Eco, Umberto

Spilla

Well-known member
Aiutatemi: se volessi leggere qualcosa di Eco semiologo, considerando che di semiotica non so nulla e non ho la laurea in Lettere, da dove potrei cominciare?
O meglio rinuscire in partenza?:?
 

HOTWIRELESS

d'ya think i'm stupid?

Grantenca

Well-known member

Ho letto con grande interesse quanto hai pubblicato sull "Aspen Institute", fatti per me del tutto nuovi, certamente per mia colpa, dal momento che ci sono poche cose che mi appassionino meno della politica. Penso che il fatto di "riunirsi" tra persone che hanno qualche interesse in comune faccia parte del carattere dell'uomo, vedi ad esempio i "Lyon" i "Rotary" e , naturalmente in modo molto più inquietante, la massoneria. Lo stesso "Forum" in un certo senso riunisce persone con qualche interesse in comune, e non nego di essere iscritto e di frequentare abbastanza regolarmente, un circolo ricreativo-sportivo (carte - biliardo soprattutto). Quello che volevo dire è che anche in passato ci sono state persone e artisti di grandissimo spessore che sono state legate a società, circoli, organizzazioni più o meno segrete e, se ciò non ha deposto a loro favore per un giudizio morale, non ha comunque sminuito la loro arte.
Non ho quindi ben capito il tuo giudizio, dal punto di vista artistico-letterario, su questo autore certamente conosciuto in tutto il mondo (sul vero motivo di questa considerazione mi hai fatto, con la tua pubblicazione, sorgere qualche dubbio). Da parte mia di Eco ho letto solo "Il nome della rosa", molti anni fa e tale lettura non è sufficiente per dare un giudizio ponderato. Il fatto che poi non abbia letto altro probabilmente è perché questa lettura non mi ha entusiasmato.
 

Zingaro di Macondo

The black sheep member


Personalmente credo che questi articoli siano mistificazioni.

Paragonare il fatto che Eco abbia negato l'esistenza di complotti mondiali ai mafiosi che negano la mafia mi sembra un azzardo.

Umberto Eco ha studiato a fondo la semiologia e le lettere e se si trovava in circoli ristretti credo fosse perchè ai quei circoli pochi avevano interesse a partecipare.

Non credo si trovasse con loschi figuri per direzionare la storia del mondo come un massone (cosa che tra l'altro i massoni non hanno mai fatto).
 

HOTWIRELESS

d'ya think i'm stupid?
Ho letto con grande interesse quanto hai pubblicato sull "Aspen Institute", fatti per me del tutto nuovi, certamente per mia colpa, dal momento che ci sono poche cose che mi appassionino meno della politica. Penso che il fatto di "riunirsi" tra persone che hanno qualche interesse in comune faccia parte del carattere dell'uomo, vedi ad esempio i "Lyon" i "Rotary" e , naturalmente in modo molto più inquietante, la massoneria. Lo stesso "Forum" in un certo senso riunisce persone con qualche interesse in comune, e non nego di essere iscritto e di frequentare abbastanza regolarmente, un circolo ricreativo-sportivo (carte - biliardo soprattutto). Quello che volevo dire è che anche in passato ci sono state persone e artisti di grandissimo spessore che sono state legate a società, circoli, organizzazioni più o meno segrete e, se ciò non ha deposto a loro favore per un giudizio morale, non ha comunque sminuito la loro arte.
Non ho quindi ben capito il tuo giudizio, dal punto di vista artistico-letterario, su questo autore certamente conosciuto in tutto il mondo (sul vero motivo di questa considerazione mi hai fatto, con la tua pubblicazione, sorgere qualche dubbio). Da parte mia di Eco ho letto solo "Il nome della rosa", molti anni fa e tale lettura non è sufficiente per dare un giudizio ponderato. Il fatto che poi non abbia letto altro probabilmente è perché questa lettura non mi ha entusiasmato.

