Eco, Umberto - Sei passeggiate nei boschi narrativi

gisa

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Sei interventi, tenuti tra il 1992 e il 1993 alla Harvard University, nei quali Eco, partendo dall'esperienza del lettore, si propone di indagare le diverse aspettive e modalità con cui si leggono i romanzi.


lo consiglio a tutti i lettori. Non è un romanzo, bensì un insieme di interventi sulla figura del lettore, ma si legge velocemente ed è stupendo. Io, alla fine, mi sono commossa!
 
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mame

The Fool on the Hill
Ma il titolo è "Sei passeggiate nei boschi narrativi". Non ci stava nello spazio? :?
 

zolla

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Libretto particolarmente interessante come d'altronde tutte le Norton Lectures di Harvard,a me è capitato di leggere anche quelle celeberrime di Calvino,lezioni americane, e di Borges,l'invenzione della poesia.
 

mame

The Fool on the Hill

Ce l'ho sullo scaffale dei non letti da tempo immemore e mi era venuto il dubbio che ne esistesse un altro. Mi fa piacere sapere che non sia troppo didattico. Ho ben sette libri di Eco e non ne ho ancora letto uno. Prima o poi prenderò coraggio....:paura:
 

gisa

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Ce l'ho sullo scaffale dei non letti da tempo immemore e mi era venuto il dubbio che ne esistesse un altro. Mi fa piacere sapere che non sia troppo didattico. Ho ben sette libri di Eco e non ne ho ancora letto uno. Prima o poi prenderò coraggio....:paura:

secondo me, merita! In realtà era un testo universitario, quindi il suo scopo è molto didattico, ma ti assicuro che si legge d'un fiato e i tecnicismi sono ben spiegati. Io l'ho letto con piacere, salvo poi commuovermi alla fine (va bè, non è che faccia testo che io mi sia commossa, dato che piango anche per le pubblicità!!:W)
 

mame

The Fool on the Hill
secondo me, merita! In realtà era un testo universitario, quindi il suo scopo è molto didattico, ma ti assicuro che si legge d'un fiato e i tecnicismi sono ben spiegati. Io l'ho letto con piacere, salvo poi commuovermi alla fine (va bè, non è che faccia testo che io mi sia commossa, dato che piango anche per le pubblicità!!:W)

Diciamo che il nome di Eco mi spaventa. Lui di persona no perché è un ometto che già se sei seduto in seconda fila non riesci a vedere. Ma ne ho sentite talmente tante, specialmente su "Il nome della rosa" (è bellissimo, è bruttissimo, è più bello il film, no il film non rende l'idea) che un giorno dovrò trarre un respiro profondo e buttarmi nel burrone a occhi chiusi.

P.S. Anch'io piango per le pubblicità. Perché tante fanno veramente piangere..... :wink:
 

gisa

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Diciamo che il nome di Eco mi spaventa. Lui di persona no perché è un ometto che già se sei seduto in seconda fila non riesci a vedere. Ma ne ho sentite talmente tante, specialmente su "Il nome della rosa" (è bellissimo, è bruttissimo, è più bello il film, no il film non rende l'idea) che un giorno dovrò trarre un respiro profondo e buttarmi nel burrone a occhi chiusi.

P.S. Anch'io piango per le pubblicità. Perché tante fanno veramente piangere..... :wink:

io ho provato a leggere il nome della rosa, ma nel nome di Pennac, ho abbandonato dopo nemmeno 50 pagine:OO! Invece questo è diverso, secondo me!
Davvero piangi anche tu? La cosa tragica è quando sei con gente che non conosci e ti vede piangere e non capisce(domenica ho visto uno spettacolino di bambini sulla storia del Cavallino Bianco, in sala ero l'unica che piangeva come una fontana e il mio ragazzo cercava di nascondermi mentre mi guardava con una faccia a forma di punto interrogativo...è che mi faceva tenerezza Leopold:ad:eek:!!!)
 

