Narrativa USA del ventesimo secolo: consigli?

Vi confesso che mi vergogno un pò di questo vecchio topic che avevo postato otto anni fa, perchè nel frattempo ho letto circa 400 libri di quasi altrettanti autori, e le mie richieste in questa discussione mi paiono ora semplicistiche e puerili... "cerco libri così e così, però non mi piace questo e non mi piace quello"... sembro più uno che fa la spesa dal droghiere! :)

Il realismo e l'azione non sono più caratteristiche per me irrinunciabili perchè ho avuto modo di apprezzare anche autori più visionari e/o riflessivi. Credo di non avere un genere di riferimento perchè ciò che conta sono le sensazioni che un libro riesce a darmi, il livello di coinvolgimento, e gli spunti di riflessione che, inevitabilmente, una buona lettura porta con se. Si dice che del viaggiare quel che conta sia il viaggio in se, e non la meta, e credo che questo detto si adatti anche alla narrativa, dove ciò che conta è il piacere che ricaviamo durante la lettura, e non il genere o la trama. Però mi permetto di dichiarare che alcuni generi non li digerisco, proprio perchè è evidente che la qualità della scrittura (e quindi il piacere che se ne ricava) è subordinato ad altri intenti, come nei gialli classici, che considero degli esercizi enigmistici, piuttosto che letture gratificanti.
 

Spilla

Well-known member
Vi confesso che mi vergogno un pò di questo vecchio topic che avevo postato otto anni fa, perchè nel frattempo ho letto circa 400 libri di quasi altrettanti autori, e le mie richieste in questa discussione mi paiono ora semplicistiche e puerili... "cerco libri così e così, però non mi piace questo e non mi piace quello"... sembro più uno che fa la spesa dal droghiere! :)

Il realismo e l'azione non sono più caratteristiche per me irrinunciabili perchè ho avuto modo di apprezzare anche autori più visionari e/o riflessivi. Credo di non avere un genere di riferimento perchè ciò che conta sono le sensazioni che un libro riesce a darmi, il livello di coinvolgimento, e gli spunti di riflessione che, inevitabilmente, una buona lettura porta con se. Si dice che del viaggiare quel che conta sia il viaggio in se, e non la meta, e credo che questo detto si adatti anche alla narrativa, dove ciò che conta è il piacere che ricaviamo durante la lettura, e non il genere o la trama. Però mi permetto di dichiarare che alcuni generi non li digerisco, proprio perchè è evidente che la qualità della scrittura (e quindi il piacere che se ne ricava) è subordinato ad altri intenti, come nei gialli classici, che considero degli esercizi enigmistici, piuttosto che letture gratificanti.

Anche io sono molto cresciuta, come lettrice, negli ultimi otto anni.
Ora riesco anche a frequentare generi un po' lontani dai miei gusti, sono comunque letture utilissime ad allargare i miei orizzonti.
Quello che non reggo proprio sono i libri "da supermercato": una storiella passabile, un linguaggio sciatto e trito, personaggi privi di caratterizzazione o stereotipati... Il tutto condito da una spruzzatina di erotismo, o di avventura, o di "mistero"... et voilà! Subito in vetta alle classifiche!
Un esempio? La verità sul caso Harry Quebert :evil:, per dirne uno :??
 
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