Szymborska, Wislawa

O

Ospite 01

Guest
MONOLOGO DI UN CANE COINVOLTO NELLA STORIA

Ci sono cani e cani. Io ero un cane eletto.
Con un buon pedigree e sangue di lupo nelle vene.
Abitavo su un’altura inalando i profumi delle vedute
sui prati soleggiati, sugli abeti dopo la pioggia
sulle zolle di terra tra la neve.

Avevo una casa come si deve e servitù.
Ero nutrito, lavato, spazzolato,
portato a fare belle passeggiate.
Tutti sapevano bene a chi appartenevo.

Ogni bastardo rognoso è capace di avere un padrone.
Attenti però – lungi dai paragoni.
Il mio padrone era unico nel suo genere.
Aveva un branco imponente che lo seguiva passo a passo
fissandolo con ammirazione timorosa.

Per me c’erano sorrisini
con malcelata invidia.
Perché solo io avevo il diritto
di accoglierlo con salti veloci,
solo io – di salutarlo tirandogli i calzoni.
Solo a me era permesso
con la testa sulle sue ginocchia,
accedere alle carezze a alle tirate per le orecchie.
Solo io potevo far finta con lui di dormire,
e allora si chinava sussurrandomi qualcosa.
Con gli altri si arrabbiava spesso e rumorosamente.

Ringhiava contro di loro, latrava,
correva da parete a parete.
Penso che solo a me volesse bene,
a nessun altro.

Avevo anche doveri: abbaiare, fidarmi.
Perché faceva brevi comparse e spariva per molto.
Non so cosa lo trattenesse là, nelle valli.
Intuivo però che si trattava di affari pressanti,
perlomeno così pressanti
come per me lottare con i gatti
e con tutto ciò che si muove inutilmente.

C’è destino e destino. Il mio mutò di colpo.
Giunse una primavera,
e lui non era insieme a me.

In casa si scatenò uno strano andirivieni.
Bauli, valige, cacciati nei cofani delle auto.
Le ruote sgommando scendevano in giù
e si zittivano dietro la curva.

Sulla terrazza bruciavano masserizie, stracci,
casacche gialle, fasce con simboli neri
e molti, moltissimi cartoni strappati
da cui cadevano bandierine.

Gironzolavo in quel caos
più stupito che arrabbiato.
Sentivo sul pelo sguardi sgradevoli
come se fossi un cane senza padrone,
un randagio molesto
che si scaccia con la scopa fin dalle scale.

Uno mi strappò il collare borchiato d’argento.
Uno diede un calcio alla mia ciotola da giorni vuota.
E poi l’ultimo, prima di partire,
si sporse dalla cabina di guida
e mi sparò due volte.

Neanche capace di mirare giusto,
così la mia morte fu lenta e dolorosa
nel ronzio di mosche spavalde.
Io, cane del mio padrone.

Wislawa Szymborska
 
O

Ospite 01

Guest
LA CORTESIA DEI NON VEDENTI

Il poeta legge le poesie ai non vedenti.
Non pensava fosse così difficile.
Gli trema la voce.
Gli tremano le mani.

Sente che ogni frase
è qui messa alla prova dell'oscurità.
Dovrà cavarsela da sola,
senza luci e colori.

Un'avventura rischiosa
per le stelle dei suoi versi,
e l'aurora, l'arcobaleno, le nuvole, i neon, la luna,
per il pesce finora così argenteo sotto il pelo dell'acqua,
e per lo sparviero, così alto e silenzioso nel cielo.

Legge - perché ormai è troppo tardi per non farlo-
del ragazzo con la giubba gialla in un prato verde,
dei tetti rossi, che puoi contare, nella valle,
dei numeri mobili sulle maglie dei giocatori
e della sconosciuta nuda sulla porta schiusa.

Vorrebbe tacere - benché sia impossibile-
di tutti quei santi sulla volta della cattedrale,
di quel gesto d'addio al finestrino del treno,
di quella lente del microscopio e del guizzo di luce dell'anello
e degli schermi e degli specchi e dell'album dei ritratti.

