Collins, Wilkie - La pietra di luna

fabiog

New member
La storia è ambientata nell'Inghilterra tra 1848 / 1850 e si sviluppa intorno al furto della Pietra di Luna. La Pietra non è altro che un magnifico diamante che adornava la testa di una divinità indiana, attraverso una serie di eventi la Pietra giunge nelle mani della giovane Rachel Herncastle, regalatagli dallo zio John ( che a sua volta l'aveva rubata durante una missione militare in India ), per il suo diciottesimo compleanno, ma la notte stessa viene rubata.
Da questa misteriosa notte si dipana l'indagine che ci regalerà molti colpi di scena.
Il romanzo è considerato come uno dei primi importanti romanzi gialli nella letteratura, ed effettivamente la storia che Collins dà al romanzo lo rende senz'altro intrigante e misterioso. Molti sono i colpi di scena, ciasun protagonista nasconde un segreto che Collins piano piano ci fà scoprire. La bellezza del romanzo stà soprattutto nel continuo modificarsi della storia, ogni volta che qualcosa sembra diventato chiaro subito veniamo riportati al punto di partenza. Molto bello è anche la costruzione del romanzo, la storia non è raccontata in maniera omogenea, è costruita come se fosse una serie di dichiarazioni dei singoli protagonisti, ciascuno dà il suo punto di vista, la sua idea e questo rende il romanzo ancor più interessante.
Sono rimasto veramente soddisfatto dalla lettura, come detto sopra la trama è appassionante abbiamo furti, diamanti maledetti, indiani misteriosi , straordinari poi i personaggi del maggiordomo Betteredge e del sergente Cuff uno dei grandi prototipi degli investigatori del 900.
 

Mizar

Alfaheimr
Credevo di essere l'unico italiano ancora respirante ad avere il pallino di questo libro :mrgreen:
 

Lin89

Active member
Il primo romanzo giallo della storia. Scritto magistralmente da Wilkie Collins, amico carissimo di Dickens. Personaggi estremamente delineati tutti l'uno dall'altro e nessuno passa inosservato: da Betteredge a Franklin Blake, dal Sergente Cuff a Ezra Jennings, senza dimenticare Rachel Verinder, tutti personaggi bellissimi. Opera che trasuda anche molta ironia. Un capolavoro che, devo dire, non viene considerato come si deve sui manuali della letteratura.
 

maurizio mos

New member
Il primo romanzo giallo della storia. Scritto magistralmente da Wilkie Collins, amico carissimo di Dickens. Personaggi estremamente delineati tutti l'uno dall'altro e nessuno passa inosservato: da Betteredge a Franklin Blake, dal Sergente Cuff a Ezra Jennings, senza dimenticare Rachel Verinder, tutti personaggi bellissimi. Opera che trasuda anche molta ironia. Un capolavoro che, devo dire, non viene considerato come si deve sui manuali della letteratura.

Il problema è che talvolta i manuali della letteratura sono basati su luoghi comuni e nel campo dei "mistery", definizione che mi pare più appropriata che "gialli", regnano confusione e una certa disinformazione.
Un ottimo romanzo mistery dunque, che ha il solo difetto di introdurre quei personaggi stereotipi che purtroppo affliggeranno i mistery fino a Hammet.
Ma non è certo colpa di Collins, che scriveva ai primi dell'ottocento obbedendo a una logica sociale e letteraria, ma di chi fin quasi alla seconda guerra mondiale si è ostinato a proporre cadaveri in stanze chiuse dall'interno proponendoci scenari irreali senza sapere che nella realtà casi simili c'erano davvero (solo Van Dine ce li proporrà, ma lui era uno studioso e critico letterario e d'arte)
 

Shoofly

Señora Memebr
E' vero, a questo bel libro la definizione di giallo va un po' stretta... La Pietra di Luna può essere considerato una pietra miliare del complesso e variegato mondo della narrativa giallo/ mistery/poliziesca. Eliot e Chesterton lo definirono come il più bel romanzo poliziesco che avessero mai letto (addirittura meglio delle avventure di Sherlock Holmes!).
 