mame

The Fool on the Hill
io ho provato a leggere il nome della rosa, ma nel nome di Pennac, ho abbandonato dopo nemmeno 50 pagine:OO! Invece questo è diverso, secondo me!
Davvero piangi anche tu? La cosa tragica è quando sei con gente che non conosci e ti vede piangere e non capisce(domenica ho visto uno spettacolino di bambini sulla storia del Cavallino Bianco, in sala ero l'unica che piangeva come una fontana e il mio ragazzo cercava di nascondermi mentre mi guardava con una faccia a forma di punto interrogativo...è che mi faceva tenerezza Leopold:ad:eek:!!!)

Faccio un brevissimo fuori tema e poi lo chiudo: tutte le ultime pubblicità tim con Belen e De Sica sono talmente brutte da far versare fiumi di lacrime.

A questo punto credo che con Eco potrei iniziare con questo. Avevo in mente di iniziare con "La ricerca della lingua perfetta nella cultura europea", ma forse un testo meno impegnativo sarebbe meglio.
 

gisa

New member
Faccio un brevissimo fuori tema e poi lo chiudo: tutte le ultime pubblicità tim con Belen e De Sica sono talmente brutte da far versare fiumi di lacrime.

A questo punto credo che con Eco potrei iniziare con questo. Avevo in mente di iniziare con "La ricerca della lingua perfetta nella cultura europea", ma forse un testo meno impegnativo sarebbe meglio.

decisamente!!:mrgreen:
 

ayuthaya

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Membro dello Staff
Ho iniziato questo saggio per una serie di fortunate coincidenze ed è stato come “tornare a casa” per chi non abbia mai avuto alcuna idea delle proprie origini... Mi spiego: io non avevo mai letto alcun testo di retorica, semiotica, teoria narrativa e simili... E ammetto che non è stato sempre facile seguire tutti i passaggi di questo libro, sebbene Eco sia molto bravo a tradurre concetti anche molto complessi, accompagnandoli da esempi concreti tratti non solo dalla letteratura ma anche dalla nostra esperienza quotidiana. Tuttavia più proseguivo nell’ascolto, più mi rendevo conto che gli argomenti trattati mi affascinano da sempre, e che da quando leggo mi sono sempre interrogata, inconsciamente, sui meccanismi che regolano il rapporto fra autore e lettore e su tutto ciò che costituisce il “dietro le quinte” di un testo narrativo. Ho insomma capito che questo approccio “teorico” (e per me assolutamente nuovo) è qualcosa che, senza saperlo, andavo cercando da sempre. Ed è stato bellissimo.

