mentre accudisce i pulcini del guardiacaccia, sentendo come nel suo matrimonio manchi ogni contatto fisico, ogni calore, non solo l’ovvia soddisfazione dei sensi. E certo il messaggio che più sta a cuore a Lawrence è proprio che anche il corpo ha diritto ai suoi piaceri, al punto che il rapporto uomo-donna deve essere ripensato tenendone conto. L’amore puramente di testa che Lord Clifford pretende di vivere con Connie per Lawrence non potrà mai funzionare, proprio perché in Connie, come nella gran parte degli esseri umani, anche la carne vuol vivere.
Poi ricordo che il guardiacaccia, verso la fine, scrive una lunga lettera a Connie, dove espone e discute alcune sue idee generali, ma poi conclude così: “Bene! Tante parole perchè non posso toccarti. Se potessi dormire tenendoti tra le braccia l’inchiostro si seccherebbe nel calamaio”: il desiderio esplode in tutta la sua forza, non meno importante delle meditazioni di lui, e prende forma in un’espressione di grande delicatezza, secondo me.
D’accordo, non è Shakespeare. Ma si possono fare ottime opere anche con uno stile non particolarmente nuovo o eccelso: pensa a Goldoni: ha rivoluzionato la commedia italiana pur non avendo mai scritto una sola frase “definitiva”.

Quanto alla critica della società industriale, era cominciata già ai tempi di Wordsworth e Coleridge.
L’originalità di Lawrence secondo me è la critica all’uomo che non riconosce le pulsioni naturali, in particolare quelle sessuali, e cerca invece di realizzarsi nel conformismo, nel soddisfacimento di desideri che gli sono imposti da fuori. Ciò che avviene nella società industriale.

A me fa un po’ ridere la ricca signora che contempla l’arida società del profitto. Mi sembra tanto Madame Bovary che va a casa della nutrice con la puzza sotto il naso e si pulisce i piedi prima di uscire.
E Madame Bovary Lady Chatterley non la vede nemmeno.....
Qui non capisco bene... Ad ogni modo quello di Connie non è un disprezzo “di classe”: lei ha in odio la massificazione, l’inautenticità, l’arrivismo del proletariato industriale, ma non si sente più nobile di quelle persone: tanto che lascia il ricco marito per il povero guardiacaccia.



(P.S.: In questi giorni navigando ho problemi con la grafica: si vede normale questo post?)
 

mame

The Fool on the Hill
Io invece ricordo qualche passaggio dove il sentimento dei protagonisti viene fuori con notevole verità e naturalezza, pur trattandosi sempre, lo ammetto, di sentimenti piuttosto semplici.
Per esempio quando Connie, sconfortata dalla sua solitudine e dall’incapacità d’amare del marito (che non si limita all’impotenza: mai che lui le faccia una carezza), piange mentre accudisce i pulcini del guardiacaccia, sentendo come nel suo matrimonio manchi ogni contatto fisico, ogni calore, non solo l’ovvia soddisfazione dei sensi. E certo il messaggio che più sta a cuore a Lawrence è proprio che anche il corpo ha diritto ai suoi piaceri, al punto che il rapporto uomo-donna deve essere ripensato tenendone conto. L’amore puramente di testa che Lord Clifford pretende di vivere con Connie per Lawrence non potrà mai funzionare, proprio perché in Connie, come nella gran parte degli esseri umani, anche la carne vuol vivere.
Poi ricordo che il guardiacaccia, verso la fine, scrive una lunga lettera a Connie, dove espone e discute alcune sue idee generali, ma poi conclude così: “Bene! Tante parole perchè non posso toccarti. Se potessi dormire tenendoti tra le braccia l’inchiostro si seccherebbe nel calamaio”: il desiderio esplode in tutta la sua forza, non meno importante delle meditazioni di lui, e prende forma in un’espressione di grande delicatezza, secondo me.
D’accordo, non è Shakespeare. Ma si possono fare ottime opere anche con uno stile non particolarmente nuovo o eccelso: pensa a Goldoni: ha rivoluzionato la commedia italiana pur non avendo mai scritto una sola frase “definitiva”.


