L'incipit mi ha molto incuriosito perché il termine cosmetico come aggettivo non l'avevo mai visto usare e quindi sono andata a cercare il significato di cosmetica ed ho trovato questa frase che è il motto di un artista: l'estetica senza etica è cosmetica, da qui ho dedotto che cosmetico potrebbe significare un uomo apparentemente bello ma internamente corrotto.
Questo romanzo, ambientato in un aeroporto di Parigi, descrive un fatale confronto tra Jerome Angust, vedovo in viaggio d'affari, e l'enigmatico Textor Texel. Mentre aspetta un volo in ritardo per Barcellona, Angust viene avvicinato da Texel, un curioso personaggio autoritario che insiste per fare conversazione con lui. Ignorando la crescente irritazione di Jerome che non può fuggire, Textor gli infligge la storia della sua vita e gli confida di aver violentato e, dieci anni dopo, ucciso una giovane donna di nome Isabelle. Angust è fuori di sé quando si rende conto che la vittima non è altri che la sua defunta moglie, il cui omicidio è rimasto impunito per dieci anni. Ancora più grande è il suo stupore quando Textor rivela che lo stesso Jerome è responsabile della morte di Isabelle: Texel l'importuno, l'assassino, è infatti il nemico interiore di Angust, un'emanazione della sua stessa mente squilibrata e colpevole. Espropriato del suo libero arbitrio, in balia di questa parte oscura di se stesso che ha allucinazioni, Jerome cerca di uccidere Textor fracassandogli la testa contro un muro. Per gli spettatori inorriditi la scena a cui assistono non è un omicidio ma un suicidio. Texel alla fine personifica una pulsione di morte, che spinge Angust a suicidarsi inconsapevolmente.
L'autrice ci fornisce degli elementi che spiegano la personalità disturbata di Jerome: è un orfano di entrambi i genitori, morti suicidi, cresciuto dai nonni e abbandonato a se stesso alla morte dei nonni. A dodici anni cominciano a manifestarsi i primi segnali di malessere in quanto Jerome bambino avverte una forza oscura che si è impadronito di lui.
Textel tormenta Angust con una serie di domande sul suo passato con lo scopo di condurlo alla sua strada naturale, al suo destino cosmetico, in sostanza al suicidio. L'oggetto d'amore, Isabelle, è l'origine del conflitto tra Jerome e Textor e l'amore è qui inteso nel senso di possesso (e la fantasia della violenza al cimitero è emblematica di questo desiderio di possesso totale quasi a voler assorbire l'essenza della vittima) e quando, dieci anni dopo, Textor sperimenterà di nuovo questo impulso violento nei confronti di Isabelle ecco che la uccide conficcandole un coltello nell'addome (qui si potrebbe interpretare come un simbolo fallico che richiama la fantasia di dieci anni prima).
E' quasi tutto dialogato perché per l'autrice il dialogo è un genere a parte, a metà strada tra il romanzo e il teatro.
E' interessante l'aspetto psicologico e simbolico racchiuso in questo breve romanzo ma emotivamente coinvolgente.