fabiog
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Hans Castorp, giovane ingegnere della buona borghesia di Amburgo, si reca per tre settimane a trovare il cugino Joachim, militare di carriera, al sanatorio Berghof a Davos, sulle Alpi svizzere, lì ricoverato per tubercolosi.
Al termine delle tre settimane lo stesso Castorp si troverà a dover prolungare il suo periodo perchè anche lui ammalato. Vi resterà per sette anni finche allo scoppio della I Guerra Mondiale partirà per il fronte.
"La Montagna Incantata" rientra nella categoria dei Bildungsroman, ossia i romanzi di formazione. Castorp infatti non è un carattere già delineato al suo comparire nelle storia, ma si evolve nel corso del romanzo.
Appena arrivato infatti Castorp inizia ad imparare: impara dal cugino a muoversi nell'ambiente di montagna, impara dall'amore di Claudia, impara dalla forte personalità di Peeperkorn, ma soprattutto impara dalle discussioni dei due pedagoghi che segnano la sua vita e che sembrano quasi lottare per la sua anima: Settembrini e Naphta.
L'italiano Settembrini è un umanista, liberale, assertore del progresso umano; Naphta, gesuita di origine ebraica e comunista, è tutto il contrario, nega l'umanesimo, la scienza, il progresso , è sostenitore dello spirito sul corpo, sostenitore della tortura e della pena di morte.
L'ambiente del sanatorio però non è solo positivo per la formazione di Hans, am anche altamente pericoloso, come Settembrini gli fà notare.
Infatti è un ambiente che esercita una sorta di canto delle sirene, dà una visione distorta della vita allontanando tutti dalla vita reale e attiva. Tutto è lusso specie il concetto di tempo, che per i residenti si dilunga cosi tanto che si annulla. Esempio l'abbiamo già all'arrivo di Castorp quando gli viene fatto notare che l'unità di tempo più piccola "lassù" sia il mese, con il tempo i residenti quasi si annullano non leggono più giornali considerano il mondo in pianura come un altro mondo e Settembrini interviene proprio su Castorp per non fargli fare la stessa fine.
Mann con questo romanzo scrive il grande poema della morte, come l'ambientazione stessa fà capire, ma se è vero che la morte domina la vita, se per la salute dello spirito bisogna passare attraverso la malattia, se per salire in Paradiso bisogna prima scendere all'Inferno e scalare il Purgatorio allora il tutto diventa anche un inno alla vita. Inno che emerge dallo splendido capitolo Neve in cui Castorp, bloccato da una tormenta, sogna un mondo sereno, idilliaco, in pace, e da qui capisce che la morte fà si parte della vita,ma non bisogna esserne schiavi perchè altrimenti si scivola nella misantropia e nella negazione dell'amore.
E' un romanzo che ho trovato splendido proprio per lla profondità e l'enormità dei temi trattati; Mann infatti parla anche di scienza, medicina, fisiologia, astronomia. I personaggi che descrive sono indimenticabili, anche i meno importanti, splendide poi le discussioni filosofiche e storiche tra Settembrini e Naphta. Il romanzo vale poi per altri due motivi: il primo per la descrizione di una società che si avvia verso la fine , la Belle èpoque, prima dell'avvento della Grande Guerra e secondo proprio per conoscere l'immensa cultura di uno dei massimi scrittori del 900
Al termine delle tre settimane lo stesso Castorp si troverà a dover prolungare il suo periodo perchè anche lui ammalato. Vi resterà per sette anni finche allo scoppio della I Guerra Mondiale partirà per il fronte.
"La Montagna Incantata" rientra nella categoria dei Bildungsroman, ossia i romanzi di formazione. Castorp infatti non è un carattere già delineato al suo comparire nelle storia, ma si evolve nel corso del romanzo.
Appena arrivato infatti Castorp inizia ad imparare: impara dal cugino a muoversi nell'ambiente di montagna, impara dall'amore di Claudia, impara dalla forte personalità di Peeperkorn, ma soprattutto impara dalle discussioni dei due pedagoghi che segnano la sua vita e che sembrano quasi lottare per la sua anima: Settembrini e Naphta.
L'italiano Settembrini è un umanista, liberale, assertore del progresso umano; Naphta, gesuita di origine ebraica e comunista, è tutto il contrario, nega l'umanesimo, la scienza, il progresso , è sostenitore dello spirito sul corpo, sostenitore della tortura e della pena di morte.
L'ambiente del sanatorio però non è solo positivo per la formazione di Hans, am anche altamente pericoloso, come Settembrini gli fà notare.
Infatti è un ambiente che esercita una sorta di canto delle sirene, dà una visione distorta della vita allontanando tutti dalla vita reale e attiva. Tutto è lusso specie il concetto di tempo, che per i residenti si dilunga cosi tanto che si annulla. Esempio l'abbiamo già all'arrivo di Castorp quando gli viene fatto notare che l'unità di tempo più piccola "lassù" sia il mese, con il tempo i residenti quasi si annullano non leggono più giornali considerano il mondo in pianura come un altro mondo e Settembrini interviene proprio su Castorp per non fargli fare la stessa fine.
Mann con questo romanzo scrive il grande poema della morte, come l'ambientazione stessa fà capire, ma se è vero che la morte domina la vita, se per la salute dello spirito bisogna passare attraverso la malattia, se per salire in Paradiso bisogna prima scendere all'Inferno e scalare il Purgatorio allora il tutto diventa anche un inno alla vita. Inno che emerge dallo splendido capitolo Neve in cui Castorp, bloccato da una tormenta, sogna un mondo sereno, idilliaco, in pace, e da qui capisce che la morte fà si parte della vita,ma non bisogna esserne schiavi perchè altrimenti si scivola nella misantropia e nella negazione dell'amore.
E' un romanzo che ho trovato splendido proprio per lla profondità e l'enormità dei temi trattati; Mann infatti parla anche di scienza, medicina, fisiologia, astronomia. I personaggi che descrive sono indimenticabili, anche i meno importanti, splendide poi le discussioni filosofiche e storiche tra Settembrini e Naphta. Il romanzo vale poi per altri due motivi: il primo per la descrizione di una società che si avvia verso la fine , la Belle èpoque, prima dell'avvento della Grande Guerra e secondo proprio per conoscere l'immensa cultura di uno dei massimi scrittori del 900