Frank, Anna - Diario

skunkie

New member
:wink: anche io l' ho letto alle medie la prima volta, poi l' ho riletto....e riletto....e riletto :lol:
poirot ti consiglio di andare oltre il film :wink: e' tutta un' altra cosa e per un appassionato di lettura come te credo sia da non perdere!

........bene, lo rileggo :mrgreen:
 

darida

Well-known member
Sono passati piu' di trent'anni, ma ricordo ancora lo strazio che provai in quelle semplici, efficaci, agghiaccianti parole, una lettura che secondo me, non p uo' mancare
 

Miag

New member
E' un libro allo stesso tempo pieno di speranza e di angoscia.. anche per me vale molto di più di certi libroni scitti da premi nobel.. Anna Frank per me è un'eroina per il modo in cui ha saputo affrontare situazioni così drammatiche con una forza d'animo sorprendente..

Concordo in pieno.
Da leggere e...rileggere.
 

isola74

Lonely member
L'ho letto tanti anni fa, poi riletto "da grande" e l'emozione è sempre la stessa, purtroppo, forse, solo più consapevole ..
E' non solo da leggere, ma da tenere nella libreria di casa
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Quando mi trovo per le mani un libro avvincente, non vedo l'ora di concluderlo per vedere come va a finire.
Nel caso del DdAF è stato l'esatto opposto: mi piaceva ma, conoscendo in anticipo la fine, avrei voluto che non finisse mai.
Peccato che ogni giorno si dimentichi sempre di più quello che è stato fatto.
Ciao Anna,
Saluti
 
Sabato, 20 giugno 1942.
Per alcuni giorni non ho scritto nulla, perché prima ho voluto riflettere un poco su questa idea del diario. Per una come
me, scrivere un diario fa un curioso effetto. Non soltanto perché non ho mai scritto, ma perché mi sembra che più tardi
né io né altri potremo trovare interessanti gli sfoghi di una scolaretta di tredici anni. Però, a dire il vero, non è di questo
che si tratta; a me piace scrivere e soprattutto aprire il mio cuore su ogni sorta di cose, a fondo e completamente.
"La carta è più paziente degli uomini"; rimuginavo entro di me questa massima in una delle mie giornate un po'
melanconiche mentre sedevo annoiata colla testa fra le mani, incerta se uscire o restare in casa, e finivo col
rimanermene nello stesso posto a fantasticare. Proprio così, la carta è paziente, e siccome non ho affatto intenzione di
far poi leggere ad altri questo quaderno rilegato di cartone che porta il pomposo nome di "diario", salvo il caso che mi
capiti un giorno di trovare un amico o un'amica che siano veramente "l'amico" o "l'amica", così la faccenda non
riguarda che me. Eccomi al punto da cui ha preso origine quest'idea del diario: io non ho un'amica.
Per essere più chiara debbo aggiungere una spiegazione, giacché nessuno potrebbe credere che una ragazza di tredici
anni sia sola al mondo. Neppur questo è vero: ho dei cari genitori e una sorella di sedici anni; conosco, tutto sommato,
una trentina di ragazze di alcune delle quali potreste dire che sono mie amiche, ho un corteo di adoratori che mi
guardano negli occhi e, se non possono fare altrimenti, in classe cercano di afferrare la mia immagine servendosi di
uno specchietto tascabile. Ho dei parenti, care zie e cari zii, un buon ambiente familiare; no, apparentemente non mi
manca nulla, salvo "l'amica". Con nessuno dei miei conoscenti posso far altro che chiacchiere, né parlar d'altro che dei
piccoli fatti quotidiani. Non c'è modo di diventare più intimi, ecco il punto. Forse questa mancanza di confidenza è
colpa mia; comunque è una realtà, ed è un peccato non poterci far nulla.
Perciò questo diario. Allo scopo di dar maggior rilievo nella mia fantasia all'idea di un'amica lungamente attesa, non mi
limiterò a scrivere i fatti nel diario, come farebbe qualunque altro, ma farò del diario l'amica, e l'amica si chiamerà Kitty.
Perché la finzione del mio racconto a Kitty non sembri troppo spinta e grossolana, bisogna che prima racconti
brevemente la storia della mia vita, sebbene a malincuore.
Mio padre aveva trentasei anni quando sposò mia madre che ne aveva venticinque. Mia sorella Margot nacque nel
1926 a Francoforte sul Meno; venni poi io il 12 giugno 1929, e siccome siamo ebrei puri, nel 1933 emigrammo in Olanda,
dove mio padre fu assunto come direttore della Travies N. V. Questa è in stretta relazione con la ditta Kolen E C., che
ha sede nello stesso edificio, e di cui papà è socio.
La nostra vita trascorse in un'inevitabile ansia, perché la parte della famiglia rimasta in Germania non fu risparmiata
dalle leggi antisemitiche di Hitler. Nel 1938, dopo i "pogrom", fuggirono i miei due zii, fratelli di mia madre, che si
posero in salvo negli Stati Uniti. La mia vecchia nonna venne da noi: aveva allora settantatré anni. I bei tempi finirono
nel maggio 1940; prima la guerra, la capitolazione, l'invasione tedesca, poi cominciarono le sventure per noi ebrei. Le
leggi antisemitiche si susseguivano l'una all'altra. Gli ebrei debbono portare la stella giudaica. Gli ebrei debbono
consegnare le biciclette. Gli ebrei non possono salire in tram, gli ebrei non possono
più andare in auto. Gli ebrei non
possono fare acquisti che fra le tre e le cinque, e soltanto dove sta scritto "bottega ebraica". Gli ebrei dopo le otto di
sera non possono essere per strada, né trattenersi nel loro giardino o in quello di conoscenti. Gli ebrei non possono