L’originalità di Lawrence secondo me è la critica all’uomo che non riconosce le pulsioni naturali, in particolare quelle sessuali, e cerca invece di realizzarsi nel conformismo, nel soddisfacimento di desideri che gli sono imposti da fuori. Ciò che avviene nella società industriale.


Qui non capisco bene... Ad ogni modo quello di Connie non è un disprezzo “di classe”: lei ha in odio la massificazione, l’inautenticità, l’arrivismo del proletariato industriale, ma non si sente più nobile di quelle persone: tanto che lascia il ricco marito per il povero guardiacaccia.


Siamo d'accordo su quello che scrivi, tranne che per qualche dettaglio. Intanto la scelta deliberata di Lawrence di mettere tra i protagonisti del terzetto un uomo paraplegico, non un uomo che _sceglie_ un rapporto mentale piuttosto che un rapporto fisico. E' _necessariamente_ un uomo che non può vivere la propria sessualità e ha lui stesso delle sofferenze per questo, che comportano un rifiuto in toto di una sessualità che, con sua sofferenza, non può vivere. E già questa è stata una scelta subdola da parte dell'autore, che ha creato una situazione estrema, del tutto finalizzata alla dimostrazione di una tesi. Dall'altro lato però non abbiamo un uomo propriamente _completo_: il guardacaccia sembra poco più di una bestia, con qualche vago sentimento, sì, forse, chi lo sa, ma fondamentalmente quello che domina in lui è la spinta sessuale. Alla fine Lady Chatterley fa una scelta scontata come una marionetta nelle mani dell'autore. E fa una scelta di sesso che nessun lettore può condannare perché il marito della donna è impotente e il lettore sa bene che un matrimonio ha bisogno anche di sesso, altro che carezzine. Mi pare che nel voler dimostrare l'importanza _anche_ del sesso, Lawrence abbia invece dimostrato, forse senza rendersene conto, che in realtà la donna finisce per far coincidere il sesso con l'amore, e sceglie l'uomo che la desidera carnalmente perché (e in questo sì che Lawrence conosce la natura femminile) la donna al 90% identifica il desiderio sessuale con il desiderio amoroso.

Quanto alla società industriale, Wordsworth parlava della nuova classe operaia con la tristezza dell'abbrutimento, evidenziandone la discesa negli istinti brutali dell'alcolismo, dell'animalità istintiva che voleva soddisfare solo gli impulsi più fisici (dunque anche sessuali) piuttosto che curare l'elevazione dello spirito.

Non ti preoccupare per come arrivano scritti i messaggi. Da quando i caratteri sono diventati puntini sullo schermo, io faccio di quegli errori di battitura che nemmeno una capra!!! :W
 

Masetto

New member
la scelta deliberata di Lawrence di mettere tra i protagonisti del terzetto un uomo paraplegico, non un uomo che _sceglie_ un rapporto mentale piuttosto che un rapporto fisico. E' _necessariamente_ un uomo che non può vivere la propria sessualità e ha lui stesso delle sofferenze per questo, che comportano un rifiuto in toto di una sessualità che, con sua sofferenza, non può vivere. E già questa è stata una scelta subdola da parte dell'autore, che ha creato una situazione estrema, del tutto finalizzata alla dimostrazione di una tesi.
Questo scelta infatti gli è stata rimproverata, non ricordo se da dei critici o da altri scrittori. Concordo con te. Era meglio se faceva di Lord Clifford un uomo fisicamente sano.

il guardacaccia sembra poco più di una bestia, con qualche vago sentimento, sì, forse, chi lo sa, ma fondamentalmente quello che domina in lui è la spinta sessuale.
Qua invece non sono d’accordo; non lo trovo un personaggio così animalesco. E’ un uomo semplice, che però legge, pensa anche, cerca di migliorarsi, e riguardo al sesso ha cercato di farsi le sue idee, non si limita all’atto fisico.