Ma grande è la cortesia dei non vedenti,
grande la comprensione e la generosità.
Ascoltano, sorridono e applaudono.

Wislawa Szymborska
 
O

Ospite 01

Guest
L'immensa verità di questi versi:


CONTRIBUTO ALLA STATISTICA

Su cento persone:



che ne sanno sempre piu' degli altri
- cinquantadue;



insicuri a ogni passo
- quasi tutti gli altri;



pronti ad aiutare,

purche' la cosa non duri molto

- ben quarantanove;



buoni sempre,

perche' non sanno fare altrimenti

- quattro, be', forse cinque;



propensi ad ammirare senza invidia
- diciotto;



viventi con la continua paura

di qualcuno o qualcosa

- settantasette;



dotati per la felicita'
- al massimo poco piu' di venti;



innocui singolarmente,

che imbarbariscono nella folla

- di sicuro piu' della meta';



crudeli,

se costretti dalle circostanze

- e' meglio non saperlo

neppure approssimativamente;



quelli col senno di poi
- non molti di piu'

di quelli con il senno di prima;

che dalla vita prendono solo cose
- quaranta,

anche se vorrei sbagliarmi;



ripiegati, dolenti

e senza torcia nel buio

- ottantatre'

prima o poi;



degni di compassione
- novantanove;



mortali
- cento su cento.

Numero al momento invariato.


Wislawa Szymborska
 
Ultima modifica:
O

Ospite 01

Guest
IL CIELO


Da qui si doveva cominciare: il cielo.
Finestra senza davanzale, telaio, vetri.
Un'apertura e nulla più,
ma spalancata.

Non devo attendere una notte serena,
né alzare la testa,
per osservare il cielo.
L'ho dietro a me, sottomano e sulle palpebre.
Il cielo mi avvolge ermeticamente
e mi solleva dal basso.

Perfino le montagne più alte
non sono più vicine al cielo
delle valli più profonde.
In nessun luogo ce n'è più
che in un altro.
La nuvola è schiacciata dal cielo
inesorabilmente come la tomba.
La talpa è al settimo cielo
come il gufo che scuote le ali.
La cosa che cade in un abisso
cade da cielo a cielo.

Friabili, fluenti, rocciosi,
infuocati e aerei,
distese di cielo, briciole di cielo,
folate e cumuli di cielo.
Il cielo è onnipresente
perfino nel buio sotto la pelle.

Mangio cielo, evacuo cielo.
Sono una trappola in trappola,
un abitante abitato,
un abbraccio abbracciato,
una domanda in risposta a una domanda.

La divisione in cielo e terra
non è il modo appropriato
di pensare a questa totalità.
Permette solo di sopravvivere
a un indirizzo più esatto,
più facile da trovare,
se dovessero cercarmi.
Miei segni particolari:
incanto e disperazione.

Wislawa Szymborska
 
O

Ospite 01

Guest
INCIDENTE STRADALE

Ancora non sanno
cos'è successo
mezz'ora fa, là sulla strada.

Sui loro orologi
l'ora è quella che è,
pomeridiana, infrasettimanale, autunnale.

Qualcuno scola la pasta.
Qualcuno rastrella foglie nel giardino.
I bambini corrono strillando intorno al tavolo.
Il gatto si degna di farsi carezzare.
Qualcuno piange -
come capita davanti alla TV
quando il perfido Diego tradisce Juanita.
Si sente bussare -
non è niente, la vicina che rende una padella.
Dal fondo dell'appartamento il trillo del telefono -
stavolta solo per quell'annuncio.

Se qualcuno stesse alla finestra
e guardasse il cielo,
potrebbe già scorgere le nuvole
che il vento ha portato dal luogo dell'incidente.
In effetti lacere e sparpagliate,
ma per loro questo è all'ordine del giorno.

Wislawa Szymborska
 
O

Ospite 01

Guest
GLI ANIMALI DEL CIRCO

gli orsi battono le zampe ritmicamente,
la scimmia in tuta gialla va in bicicletta,
il leone salta nel cerchio fiammeggiante,
schiocca la frusta e suona la musichetta,
schiocca e culla gli occhi degli animali,
l'elefante reggee un vaso sulla testa, e i cani ballano con passi uguali.