andare a teatro, al cinema o in altri luoghi di divertimento, gli ebrei non possono praticare sport all'aperto, ossia non
possono frequentare piscine, campi di tennis o di hockey eccetera. Gli ebrei non possono nemmeno andare a casa di
cristiani. Gli ebrei debbono studiare soltanto nelle scuole ebraiche. E una quantità ancora di limitazioni del genere.

Così trascorreva la nostra piccola vita, e questo non si poteva e quello non si poteva. Jopie è sempre contro di me:
«Non posso far niente con te, perché ho paura che non sia permesso». La nostra libertà è dunque assai ridotta, ma si
può ancora resistere.
La nonna morì nel gennaio 1942: nessuno sa quanto io pensi a lei e quanto ancora le voglia bene.
Fin dal 1934 ero entrata nel giardino d'infanzia della scuola Montessori, e ho poi continuato nello stesso istituto. Nella
Sesta B ebbi come insegnante la direttrice, la signora K.: alla fine dell'anno, nel separarci, eravamo molto commosse e
piangevamo tutt'e due. Nel 1941 mia sorella Margot e io fummo trasferite al Liceo ebraico, lei in quarta e io in prima.
Finora a noi quattro è andata discretamente bene. Ed eccomi giunta alla data d'oggi
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Anche per me è un libro che dovrebbe essere letto da tutti,pure se già si conosce la storia di Anna e della sua famiglia.
Per chi invece ancora non ne sa nulla,è importante sapere cosa è successo a lei e a tutti gli ebrei deportati per mantenerne vivo il ricordo.Ne consiglierei la lettura,visto che tra una decina di giorni,il 27,sarà proprio il giorno della Memoria.
Non si può non commuoversi e restare indifferenti di fronte alle atrocità subite dal popolo ebreo,ma poichè il diario è stato scritto da un adolescente e non narra tali vicende (come invece ha potuto fare da sopravvissuto Primo Levi) è adatto anche e soprattutto ai più giovani che possono iniziare a prenderne atto,senza un impatto troppo forte.
Nel mio tema della maturità inserii una frase tratta dal diario di Anna,ovviamente la riportai per come la ricordavo.Riguardava la bontà degli uomini in cui lei voleva credere ancora,nonostante tutto ciò che le stava accadendo.
.
 

Mizar

Alfaheimr
Un libro di rara bruttezza :mrgreen:
Ancora impreco contro colei che, dall'alto della sua cattedra, mi incitò a leggerlo.
Un libro da non leggere: tenere lontano dalla portata dei bambini, possibili lettori futuri.

E' andato in fumo
 

skitty

Cat Member
Anche per me è un libro che dovrebbe essere letto da tutti,pure se già si conosce la storia di Anna e della sua famiglia.
Per chi invece ancora non ne sa nulla,è importante sapere cosa è successo a lei e a tutti gli ebrei deportati per mantenerne vivo il ricordo.Ne consiglierei la lettura,visto che tra una decina di giorni,il 27,sarà proprio il giorno della Memoria.
Non si può non commuoversi e restare indifferenti di fronte alle atrocità subite dal popolo ebreo,ma poichè il diario è stato scritto da un adolescente e non narra tali vicende (come invece ha potuto fare da sopravvissuto Primo Levi) è adatto anche e soprattutto ai più giovani che possono iniziare a prenderne atto,senza un impatto troppo forte.
Nel mio tema della maturità inserii una frase tratta dal diario di Anna,ovviamente la riportai per come la ricordavo.Riguardava la bontà degli uomini in cui lei voleva credere ancora,nonostante tutto ciò che le stava accadendo.
.