Alla fine Lady Chatterley fa una scelta scontata come una marionetta nelle mani dell'autore. E fa una scelta di sesso che nessun lettore può condannare perché il marito della donna è impotente e il lettore sa bene che un matrimonio ha bisogno anche di sesso, altro che carezzine.
A me non pare una scelta così scontata: esistono anche gli amori platonici. E nella repressiva società vittoriana lo era ancora meno: non credo si considerasse fallimentare un matrimonio solo perchè la moglie non poteva dirsi _sessualmente_ soddisfatta. Si guardava molto alle apparenze in queste cose.
Ma dici bene che l’impotenza di Lord Clifford è un elemento troppo condizionante, e di sicuro qui Lawrence poteva trovare di meglio.

Mi pare che nel voler dimostrare l'importanza _anche_ del sesso, Lawrence abbia invece dimostrato, forse senza rendersene conto, che in realtà la donna finisce per far coincidere il sesso con l'amore, e sceglie l'uomo che la desidera carnalmente perché (e in questo sì che Lawrence conosce la natura femminile) la donna al 90% identifica il desiderio sessuale con il desiderio amoroso.
Chissà nell’uomo qual’è questa percentuale… :)

Di certo Lawrence voleva mostrare la prima cosa, per cui ha costruito due personaggi “a tema” che, _in contrasto con la mentalità di allora_ , scelgono di basare la loro relazione prima di tutto sull’intesa sessuale. Si tratta d’una scelta polemica, d’una provocazione. A me non ha dato l’impressione di voler dire che questo è l’unico comportamento corretto, che se una donna non mette al primo posto il sesso sbaglia.

Quanto alla società industriale, Wordsworth parlava della nuova classe operaia con la tristezza dell'abbrutimento, evidenziandone la discesa negli istinti brutali dell'alcolismo, dell'animalità istintiva che voleva soddisfare solo gli impulsi più fisici (dunque anche sessuali) piuttosto che curare l'elevazione dello spirito.
Ok. E Lawrence concorda su questo, ma in più cerca di recuperare il lato positivo, naturale, “costruttivo” del sesso.

i caratteri sono diventati puntini sullo schermo
? ?
 
A me il libro è piacuto molto, e concordo quasi su tutto ciò che è stato detto da Elisa e Masetto...credo che può tranquillamente continuare a chiamarsi un "classico", a maggior parte perchè ha cercato di rompere alcuni tabù, ma anche perchè è stato scritto da un uomo.
C'è una bellissima descrizione della sitazione in qualle si trovava Connie e che mi ha colpita tanto anche per la sua poeticità:

Clifford e Connie vivevano a Wragby da quasi due anni, vivevano quella loro vita assorti in Clifford e nel suo lavoro. I loro interessi comuni non avevano mai cessato di concentrarsi sul suo lavoro. Parlavano e discutevano sulle difficoltà della composizione e avvertivano che qualcosa stava accadendo, che, seppure nel vuoto, qualcosa stava veramente accadendo.
E questa era vita, anche se nel vuoto. Per il resto era una non-esistenza. Anche Wragby era là eppure non c'era, così come la servitù: esseri spettrali, inconsistenti. Connie era solita passeggiare per il parco e nei boschi intorno, godendo di quei momenti di solitudine passati a rovistare con i piedi tra le foglie brunite dell'autunno, a raccogliere le primule di primavera. Ma non era che un sogno, o meglio, un simulacro della realtà. Per Connie le foglie di quercia non erano che foglie di quercia viste tremolare in uno specchio, lei stessa non era che una donna di cui qualcuno stava leggendo la storia mentre raccoglieva primule fatte di ombre del ricordo, parole. In lei, nulla di tangibile... nessun contatto... alito di vita. C'era solamente quella sua vita con Clifford, questo sbrogliare la matassa dei racconti all'infinito, sviscerare quelle minuzie della coscienza, quelle storie nelle quali, così aveva detto Sir Malcom, non c'era nulla e dunque non sarebbero durate. A ciascun giorno la sua pena. A ciascun momento l'apparenza della realtà.
Clifford aveva numerosi amici, o meglio sarebbe dire, conoscenti; li invitava spesso a Wragby. Invitava ogni specie di individui: critici, scrittori, persone insomma che sarebbero state d'aiuto per il successo dei suoi libri. E loro erano lusingati dell'invito a Wragby e contraccambiavano con le lodi ai libri di Clifford. Connie capiva tutto, accettava tutto. E perché no? Non erano che tremolanti figure nello specchio. Cosa c'era di male?
 

