XVII G.L. - Fahrenheit 451 - Ray Bradbury

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elisa

Motherator
Membro dello Staff
indubbiamente questo libro si presta a letture molto diverse, addirittura opposte per quanto riguarda la qualità ed il coinvolgimento del libro stesso. Curioso è come chi ha trovato delle caratteristiche del romanzo come un limite, la lentezza e i pochi avvenimenti che succedono, altri come me le abbiano trovate come punti di forza. :)
 

isola74

Lonely member
Premetto che spontaneamente non avrei mai comprato questo libro: è un genere che non mi appassiona per niente; però ci tenevo troppo a partecipare al mio primo GdL!!
Per prima cosa mi è sembrato che non fosse esattamente un libro di "fantascienza", almeno per come la intendo io... non è forse esistita un'epoca in cui i libri venivano ritenuti pericolosi e bruciati??..la cultura non è spesso considerata ancora oggi pericolosa???
Ripeterò, ahimè, il commento di qualcun altro: l'idea di fondo mi è sembrata buona ma lo sviluppo un po' meno. La seconda parte decisamente migliore della prima, più scorrevole, più "dialogata", con un finale che si potrebbe anche definire "di speranza": gli uomini-libri che si mettono in cammino per far conoscere ad altri i libri che hanno imparato a memoria.
Voto finale: 3/5

PS non so se lo sapevate già tutti ed ero solo io ignorante: per prima cosa ho cercato il significato del titolo: è la temperatura a cui la carta brucia secondo l' unità di misura Fahrenheit ..:wink:
 
Anche per me questo è il primo GL a qualle partecipo. Mi sento un po' emozionata e ci ho lasciato un paio di giorni per digerire libro e di cercare a dare un giudizio "a freddo". Però, neanche dopo due giorni il mio giudizio non è cambiato da quello che ho avuto appena ho finito con la lettura. Non mi è piacuto. Troppo lento, svilupato male, i personaggi non aprofonditi abbastanza, il finale lascia desiderare.... In ogni caso, mio voto 1/5
Questo riguardo il romanzo. ... Riguardo il scrittore vorrei dire altre due parole:
Romanzo è statto scritto nel 1953. In quel periodo la televisione facceva i suoi primi passi e io non vedo il motivo valido perchè l'autore aveva tutta questa ostinazione verso la televisione. Lui stesso aveva dichiarato che il suo romanzo non è una critica contro la censura, ma contro la TV, che F. 451 racconta di come la TV distrugge la cultura della lettura. Solo che in quel periodo il livello culturale dei programi televisivi era nei livelli molto alti, erano dedicati proprio per la promozione della cultura e informazione.... Soltanto nei ultimi anni ( al massimo posiamo parlare di ultimi dieci anni) possiamo parlare della televisione come un cattivo esempio... Un'altro dettaglio dalla sua biografia: Bradbury è diventato famoso soltanto dopo che i suoi brevi racconti erano stati adattati per il serial televisivo "Out there", e lui da solo aveva il suo programma sul HBO (televisione locale) "The Ray Bradbory Theater"!!!!!!!!
Un uomo molto leale alle sue idee! :shock:
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
aggiungo le due ultime critiche:


  1. Dory: idea ottima, contenuto interessante ma prolisso, lento e ripetitivo
  2. elena: piaciuto molto, giudizio più che positivo
  3. lillo: 5 su 5
  4. shvets olga: 4 su 5
  5. elisa: romanzo geniale, 5 su 5
  6. Pietro: lento e ripetitivo ma geniale
  7. alehcim81: di una noia mortale, idea promettente ma sviluppata malissimo
  8. Blueberry: trama originale, non lascia però nulla, non prende e non appassiona, 2 su 5
  9. isola74: buona l'idea di fondo, lo sviluppo un po' meno, 3 su 5
  10. nicole: non piaciuto, troppo lento, sviluppato male, personaggi non approfonditi, 1 su 5
direi che ci sono valutazioni molto discordanti, addirittura opposti, un libro che veramente fa parlare di sè, nel bene e nel male :wink:
 

El_tipo

Surrealistic member
non vedo l'ora di leggere questo libro...purtroppo non trovo un minuto libero per andarlo a comprare! ma è mai possibile???!!! ma è vita questa!!!
 