dal punto di vista artistico-letterario lo reputo anzi di spessore elevatissimo, anche perché pochi sono in grado di comporre opere di valore che abbiano più sensi e livelli di lettura, più destinatari.
lui per la massa era uno studioso, letterato, uomo di grande cultura. i suoi scritti erano però infarciti di simbolismi massonici che agli adepti comunicavano molto altro. simboli che la gente normale ignora essere investiti di tali significati, e che -dicono molte persone colte e informate, che nessuno sa smentire- chi comprende ne ricava molto di più di ciò che coglie la massa. massa di cui io pure faccio parte.
massoneria, Aspen e altro non sono leggende per arricchire scrittori tipo Dan Brown (nel mio post non ne ho scritto di mio neanche una parola, ho solo riportato alcuni dei migliaia di link che lo fanno, senza che nessuno di loro venga chiuso per calunnie. chi ritiene di farlo vada a vederseli -magari scopre un mondo che ignorava- e si faccia la sua idea: non mi fregherà nulla quale, io ho la mia) e se tanta disinformazione esiste -originando da parte di certi individui qualunquisti accuse e derisione verso chi quantomeno ha preso atto della loro esistenza e dei loro costanti tentativi di condizionare la società-, è proprio per la loro costante ricerca di segretezza e di mistificazione a danno della gente.
non è difficile immaginare cosa esca da riunioni tra i principali politici banchieri industriali intellettuali, i cui risultati vengono gelosamente segretati...
persone da sempre alla direzione della storia del mondo, sinergici tra loro e necessari gli uni agli altri.
qui non si tratta di fare rivoluzioni, ma nemmeno scambiare un modo più aperto e disilluso di guardarsi intorno per mania di persecuzione frustrazione e fantasia distorta.
possiamo fare poco o niente, ma almeno non tacciamo di visionari quelli che non lapidano a priori certe informazioni, solo perché ricavate da fonti alternative.
vorrei vedere che te le raccontassero le istituzioni ...
perciò tanto di cappello a Eco per il suo valore artistico-culturale, con un grazie aggiuntivo per aver costituito una valida rappresentanza dell'Italia in simili congreghe internazionali. nell'attesa che coloro che negano per partito preso questo suo lato smontino tale calunnia, così invisa all'ordine costituito.
ma credetemi, negarla sarà molto più difficile che sostenerla. le prove sono inconfutabili: Eco faceva parte di quelli, e gli obiettivi di quelli erano alcune cose, leggermente diverse dal biliardo o il tennis;
ergo ...
comunque, ripeto, grande genio di cultura: non pensare che io ne dubiti.
 
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Zingaro di Macondo

The black sheep member
dal punto di vista artistico-letterario lo reputo anzi di spessore elevatissimo, anche perché pochi sono in grado di comporre opere di valore che abbiano più sensi e livelli di lettura, più destinatari.
lui per la massa era uno studioso, letterato, uomo di grande cultura. i suoi scritti erano però infarciti di simbolismi massonici che agli adepti comunicavano molto altro. simboli che la gente normale ignora essere investiti di tali significati, e che -dicono molte persone colte e informate, che nessuno sa smentire- chi comprende ne ricava molto di più di ciò che coglie la massa. massa di cui io pure faccio parte.
massoneria, Aspen e altro non sono leggende per arricchire scrittori tipo Dan Brown (nel mio post non ne ho scritto di mio neanche una parola, ho solo riportato alcuni dei migliaia di link che lo fanno, senza che nessuno di loro venga chiuso per calunnie. chi ritiene di farlo vada a vederseli -magari scopre un mondo che ignorava- e si faccia la sua idea: non mi fregherà nulla quale, io ho la mia) e se tanta disinformazione esiste -originando da parte di certi individui qualunquisti accuse e derisione verso chi quantomeno ha preso atto della loro esistenza e dei loro costanti tentativi di condizionare la società-, è proprio per la loro costante ricerca di segretezza e di mistificazione a danno della gente.
non è difficile immaginare cosa esca da riunioni tra i principali politici banchieri industriali intellettuali, i cui risultati vengono gelosamente segretati...
persone da sempre alla direzione della storia del mondo, sinergici tra loro e necessari gli uni agli altri.
qui non si tratta di fare rivoluzioni, ma nemmeno scambiare un modo più aperto e disilluso di guardarsi intorno per mania di persecuzione frustrazione e fantasia distorta.
possiamo fare poco o niente, ma almeno non tacciamo di visionari quelli che non lapidano a priori certe informazioni, solo perché ricavate da fonti alternative.
vorrei vedere che te le raccontassero le istituzioni ...
perciò tanto di cappello a Eco per il suo valore artistico-culturale, con un grazie aggiuntivo per aver costituito una valida rappresentanza dell'Italia in simili congreghe internazionali. nell'attesa che coloro che negano per partito preso questo suo lato smontino tale calunnia, così invisa all'ordine costituito.
ma credetemi, negarla sarà molto più difficile che sostenerla. le prove sono inconfutabili: Eco faceva parte di quelli, e gli obiettivi di quelli erano alcune cose, leggermente diverse dal biliardo o il tennis;
ergo ...
comunque, ripeto, grande genio di cultura: non pensare che io ne dubiti.