Lollina

New member
Pubblicato a Firenze (ma in inglese) nel 1928, questo romanzo è circolato in Gran Bretagna in versione censurata fino al 1960. E non c’è da stupirsene: è infatti straordinaria l’audacia dell’autore, che in tempi di dilagante moralismo consono all’alta borghesia al potere, accompagnato da una morale machista che si sposa con il nazionalismo che dilaga in Europa, osa scegliere come oggetto della sua scrittura il piacere, o meglio il diritto al piacere rivendicato da una giovane donna della buona società britannica.
E’ un romanzo a tesi: il corpo ha le sue ragioni che la ragione non conosce (potremmo dire parafrasando Pascal) ed è l’unica via per la libertà. La scrittura è di conseguenza lucida e analitica, senza concessioni al sentimentalismo.
Il che è indubbiamente da ascrivere a vantaggio di un romanzo che tradizionalmente viene ascritto alla letteratura erotica, e che invece si può a buon diritto definire “romanzo filosofico”.
 

Marika26

New member
Un capolavoro!!! Bellissimo e scorrevole, è un libro che regala tanti diversi spunti di riflessione e tratta un tema che è ancora attuale: è un'aspra critica contro l'industrializzazione di inizio Novecento, industrializzazione che fa dimenticare cosa sia la vita e i sentimenti e rende le persone vuote e morte dentro, dedite solo al denaro e al successo(ovvero la dea cagna!). La protagonista sceglie di andare contro le convenzioni sociali e sceglie di vivere e di amare ed essere amata...bellissima la frase che dice che l'amore non è altro che il tenero contatto tra due persone! Consigliato!!!!
Quoto..io l'ho trovato bellissimo!
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Confesso che ho desiderato spesso di sospendere la lettura per proporlo per un minigruppo, ce la saremmo spassata alla grande :mrgreen: Ma poi non l'ho fatto e ho terminato il libro.
Le mie impressioni sono contrastanti. La prima parte mi è piaciuta, rende bene l'insoddisfazione della signora Chatterley, la mentalità sua e del suo ambiente, decisamente all'avanguardia rispetto ai tempi. Il tutto senza che la protagonista risulti antipatica o capricciosa, lei mica va a cercarsela, si fa i fatti suoi zitta zitta e poi, toh...in un bosco dove non passa mai anima viva esiste un introverso ma a suo modo sensibile guardacaccia, e così scocca la scintilla...e che scintilla :mrgreen: Complice una traduzione decisamente brutta, devo dire che nella seconda parte (cioè dopo che i protagonisti "quagliano") certi dialoghi, che vorrebbero essere erotici, sono buffi, per non dire che, a mio parere, rasentano il ridicolo...a tratti degni della Littizzetto, solo che anziché Walter e Iolanda qui abbiamo John Thomas e Lady Jane :mrgreen: Altre parti riescono nel loro intento di comunicare la passione tra Connie e il guardacaccia (a parer mio un po' improbabile, almeno in quelle circostanze).
In ogni caso, devo ammettere che questo libro, nonostante a tratti sia un po' noioso, è unico e rivoluzionario, per quell'epoca. Capisco che non sia mai stato dimenticato e che abbia avuto il successo che ha avuto. L'autore si serve dei personaggi per esprimere non solo le sue idee "moderne" riguardo alla liberazione sessuale - tra l'altro pare che nel creare il personaggio di Lady Chatterley si sia ispirato alla moglie traditrice! - ma anche rispetto a tutto quanto riguarda la sfera sociale. La critica all'industrializzazione e il sottolineare la spersonalizzazione e il grigiore degli operai si accompagnano, forse quasi contraddittoriamente, ad una certa benevolenza dell'autore nei confronti del guardacaccia - quindi della classe lavoratrice - e alla sua ostilità verso Clifford, il marito di Connie, che rappresenta invece la classe intellettuale e aristocratica. Lo scrittore si fa beffe delle diseguaglianze sociali, considerando l'importanza che esse avevano all'epoca e, a ben vedere, sembra sarcastico e fortemente irritato nei confronti dell'intera società - ammetto che questo me lo rende simpatico - e alla fine sembra non si salvi nessuno dal suo giudizio tagliente, tranne chi è sorretto dalla passione.
 