~ Briseide

Victorian Lady
Io l'ho trovata un romanzo perfetto. Come diceva elena, il paragone con 1984 nasce spontaneo; per me soprattutto, che sono sempre stata solita pensare alla trilogia Bradbury-Orwell-Huxley. Attualmente solo dell'ultimo citato non ho approfondito la conoscenza, ma per quanto concerne i primi due, benchè a mio giudizio possano considerarsi entrambi geniali, l'idea del romanzo di Bradbury la trovo molto più profetica ed avvincente di quella di Orwell. Perchè? Perchè in fondo le dittature a sfondo politico sono sempre esistite. Orwell ne ha certamente modernizzato il concetto, ma l'idea di base si è originata comunque da realtà già vissute. Fahrenheit 451 invece anticipa i tempi con una portata immane: non solo la perdita dell'amore per la cultura in sè, ma l'auto-ammonimento che l'uomo stesso decide di operare sul proprio modo di vivere e soprattutto di utilizzare la propria mente, annullandola totalmente. Probabilmente il libro calza a pennello con le riflessioni che ultimamente stanno sorgendo dentro di me, per questo mi ha colpito ancor più del previsto: la gente preferisce assopirsi dinanzi ad uno schermo, sia esso quello di una tv o di un computer, occupandosi di frivolezze annichilendo il concetto di ragionamento mediante un processo del tutto conscio, ma che viene lasciato riprodursi con un meccanismo a catena per pura e semplice pigrizia. E' vero, lettura non è sinonimo di cultura o di un cervello funzionale, ma credo che Bradbury non volesse creare una dipendenza definitiva e statica tra i due concetti: in realtà il libro è l'icona di un apparato neuronale che sia ancora in grado di autoalimentarsi, il mezzo più potente (non l'unico) mediante il quale esso si mantiene attivo e da cui nutre spunti riflessivi che siano la manna che fa sopravvivere il pensiero individuale e l'evoluzione stessa del mondo. Il concetto di uguaglianza assume un contorno assolutamente terrificante vista dal punto di vista di Fahrenheit 451: si è tutti uguali solo se si annulla constestualmente la persona stessa. Il suo scopo non è di avvincere il lettore, intrattenendolo - come farebbe uno schermo televisivo - e dando rilevanza ai personaggi o alla storia: coerentemente con il messaggio di cui esso si fa portatore, queste 210 pagine hanno lo scopo di comunicare, offrire idee che solo noi lettori possiamo far maturare in concetti concreti attraverso la formazione consciamente alimentata di nuove sinapsi.
Un libro fondamentale: 5/5.
 

darida

Well-known member
A me è piaciuto.Molto. Non trovo che la lentezza sia un limite, è un romanzo riflessivo e intenso, lo scorrere lento degli eventi dà modo al lettore di assimilare al meglio i concetti proposti. Un libro che parla di libri, dell'importanza fondamentale della parola scritta e del libero pensiero individuale :D

Poi, sarà che aborro la tivì, e sono sempre dalla parte di chi la denigra :mrgreen:
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
aggiorno questo dibattito che si sta facendo veramente appassionante, con punti di vista così opposti da suggerire infinite riflessioni


  1. Dory: idea ottima, contenuto interessante ma prolisso, lento e ripetitivo
  2. elena: piaciuto molto, giudizio più che positivo
  3. lillo: 5 su 5
  4. shvets olga: 4 su 5
  5. elisa: romanzo geniale, 5 su 5
  6. Pietro: lento e ripetitivo ma geniale
  7. alehcim81: di una noia mortale, idea promettente ma sviluppata malissimo
  8. Blueberry: trama originale, non lascia però nulla, non prende e non appassiona, 2 su 5
  9. isola74: buona l'idea di fondo, lo sviluppo un po' meno, 3 su 5
  10. nicole: non piaciuto, troppo lento, sviluppato male, personaggi non approfonditi, 1 su 5
  11. ~ Briseide: romanzo perfetto, 5 su 5
  12. darida: piaciuto molto, romanzo riflessivo e intenso
 

