Hemingway, Ernest - Fiesta

lillo

Remember
Sulla prima di copertina dell'edizioni Oscar Mondadori 1977, c'è scritto: "E' il romanzo della generazione perduta, la prima dichiarazione d'amore di Hemingway alla Spagna".
La definizione di generazione perduta è di Gertrude Stein, in realtàsi dice che fu il proprietario di un'officina meccanica a definire come appartenente a tale generazione, un suo lavorante che aveva combattutto durante la prima guerra mondiale. In effetti questo è anche il romanzo dei giovani che hanno vissuto quella esperienza tremenda e ne sono usciti feriti se non nel corpo, almeno nella mente. Ed il personaggio principale del romanzo è Jake Barnes, giornalista americano, ex combattente della Grande Guerra, con una tremenda ferita fisica ma anche psichica, infatti una granata gli era esplosa tra le gambe menomandolo per sempre. Ma è anche il romanzo di una gioventù pronta a vivere le emozioni di una esistenza fatta di bevute, pugni e tanta letteratura; lo sfondo è la Parigi fine anni venti, dove la maggior parte del Grenwich Village si raccoglie intorno a Montparnasse e ai bar della zona; si tratta di fuoriusciti che stufi del provincialismo di una certa america, si gettano nelle follie di una Europa da poco uscita dalla guerra e pronta ad entrarne in un altra. i personaggi del romanzo, sono tutti giovani con una grande gioa di vivere che alternano la loro esistenza tra Parigi con le grandi bevute e le altrettanto grandi scazzottate e la Spagna, in particolare Pamplona, con la festa di S. Firmino e la corsa dei tori in strada. E' la sfida di Hemingway alla vita, alla voglia di mettersi sempre alla prova.
Ma il libro rappresenta anche una forte rottura stilistica e linguistica con il passato, Hemingway adotta un linguaggio stringato, giornalistico, privo di fronzoli, l'utilizzo continuo dell'aggettivazione rendono il ritmo del racconto sempre incalzante, ne consiglio la lettura anche in lingua originale.
Devo dire che questo libro, letto durante la mia adoscelenza, ha significato molto per me.
Avrei piacere di sapere da chi ha letto questo libro che cosa ne pensa.
 
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elisa

Motherator
Membro dello Staff
anche io sono stata segnata da questo libro e comunque da Hemingway in toto. L'approccio alla vita, lo stile di scrittura, la libertà descrittiva, rappresentavano quella che ero io adolescente.
Era una scrittura sperimentale a quei tempi e anche i contenuti simbolici erano forti.
Non so l'effetto che mi farebbe oggi rileggerlo, confesso che non ho mai voluto mettere in discussione uno dei miei miti di adolescente.
 
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nunzio

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Io l'ho letto quando avevo 16 anni...ricordo che mi ha colpito profondamente. Mi ricordo ancora una frase del libro, è un ricordo di 10 anni fa quindi credo di non ricordarla esattamente ma faceva più o meno così: "E facile fare gli spacconi alla luce del giorno, ma la notte, sdraiati a letto, al buio della stanza, è tutta un'altra storia." E poi la corrida, la pesca, la Parigi bohèmiene, l'amore inappagato...un misto di tristezza e di gioia di vivere. Nella mia memoria lo associo spesso ad un'altra lettura di quegli anni, stilisticamente diversissima, ma dal sapore simile: "Tropico del Cancro" di Miller.
Anch'io non so che effetto mi farebbe rileggerlo adesso...ma voglio farlo, prima o poi!
 
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Mrs. Rog

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L'ho dovuto leggere per la scuola...
L'ho trovato senza una trama ben precisa però non so perchè mi ha appassionato molto (nonostante secondo me non abbia senso)
 
