Lehane, Dennis - L'isola della paura

GermanoDalcielo

Scrittore & Vulca-Mod
Membro dello Staff
Eve ciao! il film ti ha rovinato il coupe de teatre del libro, nel libro non è così intuibile come nel film. grande Dennis
 

Eve

Member
Si Germano, mi sa che hai ragione. In effetti nel film si intuiva già un bel pezzo prima della fine come erano andate realmente le cose. Purtroppo non ho potuto rendermi conto se nel libro la cosa fosse altrettanto intuibile o meno, visto che conoscevo già il seguito :(
Comunque confermo: grande Dennis!
 

mame

The Fool on the Hill
Quando ho iniziato a leggerlo ricordavo poco o niente del film. Poi, quasi subito dopo l'inizio, ho avuto dei flash di scene del film che mi hanno ricordato che il personaggio era coinvolto in qualcosa che si sarebbe scoperto alla fine. Ma il libro non mi ha convinto. Troppo assurda la storia della messa in scena collettiva per portarlo a un'accettazione della realtà che alla fin fine non si ottiene, perché nel capitolo finale tutto torna come all'inizio. Inoltre l'ho trovato troppo lungo, molto avrebbe potuto essere sfrondato. E sono anche particolarmente fastidiose quelle pagine di disquisizione psichiatrica sulle tecniche moderne, le nuove scuole e via dicendo. Non è un libro orrendo, però non lo consiglierei.
 

estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
Teddy e Chuck sbarcano a Shutter Island per dare manforte nel ritrovamento di Rachel Solando, una paziente scomparsa dall'Hashecliffe Hospital in circostanze anomale. Teddy e Chuck sono agenti federali e l'ospedale è, in realtà, un istituto psichiatrico dal quale è decisamente difficile fuggire… eppure la donna, con forti disturbi psichici, sembra esserci riuscita. Mentre continuano le ricerche, però, Teddy rivela di aver – diciamo così – sperato ardentemente che gli affidassero quel caso per avere occasione di recarsi in quell'ospedale: c'è un paziente, lì, che Teddy ha validi motivi per voler incontrare. Ma troppe stranezze, casualità, circostanze sospette si susseguono in questa storia dall'epilogo tutt'altro che scontato. Se dapprima il libro appare monotono, quasi piatto, verso la metà arriva la svolta e la narrazione ha un'impennata che getta le cose in una prospettiva completamente diversa da quella cui si è indotti a pensare all'inizio. L'ultima pagina, poi, proprio quando ci sembrava di aver capito tutto, ci ridà in pasto ai dubbi… e nulla, davvero nulla, potrà essere dato per scontato.
Un thriller psicologico di prim'ordine, al quale non darò, tuttavia, una votazione altissima: ci sono state, infatti, alcune cose – specie nello stile e nella prosa – che mi hanno lasciato perplessa. Comunque, come non consigliarlo? E come non consigliare, soprattutto, il film che ne è stato tratto? Questo è uno dei pochi casi in cui forse ho preferito il film, Shutter Island appunto.
 
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