Dory

Reef Member
A me è piaciuto.Molto. Non trovo che la lentezza sia un limite, è un romanzo riflessivo e intenso, lo scorrere lento degli eventi dà modo al lettore di assimilare al meglio i concetti proposti. Un libro che parla di libri, dell'importanza fondamentale della parola scritta e del libero pensiero individuale :D

Poi, sarà che aborro la tivì, e sono sempre dalla parte di chi la denigra :mrgreen:

La mia impressione è stata che già nelle prime pagine il concetto era chiaro, tutto il resto mi è sembrato una ripetizione riproposta sotto diverse forme di quello che era stato già detto.
Infatti io penso che se fosse stato un racconto, invece che un romanzo breve, sarebbe stato perfetto.
 

Dorylis

Fantastic Member
Quando la fantascienza si mischia alla realtà, ci troviamo a spalancare lo sguardo su un mondo parallelo al nostro dove Bradbury con una metafora assai chiara ci fa capire il pessimo rapporto che intercorre fra gli uomini e la cultura, un rapporto basato soltanto sullo sfruttamento politico. La dissoluzione della civiltà vista attraverso la mancanza di espressione quotidiana data dalla letteratura porta infine nel pompiere ribelle una grande consapevolezza, che aumenta in un crescendo che va dall'inizio del libro fino a raggiungere un punto di massima tensione con la fuga.
Molto interessante per il tema trattato, è inevitabile il paragone con 1984, l'ho trovato molto più ben sviluppato nella prima parte.. Nella 2° si delinea un po' in un'assurda fuga, quanto mai impossibile e surreale. Del resto neanche l'autore stesso ci vuole dire cosa può sorgere di buono da questa ribellione al sistema, da questo anticonformismo, ci lascia solo una speranza di un mondo migliore. Lo consiglio, ho apprezzato molto anche la resa molto realistica dei martellanti programmi televisivi del giorno d'oggi! 4/5
 

darida

Well-known member
La mia impressione è stata che già nelle prime pagine il concetto era chiaro, tutto il resto mi è sembrato una ripetizione riproposta sotto diverse forme di quello che era stato già detto.
Infatti io penso che se fosse stato un racconto, invece che un romanzo breve, sarebbe stato perfetto.

Sai, sarà l'età :mrgreen: ma io amo le "lungaggini" in letteratura, mi piace aver modo di fissare bene i concetti esposti, una ripetizione riproposta, come dici tu, potrebbe essere inteso anche come approfondimento, un profondo scandaglio dell'animo umano, che richiede tempo...:D
 

Dory

Reef Member
Sai, sarà l'età :mrgreen: ma io amo le "lungaggini" in letteratura, mi piace aver modo di fissare bene i concetti esposti, una ripetizione riproposta, come dici tu, potrebbe essere inteso anche come approfondimento, un profondo scandaglio dell'animo umano, che richiede tempo...:D

Sì, beh, non pretendo che il mio pensiero sia la verità assoluta, è solo quello più giusto e inconfutabile :mrgreen: :mrgreen:... scherzo :mrgreen:...
Il mondo è bello perché è vario, come si dice, e una stessa cosa ha mille sfaccettature a seconda di chi la guarda... :) e aggiungerei per fortuna è così!!
 

isola74

Lonely member
Sì, beh, non pretendo che il mio pensiero sia la verità assoluta, è solo quello più giusto e inconfutabile :mrgreen: :mrgreen:... scherzo :mrgreen:...
Il mondo è bello perché è vario, come si dice, e una stessa cosa ha mille sfaccettature a seconda di chi la guarda... :) e aggiungerei per fortuna è così!!