Mi vergogno molto, io - umano.

Divertimento pessimo quel giorno:
gli appalausi scrosciavano a cascata,
benchè la mano più lunga d'una frusta
gettasse sulla sabbia un'ombra affilata.

Wislawa Szymborska
 
O

Ospite 01

Guest
LA BREVE VITA DEI NOSTRI ANTENATI

Non arrivavano in molti fino a trent'anni.
La vecchiaia era un privilegio di alberi e pietre.
L'infanzia durava quanto quella dei cuccioli di lupo.
Bisognava sbrigarsi, fare in tempo a vivere
prima che tramontasse il sole,
prima che cadesse la neve.
Le genitrici tredicenni,
i cercatori quattrenni di nidi fra i giunchi,
i capicaccia ventenni -
un attimo prima non c'erano, già non ci sono più.
1 capi dell'infinito si univano in fretta.
Le fattucchiere biascicavano esorcismi
con ancora tutti i denti della giovinezza.
Il figlio si faceva uomo sotto gli occhi del padre.
Il nipote nasceva sotto l'occhiaia del nonno.
E del resto non si contavano gli anni.
Contavano reti, pentole, capanni, asce.
Il tempo, così prodigo con una qualsiasi stella del cielo,
tendeva loro la mano quasi vuota,
e la ritraeva in fretta, come dispiaciuto.
Ancora un passo, ancora due
lungo il fiume scintillante,
che dall'oscurità nasce e nell'oscurità scompare.
Non c'era un attimo da perdere,
domande da rinviare e illuminazioni tardive,
se non le si erano avute per tempo.
La saggezza non poteva aspettare i capelli bianchi.
Doveva vedere con chiarezza, prima che fosse chiaro,
e udire ogni voce, prima che risonasse.
Il bene e il male -
ne sapevano poco, ma tutto:
quando il male trionfa, il bene si cela;
quando il bene si mostra, il male attende nascosto.
Nessuno dei due si può vincere
o allontanare a una distanza definitiva.
Ecco il perché d'una gioia sempre tinta di terrore,
d'una disperazione mai disgiunta da tacita speranza.
La vita, per quanto lunga, sarà sempre breve.
Troppo breve per aggiungere qualcosa.

Wislawa Szymborska
 

sharazad

New member
Szymborska - Qualche parola sull'anima

L’anima la si ha ogni tanto,nessuno la ha di continuo, per sempre.
Giorno dopo giorno,anno dopo anno,possono passare senza di lei.
A volte nidifica un po’ piu’ a lungo,sole in estasi e paura dell’infanzia,
a volte solo nello stupore dell’essere vecchi.
Di rado ci da' una mano in occupazioni faticose,
come spostare mobili, portare valige
o percorrere le strade con scarpe strette,
quando si compilano moduli,si trita la carne,
di regola ha il suo giorno libero.
Su mille nostre conversazioni partecipa ad una,
ed anche a questo non necessariamente,
poiche’ preferisce il silenzio,
quando il corpo comincia a dolerci e dolerci,
smonta di turno, alla chetichella,
e’ schifiltosa,
non le piace vederci nella folla,
il nostro lottare per un vantaggio qualunque
e lo strepito degli affari, la disgusta,
gioia e tristezza non sono per lei due sentimenti diversi,
e’ presente accanto a noi solo quando essi sono uniti.
Possiamo contare su di lei
quando non siamo sicuri di niente e curiosi di tutto,
tra gli oggetti materiali le piacciono gli orologi a pendolo e gli specchi,
che lavorano con zelo anche quando nessuno guarda.
Non dice da dove viene e quando sparira’ di nuovo,
ma aspetta chiaramente simili domande.
Si direbbe che
cosi’ come lei a noi,
anche noi siamo necessari a lei,
per qualcosa.
 