lillo ha scritto:
Sulla prima di copertina dell'edizioni Oscar Mondadori 1977, c'è scritto: "E' il romanzo della generazione perduta, la prima dichiarazione d'amore di Hemingway alla Spagna".
La definizione di generazione perduta è di Gertrude Stein, in realtà si dice che fu il proprietario di un'officina meccanica a definire come appartenente a tale generazione, un suo lavorante che aveva combattutto durante la prima guerra mondiale. In effetti questo è anche il romanzo dei giovani che hanno vissuto quella esperienza tremenda e ne sono usciti feriti se non nel corpo, almeno nella mente. Ed il personaggio principale del romanzo è Jake Barnes, giornalista americano, ex combattente della Grande Guerra, con una tremenda ferita fisica ma anche psichica, infatti una granata gli era esplosa tra le gambe menomandolo per sempre. Ma è anche il romanzo di una gioventù pronta a vivere le emozioni di una esistenza fatta di bevute, pugni e tanta letteratura; lo sfondo è la Parigi fine anni venti, dove la maggior parte del Grenwich Village si raccoglie intorno a Montparnasse e ai bar della zona; si tratta di fuoriusciti che stufi del provincialismo di una certa america, si gettano nelle follie di una Europa da poco uscita dalla guerra e pronta ad entrarne in un altra. i personaggi del romanzo, sono tutti giovani con una grande gioa di vivere che alternano la loro esistenza tra Parigi con le grandi bevute e le altrettanto grandi scazzottate e la Spagna, in particolare Pamplona, con la festa di S. Firmino e la corsa dei tori in strada. E' la sfida di Hemingway alla vita, alla voglia di mettersi sempre alla prova.
Ma il libro rappresenta anche una forte rottura stilistica e linguistica con il passato, Hemingway adotta un linguaggio stringato, giornalistico, privo di fronzoli, l'utilizzo continuo dell'aggettivazione rendono il ritmo del racconto sempre incalzante, ne consiglio la lettura anche in lingua originale.
Devo dire che questo libro, letto durante la mia adoscelenza, ha significato molto per me.
Avrei piacere di sapere da chi ha letto questo libro che cosa ne pensa.

Quoto in toto...lillo io e te abbiamo gli stessi pensieri...è preoccupante???
 
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Masetto

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lillo ha scritto:
i personaggi del romanzo, sono tutti giovani con una grande gioa di vivere che alternano la loro esistenza tra Parigi con le grandi bevute e le altrettanto grandi scazzottate e la Spagna, in particolare Pamplona, con la festa di S. Firmino e la corsa dei tori in strada. E' la sfida di Hemingway alla vita, alla voglia di mettersi sempre alla prova.
Ma il libro rappresenta anche una forte rottura stilistica e linguistica con il passato, Hemingway adotta un linguaggio stringato, giornalistico, privo di fronzoli, l'utilizzo continuo dell'aggettivazione rendono il ritmo del racconto sempre incalzante
Concordo su questo. Anche a me è piaciuto.
 

leonardodavinci

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perchè questo autore non mi è simpatico per niente? sono prevenuto nei suoi confronti per tanti motivi, tutti legati a quello che ho letto della sua vita, mi sembra l'emblema dell' uomo che divora il pianeta che lo ospita......
 

lillo

Remember
leonardodavinci ha scritto:
perchè questo autore non mi è simpatico per niente? sono prevenuto nei suoi confronti per tanti motivi, tutti legati a quello che ho letto della sua vita, mi sembra l'emblema dell' uomo che divora il pianeta che lo ospita......
Non voglio sembrare il difensore di Ernest Hemingway. Concordo con te se leggo la sua biografia con gli occhi dell'uomo del 2000, che parla di ecologia, di difesa dell'ambiente ecc, (tra l'altro sono contro la caccia, soprattutto quella grossa). Ma Pa Em fa parte di un'altra epoca e di un'altra visione della Terra. Molti vedono in lui l'emblema dell'uomo aggressivo, pronto a venire alle mani, ad uccidere tori e leoni; pochi riescono a comprendere il suo stretto rapporto con la morte; rapporto che lo accompagnerà per tutta la vita e che lo porterà a trovarla con le sue stesse mani: Pa Em si ucciderà con un fucile da caccia grossa, sparandosi sul viso, affetto da una grave depressione, perchè quasi cieco non riusciva più a fare quello per cui aveva lottato per tutta la vita..... scrivere.
Credo che sia difficile dare un giudizio su qualsiasi persona, soprattutto su EH, uomo con una personalità molto complessa. Io personalmente mi sono limitato per tutta la vita a leggere i suoi libri e a godere di quello che potevo ricevere da questi.
 