sottoscrivo :mrgreen:
 

~ Briseide

Victorian Lady
Circa la lunghezza, io non l'ho trovata eccessiva... 210 pagine non sono poi così tante. :) E soprattutto credo che fosse necessario dilungarsi perchè non solo Bradbury ha inteso illustrare il concetto di annullamento conscio della mente umana, tramite l'immagine forte quanto esplicativa del rogo dei libri, ma descrivere anche il risveglio da questo assopimento attraverso l'immagine di Montag. Un risveglio che, vista la profondità dell'azione di annientamento dell'io, profondamente radicata nella realtà descritta dal libro, richiedeva per forza di cose uno sviluppo lento nell'attuazione della presa di coscienza effettiva della sconvolgente e raccapricciante verità. Spogliarsi della cecità attraverso la quale gli uomini avevano deciso di vivere il mondo è stato un evento rapido, veloce, mediato dalla figura di Clarisse; ma la descrizione dello scontro con una folla ancora pienamente ottenebrata, l'illustrazione del loro modo di vedere le cose, di contro l'innovativo pensiero di Montag, non poteva certamente essere altrettanto repentino. :wink:
 

Dory

Reef Member
Circa la lunghezza, io non l'ho trovata eccessiva... 210 pagine non sono poi così tante. :) E soprattutto credo che fosse necessario dilungarsi perchè non solo Bradbury ha inteso illustrare il concetto di annullamento conscio della mente umana, tramite l'immagine forte quanto esplicativa del rogo dei libri, ma descrivere anche il risveglio da questo assopimento attraverso l'immagine di Montag. Un risveglio che, vista la profondità dell'azione di annientamento dell'io, profondamente radicata nella realtà descritta dal libro, richiedeva per forza di cose uno sviluppo lento nell'attuazione della presa di coscienza effettiva della sconvolgente e raccapricciante verità. Spogliarsi della cecità attraverso la quale gli uomini avevano deciso di vivere il mondo è stato un evento rapido, veloce, mediato dalla figura di Clarisse; ma la descrizione dello scontro con una folla ancora pienamente ottenebrata, l'illustrazione del loro modo di vedere le cose, di contro l'innovativo pensiero di Montag, non poteva certamente essere altrettanto repentino. :wink:

Io sono d'accordo con questo, non dico che doveva risolvere tutti i suoi dilemmi in 2 giorni... per rendere la lentezza di un processo non c'è per forza bisogno di scrivere un libro di mille pagine. :wink:
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
la cosa che mi colpisce non è tanto la discrepanza di valutazioni che ci possono essere in ogni libro, a uno piace e a uno non piace, ci mancherebbe, ma il fatto che il difetto segnalato dagli uni diventa il pregio per gli altri. In Fahrenheit la lentezza secondo me fa parte dell'azione stessa del romanzo, è il cuore che pulsa, il ritmo con cui Montag riesce a percepire la società assurda in cui vive, in contrasto con la velocità delle macchine, dei programmi televisivi, di una vita convulsa. Il tempo del pensare è un tempo lento, certe volte leggendo il libro mi sembrava di sentire i pensieri di Montag mentre si formavano nella sua mente, forse questo ritmo che mi ha avvolto era consono al mio ritmo, anche con i libri si entra in empatia. Poi trovo eccezionale la precarietà delle relazioni, i mariti che muoiono o che possono essere denunciati con tanta indifferenza e distacco, l'abuso d'alcol e psicofarmaci che rispecchia perfettamente la condizione di tante donne nella nostro terzo millennio. Più ci penso e più mi piace, come probabilmente succederà agli altri, che più ci pensano e più non piace. :)
 

~ Briseide

Victorian Lady
Poi trovo eccezionale la precarietà delle relazioni, i mariti che muoiono o che possono essere denunciati con tanta indifferenza e distacco, l'abuso d'alcol e psicofarmaci che rispecchia perfettamente la condizione di tante donne nella nostro terzo millennio.