Nella prima delle sei conferenze che compongono questo libro, intitolata “Entrare nel bosco”, Eco distingue due tipi di autori: l’Autore empirico e l’Autore modello, e due tipi di lettore: il Lettore empirico e il Lettore modello. L’Autore e il Lettore empirici altri non sono che lo scrittore in carne ed ossa che ha prodotto il testo e il lettore in carne ed ossa che lo legge, cioè ognuno di noi. Ma esiste anche un secondo livello, più “teorico”: l’Autore modello è la “strategia narrativa” intrinseca al testo (in altri contesti viene definito semplicisticamente lo “stile” di un autore) e che presuppone un Lettore modello in grado di coglierla. Per usare le parole dello stesso Eco, l'Autore modello "si manifesta come un insieme di istruzioni che ci vengono impartite a ogni passo e a cui dobbiamo obbedire quando decidiamo di comportarci come Lettore modello"; o ancora: l’Autore modello è colui che stabilisce le “regole del gioco” e il Lettore modello è "colui che sa stare a questo gioco".
Ne consegue che esiste un Lettore di primo livello, che prova piacere (o dispiacere) per ciò che legge senza interrogarsi sui meccanismi teorici interni al testo (il che va benissimo, eh... qui non si sta giudicando se un lettore è più o meno bravo, intelligente o acculturato), e un Lettore di secondo livello, in grado di recepire le “regole del gioco” del testo narrativo e, facendole proprie, raggiunge una comprensione più profonda (Eco parla di interpretazione) non tanto del testo in sè, quanto delle intenzioni strategiche dell’Autore modello.
È chiaro che sia l’Autore sia il Lettore modello sono delle astrazioni, ma sono fondamentali se vogliamo entrare all’interno della strategia narrativa. D’altra parte non dobbiamo immaginare l’interpretazione come qualcosa di univoco o rigido, che toglie spontaneità alla lettura... tutt’altro! Prendendo come esempio e riferimento un’opera poco conosciuta, che Eco definisce “uno dei libri più belli che siano mai stati scritti”, Sylvie di Gérard de Nerval, a cui nel corso degli anni ha dedicato tesi di laurea, saggi, seminari e conferenze, egli afferma che “la (sua) esperienza di rilettura durata quarant’anni dimostra quanto siano sciocchi coloro che dicono che ad anatomizzare un testo e a esagerare con il close reading se ne uccide la magia”. E infatti il suo continuo soffermarsi, analizzare , “anatomizzare” questo racconto, nel corso di quasi tutto il saggio, non ha fatto altro che suscitarmi una voglia matta di leggerlo, sebbene abbia già appreso molti dei suoi “meccanismi segreti”.

Insomma, per concludere, Sei passeggiate nei boschi narrativi sono sei meravigliosi viaggi all’interno del “gioco” della finzione narrativa: se pensate di poter essere affascinati dallo scoprire “cosa c’è dietro” a ciò che noi leggiamo come lettori empirici (e gli elementi sono moltissimi: la distinzione tra fabula, intreccio e racconto, i concetto di prolessi e analessi, quello di patto finzionale o sospensione dell'incredulità, la scelta di rallentare o accelerare il tempo narrativo per creare effetti di suspence, e così via...), allora vi consiglio caldamente la lettura di questo libro, che è brillante e divertente. Fra l’altro, e ci tengo a sottolinearlo, se è vero che l’obiettivo è quello di renderci chiare dei meccanismi teorici perchè virtuali, è anche vero che per riuscirci Eco ricorre in modo continuo (quasi estenuante direi, talmente ampi sono i suoi orizzonti culturali e profonda la sua erudizione!) a esempi tratti dal mondo della letteratura: un vero godimento per noi amanti dei libri! Gérard de Nerval, Edgar Allan Poe, Franz Kafka, Carlo Collodi, Alexandre Dumas, Gustave Flaubert, Italo Calvino, Alessandro Manzoni, solo per citare i primi che mi vengono in mente... oltre, ovviamente, a se stesso. Un’occasione davvero unica di cogliere quelle “regole del gioco” che solo una lettura attenta, di “secondo livello” (secondo la definizione di Eco che ho riportato prima), permette di svelare.
 
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Zingaro di Macondo

The black sheep member
Ho iniziato questo saggio per una serie di fortunate coincidenze ed è stato come “tornare a casa” per chi non abbia mai avuto alcuna idea delle proprie origini... Mi spiego: io non avevo mai letto alcun testo di retorica, semiotica, teoria narrativa e simili... E ammetto che non è stato sempre facile seguire tutti i passaggi di questo libro, sebbene Eco sia molto bravo a tradurre concetti anche molto complessi, accompagnandoli da esempi concreti tratti non solo dalla letteratura ma anche dalla nostra esperienza quotidiana. Tuttavia più proseguivo nell’ascolto, più mi rendevo conto che gli argomenti trattati mi affascinavano da sempre, e che da quando leggo mi sono sempre interrogata, inconsciamente, sui meccanismi che regolano il rapporto fra autore e lettore e su tutto ciò che costituisce il “dietro le quinte” di un testo narrativo. Ho insomma capito che questo approccio “teorico” (e per me assolutamente nuovo) è qualcosa che, senza saperlo, andavo cercando da sempre. Ed è stato bellissimo.

