E' uno dei racconti presenti nella raccolta "I racconti di Pietroburgo",ambientati appunto nella città russa.
Ho acquistato il libro,che contiene anche "Il cappotto", in edicola insieme ad un quotidiano,per la serie "Racconti d'autore".
Sulla prospettiva Nevskij Gogol' contempalva il mondo intero e anche un altro mondo,prossimo al sogno.
L'ho trovato scorrevole,anche se alquanto surreale proprio perchè l'autore mischia sogno e realtà,confondendo forse un po' il lettore durante la lettura.
Entrambi i protagonisti del racconto infatti si autoingannano e si trovano di fronte a situazioni diverse da quelle che si aspettavano,rincorrendo due giovani fanciulle.
Molto suggestiva la descrizione del paesaggio e delle persone che passeggiano lungo questa strada.
Interessante questa parte;pur non condividendola,mi rendo conto che ancora oggi fa discutere:
"La bellezza fa veri miracoli.In una bella tutti i difetti morali,anzichè suscitare disgusto,diventano straordinariamente attraenti;il vizio stesso si ammanta di fascino in lei;ma basta che la bellezza scompaia - e la donna dovrà essere venti volte più intelligente di un uomo per ispirare,se non amore,almeno rispetto."
Invece questa parte,che si trova sul finale,l'ho trovata stupenda e concordo in pieno:
«Come si prende stranamente, incomprensibilmente gioco di noi il nostro destino! Otteniamo mai quel che desideriaamo? Raggiungiamo ciò a cui sembrano destinate le noostre forze? Tutto avviene a rovescio. All'uno la sorte ha dato splendidi cavalli, ed egli vi viaggia con indifferenza, senza affatto accorgersi della loro bellezza, - mentre un altro, il cui cuore arde di passione equina, va a piedi e si accontenta di schioccare la lingua quando gli fan passsare davanti un trottatore. Uno ha un ottimo cuoco ma purtroppo, una bocca così minuscola che non può farci passare più di due bocconcini; l'altro ha una bocca grannde quanto l'arco del Quartier Generale, ma, ahimè, deve accontentarsi di un qualsiasi pranzo tedesco a base di paatate. Come si prende stranamente gioco di noi il nostro destino!»
Ho acquistato il libro,che contiene anche "Il cappotto", in edicola insieme ad un quotidiano,per la serie "Racconti d'autore".
Sulla prospettiva Nevskij Gogol' contempalva il mondo intero e anche un altro mondo,prossimo al sogno.
L'ho trovato scorrevole,anche se alquanto surreale proprio perchè l'autore mischia sogno e realtà,confondendo forse un po' il lettore durante la lettura.
Entrambi i protagonisti del racconto infatti si autoingannano e si trovano di fronte a situazioni diverse da quelle che si aspettavano,rincorrendo due giovani fanciulle.
Molto suggestiva la descrizione del paesaggio e delle persone che passeggiano lungo questa strada.
Interessante questa parte;pur non condividendola,mi rendo conto che ancora oggi fa discutere:
"La bellezza fa veri miracoli.In una bella tutti i difetti morali,anzichè suscitare disgusto,diventano straordinariamente attraenti;il vizio stesso si ammanta di fascino in lei;ma basta che la bellezza scompaia - e la donna dovrà essere venti volte più intelligente di un uomo per ispirare,se non amore,almeno rispetto."
Invece questa parte,che si trova sul finale,l'ho trovata stupenda e concordo in pieno:
«Come si prende stranamente, incomprensibilmente gioco di noi il nostro destino! Otteniamo mai quel che desideriaamo? Raggiungiamo ciò a cui sembrano destinate le noostre forze? Tutto avviene a rovescio. All'uno la sorte ha dato splendidi cavalli, ed egli vi viaggia con indifferenza, senza affatto accorgersi della loro bellezza, - mentre un altro, il cui cuore arde di passione equina, va a piedi e si accontenta di schioccare la lingua quando gli fan passsare davanti un trottatore. Uno ha un ottimo cuoco ma purtroppo, una bocca così minuscola che non può farci passare più di due bocconcini; l'altro ha una bocca grannde quanto l'arco del Quartier Generale, ma, ahimè, deve accontentarsi di un qualsiasi pranzo tedesco a base di paatate. Come si prende stranamente gioco di noi il nostro destino!»