SALLY

New member
Il gatto in un appartamento vuoto-Wisława Szymborska,



morire . questo a un gatto non si fa.

perché cosa può fare il gatto

in un appartamento vuoto?
arrampicarsi sulle pareti
strofinarsi contro i mobili?
qui niente sembra cambiato
eppure tutto è mutato
niente sembra spostato
eppure tutto è fuori posto
la sera la lampada non è più accesa
si sentono passi sulle scale
ma non sono quelli
anche la mano

che mette il pesce nel piattino
non è quella di prima.
qualcosa non comincia
alla sua solita ora
qualcosa non accade
come dovrebbe
qui c'era sempre qualcuno. sempre.
e poi d'un tratto è scomparso
e si ostina a non esserci
in ogni armadio si è guardato
si è cercato sulle mensole
e infilati sotto il tappeto

ma non ha portato a niente
si è persino infranto il divieto

di entrare nell'ufficio

e si sono sparse carte dappertutto.

cos'altro si può fare
aspettare e dormire
che provi solo a tornare
che si faccia vedere se osa !
deve imparare che

questo non si fa a un gatto.

gli si andrà incontro

con aria distaccata

un po' altezzosi

come se non lo si vedesse

camminando lentamente
sulle zampe molto offese
e soprattutto

non un salto nè un miagolio.

almeno non subito.
 
O

Ospite 01

Guest
La fine e l'inizio



Dopo ogni guerra
c'è chi deve ripulire.
In fondo un pò d'ordine
da solo non si fa.

C'è chi deve spingere le macerie
ai bordi delle strade
per far passare
i carri pieni di cadaveri.

C'è chi deve sprofondare
nella melma e nella cenere,
tra le molle dei divani letto,
le schegge di vetro
e gli stracci insanguinati.

C'è chi deve trascinare una trave
per puntellare il muro,
c'è chi deve mettere i vetri alla finestra
e montare la porta sui cardini.

Non è fotogenico
e ci vogliono anni.
Tutte le telecamere sono già partite
per un'altra guerra.

Bisogna ricostruire i ponti
e anche le stazioni.
Le maniche saranno a brandelli
a forza di rimboccarle.

C'è chi con la scopa in mano
ricorda ancora com'era.
C'è chi ascolta
annuendo con la testa non mozzata.
Ma presto
gli gireranno intorno altri
che ne saranno annoiati.

C'è chi talvolta
dissotterrerà da sotto un cespuglio
argomenti corrosi dalla ruggine
e li trasporterà sul mucchio dei rifiuti.

Chi sapeva
di che si trattava,
deve far posto a quelli
che ne sanno poco.
E meno di poco.
E infine assolutamente nulla.

Sull'erba che ha ricoperto
le cause e gli effetti,
c'è chi deve starsene disteso
con la spiga tra i denti,
perso a fissare le nuvole.

Wislawa Szymborska
 

Lin89

Active member
Ho scoperto questa grandissima poetessa proprio grazie al forum e ve ne sarò per sempre grata.

Ho trovato un suo libro di poesie in una bancarella di libri usati in cui spulcio spesso. Mi piace pensare che fosse lì per me. :mrgreen:

Bellissime poesie quelle postate fino ad ora.
 

moonshine

New member
un'amica virtuale mi ha spedito stasera questa poesia, la trovo stupenda e la condivido con voi:)

La stazione

Il mio non arrivo nella città di N.

è avvenuto puntualmente.

Sei stato avvertito

con una lettera non spedita.

Hai fatto in tempo a non venire

all'ora prevista.

Il treno è arrivato sul terzo binario.

E' scesa molta gente.

La mia persona, assente,

si è avviata all'uscita tra la folla.

Alcune donne mi hanno sostituito

frettolosamente

in quella fretta.

A una è corso incontro

qualcuno che non conoscevo,

ma lei lo ha riconosciuto

immediatamente.

Si sono scambiati

un bacio non nostro,

intanto si è perduta

una valigia non mia.

La stazione della città di N.

ha superato bene la prova

di esistenza oggettiva.

L'insieme restava al suo posto.

I particolari si muovevano

sui binari designati.

E' avvenuto perfino

l'incontro fissato.

Fuori dalla portata

della nostra presenza.

Nel paradiso perduto

della probabilità.

Altrove.

Altrove.

Come risuona questa parolina.