Nerst

enjoy member
L' amore di Connie, la protagonista, è davvero sentito e profondo ed ha la fortuna di essere ricambiata da colui che riesce a trovare in lei il suo desiderio di essere amato come finora mai successo.
Entrambi si sentono fortunati ad essersi incontrati e si esprimono così naturalmente che tutto la situazione difficile che vede entrambi legati ad altre persone si cancella e restano solo loro. Ho trovato solo il linguaggio un po' forte, ma per il resto è pura passione.

Riporto un passo che il guardiacaccia scrive alla sua amata:

"Credo nella fiammella che c' è tra noi. Per me oramai è l' unica cosa che conta al mondo. Non ho amici intimi, ho solo te. E adesso questa fiammella è la cosa più cara che ho al mondo, essa è si perfetta. E' la cosa a cui tengo e a cui terrò sempre.... Questo inverno starò attaccato alla mia fiammella ed avrò un po' di pace, non permetterò che l' alito della gente la spenga."
 

Grantenca

Well-known member
Un libro che, certamente, non mi ha annoiato. Lo ritengo un buonissimo libro, certamente rivoluzionario per il periodo in cui è stato scritto. Non so se si può definire un "classico", ma ritengo che questo, alla fine, sia un problema secondario. Resta la bellissima descrizione di una passione che si accende progressivamente in modo inarrestabile tra due persone di classe sociale agli antipodi, e la forza di questa passione travolge ogni ostacolo, sociale e morale. La giusta e forse inizialmente inconsapevole aspirazione di questa donna ad essere finalmente "donna" giustifica ogni suo comportamento successivo e le sensazioni che in essa provoca una relazione carnalmente completa e soddisfacente sono descritte in modo mirabile dallo scrittore, senza mai cadere nel volgare, e acquistano ancor maggiore valore a mio avviso perché descritte da un uomo. Concordo con chi dice che questo non è un libro erotico ma filosofico.
L'unica remora è, per me, il finale. Molto più probabilmente una donna di quei tempi avrebbe coltivato questa passione senza stravolgere la propria vita sociale, e forse qui lo scrittore ha voluto dare una patente di "onestà" alla protagonista di cui, forse perché ragiono con la mentalità di questi tempi, non c'era alcuna necessità.
Complimenti a tutti per le considerazioni e le analisi di questo libro.
 

Nerst

enjoy member
... La giusta e forse inizialmente inconsapevole aspirazione di questa donna ad essere finalmente "donna" giustifica ogni suo comportamento successivo e le sensazioni che in essa provoca una relazione carnalmente completa e soddisfacente ....



Concordo, per Connie vivere questo amore ha significato sentirsi viva.
Un passo che mi ha toccata è stato quando il marito esprime il suo parere quando lei confessa il suo amore:

Rimase chinato in avanti, fissandola come una bestia costretta in un angolo: "Mio Dio, dovresti essere spazzata via dalla faccia della terra!"

"Perché?" , biascicò debolmente.

Ma Clifford sembrò non udirla.
 