Lin89

Active member
Il problema è che talvolta i manuali della letteratura sono basati su luoghi comuni e nel campo dei "mistery", definizione che mi pare più appropriata che "gialli", regnano confusione e una certa disinformazione.
Un ottimo romanzo mistery dunque, che ha il solo difetto di introdurre quei personaggi stereotipi che purtroppo affliggeranno i mistery fino a Hammet.
Ma non è certo colpa di Collins, che scriveva ai primi dell'ottocento obbedendo a una logica sociale e letteraria, ma di chi fin quasi alla seconda guerra mondiale si è ostinato a proporre cadaveri in stanze chiuse dall'interno proponendoci scenari irreali senza sapere che nella realtà casi simili c'erano davvero (solo Van Dine ce li proporrà, ma lui era uno studioso e critico letterario e d'arte)

Non ho letto molto di "mistery" o gialli che siano, ma di stereotipi non ne ho visti molti. Tipo (SPOILER SPOILER SPOILER!): il sergente Cuff alla fine ha sbagliato e lo ammette tranquillamente, credo che ciò vada al di là dello stereotipo del detective infallibile che si vedono anche al giorno d'oggi...
Poi ripeto, parlo da ignorante, perciò potrebbe anche essere come dici. :)
 

maurizio mos

New member
Gli stereotipi e le assurdità nel mondo dei "gialli" abbondano sia come "personaggi" assolutamente irreali (vecchiette detective et similia) sia come improprie assegnazioni di compiti (in un poliziesco italiano che per carità di patria non nomino - unastoria densa di situazioni irreali che affondano le radici tra servizi deviati e post brigatisti - ho trovato un appuntato dei CC che sovrintende alle indagini su un suicidio sospetto!). Ma occorre sempre fare i conti con l'epoca in cui i romanzi sono scritti: Collins ha costruito una storia attendibile per la sua epoca (e a conti fatti anche per la nostra: situazioni ed emozioni non cambiano molto nei secoli) e i suoi personaggi sono su misura per la metà dell'ottocento. Inaccettabile è ostinarsi ariproporli anche ai giorni nostri. Non è questione del detective infallibile (purtroppo ci sono stati e ci saranno sempre) è che il racconto mistery variamente declinato è il romanzo più serio che ci sia, come diceva Chandler: tratta della morte di un essere umano e dei motivi che l'hanno causata, non deve diventare un ameno rebus da risolvere davanti al camino ma raccontare le tensioni e i sentimenti della natura umana e della società.
 

Lin89

Active member
Gli stereotipi e le assurdità nel mondo dei "gialli" abbondano sia come "personaggi" assolutamente irreali (vecchiette detective et similia) sia come improprie assegnazioni di compiti (in un poliziesco italiano che per carità di patria non nomino - unastoria densa di situazioni irreali che affondano le radici tra servizi deviati e post brigatisti - ho trovato un appuntato dei CC che sovrintende alle indagini su un suicidio sospetto!). Ma occorre sempre fare i conti con l'epoca in cui i romanzi sono scritti: Collins ha costruito una storia attendibile per la sua epoca (e a conti fatti anche per la nostra: situazioni ed emozioni non cambiano molto nei secoli) e i suoi personaggi sono su misura per la metà dell'ottocento. Inaccettabile è ostinarsi ariproporli anche ai giorni nostri. Non è questione del detective infallibile (purtroppo ci sono stati e ci saranno sempre) è che il racconto mistery variamente declinato è il romanzo più serio che ci sia, come diceva Chandler: tratta della morte di un essere umano e dei motivi che l'hanno causata, non deve diventare un ameno rebus da risolvere davanti al camino ma raccontare le tensioni e i sentimenti della natura umana e della società.

