Spoiler
Finito!
Gran libro, come al solito Coe non mi ha deluso, anzi forse questa fra le tre che ho letto è, secondo me, la sua prova migliore.
Il suo genio sta nel creare intrecci intricatissimi che dapprincipio potrebbero rendere scettico il lettore, nel senso che ci si chiede in quale modo i vari elementi, fatti o personaggi potrebbero incastrarsi l'un l'altro; ciò sembrerebbe talmente difficile da farci diffidare riguardo ad una possibile ricomposizione del puzzle. E invece, zac! a un certo punto il ritmo accelera e come per incanto tutto, ogni minimo elemento anche apparentemente trascurabile trova senza fatica il suo posto. Ciò avviene in modo spassoso e tutt'altro che banale; nell'ultima parte ogni riga stupisce e spiazza, letteralmente fino all'ultima frase dell'ultima pagina, e qui siamo arrivati allo sconvolgente e decisamente inatteso finale
Be', direi che non è proprio il classico lieto fine e qui hai certamente ragione, ayla...forse il fatto in sè rattrista per un secondo, ma il modo in cui avviene, per quanto mi riguarda, ha avuto la meglio e me l'ha fatto apprezzare per l'originalità e per la funzionalità nei confronti della storia (sia per quanto riguarda la surreale Tabitha pilota, fantastica, sia il fatto che si chiude il cerchio legato ai sogni di Michael). Quanto è labile il confine tra "normalità" e follia!
Questo libro è insieme un giallo, un romanzo di denuncia, una sorta di originale saga familiare. Reale e surreale, verosimile e inverosimile sono sapientemente dosati in maniera tale da rendere il tutto credibile e appassionante. Ironico e brillante, a tratti di una comicità che sembra geniale e infantile allo stesso tempo, avvincente e ricco di colpi di scena, si ride a tratti amaramente poichè traccia un quadro drammatico della situazione politica e sociale dell'Inghilterra (ma non solo) ai tempi della Thatcher, facilmente adattabile ad altri periodi storici, compreso quello attuale, e ad altre società, e lo traccia esaminando - servendosi dei mostruosi Winshaw ed entrando nel dettaglio in modo da colpire e impressionare il lettore - ogni aspetto: quello strettamente politico, quello generale dell'economia e delle banche, quello legato ai mezzi di comunicazione e quello (ahimè) della sanità: la morte di Fiona (sigh!) contraddice in buona parte la sua stessa teoria e conferma quella di Michael, secondo il quale c'è sempre un "colpevole" per tutto, o comunque una causa.
La parte finale è davvero geniale, da noir brillante e raffinato. Ma nessuno ci ha ancora fatto un film?
Ho la sensazione che Coe si diverta da morire a scrivere libri.
Da leggere!