Non ho capito niente...

Eco lavorava per mantenere le persone nell'ignoranza? O a cos'altro?
 
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HOTWIRELESS

d'ya think i'm stupid?
Lector in fabula.
La cooperazione interpretativa nei testi narrativi è un saggio pubblicato da Umberto Eco nel 1979.

In questo testo, il semiologo italiano analizza il tema della interpretazione testuale come lavoro da fare da parte del lettore che, in questo senso, non è mai ingenuo e presuppone una casistica di "non detto" e "già detto" a favore di una lettura particolare, insieme figlia della sua competenza e dell'"enciclopedia" di sensi epocali che cooperano in una direzione particolare di lettura.


Lettore modello
Il lettore modello, o lettore implicito, è un concetto della semiotica: con l'espressione s'intende un lettore immaginario a cui un testo è rivolto.

Durante la stesura di un testo, un autore in carne e ossa, detto autore empirico, definisce quale immagine vuole dare di sé al lettore, definisce cioè l'autore modello. Questi stabilisce a sua volta un lettore modello, un individuo immaginario che potrebbe leggere il suo testo. Il testo, però, finisce tra le mani di una persona vera e propria: il lettore empirico, il quale non sempre corrisponde al lettore modello. Il lettore empirico fa poi delle ipotesi sull'autore empirico.

L'autore, avendo in mente uno specifico lettore modello, adotta una strategia narrativa a lui congeniale. Più questa strategia si adatta a un numero elevato di lettori empirici, più il testo avrà successo. Stabilire un lettore modello non vuol dire, però, decidere in maniera meccanica quali saranno le mosse precise che il lettore empirico farà. Significa adottare una strategia flessibile che si possa adattare a più lettori, una strategia aperta a tante possibili interpretazioni. Umberto Eco afferma: [1] Se una strategia è flessibile, cioè permette tante interpretazioni quanti sono i suoi lettori empirici, Eco parla di 'condizione di felicità': [2]

Secondo Eco, il lettore modello, prodotto diretto del testo, “non è colui che fa l'unica/giusta congettura. Un testo può prevedere un lettore modello che può fare infinite congetture. Si tratta di una serie di condizioni che devono essere soddisfatte affinché il testo possa esprimere interamente il suo contenuto potenziale: ci si aspetta che il lettore modello possa interpretare a fondo il testo – o meglio, in un modo simile a quello usato dall'autore per crearlo – ed essere d'accordo “nel rispettare le regole che crea [il testo] per […] ricavarne una comprensione coerente. Ad esempio, questo significa che, anche se il lettore empirico di Cappuccetto Rosso sa perfettamente che i lupi non parlano, perché la fiaba abbia senso il lettore modello deve accettare non solo le regole che questa fiaba impone, ma anche l'esistenza di un mondo in cui gli animali sanno parlare. Eco afferma che “ci sono determinate regole nel gioco, e il Lettore Modello è qualcuno desideroso di giocare a questo gioco.

È impossibile stabilire a priori quale strategia narrativa si adatti maggiormente a un elevato numero di lettori empirici. Questo perché nella comunicazione scritta, a differenza dell'orale, non c'è un feedback immediato, cioè il destinatario del testo non reagisce immediatamente. Quando un autore scrive un romanzo, per esempio, non può sapere quale sarà la reazione dei suoi lettori empirici. Egli scrive con in mente un particolare lettore modello e utilizza una strategia narrativa a lui congeniale. Soltanto dopo la pubblicazione, se il romanzo viene letto da un alto numero di lettori, avrà la conferma che la sua strategia narrativa si addice a più lettori empirici.

È importante sottolineare che individuare il giusto lettore modello non è un problema che riguarda solo gli autori letterari: ogni tipo di testo (romanzo, poesia, articolo di giornale, libretto d'istruzioni, rubrica telefonica ecc.) ha il suo lettore modello, che deve essere scelto con cura. Questa scelta può anche essere implicita e in linea con lo stile e il registro con cui il testo è scritto, e con il suo grado di specializzazione (un trattato scientifico sulla citogenetica versus un libro di testo che spiega la citogenetica agli studenti di scuola superiore).