Sono d'accordo, ma alleggerire l'atmosfera magari con un personaggio ironico (in stile Betteredge) non credo che faccia male al romanzo mistery. Certo, la morte e le tensioni e i sentimenti umani sono e devono essere il fulcro principale di questo genere, ma la troppa serietà credo sfoci in troppa pesantezza. Poi ovviamente dipende tutto anche da come scrive l'autore. Collins riesce magistralmente, a mio parere, in ogni aspetto. :)
 

maurizio mos

New member
Sono d'accordo, l'ironia, l'umorismo fanne parte della via e sono direi quasi necessari, specie in un racconto piuttosto lungo e realistico (guardiamo Westlake...). A meno che non siamo il cadavere o ci abbiano ammazzato la madre, anche nei momenti critici molti di noi (io per primo) mantengono tratti divertiti. Quel che è inaccettabile in un racconto "giallo", che dovendo avere la massima aderenza alla realtà segue di conseguenza regole rigidissime, sono situazioni e personaggi che erano (forse) plausibili nell'ottocento ma non più oggi. Non per spocchiosità verso i tempi andati ma per aderenza alla realtà
 
Ottimo giallo. La cosa che più mi ha colpito è la narrazione della storia a più voci, tramite diari, lettere, testimonianze dei vari personaggi coinvolti nella vicenda. La narrazione invece, passa il testimone ai vari personaggi, l'ironia non manca mai così come il mistero. Scorrevole e piacevole. L'unica pecca per me, e' che ogni dettaglio e' spiegato minuziosamente ed è coerente con il senso generale del romanzo, ma il senso generale del romanzo si capirebbe anche senza tanti dettagli. Comunque un libro validissimo e da leggere!
 

Meri

Viôt di viodi
Sono circa a metà, è vero che è descrittivo, ma non noioso e questo vorrebbe essere un complimento. Il punto di vista della cugina superbigotta è spassosissimo e terribile allo stesso tempo.
 

darida

Well-known member
Uhm! mi ispira, metto in lista; di Collins ho letto solo La Donna in Bianco, 700 pg. circa e tutto molto, molto ben descritto...pure troppo :mrgreen: pero' mi era piaciuto molto, una lettura bella corposa :)
 

Meri

Viôt di viodi
Finito. Come alcuni hanno detto definirlo giallo è pochino, secondo me è un romanzo con del giallo:mrgreen:. C'è la storia d'amore (indispensabile x me), l'ironia, la storia raccontata da diversi punti di vista... Intenso e coinvolgente.
 

nici

New member
Wow che giallone!
Temi classici, personaggi classici, stile classico...ma non annoia mai e tiene incollati fino alla fine! Tutti sono apparentemente innocenti, ma anche sospettabili (perfino il maggiordomo), fino a quando non c'è il colpo di scena che nessuno avrebbe immaginato...e da lì in poi le pagine scorrono veloci, non si chiude il libro fino a quando non si sa che fine ha fatto quel benedetto Diamante!
 

Valuzza Baguette

New member
1799,India,presa di Seringapatam,John Herncastle giovane soldato venuto a conoscenza della leggenda della pietra di luna,un diamante di dimensioni ragguardevoli e di un inusuale colore giallo,legato strettamente al culto dekla divinità della luna ne viene in possesso,dopo aver ucciso l'ultimo dei tre sacerdoti bramini ancora in vita preposti a difendere e proteggere la pietra.
Quasi 50 anni dopo nel 1848 la pietra ricompare in Inghilterra,nello Yorkshire,è stata infatti donata alla nipote,figlia della sorella da John Herncastle stesso per il suo compleanno.
Ma proprio il giorno in cui la pietra fa la sua ricomparsa,dopo anni in cui era stata depositata in una cassaforte in banca ecco che appaiono tre indiani,che sembrano seguire con troppo interesse la persona addetta alla consegna del diamante,e proprio il giorno del compleanno la pietra di luna sparirà,qualcuno l'ha rubata.
La storia è narrata al principio dal maggiordomo della famiglia Verinder(ovvero la sorella di John),Gabriel Betteredge,personaggio dotato di uno humor inglese incredibile(mi ha fatta morire dal ridere)e successivamente dai racconti di vari invitati alla festa di compleanno.
Un poliziesco storico,intrigante e divertente,con personaggi affascinanti e ricco di colpi di scena.
Chi avrà sottratto la pietra di luna?gli indiani?la cameriera xhe precedentemente era una ladra incallita?riuscirà l'ispettore Cuff,famoso in tutta l'inghilterra a risolvere questo caso?
Una lettura piacevolissima e scorrevole,nonostante le quasi 600 pagine è ricca di colpi di scena e l'autore sa tenere ben vivo l'interesse,e ionoltre c'è anche una storia d'amore,che non guasta mai.
Un romanzo piacevole,con una bella ambientazione e scritto in maniera magistrale.
 

