Yamanaka
Space's Skeleton
1) Prima dello sviluppo del nostro cervello non sapevamo nulla, non eravamo. Dopo la sua fine non sapremmo più nulla, nemmeno di essere stati, saremo la mancanza di percezione, anzi non saremo.
2)La nostra società non ha per nulla bisogna di miti consolatori: occorre piuttosto urgentemente guardare in faccia alla realtà per mantenere il nostro benessere e utilizzarlo nella ricerca scientifica, unico campo del sapere che ci può far vivere di più e meglio.
3) Il fine supremo della scienza è guarire tutte le malattie e quindi, indirettamente tendere con ogni forza alla sconfitta della morte.
Cosa ne pensate?
Ci sono una serie di problemi nell'impostazione a monte della questione.
Inanzitutto, la scienza non "sa" ma prevede: il sapere scientifico si basa su modelli anticipativi che a loro volta partono da delle ipotesi ma lo scopo della scienza NON è il vero ma l'esatto. La scienza NON è verità nè mai potrà esserlo, a meno di non voler impostare come premessa metafisica fortissima che le teorie e le categorie che stanno a monte della mente umana (e quindi di qualsiasi modello intellettuale quantitativo) siano coincidenti con il reale, il che è un vero e proprio atto di fede forte. Il fatto che tale atto di fede sia di moda e accettato socialmente (solito bollito e superatissimo positivismo & co) non significa che sia altro di quello che è: un atto di fede.
La scienza non può rispondere a domande esistenziali e qualitative come "cos'è il bene?" "cos'è la felicità?" "cos'è il progresso?" etc perchè esulano dal suo campo d'indagine, cioè il regno dei fenomeni misurabili e dei modelli anticipatori ad essa collegati; voler affidare alla scienza tali domande significa operare un forte riduzionismo che porta alla dissoluzione dell'uomo e a tutti i poco simpatici fenomeni di nevrosi di massa che viviamo in quest'epoca, perchè l'uomo ha una dimensione soggettiva e interiore che la scienza non può costituzionalmente scandagliare e quantificare, ma solo riconoscere come tale