Ho iniziato questo saggio per una serie di fortunate coincidenze ed è stato come “tornare a casa” per chi non abbia mai avuto alcuna idea delle proprie origini... Mi spiego: io non avevo mai letto alcun testo di retorica, semiotica, teoria narrativa e simili... E ammetto che non è stato sempre facile seguire tutti i passaggi di questo libro, sebbene Eco sia molto bravo a tradurre concetti anche molto complessi, accompagnandoli da esempi concreti tratti non solo dalla letteratura ma anche dalla nostra esperienza quotidiana. Tuttavia più proseguivo nell’ascolto, più mi rendevo conto che gli argomenti trattati mi affascinano da sempre, e che da quando leggo mi sono sempre interrogata, inconsciamente, sui meccanismi che regolano il rapporto fra autore e lettore e su tutto ciò che costituisce il “dietro le quinte” di un testo narrativo. Ho insomma capito che questo approccio “teorico” (e per me assolutamente nuovo) è qualcosa che, senza saperlo, andavo cercando da sempre. Ed è stato bellissimo.
Nella prima delle sei conferenze che compongono questo libro, intitolata “Entrare nel bosco”, Eco distingue due tipi di autori: l’Autore empirico e l’Autore modello, e due tipi di lettore: il Lettore empirico e il Lettore modello. L’Autore e il Lettore empirici altri non sono che lo scrittore in carne ed ossa che ha prodotto il testo e il lettore in carne ed ossa che lo legge, cioè ognuno di noi. Ma esiste anche un secondo livello, più “teorico”: l’Autore modello è la “strategia narrativa” intrinseca al testo (in altri contesti viene definito semplicisticamente lo “stile” di un autore) e che presuppone un Lettore modello in grado di coglierla. Per usare le parole dello stesso Eco, l'Autore modello "si manifesta come un insieme di istruzioni che ci vengono impartite a ogni passo e a cui dobbiamo obbedire quando decidiamo di comportarci come Lettore modello"; o ancora: l’Autore modello è colui che stabilisce le “regole del gioco” e il Lettore modello è "colui che sa stare a questo gioco".
Ne consegue che esiste un Lettore di primo livello, che prova piacere (o dispiacere) per ciò che legge senza interrogarsi sui meccanismi teorici interni al testo (il che va benissimo, eh... qui non si sta giudicando se un lettore è più o meno bravo, intelligente o acculturato), e un Lettore di secondo livello, in grado di recepire le “regole del gioco” del testo narrativo e, facendole proprie, raggiunge una comprensione più profonda (Eco parla di interpretazione) non tanto del testo in sè, quanto delle intenzioni strategiche dell’Autore modello.
È chiaro che sia l’Autore sia il Lettore modello sono delle astrazioni, ma sono fondamentali se vogliamo entrare all’interno della strategia narrativa. D’altra parte non dobbiamo immaginare l’interpretazione come qualcosa di univoco o rigido, che toglie spontaneità alla lettura... tutt’altro! Prendendo come esempio e riferimento un’opera poco conosciuta, che Eco definisce “uno dei libri più belli che siano mai stati scritti”, Sylvie di Gérard de Nerval, a cui nel corso degli anni ha dedicato tesi di laurea, saggi, seminari e conferenze, egli afferma che “la (sua) esperienza di rilettura durata quarant’anni dimostra quanto siano sciocchi coloro che dicono che ad anatomizzare un testo e a esagerare con il close reading se ne uccide la magia”. E infatti il suo continuo soffermarsi, analizzare , “anatomizzare” questo racconto, nel corso di quasi tutto il saggio, non ha fatto altro che suscitarmi una voglia matta di leggerlo, sebbene abbia già appreso molti dei suoi “meccanismi segreti”.
Insomma, per concludere, Sei passeggiate nei boschi narrativi sono sei meravigliosi viaggi all’interno del “gioco” della finzione narrativa: se pensate di poter essere affascinati dallo scoprire “cosa c’è dietro” a ciò che noi leggiamo come lettori empirici (e gli elementi sono moltissimi: la distinzione tra fabula, intreccio e racconto, i concetto di prolessi e analessi, quello di patto finzionale o sospensione dell'incredulità, la scelta di rallentare o accelerare il tempo narrativo per creare effetti di suspence, e così via...), allora vi consiglio caldamente la lettura di questo libro, che è brillante e divertente. Fra l’altro, e ci tengo a sottolinearlo, se è vero che l’obiettivo è quello di renderci chiare dei meccanismi teorici perchè virtuali, è anche vero che per riuscirci Eco ricorre in modo continuo (quasi estenuante direi, talmente ampi sono i suoi orizzonti culturali e profonda la sua erudizione!) a esempi tratti dal mondo della letteratura: un vero godimento per noi amanti dei libri! Gérard de Nerval, Edgar Allan Poe, Franz Kafka, Carlo Collodi, Alexandre Dumas, Gustave Flaubert, Italo Calvino, Alessandro Manzoni, solo per citare i primi che mi vengono in mente... oltre, ovviamente, a se stesso. Un’occasione davvero unica di cogliere quelle “regole del gioco” che solo una lettura attenta, di “secondo livello” (secondo la definizione di Eco che ho riportato prima), permette di svelare.