bouvard

Well-known member
Ohhhhhhhhhhhhhhhhhh finalmenteeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!!!

Penso che basterebbero queste due parole per far capire quanto questo libro mi abbia preso e tenuta incollata alle sue pagine! Negli ultimi mesi mi sono trascinata nelle letture anche quando il libro mi piaceva, tanto che leggere qualcosa con più di 150 pagine era diventato quasi un incubo. Avevo bisogno di Wilkie Collins per uscire da quel torpore. Quest’uomo è davvero una garanzia nel non dare tregua all’indice nel girare le pagine! Della trama ovviamente non posso dirvi niente.
Dico subito che il libro è strutturato come La signora in bianco con più voci narranti, con una -quella del cameriere - molto più lunga delle altre. Come per La signora in bianco tanti colpi di scena, forse un po’ meno dell’altro libro, ma abbastanza per tenere desta l’attenzione. E come per l’altro libro un giusto mix di personaggi affascinanti, ironici e insopportabili. La parente bigotta è esilarante nella sua insopportabilità. Che dire? Se vi è piaciuto La signora in bianco allora vi piacerà anche questo altrimenti lasciate perdere. Anzi prima aprite il Robinson Crusoe e vedete cosa vi “dice”!

Consigliato
 

estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
Un diamante indiano prezioso, grande e splendente su cui gli indù gettarono una maledizione secoli orsono, una giovane donna caparbia ed innamorata che nulla sa della storia, una congiura indiana per recuperare la pietra, un medico, un sergente intelligente e scaltro, un maggiordomo zelante… sono solo alcuni degli elementi che costituiscono uno dei migliori gialli classici che io abbia mai letto.
Come in altre sue eminenti opere, Collins racconta la vicenda usando l’espediente stilistico della narrazione corale: ad alcuni personaggi chiave della storia viene chiesto, a posteriori, di redigere un racconto dettagliato e il più possibile fedele ai fatti conosciuti all’epoca dello vicenda. Così apprendiamo, con dovizia di particolari e varietà di punti di vista, come un diamante di grande valore sia stato rubato nottetempo, di come la sua proprietaria sia stata ingannata e di com’è possibile ristabilire, mediante un esperimento e dei buoni amici, la dignità d’un uomo.
Probabilmente superiore a “la donna in bianco”, il suo giallo più noto, “La pietra di luna” consacra Wilkie Collins fra i maggiori giallisti dell’Ottocento e fra i miei autori preferiti del genere. Perciò ritengo di poter consigliare questa lettura senza alcuna remora: non lasciatevi scoraggiare dalla lunghezza o dall’apparente staticità della narrazione, questo libro merita il vostro tempo!
 

Ondine

Logopedista nei sogni
Dopo una lunga pausa ho ripreso la lettura di questo romanzo, forse ho cominciato a leggerlo in un momento poco idoneo.
Ora leggo un capitolo a sera e mi sta appassionando, sono arrivata al punto in cui il sergente Cuff propone di esaminare il guardaroba di tutti e Rachel rifiuta.
Spero di postare a breve il mio commento finale.
 
Alto