Nella prima delle sei conferenze che compongono questo libro, intitolata “Entrare nel bosco”, Eco distingue due tipi di autori: l’Autore empirico e l’Autore modello, e due tipi di lettore: il Lettore empirico e il Lettore modello. L’Autore e il Lettore empirici altri non sono che lo scrittore in carne ed ossa che ha scritto il testo e il lettore in carne ed ossa che lo legge, cioè ognuno di noi. Ma esiste anche un secondo livello, più “teorico”: l’Autore modello è la “strategia narrativa” intrinseca al testo (in altri contesti viene definito semplicisticamente lo “stile” di un autore) e che presuppone un Lettore modello in grado di coglierla. Per usare le parole dello stesso Eco, l'Autore modello "si manifesta come un insieme di istruzioni che ci vengono impartite a ogni passo e a cui dobbiamo obbedire quando decidiamo di comportarci come Lettore modello"; o ancora: l’Autore modello è colui che stabilisce le “regole del gioco” e il Lettore modello è "colui che sa stare a questo gioco".
Ne consegue che esiste un Lettore di primo livello, che prova piacere (o dispiacere) per ciò che legge senza interrogarsi sui meccanismi teorici interni al testo (il che va benissimo, eh... qui non si sta giudicando se un lettore è più o meno bravo, intelligente o acculturato), e un Lettore di secondo livello, in grado di recepire le “regole del gioco” del testo narrativo e, facendole proprie, raggiunge una comprensione più profonda (Eco parla di interpretazione) non tanto del testo in sè, quanto delle intenzioni strategiche dell’Autore modello.
È chiaro che sia l’Autore sia il Lettore modello sono delle astrazioni, ma sono fondamentali se vogliamo entrare all’interno della strategia narrativa. D’altra parte non dobbiamo immaginare l’interpretazione come qualcosa di univoco o rigido, che toglie spontaneità alla lettura... tutt’altro! Prendendo come esempio e riferimento un’opera poco conosciuta, che Eco definisce “uno dei libri più belli che siano mai stati scritti”, Sylvie di Gérard de Nerval, a cui nel corso degli anni ha dedicato tesi di laurea, saggi, seminari e conferenze, egli afferma che “la (sua) esperienza di rilettura durata quarant’anni dimostra quanto siano sciocchi coloro che dicono che ad anatomizzare un testo e a esagerare con il close reading se ne uccide la magia”. E infatti il suo continuo soffermarsi, analizzare , “anatomizzare” questo racconto, nel corso di quasi tutto il saggio, non ha fatto altro che suscitarmi una voglia matta di leggerlo, sebbene abbia già appreso molti dei suoi “meccanismi segreti”.

Insomma, per concludere, Sei passeggiate nei boschi narrativi sono sei meravigliosi viaggi all’interno del “gioco” della finzione narrativa: se pensate di poter essere affascinati dallo scoprire “cosa c’è dietro” a ciò che noi leggiamo come lettori empirici (e gli elementi sono moltissimi: la distinzione tra fabula, intreccio e racconto, i concetto di prolessi e analessi, quello di patto finzionale o sospensione dell'incredulità, la scelta di rallentare o accelerare il tempo narrativo per creare effetti di suspence, e così via...), allora vi consiglio caldamente la lettura di questo libro, che è brillante e divertente. Fra l’altro, e ci tengo a sottolinearlo, se è vero che l’obiettivo è quello di renderci chiare dei meccanismi teorici perchè virtuali, è anche vero che per riuscirci Eco ricorre in modo continuo (quasi estenuante direi, talmente ampi sono i suoi orizzonti culturali e profonda la sua erudizione!) a esempi tratti dal mondo della letteratura: un vero godimento per noi amanti dei libri! Gérard de Nerval, Edgar Allan Poe, Franz Kafka, Carlo Collodi, Alexandre Dumas, Gustave Flaubert, Italo Calvino, Alessandro Manzoni, solo per citare i primi che mi vengono in mente... oltre, ovviamente, a se stesso. Un’occasione davvero unica di cogliere quelle “regole del gioco” che solo una lettura attenta, di “secondo livello” (secondo la definizione di Eco che ho riportato prima), permette di svelare.
Ciao Ale, il solito e insoluto problema mi impedisce di scriverti in bacheca.