... pare che anche il mio approccio di lettura sia perciò legittimato dallo stesso Eco, che anzi sembra suggerire egli stesso la presenza di messaggi imprevedibili mano a mano se ne cambi il livello... imprevedibili ai più perché non evidenti, ma da lui inseriti per chi ci arriverà.
 

Zingaro di Macondo

The black sheep member
Lector in fabula.
La cooperazione interpretativa nei testi narrativi è un saggio pubblicato da Umberto Eco nel 1979.

In questo testo, il semiologo italiano analizza il tema della interpretazione testuale come lavoro da fare da parte del lettore che, in questo senso, non è mai ingenuo e presuppone una casistica di "non detto" e "già detto" a favore di una lettura particolare, insieme figlia della sua competenza e dell'"enciclopedia" di sensi epocali che cooperano in una direzione particolare di lettura.


Lettore modello
Il lettore modello, o lettore implicito, è un concetto della semiotica: con l'espressione s'intende un lettore immaginario a cui un testo è rivolto.

Durante la stesura di un testo, un autore in carne e ossa, detto autore empirico, definisce quale immagine vuole dare di sé al lettore, definisce cioè l'autore modello. Questi stabilisce a sua volta un lettore modello, un individuo immaginario che potrebbe leggere il suo testo. Il testo, però, finisce tra le mani di una persona vera e propria: il lettore empirico, il quale non sempre corrisponde al lettore modello. Il lettore empirico fa poi delle ipotesi sull'autore empirico.

L'autore, avendo in mente uno specifico lettore modello, adotta una strategia narrativa a lui congeniale. Più questa strategia si adatta a un numero elevato di lettori empirici, più il testo avrà successo. Stabilire un lettore modello non vuol dire, però, decidere in maniera meccanica quali saranno le mosse precise che il lettore empirico farà. Significa adottare una strategia flessibile che si possa adattare a più lettori, una strategia aperta a tante possibili interpretazioni. Umberto Eco afferma: [1] Se una strategia è flessibile, cioè permette tante interpretazioni quanti sono i suoi lettori empirici, Eco parla di 'condizione di felicità': [2]

Secondo Eco, il lettore modello, prodotto diretto del testo, “non è colui che fa l'unica/giusta congettura. Un testo può prevedere un lettore modello che può fare infinite congetture. Si tratta di una serie di condizioni che devono essere soddisfatte affinché il testo possa esprimere interamente il suo contenuto potenziale: ci si aspetta che il lettore modello possa interpretare a fondo il testo – o meglio, in un modo simile a quello usato dall'autore per crearlo – ed essere d'accordo “nel rispettare le regole che crea [il testo] per […] ricavarne una comprensione coerente. Ad esempio, questo significa che, anche se il lettore empirico di Cappuccetto Rosso sa perfettamente che i lupi non parlano, perché la fiaba abbia senso il lettore modello deve accettare non solo le regole che questa fiaba impone, ma anche l'esistenza di un mondo in cui gli animali sanno parlare. Eco afferma che “ci sono determinate regole nel gioco, e il Lettore Modello è qualcuno desideroso di giocare a questo gioco.

È impossibile stabilire a priori quale strategia narrativa si adatti maggiormente a un elevato numero di lettori empirici. Questo perché nella comunicazione scritta, a differenza dell'orale, non c'è un feedback immediato, cioè il destinatario del testo non reagisce immediatamente. Quando un autore scrive un romanzo, per esempio, non può sapere quale sarà la reazione dei suoi lettori empirici. Egli scrive con in mente un particolare lettore modello e utilizza una strategia narrativa a lui congeniale. Soltanto dopo la pubblicazione, se il romanzo viene letto da un alto numero di lettori, avrà la conferma che la sua strategia narrativa si addice a più lettori empirici.

È importante sottolineare che individuare il giusto lettore modello non è un problema che riguarda solo gli autori letterari: ogni tipo di testo (romanzo, poesia, articolo di giornale, libretto d'istruzioni, rubrica telefonica ecc.) ha il suo lettore modello, che deve essere scelto con cura. Questa scelta può anche essere implicita e in linea con lo stile e il registro con cui il testo è scritto, e con il suo grado di specializzazione (un trattato scientifico sulla citogenetica versus un libro di testo che spiega la citogenetica agli studenti di scuola superiore).

