Non è solo che mi sono antipatici, non mi sembra corretto da parte tua ridurre a questo la mia critica
Non ho detto solo questo; ho detto anche che non condividi le idee di Manzoni. Intendevo che non ti sono simpatici perché incarnano quelle idee. In effetti non mi sono espresso bene… :-?
E' piena la letteratura di personaggi odiosi e (magari proprio per quello) terribilmente coinvolgenti!!!
D’accordissimo
Tu riporti dei brani, io li rileggo obtorto collo
e li trovo falsi, artificiosi. Mi sembrano quelle scene di certe fiction televisive all’italiana dove si capisce lontano un miglio che gli attori recitano.
Capisco che questo sia un po’ artificioso: “
Lucia andava assettandosi, per un'abitudine, per un istinto di pulizia e di verecondia”, perché fa tanto “brava bambina”; ma se mi dici che lo è anche questo: “
vergognosa [Lucia]
dell'essere già stata tanto sola con lui e tanto famigliarmente, quando s'aspettava d'essere fra pochi momenti sua moglie. Ora, svanito così dolorosamente quel sogno [svanito
dolorosamente quel sogno: qui non c’è solo la bacchettona che si vergogna di esser stata sola col moroso, qui c’è la donna che, pur considerandolo un male, in fondo al cuore lo desiderava: c’è la ragione che non riesce ad averla interamente vinta sulla natura! Come si può parlare di “piattezza” qui?] ,
ella si pentiva di essere trascorsa così oltre, e fra tante cagioni di trepidare, trepidava pur anche per quel pudore che non nasce dalla trista scienza del male, per quel pudore che ignora se stesso, somigliante alla paura del fanciullo che trema nelle tenebre senza saper di che. [una paura, inconscia, di cui il personaggio non sa trovare l’origine con la ragione: altra cosa umanissima.] ", dove sono portati alla luce desideri e pulsioni profonde, ma semplici e naturali, comuni anche a chi cristiano non è… :-?
Lo stesse cose valgono per l'altro brano: anche qui la ragione di lei non riesce ad averla vinta sull’amore per Renzo: ”
si fece nella mente [di Lucia]
un tumulto istantaneo; la memoria del voto, vi si suscitò d'improvviso, e vi comparve chiara e distinta. Allora tutte le potenze del suo animo, appena riavute, furon sopraffatte di nuovo.
Dopo un ribollimento di que' pensieri che non vengono con parole, le prime che si formarono nella sua mente furono: «oh povera me, cos'ho fatto!»
S'andava figurando ugualmente che quella Provvidenza medesima, per compir l'opera, saprebbe trovar la maniera di far che Renzo si rassegnasse anche lui non pensasse più... Ma una tale idea, appena trovata, mise sottosopra la mente ch'era andata a cercarla.”
preferisco comunque parlare direttamente con Masetto piuttosto che attraverso citazioni di critici famosi.
Un po’ perché posso rispondere solo con parole mie, un po’ perché una opinione, anche se espressa da Russo o Momigliano, resta sempre un’opinione: nella fattispecie mi interessano le opinioni di Masetto
Se ho riportato questi commenti è perché: a) li condivido, quindi leggendoli stai leggendo opinioni che sono anche di Masetto; b) dicono le cose molto meglio di come le saprei dire io; c) voglio mostrare che queste opinioni, oltre che mie, sono anche di altri: fra cui persone che, almeno in teoria, di letteratura se ne intendono. Ciò naturalmente non vuol dire che siano per forza giuste, ma cerco così di stimolare maggiormente chi le legge a rifletterci su.
E io non ti sto chiedendo di rispondere con altre citazioni; le tue parole vanno benissimo.
riportami qualche dialogo dove Lucia mi convinca, come contadina del 600
Ho già detto che “fornire il ritratto della popolana del Seicento non era nelle intenzioni dell’autore: Lucia non è la popolana tipica del Seicento, Lucia è un modello, è la popolana ideale del Manzoni.”
leggo per il mio piacere e non per interesse intellettuale.
Questo lo credi tu, ma non è vero
. Altrimenti, non avresti “esordito” in questo topic dicendo "
il senso del romanzo è che a pigliar parte alle sommosse si risica di finire impiccati"; “
per me resta una storiellona moralista e retorica”; “
trovo falsi, preconfezionati, molti dei personaggi”: queste parole sono già una critica alle idee e allo stile di Manzoni. Sono già una manifestazione di interesse intellettuale.
Mi sembra piuttosto indicativo, che Manzoni non si legga all’estero.
Anche Goldoni, Foscolo, Leopardi, Verga, Pascoli, Svevo e Montale sono quasi ignoti al grande pubblico straniero: nessuno di loro è un grande scrittore allora?
PS: il brano del Russo che hai postato subito dopo.
Lo leggo (faticosamente, 2 volte, per sicurezza) e mi pare più un’analisi dei meccanismi della conversione che l’analisi di un personaggio vero e vivo
Sarà un caso?!?:??
Mi restituisce in pieno la sensazione (sempre avvertita) che anche l’Innominato sia solo uno stereotipo che vive in funzione del messaggio che deve trasmettere. E dire che il Russo ha di sicuro tutt’altre intenzioni :wink:
E una conversione religiosa, anche se si conclude in un’adesione al Cattolicesimo, non può essere una cosa vera e viva?
Le intenzioni di Russo sono proprio di dimostrare che quella dell’Innominato lo è, in quanto “
Per il Manzoni, una conversione viene sempre dal di dentro”: all’Innominato Dio non manda gli angeli in sogno come a San Giuseppe. E anche uno che non crede, per cui non compie l’ultimo “passo” (l’avvertire la presenza di Dio) di questo percorso, non può negare che tutti questi sentimenti sono perfettamente naturali e non hanno nulla di forzato o di programmatico. Quale uomo, purchè abbia un briciolo di vita interiore, non ha avvertito almeno una volta in cuor suo “
un senso religioso della morte e la paura di un giudizio eterno, il giudizio stesso degli uomini, il giudizio della storia che è anch’essa una forma di eternità, la giustizia stessa delle cose che si viene compiendo mentre noi viviamo ed operiamo”? E che cosa c’è di più umano dei dubbi e delle paure che tormentano l’Innominato, dei tentativi di celare a se stesso i mutamenti della sua anima e di tornare quello di prima, della riluttanza a rompere radicalmente col suo passato? E allora come si fa a dire che questo è un personaggio falso ed intimamente morto?
Cosa manca in lui per dare spessore ed autenticità ad una conversione secondo te?
A questo punto mi chiedo se per te esiste un personaggio letterario
cristiano che non sia uno stereotipo. Mi potresti fare degli esempi? (naturalmente intendo qualcuno nella cui vicenda l’essere cristiano abbia una qualche rilevanza).
Chiudiamola qua: “de gustibus”
Come vuoi
. Guarda però che non è solo una questione di gusti.