Si tratta proprio del tipo di dibattito che speravo di avere in questo forum, per cui sono molto felice di parteciparvi.
Dunque: per carità la lettura è libera e non si discute. Detto questo, io non ho mai visto brigate di professori di letteratura occhialuti con I promessi sposi sotto il braccio e il manganello pronti a massacrare i lettori di Fabio Volo o Federico Moccia.
Quanto al concetto di “considerare essere inferiori i lettori di Volo,” come scrive Malafi, pur rileggendo tutti gli interventi di questa discussione, non trovo quando sia stato espresso né da chi.
Il fatto non è tanto che la “letteratura” arricchisca e i libri “commerciali” (non so come chiamarli, mi scuso per questa definizione maldestra) svaghino. Il fatto per me è che anche nel divertissement si può fare meglio, che trovo i libri “commerciali” poveri nel linguaggio, superficiali e banali. Poi certamente che si può aver voglia di passare due ore a leggere Fabio Volo, come si può aver voglia di passare due ore a guardare Sex and the City o a sfogliare Cosmopolitan.
Certo per chi ha dimestichezza con la letteratura, i suoi differenti registri, le sue sottilezze etc. una scappatella da Fabio Volo è un péché mignon. Quello che mi preoccupa è la posizione del “va bene tutto, l’importante è che si legga, che poi sia Thomas Mann o l’autobiografia di Francesco Totti non si possono esprimere giudizi di valore perché i gusti son gusti.” Perché a parer mio contribuisce a un impoverimento dell’offerta culturale, specie per i lettori in erba (penso ai giovani lettori) che quando entrano in libreria trovano pile di romanzi di Fabio Volo e di Donato Carrisi mentre Gli occhiali d’oro di Bassani sta nascosto in uno scaffale impolverato.
[Ovviamente non sostengo che chi ha commentato in questa conversazione sostenga la posizione che ho espresso qua sopra!
]
Poi ovviamente ognuno legge quel che vuole, ci mancherebbe altro. Mi piace dibattere ma non sono una persona cattiva ^^