Io l'ho trovata un romanzo perfetto. Come diceva elena, il paragone con 1984 nasce spontaneo; per me soprattutto, che sono sempre stata solita pensare alla trilogia Bradbury-Orwell-Huxley. Attualmente solo dell'ultimo citato non ho approfondito la conoscenza, ma per quanto concerne i primi due, benchè a mio giudizio possano considerarsi entrambi geniali, l'idea del romanzo di Bradbury la trovo molto più profetica ed avvincente di quella di Orwell. Perchè? Perchè in fondo le dittature a sfondo politico sono sempre esistite. Orwell ne ha certamente modernizzato il concetto, ma l'idea di base si è originata comunque da realtà già vissute. Fahrenheit 451 invece anticipa i tempi con una portata immane: non solo la perdita dell'amore per la cultura in sè, ma l'auto-ammonimento che l'uomo stesso decide di operare sul proprio modo di vivere e soprattutto di utilizzare la propria mente, annullandola totalmente. Probabilmente il libro calza a pennello con le riflessioni che ultimamente stanno sorgendo dentro di me, per questo mi ha colpito ancor più del previsto: la gente preferisce assopirsi dinanzi ad uno schermo, sia esso quello di una tv o di un computer, occupandosi di frivolezze annichilendo il concetto di ragionamento mediante un processo del tutto conscio, ma che viene lasciato riprodursi con un meccanismo a catena per pura e semplice pigrizia. E' vero, lettura non è sinonimo di cultura o di un cervello funzionale, ma credo che Bradbury non volesse creare una dipendenza definitiva e statica tra i due concetti: in realtà il libro è l'icona di un apparato neuronale che sia ancora in grado di autoalimentarsi, il mezzo più potente (non l'unico) mediante il quale esso si mantiene attivo e da cui nutre spunti riflessivi che siano la manna che fa sopravvivere il pensiero individuale e l'evoluzione stessa del mondo. Il concetto di uguaglianza assume un contorno assolutamente terrificante vista dal punto di vista di Fahrenheit 451: si è tutti uguali solo se si annulla constestualmente la persona stessa. Il suo scopo non è di avvincere il lettore, intrattenendolo - come farebbe uno schermo televisivo - e dando rilevanza ai personaggi o alla storia: coerentemente con il messaggio di cui esso si fa portatore, queste 210 pagine hanno lo scopo di comunicare, offrire idee che solo noi lettori possiamo far maturare in concetti concreti attraverso la formazione consciamente alimentata di nuove sinapsi.
Un libro fondamentale: 5/5.