W. Szymborska
 

Lin89

Active member
E' sorprendente come riesca a dare il senso della vita che continua anche senza di noi.
Tutto scorre anche se noi vorremmo che si fermasse.
E' così demotivante da un certo punto di vista. Mi fa sentire così poco importante.
Ma la realtà è proprio così...
 

moonshine

New member
di lei mi colpisce un tratto in comune con il mio modo di sentire l'Universo come un crocevia di possibilità d'incontri d'incontri sfiorati, d'incontri mancati,
d'incontri e di non incontri che hanno un senso che ci sfugge:wink:
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Sulla morte, senza esagerare


Non s'intende di scherzi,
stelle, ponti,
tessitura, miniere, lavoro dei campi,
costruzione di navi e cottura di dolci.
Quando conversiamo del domani
intromette la sua ultima parola
a sproposito.
Non sa fare neppure ciò
che attiene al suo mestiere:
né scavare una fossa,
né mettere insieme una bara,
né rassettare il disordine che lascia.
Occupata a uccidere,
lo fa in modo maldestro,
senza metodo né abilità.
Come se con ognuno di noi stesse imparando.
Vada per i trionfi,
ma quante disfatte,
colpi a vuoto
e tentativi ripetuti da capo!
A volte le manca la forza
di far cadere una mosca in volo.
Più di un bruco
la batte in velocità.
Tutti quei bulbi, baccelli,
antenne, pinne, trachee,
piumaggi nuziali e pelame invernale
testimoniano i ritardi
del suo svogliato lavoro.
La cattiva volontà non basta
e perfino il nostro aiuto con guerre e rivoluzioni
è, almeno fin ora, insufficiente.
I cuori battono nelle uova. Crescono gli scheletri dei neonati.
Dai semi spuntano le prime due foglioline,
e spesso anche grandi alberi all'orizzonte.
Chi ne afferma l'onnipotenza
è lui stesso la prova vivente
che essa onnipotente non è.
Non c'è vita
che almeno per un attimo
non sia immortale.
La morte
è sempre in ritardo di quell'attimo.
Invano scuote la maniglia
d'una porta invisibile.
A nessuno può sottrarre
il tempo raggiunto.
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
grazie alessandra, ma io sono rimasta folgorata da questa poesia, mi ha dato un punto di vista della morte a cui non avevo mai pensato, il fatto che noi ogni giorno con la nostra vita sconfiggiamo la morte, mi ha fatto provare una tale felicità dentro da commuovermi :)
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
grazie alessandra, ma io sono rimasta folgorata da questa poesia, mi ha dato un punto di vista della morte a cui non avevo mai pensato, il fatto che noi ogni giorno con la nostra vita sconfiggiamo la morte, mi ha fatto provare una tale felicità dentro da commuovermi :)

E' una poesia che parla della morte ma è piena di vita. Grazie a te per averla postata, bellissima.
 

velmez

Active member
ieri sera ne ha parlato Saviano a Che tempo che fa
non amo leggere poesie, ma le poche righe che ho letto mi hanno molto colpito!
leggerò volentieri qualcosa!!
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
FOGLIETTO ILLUSTRATIVO


Sono un tranquillante.
Agisco in casa.
Funziono in ufficio,
affronto gli esami,
mi presento all'udienza,
incollo con cura le tazze rotte -
devi solo prendermi,
farmi sciogliere sotto la lingua,
devi solo mandarmi giù
con un sorso d'acqua.


So come trattare l'infelicità,
come sopportare una cattiva notizia,
ridurre l'ingiustizia,
rischiarare l'assenza di Dio,
scegliere un bel cappellino da lutto.
Che cosa aspetti -
fidati della pietà chimica.


Sei un uomo (una donna) ancora giovane,
dovresti sistemarti in qualche modo.
Chi ha detto
che la vita va vissuta con coraggio?


Consegnami il tuo abisso -
lo imbottirò di sonno.
Mi sarai grato (grata)
per la caduta in piedi.


Vendimi la tua anima.
Un altro acquirente non capiterà.


Un altro diavolo non c'è più.

Wislawa Szimborska
 
Alto