Schnitzler, Arthur - La signorina Else

Ondine

Logopedista nei sogni
Ho letto quest'opera tenendo in considerazione il legame tra scienza e scrittura poiché l’autore prima di dedicarsi alla scrittura era un medico ed era interessato alla psicanalisi e secondo me questo romanzo, questo monologo interiore, è un esperimento di indagine psicologica.
L'incipit secondo me è rivelatore della personalità di Else, una ragazza dal temperamento malinconico e che lo sviluppo della vicenda non ha fatto altro che portare alle estreme conseguenze. Else ha diciannove anni ma non rispecchia il modello convenzionale della ragazza dell'epoca che desidera innamorarsi e sposarsi, tutt'altro, Else sembra voler sfidare le aspettative sociali, si sente inadatta, non ha prospettive sul suo futuro e fa spesso riferimento alla sua morte, ancora prima di ricevere la lettera da parte dei suoi genitori.
Else è una figura completamente decontestualizzata e per questo vittima di una angoscia che nasce dalla consapevolezza di essere prigioniera di convenzioni sociali in cui non si riconosce, sa che la verità che cerca nelle persone che la circondano è introvabile perché è circondata dall'ipocrisia e la scena di mettersi a nudo di fronte a tutti mentre risuona in sottofondo la melodia del Carnaval di Schumann, simbolo di maschere, è emblematica del suo senso di purezza sia fisica che morale.
Anche il disinteresse che la ragazza prova nei confronti dell'amore non è quello che ci si aspetterebbe da una diciannovenne e che potrebbe essere un sintomo di una profonda depressione, di una profonda tristezza e disillusione, e forse anche di un trauma infantile, penso all'ultimo pensiero che lei rivolge verso il padre e che mi ha sollevato un tremendo sospetto.
Il vaneggiamento di Else nasce dal fatto che i suoi desideri non hanno corrispondenza nel mondo reale e questo la fa vivere in sofferenza arrivando ad avere pensieri auto accusatori e volendosi punire, rivolgendo poi verso se stessa anche termini denigratori e narcisistici insieme perché in fondo Else vorrebbe essere ammirata e amata ma non si sente degna di questo e per questo usa l'ironia per difendersi.
Affascinante l’atmosfera nebulosa della sera, l’aria di champagne, che sembra essere lo specchio della sua mente.
Una lettura che mi ha appassionato molto, non conoscevo questo autore.
 

estersable88

dreamer member
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Cosa si può dire di questo breve, ma allucinante ed agghiacciante racconto di Schnitzler? Come lo si può descrivere? Con due sostantivi: follia e delirio. Sono questi i sentimenti che pervadono le pagine e che sferzano, sempre più incalzanti, il monologo di Else. La giovane, bellissima diciannovenne in vacanza con un cugino e una zia, è divisa tra l'attrazione e il bisogno di attenzioni che sente per il cugino e le profferte sgradite di un "farabutto con la voce vibrante". Una lettera – incommentabile – della madre la getta nella frenesia e nella confusione più totale, perché la costringe ad umiliarsi, lei così giovane eppure così conscia della propria bellezza. Combattuta tra i doveri di obbedienza alle assurde richieste della famiglia e l'istinto di autoconservazione, Else non vuole perdere se stessa e la propria dignità, ma il forte stress la conduce al deliquio. Una storia triste, allucinante, delirante, che culmina in un climax ascendente di angoscia e ingiustizia.
 
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