Ho avuto Eco come docente a bologna, l'unica volta in cui qualcuno mi ha messo veramente a disagio è stato quando ho dato l 'esame con lui.

Questo libro mi ha cambiato la vita.

Hai lasciato un bellissimo commento, come tuo solito per altro.
 

ayuthaya

Moderator
Membro dello Staff
Ciao Ale, il solito e insoluto problema mi impedisce di scriverti in bacheca.

Ho avuto Eco come docente a bologna, l'unica volta in cui qualcuno mi ha messo veramente a disagio è stato quando ho dato l 'esame con lui.

Questo libro mi ha cambiato la vita.

Hai lasciato un bellissimo commento, come tuo solito per altro.

Dio che fortuna… non ci posso credere! Con questo libro mi si è spalancato un mondo: è evidente che ho un interesse profondo per questo tipo di contenuti, sebbene non abbia velleità di scrittrice e quindi non possa "usare" queste "regole" per applicarle a qualcosa scritto da me (penso che per un aspirante scrittore possa essere molto utile!). Mi basterebbe riuscire a diventare una discreta lettrice modello :mrgreen:. Comunque è certo che proseguirò un po' nel campo: magari con Opera aperta, o Lector in fabula, oppure Lezioni americane di Calvino… tu hai qualcosa da consigliarmi?
Ça va sans dire… grazie del complimento. :wink:
 

Zingaro di Macondo

The black sheep member
Dio che fortuna… non ci posso credere! Con questo libro mi si è spalancato un mondo: è evidente che ho un interesse profondo per questo tipo di contenuti, sebbene non abbia velleità di scrittrice e quindi non possa "usare" queste "regole" per applicarle a qualcosa scritto da me (penso che per un aspirante scrittore possa essere molto utile!). Mi basterebbe riuscire a diventare una discreta lettrice modello :mrgreen:. Comunque è certo che proseguirò un po' nel campo: magari con Opera aperta, o Lector in fabula, oppure Lezioni americane di Calvino… tu hai qualcosa da consigliarmi?
Ça va sans dire… grazie del complimento. :wink:

Con Eco ho un rapporto ambivalente. Lo reputo pessimo romanziere ma filosofo eccellente. Dei suoi romanzi ho portato a termine, con fatica, solo il nome della rosa.

Mentre i suoi saggi sono tutti, ovviamente my opinion, di valore eccelso.

Non so se li ho letti tutti, ma, per come ti conosco, ti consiglio di proseguire con lector in fabula.

Per altro comincio a fare un po' di confusione tra i suoi scritti...
 

ayuthaya

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Membro dello Staff
Con Eco ho un rapporto ambivalente. Lo reputo pessimo romanziere ma filosofo eccellente. Dei suoi romanzi ho portato a termine, con fatica, solo il nome della rosa.

Mentre i suoi saggi sono tutti, ovviamente my opinion, di valore eccelso.

Non so se li ho letti tutti, ma, per come ti conosco, ti consiglio di proseguire con lector in fabula.

Per altro comincio a fare un po' di confusione tra i suoi scritti...

Beh immagino! Io invece ho adorato molti suoi romanzi, solo Il cimitero di Praga mi ha un po' delusa... Comunque mi sono dimenticata di dire che l'ho "conosciuto" di persona anche io, ho assistito a una piccola conferenza che tenne a Venezia mentre studiavo all'università...
 
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