odore morgnino,un ratatui di umano e animale a pag 79 = il senso l'ho inteso,ma le parole sottolineate non le ho trovate..
In effetti, il significato si comprende dal contesto, ma sembrano vocaboli coniati ad hoc...
Vi avevo anche chiesto se pure a voi era venuto in mente il paragone tra Lepido e Moscarda di Uno,nessuno e centomila,in riferimento al naso storto di entrambi,ma vi siete dimenticate di rispondere :roll:.
Siccome sono ostinata,ve lo richiedo
:wink:.
Io non mi sono dimenticata, piuttosto ho glissato perché non vedo grandi affinità.
Il discorso sarebbe assai complesso, ma semplificando:
Vitangelo Moscarda acquista consapevolezza del suo difetto fisico solo quando la moglie glielo fa notare. Da questa rivelazione trae origine la sua crisi d'identità e la sua
follia.
Una
follia attiva però, volta a creare un confronto con gli altri su un piano più profondo delle forme e delle convenzioni sociali. Elabora il concetto filosofico di
maschera e giunge alla fine al riconoscimento della frammentarietà umana, del nascere e del morire ogni istante, come ogni altra forma di vita in natura.
Lepido, invece, ha fin da piccolo piena coscienza della sua imperfezione fisica, e questo influenza pesantemente la formazione del suo carattere, rendendolo insicuro e schivo. Passivo e succube.
Ci sarebbe altro da dire, ma non volendo anticipare nulla e soprattutto il finale del libro, devo fermarmi qui.
Piuttosto credo che l'ironia di Vitali in questo romanzo sia velata d'amarezza e pessimismo un po' leopardiani.
Per me un plus, s'intende :wink:
E le descrizioni caricaturali dei personaggi mi ricordano quel genio di Gogol'...