La seconda poesia è dell'amico Hot
Back Office
Nel palmo di una mano ostaggio l’altra
Gomiti appoggiati, in blasfema prece
Sospese sopra la tastiera impolverata
Dita stringono convulsamente altre dita,
Intreccio, falso nervosismo, agitazione
Moto riflesso di viva agonia inconscia
Forza dall’una, dolore fratricida all’altra
Cambio, nocche scrocchiano impotenti
Separazione, pollici a sfregare sugli indici
Pizzichi di sale, conto di banconote…
Divisa scolorita, gomiti consunti,
Bottoni d’oro opachi, battaglie perse
Reminiscenze di antica gloria; orgoglio spento
Generale degradato, scampoli di dignità esiliata
Stracci amorfi sull’attaccapanni la carriera
Cappello rigido dorato, ragnatele, acari
Gambe distese, allungate tra cestini e cavi.
Ora un calcagno sull’altra caviglia grava
Gambe accavallate, formicolio, rantolo vitale
Vertebre dolenti contro lo schienale stanco
Ventre soffocato contro il tavolo obsoleto
Plastica scadente, pandemici riflessi cronici
Carta ammucchiata carta arrotolata
Stampate vecchie da riciclare, “orecchi”,
Impronte digitali di toner, silicosi
Penne biro, col tappino, senza
Matite mordicchiate; evidenziatori secchi:
Rantoli di colore nel grigiore della stanza
Aria viziata, stantio sudore surriscaldato
Tubi giallognoli di obsoleto neon esausto
Epilettici flash, patetici finali colpi di coda
Tacco puntato a terra, brevi stereotipate spinte
Autistiche oscillazioni della sedia cigolante
Piastre di linoleum come cartografie
Striscioni di scarpe, briciole di crackers
Rotte improbabili per isole che non ci sono
Occhi ipermetrici fissano annebbiati il monitor
Luminosa anticaglia tecnologica quadrata
Ditate di unto dei colleghi degli altri turni
Strisce nella polvere superficiale, pennellate:
Artistici dipinti degli addetti pulizie
Simulazione di svogliato inutile passaggio
Non riesco ormai più a focalizzare nulla
Le icone galleggiano a distanza indefinibile
Caleidoscopio tridimensionale autonomo
Solo lo sfondo vedo quasi con chiarezza
Come fossi davanti a uno stereogramma
O facessi la radiografia allo schermo in coma.
O in quel monitor cercassi la mia storia
Cadono le grevi dita in alternata incostanza,
Alchemici glifi neri al posto del nulla appaiono:
Forme rotonde spigolose appuntite, incroci
Che dovrebbero tradurre in un linguaggio
I miei pensieri.
I miei pensieri…
Hot