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leonardodavinci

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lillo ha scritto:
leonardodavinci ha scritto:
perchè questo autore non mi è simpatico per niente? sono prevenuto nei suoi confronti per tanti motivi, tutti legati a quello che ho letto della sua vita, mi sembra l'emblema dell' uomo che divora il pianeta che lo ospita......
Non voglio sembrare il difensore di Ernest Hemingway. Concordo con te se leggo la sua biografia con gli occhi dell'uomo del 2000, che parla di ecologia, di difesa dell'ambiente ecc, (tra l'altro sono contro la caccia, soprattutto quella grossa). Ma Pa Em fa parte di un'altra epoca e di un'altra visione della Terra. Molti vedono in lui l'emblema dell'uomo aggressivo, pronto a venire alle mani, ad uccidere tori e leoni; pochi riescono a comprendere il suo stretto rapporto con la morte; rapporto che lo accompagnerà per tutta la vita e che lo porterà a trovarla con le sue stesse mani: Pa Em si ucciderà con un fucile da caccia grossa, sparandosi sul viso, affetto da una grave depressione, perchè quasi cieco non riusciva più a fare quello per cui aveva lottato per tutta la vita..... scrivere.
Credo che sia difficile dare un giudizio su qualsiasi persona, soprattutto su EH, uomo con una personalità molto complessa. Io personalmente mi sono limitato per tutta la vita a leggere i suoi libri e a godere di quello che potevo ricevere da questi.
Non lo giudico, e anch' io ho considerato che appartiene ad un' altra epoca, ma il personaggio continua a non piacermi. Mi piace invece un personaggio come Garibaldi, di epoca più antica ma cacciatore, pescatore e attratto dall' azione e dalla battaglia quanto e forse più di Hemingway.
L'ultima che ne ho letto riguarda una sua corrispondenza pubblicata di recente nella quale raccontava di quando, giunto in Francia con le truppe alleate, uccise un prigioniero tedesco che tentava di fuggire, prendendo con calma la mira e sparandogli mentre gli volgeva le spalle. Neppure prese in considerazione l'eventualità di una facile cattura del fuggitivo. Questo mi fa pensare che, se fosse nato in Germania, con tutta probabilità avrebbe riservato agli alleati lo stesso odio che lo animò nei confronti dei tedeschi.
 
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Belinda47

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Ho letto Fiesta moltissimi anni anni fa e solo recentemente mi è capitato di rileggerlo. E' inutile, non sopporto Hemingway e il suo modo di scrivere, ma soprattutto non ho mai sopportato lui come persona. Mi sa che l'unica cosa buona che ha fatto è stata quella di spararsi, come aveva fatto suo padre prima di lui. Si vede che è un tratto ereditario.
Tornando al libro, l'unico fascino che gli riconosco è quello di farti vivere l'atmosfera della Parigi anni Venti. Ma quanto è odiosa lady Brett?
 

Grantenca

Well-known member
Fiesta

Ho letto quasi tutti i romanzi di Hemingway, autore che ho molto ammirato, da studente, per il suo stile innovativo e sobrio. Devo dire che, anche nel tempo, il mio giudizio non è cambiato e resta uno degli scrittori da me preferiti. Questo libro è quello che forse preferisco e ritengo un piccolo capolavoro; solo forse in qualcuno dei 49 racconti l'autore raggiunge un tale intensità e perfezione stilistica. La figura del giornalista, la descrizione della "fiesta", la scena della pesca nel torrente, la corrida, i rapporti tra i protagonisti, sono, a mio avviso, gemme letterarie. Chissà se il tempo confermerà questa impressione di un semplice lettore!!
 

maurizio mos

New member
Anch'io non amo molto Hemingway, anche guardandolo congli occhi del suo tempo lo trovo "eccessivo" e trovo poco convincente l'accostamento, che taluni fanno, con Fitzgerald, i due autori perduti ecc. In alcuni casi (es. I 49 racconti) è gradevole e certo ci restituisce un certo ambiente di una certa epoca ma...
No, il vero fatto positvo non è che si sia sparato, non esageriamo, ma che amasse i gatti...
 

happytelefilm

New member
Anch'io non amo molto Hemingway, anche guardandolo congli occhi del suo tempo lo trovo "eccessivo" e trovo poco convincente l'accostamento, che taluni fanno, con Fitzgerald, i due autori perduti ecc. In alcuni casi (es. I 49 racconti) è gradevole e certo ci restituisce un certo ambiente di una certa epoca ma...
No, il vero fatto positvo non è che si sia sparato, non esageriamo, ma che amasse i gatti...


Anche io non amo Hemingway, lo trovo sopravvalutato e non lo accosterei con Fitzgerald. "Fiesta" non mi è piaciuto particolarmente, a parte la descrizione della Spagna, ma per il resto l'ho trovata un'americanata insensata. Forse non l'ho capito, boh.

Il lato positivo era che era un bell'uomo.
 

maurizio mos

New member
Anche io non amo Hemingway, lo trovo sopravvalutato e non lo accosterei con Fitzgerald. "Fiesta" non mi è piaciuto particolarmente, a parte la descrizione della Spagna, ma per il resto l'ho trovata un'americanata insensata. Forse non l'ho capito, boh.

Il lato positivo era che era un bell'uomo.


Se H. era un bell'uomo allora ho speranze...