LearnToKill

New member
Leggendo le recensioni scritte prima della mia, posso dire che è stato scritto praticamente tutto. Un libro pieno di insoddisfazione (per quanto riguarda la figura di Connie), di perbenismo, di piccolezza d'animo e di assenza di individualità, invece, per la figura di Clifford e tutta la borghesia inglese. Connie, schiava di un mondo fatto di etichette e regole, riesce a dare un senso a se stessa, sentirsi finalmente piena, apprezzata e sopratutto donna, vivendo una relazione extraconiugale che la porterà, poi, a porre le basi per liberarsi dalle catene della società. Una lettura sicuramente scorrevole e piacevole!
 

estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
Ho appena cominciato questo libro... ero partita con grandi aspettative, ma per il momento non mi appassiona... riconosco tuttavia che la scrittura è lineare e sorprendentemente chiara ed essenziale. Quanto al resto vi saprò dire molto presto. Continuo la lettura.
 

Smerdjakov

New member
grande libro, lawrence è uno dei miei favoriti, scrive divinamente

non si perde in fronzoli e preziosismi stilistici fini a se stessi ma è comunque capace di essere aulico e minuziosamente descrittivo quando il contesto narrativo lo richiede
 

estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
A lettura ultimata posso confermare le sensazioni provate all'inizio: il libro mi è piaciuto, sì, ma non mi ha entusiasmato. La trama, in sé, mi è parsa un po' scontata e banale... tuttavia credo che per essere compreso a pieno, questo libro vada contestualizzato nel periodo e nel background socioculturale in cui è ambientato e per cui è stato scritto. Ovvio che se lo leggiamo con occhi moderni considereremo normale che una donna viva intensamente una relazione clandestina e decida di lasciare il marito per stare con l'uomo che ama. Perfino le scene erotiche potrebbero sembrarci "niente di trascendentale" se paragonate a ciò che siamo abituati a vedere in tv o sul web. Se invece consideriamo l'opera con gli occhi dell'Inghilterra dei primi 900 allora sì che capiremo la rivoluzione che Lawrence volle portare e l'entità delle critiche che colpirono questo romanzo. Un punto a favore di Lawrence è la sua prosa chiara, diretta e senza orpelli. Un punto di demerito, invece, sono state le lunghe e minuziose descrizioni di scene lontane dalla trama, divagazioni un po' troppo ampie che distolgono l'attenzione del lettore dalla storia e fanno calare l'entusiasmo. Queste sono opinioni personali, s'intende!
 

Marzati

Utente stonato
Anche io ho trovato il libro un po' lento nella partenza, e in generale non mi ha entusiasmato, ma riconosco che si tratta di un testo che affronta l' ostico tema della sessualità, vista poi dal punto di vista femminile: doppio azzardo, per l' epoca.
A mio avviso Lawrence ha cercato di donare alle genti moraliste e ipocrite delle classi alte e non solo un' idea del sesso che diviene parte fondamentale della vita e del rapporto amoroso, ma anche e soprattutto che perde quella connotazione quasi negativa che gli veniva attribuita. Squisita poi l' idea di una ragazza così intrepida e pronta a scontrarsi con i pregiudizi e le consuetudini dell' epoca per stare con l' amato.
Ci sono poi altri spunti di riflessione: il tema dell' industrializzazione che quasi rende l' uomo disumano, allontanandolo dalla sua vera natura; viene criticata l' umanità in generale; l' incapacità di amare. Mi sembra quasi che Lawrence colleghi tutti questi elementi col filo dell' amore, o meglio: della sua mancanza. Mi ha colpito poi l' estrema solitudine delle persone e la loro difficoltà nel comunicare, i dialoghi spesso sono assenti, freddi, solo verso la fine Connie e l' amato si sciolgono.
Comunque il libro va letto, mi sento di consigliarlo.
 

Nefertari

Active member
Il libro mi è piaciuto molto, mi ha colpito il gran coraggio di Connie: andare contro tutto pur di vivere completamente la sua storia d'amore. Lo consiglio.
 
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