Verissimo. Questo libro è profetico in maniera spaventosa: prevedere come sarebbe cambiato il mondo e riuscire a percepire i lati negativi della televisione, veduta che oggi estenderei anche ad i computer seppur per aspetti differenti, più di 50 anni prima che essi divenissero lampanti... a leggerlo, un certo effetto lo fa! :YY
 

Dory

Reef Member
Forse mi esprimo male, ma la lungaggine di cui parlo io non è della storia, ma del modo di raccontarla, penso al capitolo de "Il conte di Montecristo" quando Dantes è prigioniero al castello d'If, o al prigioniero de "Il pozzo e il pendolo", due esempi magnifici di utilizzo prodigioso del mezzo linguistico per rendere lo scorrere del tempo, Dantes ci passa 14 anni se non sbaglio, ma il tutto è scritto ad occhio e croce in minimo 100 o massimo 200 pagine (considerato anche che il mio libro è scritto piccolo rispetto a "Fahrenheit"), e Dumas veniva pure pagato un tanto a rigo, per cui cercava di allungare il più possibile, tanto che Umberto Eco aveva pensato di riscriverlo tagliando il superfluo, anche se alla fine ha abbandonato l'impresa. Ma quelle pagine mi hanno tenuta incollata dall'inizio alla fine, così come l'agonia in 12 pagine del prigioniero de "Il pozzo e il pendolo" di Poe.
Quello che a me non piace è proprio lo stile della scrittura, il modo formale in cui questa lentezza viene resa.
 

zolla

New member
riletto dopo tanti anni e l'ho trovato ancora interessante,ma questo credo succeda a tutti noi visto che siamo su questo forum,se no saremmo su uno di moto! L'idea che possa esistere una società che non ammetta alcun testo stampato è singolare,data l'importanza che le dittature hanno sempre dato ai mezzi di comunicazione di massa,cui i libri fanno parte in modo fondamentale. Anche in una società ipertecnologica e in cui c'è un controllo spasmodico dell'individuo,tipo 1984,la propaganda coi libri si fa comunque,chissà forse in futuro potrebbe sparire la carta stampata ma dubito,anche che possa servire a chi voglia controllare le masse. Ricordo con commozione la signora che si fa bruciare insieme ai suoi libri,una fine che molti di noi farebbero senza batter ciglio! Anche il ritorno della tradizione orale alla fine del libro ha una sua valenza per dire come dei libri non si possa fare a meno. Un'opera ingiustamente relegata nel limbo della fantascienza,ma invece degna di essere annoverata tra i romanzi a pieno titolo. Questa mia affermazione non vuole assolutamente sminuire,le letterature di genere,degnissime,ma che spesso diventano dei ghetti per libri di livello alto,come in questo caso. Giudizio positivo,dunque.
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
aggiorno con le ultime interessanti recensioni (se sapevo che partecipavano tante persone non avrei usato per ognuno un colore diverso che adesso mi trovo in difficoltà :W)


  1. Dory: idea ottima, contenuto interessante ma prolisso, lento e ripetitivo
  2. elena: piaciuto molto, giudizio più che positivo
  3. lillo: 5 su 5
  4. shvets olga: 4 su 5
  5. elisa: romanzo geniale, 5 su 5
  6. Pietro: lento e ripetitivo ma geniale
  7. alehcim81: di una noia mortale, idea promettente ma sviluppata malissimo
  8. Blueberry: trama originale, non lascia però nulla, non prende e non appassiona, 2 su 5
  9. isola74: buona l'idea di fondo, lo sviluppo un po' meno, 3 su 5
  10. nicole: non piaciuto, troppo lento, sviluppato male, personaggi non approfonditi, 1 su 5
  11. ~ Briseide: romanzo perfetto, 5 su 5
  12. darida: piaciuto molto, romanzo riflessivo e intenso
  13. Dorylis: consigliato, 4 su 5
  14. zolla: interessante, giudizio positivo
continua l'interessante dibattito che questo libro stimola :YY
 
Stato
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