Gli e-book uccideranno l'editoria?

darida

Well-known member
To', voglio accellerare la tua lenta e dolorosa agonia....

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Ipercoop: Jet Foto

"Trasforma i tuoi scatti digitali in vere fotografie o in un comodo libro dei ricordi! Con Coop è semplice e conveniente. Invia i tuoi file alla stampa via internet, scegli il punto vendita Coop più vicino a casa tua, e dopo qualche giorno vieni a ritirare le tue foto!! "



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prrrrrrrrrrrrrrrrrrr
Puoi sempre anticipare le tendenze future inventandoti servizi "per la gente del futuro". Gioca di anticipo ;)

work in progress...non svelo niente perche' altrimenti il simpaticone qua sopra passa l'info all Coop :mrgreen: che la Cooop sei tu...ma chi?!?? :mrgreen:
 

alexyr

New member
quando mi si pongono quesiti simili mi viene in mondo il pozzo delle trame perdute di FForde dove i personaggi della letteratura lottano contro il nuovo sistema operativo Ultraword, destinato a superare Book 8.3... (si lo so,intervento inutile)
 

Dallolio

New member
Quante romantiche cassette musicali conservi con quei simpatici nastri che si spezzavano o si attorcigliavano? Tutt'al più potresti avere qualche disco in vinile, ormai così deformato che la testina salta come sulle montagne russe da una canzone all'altra...
Boh! Sarà che sono una persona ground, ground e non afferro certi dettagli, ma io nel passaggio agli e-book ci vedo solo vantaggi. Per me un libro sono le parole che vi sono contenute ed ho sempre badato al contenuto piuttosto che al contenitore. L'unica cosa che mi preoccupa è che gli scrittori finiranno senza un soldo (i vari e-Mule, Bit-Torrent li ridurranno in miseria). Prevedo che ci dovremo tassare un po' tutti per continuare a farli lavorare. Magari con qualcosa simile all'attuale "5 x mille" sul 730.


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Cos'è una persona Ground? Spero non sia grave =(
Comunque al di là degli scherzi, capisco il tuo discorso, ma penso che non avverrà questo superamento, specialmente perchè i libri sono soprattutto un articolo da regalo e non è pensabile regalare un file, sarebbe assurdo... anche perchè noi diamo per scontato la corrente elettrica, ma un domani potrebbe non essere così altrettanto disponibile come oggi, visto l'impoverimento del mondo. A tale proposito ora apro un topic
Ciao, uomo ground! =)
 

alexyr

New member
concordo con cosa dice quelo: non rimpiangiamo i nastri magnetici o i vinili,in generale. L'editoria evolverà,ma non morirà. Dagli amanuensi alle stamperie di Gutemberg all'attuale Mondadori Multimedia (per citarne una qualsiasi),ci siamo evoluti. Non amo l'approccio "si stava meglio quando si stava peggio".Il mio Ipad può portare in giro più libri di quanti ne abbia in biblioteca, pesa meno e non perde il segno della pagina. cambieranno i modelli di business, cambieranno le modalità di retribuzione...pensiamo alla musica digitale. per fare i soldi gli artisti fanno molti più concerti. E mi sembra un bene per il consumatore. Ne soffrirà la SIAE, ma non incontra il mio cordoglio:)
 