Che bel pensiero Minerva, semplice e delicato come sempre :ABBB
Sono d'accordo con te: questo libro è molto adatto per introdurre l'argomento ai bambini, io sono stata felice di averlo letto da piccola, e di aver continuato poi con libri differenti sull'argomento. Non bisogna dimenticare. :)
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Un libro di rara bruttezza :mrgreen:
Ancora impreco contro colei che, dall'alto della sua cattedra, mi incitò a leggerlo.
Un libro da non leggere: tenere lontano dalla portata dei bambini, possibili lettori futuri.

E' andato in fumo


trovo che quell'andato in fumo sia completamente fuori luogo, personalmente trovo la battuta disgustosa e stupida.
 

Mizar

Alfaheimr
personalmente trovo la battuta disgustosa e stupida.
Il disgusto e la stupidità risiedono nel pensare, maliziosamente, che si tratti di una battuta.
Il vero è che una battuta non era - e ciò è oltremodo evidente.
Come la vogliamo definire questamaliziosità: illazione/presunzione di superiorità morale? :mrgreen:
 

pigreco

Mathematician Member
Ma che sta succedendo in questi ultimi giorni sul forum???!!! Prima parole di fanatismo e demagogia di basso livello di fronte alla richiesta di un nuovo utente sul possibile valore di un testo storico autografato (forse) da uno dei personaggi (ahinoi) di maggior importanza a livello storico del '900.

Adesso un'uscita infelice il cui autore non vuol far passare come battuta; di qualunque cosa si trattasse era di pessimo gusto. Speriamo di tornare sui binari abituali del forum...
 

amneris

New member
Non mi esprimo sulla battuta in questione, non vorrei andare fuori tema.
Intervengo però per domandare: in cosa esattamente sarebbe un libro di rara bruttezza?

Non pretende certo di possedere un alto valore letterario - ma bisogna riconoscerne l'immenso significato umano e storico.

Beh, la mia opinione l'avete intuita, è uno dei libri che adoro, probabilmente il mio preferito. Ribadisco il mio pensiero che avevo scritto proprio qui sul forum, quando usavo un altro nick (di cui scordai la pw:W, e così ne ho creato un altro:roll:):

"Adoro questo Diario, l'ho amato da quando l'ho letto la prima volta tanto che ho iniziato ad interessarmi alla storia di Anna Frank (ormai ho una vera e propria collezione di biografie, saggi, romanzi su di lei) e in generale dell'Olocausto, in ogni sua forma".

E' un libro prezioso, insegna tanto.
 

Mizar

Alfaheimr
Non mi esprimo sulla battuta in questione, non vorrei andare fuori tema.
Sei capace di dimostrare che trattasi di 'battuta'?
:)


Intervengo però per domandare: in cosa esattamente sarebbe un libro di rara bruttezza?
In ogni cosa. Non v'è una fibra di bellezza. Non c'è ricerca delle forme, non di stile. Dal punto di vista letterario è, non a caso, un diario di una adolescente sveglia: nulla di più.
Bisognerebbe prima dimostrare se vi sia qualcosa di bello, piuttosto..:mrgreen:
 

skitty

Cat Member
Probabilmente dal punto di vista stilistico, non si tratta di un capolavoro di bellezza impareggiabile... A volte però, almeno secondo la mia opinione, un capolavoro in questo caso è definito dai contenuti, dalle emozioni e dalla semplicità... Penso che non sempre "il capolavoro" si identifichi con la ricercatezza, a volte può non combaciare la definizione. :)
 

Mizar

Alfaheimr
Probabilmente dal punto di vista stilistico, non si tratta di un capolavoro di bellezza impareggiabile... A volte però, almeno secondo la mia opinione, un capolavoro in questo caso è definito dai contenuti, dalle emozioni e dalla semplicità... Penso che non sempre "il capolavoro" si identifichi con la ricercatezza, a volte può non combaciare la definizione. :)
Perfetto.
Allora è un capolavoro il diario segreto della mia sorellina: contenuti emozioni e semplicità a palla!

Vuoi leggerlo?
 

skitty

Cat Member
Perfetto.
Allora è un capolavoro il diario segreto della mia sorellina: contenuti emozioni e semplicità a palla!

Vuoi leggerlo?

:mrgreen: Ho detto "a volte"... per una combinazione di elementi, una cosa semplice può risultare di interesse qualche volta, non sempre certo!
:? E poi che ne sai, magari mi piace il diario della tua sorellina :D... però non so se lei sarebbe felice se tu lo postassi sul forum :roll:
Ciao!!
 

Dory

Reef Member
Scusate l'OT
Mizar: hai toppato, non arrampicarti sugli specchi, è un'offesa alla tua intelligenza.
 
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