La prima cosa che mi viene in mente in merito a questo libro è che……ha un sapore particolare.
La mia iniziale impressione più che basata sui colori (in particolare il grigio che in effetti potrebbe essere considerato il colore giusto per questo libro come sottolineato da altri forumlibrosi) si è focalizzata sulle emozioni e sui sentimenti o meglio sulla completa incapacità, da parte dei protagonisti, di percepire e manifestare la complessità della propria sfera affettiva. Sono rimasta piuttosto turbata dal generale annichilimento che permea tutta la storia, un vuoto immenso che si traduce in lunghissimi silenzi, in insoddisfacenti rapporti occasionali del protagonista, in continue bevute, in mancanza di valori in cui credere, in una sconfinata solitudine che include la morte tra gli aspetti della vita. Sono problematiche molto serie e delicate che non so bene se attribuire ad una particolare fase della vita (adolescenza e post adolescenza) o ad un paese singolare come il Giappone dove la tradizione è stata soffocata da un’esasperata modernità occidentalizzante che comportate la sostituzione di antichi valori con il nulla (il fenomeno dei suicidi non è di certo incoraggiato in Giappone ma non è mai stato considerato un tabù e ancora oggi continua ad essere molto esteso).
Nonostante l’inquietudine provocata dai temi trattati, il libro mi ha conquistato per il tono delicato e poetico soprattutto nelle parti in cui inserisce nella banale e quasi apatica realtà le immagini fantastiche, quasi oniriche, del luogo di pace ed armonia in cui si rifugia Naoko: pensandoci bene anche quest’ultima non è pienamente reale ma è talmente chiusa nel suo drammatico mondo interiore da apparire eterea al contrario di Midori che, con tutti i suoi pregi e i suoi difetti, è un personaggio decisamente più “umano”. Ma il personaggio femminile che più mi ha affascinato è Reiko, una donna dotata di immensa sensibilità e anche di grandissima forza: una figura stupenda e commovente in senso positivo. Watanabe mi ha dato l’idea più che di un protagonista di un personaggio che subisce le scelte altrui, un perenne indeciso sul senso da dare alla vita: nonostante questo è una bella figura, tragicamente romantica.
Nel complesso è un romanzo che mi ha lasciato delle bellissime sensazioni, profonde ma nello stesso tempo leggiadre
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