... pare che anche il mio approccio di lettura sia perciò legittimato dallo stesso Eco, che anzi sembra suggerire egli stesso la presenza di messaggi imprevedibili mano a mano se ne cambi il livello... imprevedibili ai più perché non evidenti, ma da lui inseriti per chi ci arriverà.


Hai spiegato molto bene la semiotica interpretativa, ma mi sfugge il nesso con il fatto che Eco fosse un manovratore del genere umano.

Eco non intendeva dire che l'autore può nascondere messaggi subliminali che solo alcuni possono capire.

Quali sono i segni, secondo te, che ha lasciato nei suoi romanzi e che fanno capire solo agli "illuminati" il suo essere all'interno di una cospirazione?
 

HOTWIRELESS

d'ya think i'm stupid?
Hai spiegato molto bene la semiotica interpretativa, ma mi sfugge il nesso con il fatto che Eco fosse un manovratore del genere umano.

Eco non intendeva dire che l'autore può nascondere messaggi subliminali che solo alcuni possono capire.

Quali sono i segni, secondo te, che ha lasciato nei suoi romanzi e che fanno capire solo agli "illuminati" il suo essere all'interno di una cospirazione?

non è subliminale ciò che può essere colto da categorie di persone. semmai é esclusivo, o in codice, o ...
il fatto stesso che affermasse spetti ai lettori adeguarsi a capire lo scrittore, significa l'ammissione di categorie inferiori, perciò di classi. e le classi vanno dirette, non manovrate.
in questo gli intellettuali servono al potere.
di positivo c'è che questa appartenenza non è da lui ritenuta stagna, in quanto riconosce a tutti la possibilità di riscatto approfondendo la cultura.
ho detto rispondendo a Grant che io faccio parte della gran massa, quindi sono ignorante e non in grado di approfondire di mio. tuttavia proprio in ossequio ai suoi auspici cerco di migliorarmi ascoltando chi ne sa e capisce più di me. e siccome le interpretazioni che sposi tu sono la metà del tutto, mi brigo di informarmi anche sull'altra metà. metà che bada bene non lo denigra come autore colto, ma come atteggiamento socio-politico. metà che nessuno mi risulta abbia sottoposto a feroci linciaggi, a riprova che un fondo di verità c'è.
credo infine che la tua affermazione sulla massoneria sia una bonaria provocazione. perché lo è, vero ?!?
 

Grantenca

Well-known member
Molto colte, affascinanti, interessanti, intriganti, tutte le vostre affermazioni, che possono essere condivise in toto o in parte, ma che sono comunque degne della massima considerazione. Ma, per i lettori della mia categoria, abbastanza COMPLESSE. Sarà questo il motivo per cui il capolavoro di Eco, pur riconoscendone il grande valore, non mi ha significativamente coinvolto emotivamente. Questo coinvolgimento è probabilmente, magari anche inconsciamente, ciò che maggiormente mi affascina nella lettura.
 

Zingaro di Macondo

The black sheep member
Molto colte, affascinanti, interessanti, intriganti, tutte le vostre affermazioni, che possono essere condivise in toto o in parte, ma che sono comunque degne della massima considerazione. Ma, per i lettori della mia categoria, abbastanza COMPLESSE. Sarà questo il motivo per cui il capolavoro di Eco, pur riconoscendone il grande valore, non mi ha significativamente coinvolto emotivamente. Questo coinvolgimento è probabilmente, magari anche inconsciamente, ciò che maggiormente mi affascina nella lettura.

Nemmeno io sono mai rimasto coinvolto dai romanzi di Eco, ho cominciato il nome della rosa, il pendolo e il cimitero di Praga, ma li ho tutti interrotti perché ci capivo poco..

Nemmeno io ho le competenze necessarie, non so il latino ad esempio, e continuare la lettura con Wikipedia, il traduttore a fianco e cercando continuamente i riferimenti su internet alla lunga mi sfiancava. ....ma forse più che di competenze dovremmo parlare di sensibilità letteraria. Ad esempio io impazzisco per Celine, autore per niente semplice e che in quanto a cripticità non ha nulla da invidiare a Eco. La differenza tra i due è che il francese aveva una forma "complicata", mentre in Eco lo erano i contenuti.

Diverso era, per me, l Eco studioso e filosofo che capivo e mi interessava..
 
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