lorenzomic

New member
Lo so che verrò ucciso, ma io l'ho preso. Acquistato da poco un lettore di ebook in previsione di un viaggio che voglio fare a novembre e dicembre in sud est asiatico con spostamenti in treno/bus/nave, insomma lunghi tragitti in cui avrò tanto tempo per leggere. Come faccio a portarmi dietro tutta quella carta sulle spalle. Se non avessi avuto questo bisogno non penso sarei passato, per ora, al formato elettronico, ma effettivamente dà parecchi vantaggi (togliendo forse il piacere dello sfogliare). Devo dirvi che si sono proprio impegnati per fare le cose per bene (ho preso il lettore più famoso). Sicuramente è diverso dal leggere un libro, ma se voi pensate alla lettura su pc vi sbagliate alla grande. La lettura scorre veloce e piacevolmente, poi eviti i problemi dei libri scritti a caratteri troppo piccoli o con impaginature che non apprezzi, visto che sei tu a decidere dimensioni e spaziature tra lettere e parole. Per chi invece ha paura di sentire la mancanza delle note, delle orecchie agli angoli e così via, hanno pensato anche questo permettendoti di fare tutto digitalmente (segnalibri, note, ecc.). Nota negativa è che non trovi ancora tutti i libri (soprattutto è parecchio scarsa l'offerta in italiano) e che il costo è ancora eccessivo a mio parere, è vero che i contenuti rimangono gli stessi, ma i costi di stampa, il mantenimento dei libri, gli spazi occupati ecc non esistono più, quindi secondo me il loro prezzo dovrebbe almeno dimezzarsi (non so che percentuale su ogni libro venduto percepisce lo scrittore, ma non penso sia poi tanto alta). Non penso che gli ebook sostituiranno i libri, diciamo che sarà un'altra via che aprirà tante strade per leggere, studiare, rilassarsi e non penso che questo possa fare male.
 
concordo con cosa dice quelo: non rimpiangiamo i nastri magnetici o i vinili,in generale.

Beati voi, io il vinile lo rimpiango e non poco. Ricordo che per acquistare lo stereo con il "piatto" diedi fondo a tutti i miei risparmi, compresi i regali della prima comunione. Un milione e mezzo di lire mi costò, cifra enorme. Mobiletto nero, predisposizione per il CD, questo elemento misterioso di là da venire, ma di cui già si fantasticava. Radio, con la quale ascoltavo le ultime radio libere prima della riforma Mammì (una delle prime leggi fatte per un uomo solo, e poi mi chiedono perché non posso tollerare Re Silvio), soprattutto la radio fondata dai miei amici. La doppia piastra per duplicare le audiocassette e registrare un disco.
Il disco, il vinile, la puntina che faceva meno fruscìo, Atom Heart Mother il primo album che acquistai, e poi via via tutti gli altri, fino all'uscita del nuovo album dei Pink Floyd: A momentary lapse of reason. La venuta dei CD e l'ultimo LP acquistato:Set di Youssou N'Dour.
Sed transeat sono OT. Tornando al tema del 3d ho trovato questo simpatico articolo sul Fatto di oggi, lo posto:

NUOVE SETTE
FETICISTI DELLA CARTA
di Dino Baldi
NEL NOSTRO MONDO occidentale è piuttosto diffusa una setta di seguaci di una divinità dall’apparenza minore, ma in realtà molto influente. Vi appartengono uomini e donne di ogni età, tutti legati alla cosiddetta industria culturale: scrittori, editori, giornalisti, pensatori a vario titolo e professori universitari. Il loro dio è l’impasto di cellulosa sbiancata e pressata volgarmente detto carta. Non la carta in generale però, ma quella che si manifesta in fogli rilegati fra loro e destinati a ospitare la scrittura stampata, vale a dire nella forma del libro. Pare che il papiro essiccato, meglio se scritto e antichissimo, fosse particolarmente apprezzato dalle tribù nomadi del deserto, che se lo fumavano alla luce della luna nelle lunghe soste carovaniere. Allo stesso modo, si dice che i confratelli di questo ordine iniziatico si riuniscano nei salotti delle loro comode case per scambiarsi le pipe riempite con i lacerti delle loro ultime opere, sotto lo sguardo benevolo del Gran Maestro. Mai come oggi è facile riconoscere gli appartenenti alla setta degli adoratori della carta. Basta chiedere a bruciapelo un parere sul libro digitale: quelli che rispondono “il libro vero è un’altra cosa”, sono adepti. Se c’è qualcosa di più irritante dei fanatici del silicio che si lanciano in fosche e sempre fallaci profezie sulla fine della carta, sono proprio i fanatici della carta convinti che il libro sia l’unico modo nel quale il pensiero può incarnarsi e rivelarsi agli uomini, come lo Spirito Santo si è incarnato in Cristo. Qualche tempo fa Umberto Eco ha fornito su questo aspetto dettagli definitivi: il libro è un miracolo ispirato direttamente dall’anatomia umana, e in quanto tale è un’invenzione perfetta, punto e basta. Le motivazioni sono in effetti schiaccianti: il libro si può sfogliare, si possono prendere appunti, si possono fare gli orecchi, non ha bisogno di batteria, e soprattutto ha qualcosa che il suo surrogato elettronico non potrà mai avere: il fascino. C’è qualcosa di più appagante dell’odore della carta nelle sue infinite grammature e del godimento del polpastrello che scorre sulla pagina?