E' indubbio che H. abbia tentato di restituire un ambiente e la vita di una generazione di disillusi, mi pare che sia proprio in Fiesta una frase emblematica sul ripetere parole (e gesti?, non ricordo bene) fino a svuotarle di significato. Ma non riesco a "vederla", quella generazione che invece avverto di più, molto di più in Fitzgerald. Probabilmente è un mio limite, non apprezzo le cose clamoprose e sono più vicino allo stile morbido di F...
 

arte360°

New member
Avevo letto il romanzo diversi anni fa. Premesso che non adoro Hemingway, avevo trovato particolarmente interessante la figura di lady Brett, davvero ben riuscita.
 

ila78

Well-known member
"Obbligata" a leggere questo libro per l'adozione, mi ci sono avvicinata con una certa diffidenza, ammetto di averlo scelto all'inizio più per la brevità che per altro. :) Poi è successa una cosa strana: questo libro è lontano anni luce dai miei "canoni di lettura", non ha una trama avvincente e i personaggi non lasciano il segno per personalità incisive (in positivo e in negativo) e mentre lo leggevo mi dicevo "Non dovrebbe piacerti" eppure mi piaceva, mi piaceva tanto, sin dall'inizio il buon Ernst mi ha catturata con le atmosfere fumose dei caffé parigini, con il tormento di Jake che è costretto a vedere la donna che ama (Brett) passare da un uomo all'altro e, quel che è peggio per lui, è che lei lo ricambia, anzi forse è l'unico uomo per cui lei sente qualcosa che va oltre l'attrazione fisica (con gli altri è sesso e basta) e paradossalmente i due non potranno mai portare a compimento a causa di una ferita di guerra di lui.
Il succo del libro è proprio questo secondo me: la rincorsa spasmodica verso qualcosa che non potremo mai avere e forse il tentativo continuo di fuggire dalla noia, il non fermarsi mai per evitare di riflettere sul vuoto dell'esistenza, allora prendono una sbronza dopo l'altra, passano da un locale all'altro e alla fine si ritrovano in Spagna a Pamplona nel bel mezzo della Fiesta per eccellenza, San Firmin, un'orgia di caos, colori, fuochi artificiali, alcol, corride, sangue e morte (per i poveri tori). Il problema è che alla fine la Fiesta finisce sempre e ci si ritrova sempre soli con se stessi e tutti i fantasmi ritornano a tormentarli.
Le descrizioni dei paesaggi e dei personaggi sono brevi, nette e senza fronzoli ma ugualmente bellissime, la parte del viaggio in autobus da Biarriz a Pamplona con i compagni di viaggio spagnoli che bevono tutti dallo stesso otre è qualcosa di poetico, così pure la descrizione del paesaggio in cui Jake e Bill vanno a pescare le trote. Persino la parte della corrida, che era quella che temevo di più perché provo un fastidio tremendo per quel genere di spettacolo mi ha, sì, disgustata ma in mezzo al disgusto c'era una sorta di "attrazione" che mi ha impedito di schifarla del tutto.
Insomma il mio primo incontro con Ernst è stato senza dubbio positivo, il nostro rapporto proseguirà sicuramente in futuro. Voto 4/5
 

c0c0timb0

Pensatore silenzioso 😂
"Obbligata" a leggere questo libro per l'adozione, mi ci sono avvicinata con una certa diffidenza, ammetto di averlo scelto all'inizio più per la brevità che per altro. :) Poi è successa una cosa strana: questo libro è lontano anni luce dai miei "canoni di lettura", non ha una trama avvincente e i personaggi non lasciano il segno per personalità incisive (in positivo e in negativo) e mentre lo leggevo mi dicevo "Non dovrebbe piacerti" eppure mi piaceva, mi piaceva tanto, sin dall'inizio il buon Ernst mi ha catturata con le atmosfere fumose dei caffé parigi...
Provo un amore/odio per Hemingway. Ho quotato la prima parte del tuo intervento perché descrive esattamente quello che ho provato anche io la prima volta che lo lessi.
I suoi racconti, invece, i suoi primi, li adoro. Provali quando ne avrai occasione. "I quarantanove racconti" è un'ottima raccolta!
 

ila78

Well-known member
Provo un amore/odio per Hemingway. Ho quotato la prima parte del tuo intervento perché descrive esattamente quello che ho provato anche io la prima volta che lo lessi.
I suoi racconti, invece, i suoi primi, li adoro. Provali quando ne avrai occasione. "I quarantanove racconti" è un'ottima raccolta!

Per quanto riguarda me è presto per decidere se sia amore, di sicuro non è odio....diciamo che siamo usciti insieme la prima volta e siamo stati bene, ci sarà una seconda "senza impegno" e vediamo come va. :wink: Se non si ubriaca troppo potrebbe nascere qualcosa. :wink::mrgreen:
Grazie per il consiglio, me lo segno. :D
 
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