è stata una giornata lunghissima. ma anche favolosa.
pochi intimi, abiti eleganti ma sobri, sorrisi benevoli, pacche sulle spalle, strette di mano…
il sindaco con la fascia tricolore, le firme con la Pelikan dal pennino d’oro che fu di babbo.
l’abbraccio con i testimoni commossi e finalmente il bacio. quel lungo bacio appassionato, liberatorio.
marito e moglie.
poi il pranzo, piatti tipici e gustosi nel ristorante dell’inseparabile socio d’affari e di vita, in quel piccolo paradiso in cima alla collina, raggiungibile solo con un lungo tragitto di curve e tornanti in forte pendenza, a strapiombo su una vista mozzafiato del mare.
ottimo vino. abbondante. e l’immancabile champagne nel secchiello del ghiaccio. i cubetti occhieggianti di riflessi luminosi, come i diamanti del collier che t’ho regalato.
serata conclusiva nella taverna sottostante la grande sala da pranzo. danze, abbracci, whisky, felicità infinita, testa che gira…
andiamocene amore. riprendiamoci la nostra vita. stanotte soli nella nuova casa dall’altra parte del porticciuolo.
la strada scorre rapida sotto le ruote della decapottabile. gira ora a destra ora a sinistra, e poi ancora a destra e di nuovo... o è la mia testa?
curve, curve, curve, ma non so più se sto fissando la strada o i tuoi seni, che si sollevano ritmicamente mentre il sonno ti sta prendendo.
mentre il sonno mi sta prendendo!
il Rolex che mi hai regalato segna le due di notte. ancora poco, amore, e finirà questo viaggio così surreale.
le luci dei lampioni passano da una parte all’altra del campo visivo, senza una regola apparente, comparendo e scomparendo come le stelle in quel cielo stupendo, come i brillanti del tuo collier.
come quelle perle che sono i tuoi occhi.
due sono più marcate delle altre e si muovono dritte verso di noi. ingrandiscono a vista d’occhio.
caz*o, ma quel Tir è impazzito!
la scalciata istintiva sul pedale, lo stridio dei freni, la sterzata disperata. l’auto che finalmente si ferma a pochi centimetri dal precipizio, dopo aver arato con gli pneumatici bloccati metri di sterrato fuori della strada. palpitazioni, pallore, sudore ghiacciato, indignazione, sollievo, mentre un forte suono di clacson si affievolisce dopo avermi quasi stordito tanto era vicino.
l’auto non riparte. mer*a!
cara, che brutto risveglio, vero? sì, un camionista. come possono percorrere una strada simile, probabilmente mezzi morti dal sonno e magari pure ben carburati di birra. assurdo: qualcuno dovrebbe impedirglielo!
intanto mi rendo conto che siamo inaspettatamente molto più vicino alla riva del mare di quanto credessi. la prendo per mano: vieni amore. faremo a piedi l’ultimo tratto. questa passeggiata sotto le stelle sarà la prima cosa veramente romantica che faremo tu ed io da soli, come marito e moglie, dopo una giornata sopra le righe tra persone gioiose ma anche invadenti.
luci lampeggianti, sirene, voci concitate. ambulanze, polizia. caschi, giubbotti catarifrangenti.
potenti riflettori sferzanti convergono le loro lunghe dita da ET a indicare il punto ove un braccio meccanico sta estraendo un’auto dal mare, sollevandola. l’acqua che scroscia dall’abitacolo scoperto, come si trattasse della rete di un pescatore, che così tratterrà in sé soffocati solo i corpi, guizzanti nell'agonia, dei poveri pesci morenti.
ma quelli non sono pesci…
due corpi umani ancora legati ai sedili dalle cinture di sicurezza, abbandonati innaturalmente come assurde bambole di pezza.
vieni amore, avviciniamoci. questo è un segno. il destino oggi ha preso due vite, per dare inizio alle nostre nuove.
guarda lui. porta al polso un Rolex simile al mio!?! ...e il collier della donna…
hai notato come sono diventate sempre più luminose le stelle. ora mi stanno quasi accecando.
amore, non lasciare la mia mano !!!