Per gli uomini di cultura, in particolare quelli di una certa età, l’unità di misura della potenza intellettuale è data dalla lunghezza in metri lineari degli scaffali della propria libreria; è normale, dunque, che l’idea che tutto il sapere accumulato negli anni possa stare comodamente in una scheda di memoria da qualche gigabyte, provochi un senso di irritazione e di spaesamento. Pur essendo abituati a largheggiare da professionisti nelle prospettive storiche, faticano un po’ a relativizzare loro stessi e a considerarsi a loro volta come immersi nel travolgente flusso del divenire; ragion per cui le loro gerarchie sono tutte costruite in relazione all’universo sensoriale nel quale sono cresciuti e si sono guadagnati le loro ambitissime rendite di posizione. L’odore della carta allora va bene, ma quello del policarbonato no; il fruscio delle pagine è poetico, mentre lo scricchiolio della testina che legge il disco rigido è solo fastidioso, e così via. Anche lo scriba egiziano, o il copista medievale, avranno avuto del resto le proprie idiosincrasie.

Mentre però gli adoratori della carta e i loro allievi accarezzano commossi la cellulosa, tutto intorno a loro sta cambiando senza che, non dico se ne accorgano, ma che sentano il bisogno di capire un po’ meglio e con maggiore disponibilità mentale quello che accade e sta per accadere in relazione a un ambito, quello della digitalizzazione dei contenuti, che da tempo non riguarda più soltanto il background produttivo degli editori, ma investe dalle fondamenta tutta la filiera editoriale, dallo scrittore, al distributore, al libraio, all’ultimo dei lettori. In questo articolato processo di cambiamento, mi permetto di dire che il problema dell’odore della carta è piuttosto secondario; e ridurre tutto a un fenomeno di costume buono per rotocalchi estivi non fa onore all’acume critico di questi intellettuali, che giustamente tuonano dall’alto dei loro scranni olimpici quando vedono trattare i loro fenomeni storici preferiti con la stessa distratta nonchalanche. Del resto, se la curiosità per gli stipendiati della cultura dovrebbe essere un dovere professionale, non è tuttavia obbligatorio esprimere pareri. Ci sono tantissimi argomenti sui quali è lecito pontificare inanellando fumo, senza sapere esattamente dove ci si trova e che anno è.
 

EgidioN

New member
Non mi sento più totalmente contrario alla digitalizzazione, ma conservo il timore che la facilità di cancellazione di una intera raccolta di titoli possa essere più concreta e che possiamo trasporre in egual danno solamente in un improbabile incendio della libreria di casa propria. Ne capisco l'utilità, ma io apprezzerei di più la coesistenza di entrambi i modi di vivere la lettura (che è anche arredamento per il lettore appassionato).
 

ila78

Well-known member
L'ho comprato (o meglio me l'hanno regalato) E ho già iniziato la lettura del mio primo libro digitale (Il tulipano nero di Dumas), l'impressione è positiva, la lettura è molto simile a quella cartacea, gli occhi non si affaticano perchè non è retroilluminato, quindi si legge bene anche al sole esattamente come un libro normale, altro punto non trascurabile, il mio primo download l'ho pagato 1.49 Euro!!!! Una figata!!!!
Non credo che abbandonerò mai del tutto i libri cartacei, niente è paragonabile alla soddisfazione di leggere "sulla carta" e di mettere in bell'ordine i libri letti nella tua libreria, penso comunque che l'e book sia un alternativa valida. Sono contenta.:D
 
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